SOMMARIO: I radicali annunciano che non parteciperanno alla seduta di apertura della nuova legislatira alla Camera e al Senato in quanto ritengono che le elezioni ed il Parlamento italiano non si siano legittimamente svolte e costituito. I motivi sono chiari: la partitocrazia sequestra la legalità democratica in tema di elezioni e Parlamento; inoltre, si intende dissentire sul carattere dato alle sedute di apertura della legislatura.
(NOTIZIE RADICALI, 23 giugno 1983)
Avendo la partitocrazia fin qui mostrato di muoversi con il massimo di arroganza e con il minimo storico di stile parlamentare in relazione ai problemi istituzionali del Parlamento, da quello delle Presidenze delle Camere a quello dei criteri da adottare per la formazione dei Gruppi, e delle Commissioni; avendo inoltre con la più perfetta e comune arroganza partitocratica sia il Segretario della Dc, sia il Segretario del Pci, sia il Segretario del Pri, nemmeno risposto alla richiesta del Segretario del Pr di uno scambio di opinioni e di poter esporre loro alcuni suggerimenti radicali; persistendo da parte radicale il gravissimo dissenso sulla prassi di apertura della legislatura e di svolgimento della prima seduta; ritenendo di non poter e di non dover avallare una cerimonia partitocratica come adempimento costituzionale e democratico, ove la situazione si confermasse qual è all'ora di questo comunicato anche al momento dell'apertura dei lavori del Parlamento, i radicali parlamentari non parteciperanno alle
due sedute della Camera e del Senato, anche per marcare in tal modo il loro rifiuto di considerare le elezioni e il Parlamento legittimamente svolte e costituito.
Gli eletti del Partito radicale in Parlamento non saranno presenti alla seduta odierna delle Camere, come già annunciato. E' vero che, tardivamente, sono giunte due telefonate ufficiali del Presidente del Gruppo Parlamentare Dc, Gerardo Bianco, e del Vicepresidente del Gruppo Comunista, Ugo Spagnoli, il primo cortesemente informandoci della decisione dell'ex-maggioranza di votare per Nilde Jotti, il secondo chiedendoci, in corretto e doveroso stile parlamentare, di votarla, ma è anche vero che questo non basta per mutare il nostro giudizio sui contenuti e sullo stile di quest'ennesima azione partitocratica.
Non saremo presenti per due motivi: il primo è che intendiamo in tal modo anche emblematicamente sottolineare il nostro rifiuto del sistematico sequestro di legalità democratica ad opera della partitocrazia, in particolare in tema di elezioni e di Parlamento; il secondo è che continuiamo ad essere in perfetto dissenso, come nel '76 e nel '97, sul carattere che viene dato alla seduta di aperture della legislatura.
Avendo deciso di essere assenti dal Palazzo, abbiamo inteso però essere presenti in modo più proprio e puntuale nella lotta democratica. Gli eletti radicali si sono recati nelle varie sedi di Corte d'Appello, e hanno presentato ai Procuratori Generali, con le firme della petizione contro la partitocrazia (455.000), un esposto firmato dal Segretario del Pr con cui si indica il carattere di vera e propria associazione per delinquere ormai assunto dai partiti.
12 luglio 1983