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Notizie Radicali - 23 giugno 1983
Il Partito radicale, il problema dei gruppi, delle commissioni

SOMMARIO: Il Partito Radicale denuncia la mancanza di informazioni riguardo la composizione degli organi del Parlamento italiano durante la IX legislatura. Gli eletti radicali accettano sia l'attribuzione delle funzioni e degli incarichi di direzione dei lavori e di gestione del Parlamento italiano alla maggioranza, sia all'intero arco delle forze parlamentari presenti, ma sono contrari a qualsiasi altra forma, in quanto non verrebbe rispettato il principio della rappresentanza democratica. Si dichiarano, inoltre, contrari al riconoscimento di altri gruppi oltre quelli previsti in via ordinaria, in quanto si intende esaltare le prerogative del singolo parlamentare in alternativa a quello dei Gruppi.

(NOTIZIE RADICALI, 23 giugno 1983)

Per quanto riguarda la composizione degli organi del Parlamento della IX legislatura, né il Partito Radicale né il Gruppo Radicale sono stati in alcun modo sentiti o consultati.

Sappiamo quel che leggiamo sui giornali.

La nostra posizione è la seguente: non abbiamo pregiudiziali nei confronti delle due scelte possibili e corrette. E' concepibile, in regime di democrazia parlamentare, sia l'attribuzione delle funzioni e degli incarichi di direzione dei lavori e di gestione del Parlamento alla maggioranza, sia all'intero arco delle forze parlamentari presenti. Siamo contrari, fermissimamente, a qualsiasi altra formula. O il principio della rappresentatività e della rappresentanza è rispettato pregiudizialmente, e su di esso si innesta quello della proporzionalità, o ci si infogna in altro, comunque mascherato.

Eravamo inoltre tendenzialmente contrari, sul piano della opportunità e della scelta dell'economia regolamentare, al riconoscimento di altri Gruppi oltre quelli previsti in via ordinaria del regolamento, sia nel 1976, sia nel 1979. Volevamo infatti esaltare i poteri e le prerogative del singolo parlamentare, in alternativa a quello dei Gruppi. Ma, da allora, ed in particolare con la violenza e le illegalità della Presidenza Jotti, con il pungolo dell'ideologia e degli uomini della P2, si è percorsa abbondantemente la via opposta. I singoli deputati sono stati ormai totalmente defraudati di ogni effettiva possibilità di iniziativa. In questo quadro, quindi, si tratta di impedire che anche formalmente le forze della partitocrazia nel Parlamento siano le uniche titolari dei diritti riservati ai Gruppi; tanto più che tali diritti, come ogni altro, vengono poi tranquillamente violati quando non comoda agli interessati delle maggioranze.

Capitolo grave è quello delle rappresentanze dei Gruppi minori nelle Commissioni bicamerali, negli Uffici di Presidenza, nelle Commissioni d'inchiesta, oltre che nelle Commissioni e Giunte.

La partitocrazia si aggrega su contenuti e interessi, non sulla forza di una ideologia tanto chiara quanto negata sul piano formale.

La presenza dei parlamentari radicali in situazioni quali quelle della Commissione Sindona, o quella della Commissione sulla P2, o della Commissione di Vigilanza sulla Rai-Tv, è stata pericolosa e non di rado gravissima per l'arco partitocratico.

L'assenza di un effettivo rappresentante radicale dall'Ufficio di Presidenza della camera, almeno nell'ultimo anno della legislatura, ha reso un servizio prezioso ad una gestione politica e amministrativa del Parlamento torbida e sospetta.

 
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