Le esportazioni nucleari italianeda AdT, agenzia degli Amici della Terra
SOMMARIO: La notizia di contatti riservati riguardanti la fornitura all'India di pezzi di ricambio per la centrale nucleare di Tarapur viena data da AdT. Il materiale, prima fornito dagli Stati Uniti, ora é oggetto di accordo tra Francia ed India. La centrale, tra l'altro, avrebbe dovuto essere chiusa già dal 1974, in quanto altamente inquinata dalla radioattività: ora la situazione è peggiorata sensibilmente.
Bisogna altresì rilevare che India, Pakistan e Sud Africa sono sospettati di usare il materiale nucleare per scopi bellici.
(NOTIZIE RADICALI N. 32, 25 giugno 1983)
L'Italia fornirà tecnologia nucleare all'India? Contatti riservati sono in corso da oltre due mesi fra il dipartimento di Stato americano e l'Italia, la Germania occidentale e il Giappone. Oggetto della trattativa è la fornitura all'India di pezzi di ricambio per la centrale nucleare di Tarapur - due reattori del tipo Bwr da 210 MW, costruiti dalla General Eletric - nei pressi di Bombay.
Fino al 1980 tali forniture, come quelle di uranio arricchito per il funzionamento della centrale, sono state assicurate dagli Stati Uniti ed interrotte poi in seguito all'approvazione, da parte del Congresso americano, del "Non Proliferation Act", che vieta l'esportazione di materiale e tecnologia nucleare verso paesi, come l'India, non firmatari del "Trattato di non proliferazione" entrato in vigore nel 1970 e firmato da 115 nazioni.
Nel corso del recente viaggio di fine giugno a New Delhi, il segretario di Stato americano "Schultz" ha assicurato "Indira Ghandi" circa l'impegno del presidente "Reagan" a risolvere l'impasse in cui si trova la centrale di Tarapur, aiutando l'India a procurarsi presso paesi terzi, tra cui appunto l'Italia, il materiale di cui ha bisogno.
La centrale di Tarapur è entrata in esercizio nel 1963 e, in base ad un accordo con l'India, gli Usa provvederanno alla fornitura dell'uranio arricchito e dei pezzi di ricambio. Nel 1974 l'India fece scoppiare la sua bomba atomica compromettendo così i rapporti con gli americani. Nel 1978 il Congresso Usa approvò il "Non Proliferation Act", disatteso da "Carter" nell'ultimo periodo della sua presidenza ed applicato solo a partire dal 1980.
Nell'incontro del luglio 1982 tra "Reagan" e "Indira Ghandi", "il presidente americano aggiornò il "Non Proliferation Act" facendosi mediatore tra India e Francia affinché quest'ultima - anch'essa non firmataria del Trattato di non proliferazione e non soggetta al rispetto della salvaguardie internazionali sull'uso dell'uranio per soli fini industriali - fornisse essa all'India l'uranio arricchito per la centrale di Tarapur.
Le trattative tra India e Francia hanno subìto alcuni rallentamenti a causa del rifiuto degli indiani ad accettare ispezioni nei propri impianti nucleari da parte dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea). Il rifiuto di Indira Ghandi" era dovuto soprattutto al fatto che a Tarapur, oltre la centrale, c'è anche un impianto di riprocessamento del combustibile nucleare con una capacità sufficiente a fornire plutonio per 200 bombe atomiche della stessa potenza di quella esplosa nel 1974. L'attuale rifiuto degli Usa di fornire parti di ricambio per Tarapur è legato anche al fatto che l'India non accetta di restituire agli Usa il combustibile esaurito.
Nel novembre '82, durante la visita di "Mitterand" a New Delhi, venne firmato l'accordo sulle forniture di uranio arricchito francese. Le prime 20 tonnellate sono arrivate in India il 4 maggio scorso ma non potranno essere usate sino a che non sarà risolta la controversia con gli Stati Uniti.
I reattori più inquinati del mondo
I reattori di Tarapur sono stati definiti "i reattori più inquinati del mondo". Come riferisce nel suo ultimo numero la rivista "Not Man Apart", entrambi i reattori avrebbero dovuto essere chiusi nel 1974 in quanto già gravemente contaminati dalla radioattività. Invece, il Dipartimento indiano per l'energia atomica assunse migliaia di lavoranti con contratto a termine - 2.400 nel solo 1976 - con poca o nessuna conoscenza delle misure di protezione dalle radiazioni.
Ora la situazione è ulteriormente peggiorata; diverse pompe d'acqua sono difettose e molte parti devono essere sostituite. Per ragioni di sicurezza i lavoratori possono lavorare solo per brevi periodi nelle zone contaminate. Questo crea grossi problemi a causa della limitata disponibilità di personale preparato. Il "Times of India" ha affermato che a Tarapur i lavoratori sono continuamente esposti a livelli di radioattività molto superiore agli standards consentiti.
Il Pakistan dimenticato
India, Pakistan, Sud Africa e Israele sono "altamente sospettati" di usare il materiale nucleare per scopi bellici anziché per alimentare i reattori nucleari. E' quanto ha affermato in un rapporto dello scorso anno "Hans Blix", direttore dell'Aiea ed ex ministro degli esteri svedese. Questi quattro paesi, infatti, rifiutano i controlli internazionali dell'Aiea.
Anche nel caso del Pakistan - in forte polemica con l'India sul problema degli armamenti nucleari - il comportamento italiano ha suscitato parecchi dubbi e perplessità. Nel dicembre '82, il Segretario di stato americano "Schultz" fece un appello affinché nessuno vendesse tecnologia nucleare al Pakistan, sino a che esso non avesse offerto una serie di garanzie.
Contemporaneamente apparve la notizia secondo cui Italia, Germania occidentale e Francia sarebbero state disposte a soddisfare le richieste del generale pakistano "Zia".
Se la Cina non firma
Anche la Cina non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare e anche in questo caso l'Italia ha offerto la propria collaborazione per la costruzione di una centrale nucleare da 300 MW del tipo Pwr, che dovrebbe essere realizzata entro il 1988 a circa cento chilometri da Shangai.
La possibilità di questa collaborazione è stata esaminata nel dicembre scorso durante una missione effettuata in Cina, su indicazione del ministro dell'industria, da una delegazione delle principali industrie nucleari italiane - Ansaldo, Fiat, Ttg, Agip nucleare, Belello, Nuovo Pignone - guidata dall'Enea con la partecipazione di un membro dell'Enel.
La Cina, già in possesso di armi nucleari, ha rifiutato di diventare membro dell'Aiea e non consente controlli internazionali.