Per tre milioni di vivi. SubitoSOMMARIO: In coincidenza con l'apertura della nuova legislatura sono arrivati a Roma i rappresentanti dei 3.127 sindaci che hanno promosso il progetto di legge di iniziativa popolare che propone all'Italia l'obiettivo di salvare 3 milioni di agonizzanti per fame; intendono presentare alle massime autorità dello Stato oltre 400 mila firme raccolte per una petizione popolare in sostegno del loro progetto.
Il Partito Radicale non intende ripresentare in Parlamento il progetto di legge dei sindaci, ma chiede che siano gli altri partiti a farlo per una battaglia che è di tutti, non solo del Partito Radicale.
(NOTIZIE RADICALI, 23 giugno 1983)
Cari deputati, cari senatori,
sono oggi a Roma, in coincidenza con l'apertura della nuova legislatura, i rappresentanti dei 3.127 sindaci che hanno promosso il progetto di legge di iniziativa popolare che propone all'Italia l'obiettivo di salvare 3 milioni di agonizzanti per fame. Presenteranno alle massime autorità dello Stato le oltre 400 mila firme già raccolte su una petizione popolare in sostegno del loro progetto.
Dipende da voi, da ciascuno di voi, se questa legislatura, già nella sua fase iniziale, assicurerà questa politica di vita, di pace, di speranza e di sviluppo.
Non ci saranno, questa volta, alibi forniti dai radicali. Non saremo infatti noi a ripresentare in Parlamento il progetto di legge dei sindaci, e a farci carico degli aspetti parlamentari di questa battaglia. Tutto ciò che potevamo fare l'abbiamo fatto, o ci è stato impedito di farlo nella precedente legislatura.
Faremo tutto il nostro dovere nel Paese e nei rapporti con le istituzioni, ma non ci presteremo a far etichettare come radicale, per meglio combatterla e criminalizzarla, una battaglia che è o dovrebbe essere di tutti, cristiani e socialisti, laici e comunisti, ed è di 87 premi Nobel, della grande maggioranza dei parlamentari europei, è nelle parole e negli appelli delle massime autorità civili e religiose.
Non è possibile che non ci siano nel Parlamento italiano coscienze che ritengano di dover affermare questo valore e le concrete scelte legislative e di bilancio, in termini di volontà politica e di intervento straordinario, che esso esige. Non è possibile che non ci siano per la difesa e l'affermazione del diritto alla vita e per la lotta contro questo olocausto, i Baslini e i Fortuna che negli anni 60 riuscirono ad imporre contro le logiche dominanti della vita politica, e quelle dei loro stessi partiti, la battaglia parlamentare per il divorzio; o, sul fronte opposto, i Casini e i Marzotto Caotorta, che pure affermavano di battersi "per la vita".
I sindaci richiedono di rendere possibile nell'83 quello che avevamo già chiesto nell'82; un intervento straordinario per la salvezza di almeno 3 milioni di vite, rovesciando la logica che pretende di fondare la preparazione e la promessa di un futuro sviluppo sulla crescita dello sterminio: assicurare invece lo sviluppo a partire dalla difesa della vita e dalle esigenze immediate di autosufficienza alimentare dei popoli, su quei territori che sono alla portata del nostro intervento.
Di fronte a questa richiesta ci sono i risultati fallimentari della politica della cosiddetta cooperazione allo sviluppo, che in nome di una logica strutturalista, ha rinviato tutto all'ordinaria amministrazione: è la logica agghiacciante che ci rende corresponsabili dell'olocausto.
Vi chiediamo di fermare questa logica. Vi chiediamo di fermarla in Parlamento e nei vostri stessi partiti. Vi chiediamo di entrare in contatto con i sindaci. Vi chiediamo di presentare voi la loro legge. Vi chiediamo di assumere voi questa battaglia parlamentare.
12 luglio 1983
Gli eletti radicali
della IX legislatura