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Pannella Marco - 15 agosto 1983
Perché non votiamo
Dichiarazione di Pannella sulla fiducia

di Marco Pannella

SOMMARIO: Viene qui riportato il resoconto stenografico della dichiarazione di Pannella sulla mozione di fiducia presentata dal Governo alla Camera dei Deputati. Marco Pannella accusa il "Governo dei partiti" di formulare dei buoni propositi, ma di non armarsi poi degli strumenti necessari a realizzarli. Questi i motivi per i quali il deputato radicale dichiara che non voterà.

(NOTIZIE RADICALI N. 34, 15 agosto 1983)

Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, con qualche spunto interessante la replica del governo dei partiti, in questa Camera dei partiti, a difesa della politica dei partiti, sostenuta dalla stampa e dalla Rai-Tv dei partiti, dà nell'insieme l'immagine di una povera e triste menzogna. Menzogna come quando si cerca di non rispondere ai fatti.

All'inizio, la replica del Presidente era buona, perché prendeva per interlocutori i fatti, i mille o i 500 morti, per fortuna mancati, con cui si salutava il governo da parte di chi così da 15 anni (ha detto il Presidente del Consiglio) amministra con potere di vita, di morte e di strage la vita del nostro Stato e della nostra società. Mentre le forze nazionali e multinazionali che da 15 anni dominano la vita e la morte del nostro paese liberavano il burattino burattinaio, per ammonire probabilmente qualcuno ma forse anche per impedire che il burattino-burattinaio continuasse a ritenersi più potente di quanto non fosse, rischio nel quale incorsero Sindona e Calvi ma nel quale non sembra cadere, onorevole Piccoli, Umberto Ortolani, del quale vorremmo che i servizi segreti dicessero qualcosa al signor Presidente del Consiglio, al signor vicepresidente del Consiglio e al Governo tutto, perché i telefoni pagati da Ortolani sono sempre importanti, quelli del presidente Piccoli o quelli degli altri ai quali telef

ona in questo periodo.

Ma il testo della replica è stato necessariamente mediocre, proprio perché rendo omaggio e presuppongo la buona fede di chi lo ha pronunciato. Chi ha pronunciato la replica per conto del Governo dei partiti vorrebbe che lo sterminio per fame nel mondo cessasse, vorrebbe che la qualità della vita dei pensionati, dei disoccupati, dei lavoratori italiani fosse migliore; ma ci si rifiuta di armarsi degli strumenti per far questo, non fosse altro che delle proclamazioni di intenzione armate di puntualità e nello scegliere non a caso la mozione che ancora una volta la maggioranza presenta, contro la Costituzione (che parla di "motivata mozione di fiducia") Perché? siete sciatti, non conoscete la Costituzione, non avete costituzionalisti? Perché continuate, dal 1976 ad oggi, a non motivare le mozioni di fiducia? "Udite le dichiarazioni del Governo, le approva": dite questo perché tra di voi non sapete in realtà cosa approvare, non sapete come ancorare a quelle parole il vostro atto di fiducia al Governo.

Allora sappiamo che le 400 mila lire di pensione minima non saranno date se la lotta del partito radicale non vi consentirà di darle; se la lotta non dei deputati ma del partito radicale, nel paese, qui, ovunque, non vi costringerà ad emanare o a tentare di emanare un decreto puntuale di vita contro il decreto puntuale di morte che emanate rispetto ai milioni di persone che saranno vittime di quella stolta politica di cooperazione di sviluppo che è la cooperazione e lo sviluppo con e delle camorre, delle 'dranghete, delle mafie del terzo mondo: mediante tale rapporto - sempre peggiore - più nutrite nella cooperazione e nello sviluppo i rappresentanti degli Stati del terzo mondo, più nutrite i camorristi, i vostri datori di tangenti e di tangenti di sterminio.

Noi abbiamo vissuto queste 48 ore attraverso quelli che il servizio di Stato televisivo ha ieri sera definito, alle ore 20, gli "inutili interventi radicali". Non si può protestare, signori del Governo; non si può protestare, signori del Parlamento, perché ieri, insieme, attori come sempre innanzitutto comunisti e democristiani, avete rubato legge e diritto, togliendo alla Presidenza della Camera la facoltà e il diritto di nominare quella Commissione di indirizzo e di vigilanza sulla Rai-Tv che fin quando voi, comunisti, democristiani e altri, non avrete portato a compimento i vostri sporchi intrallazzi istituzionali non potrà essere istituita: non avete fornito le rose di nome che avrebbero consentito alla Presidente della Camera di nominare quella commissione! E così fino a settembre si andrà avanti con la gestione istituzionale, quella delle Commissioni bicamerali; quella stessa gestione, in base alla quale l'amministrazione di questa Camera ha già stabilito che il nostro gruppo deve andare nelle cantine

o nelle soffitte di questa Camera, attribuendosi metà dello spazio cui avevamo diritto quando, nel 1976 e nel 1979, eravamo in quattro. L'abrogazione deve esserci e deve essere stalinista ("Indica l'estrema sinistra"), deve essere clericale ("Indica il centro"), deve essere totale.

Signor presidente della Camera, signori del Governo, presentando la nostra mozione, noi abbiamo riproposto la mozione approvata dal nostro partito il 2 novembre dello scorso anno. Era una mozione di fiducia motivata: non potevate accettarla. Mi spiace ma non potevate accettarla anche perché lui che adesso guida la democrazia cristiana in nome della scoperta, da neofita, del dialogo (lo vedete lì, spossato qui dentro a parlare ed a monologare sul dialogo, non ascolta nessuno se non Virginio Rognoni nei momenti di trattativa e di spartizione della roba con i compagni comunisti e con tutti quanti gli altri. La mozione l'abbiamo presentata, ladri di verità, ladri di leggi, ladri di regolamenti, siete Camera dei vostri partiti, siete Governo dei vostri partiti, siete legge della giungla dei partiti, siete manomissione dei regolamenti grazie alla manomissione puntuale della verità, grazie ai Valiani ed ai "valiniani" i D'Amato della nazione che dicono che occorre cambiare la legge elettorale perché se no "finché q

uesti ci staranno andrà male". L'editore P2 de "La Nazione" la si trova ad avere l'editorialista, il quale chiede di cambiare le leggi elettorali. Voi non vi siete resi conto che non si risponde alla violenza, alle ingiustizie ed alle corruzioni con la furbizia della violazione dei regolamenti e delle leggi, secondo le vostre regole di amministratori senza regole del potere.

Signor presidente, temo che il vostro tempo stia per concludersi e che tutto ciò che la partitocrazia ha creduto di fare, per salvare se stessa ed il potere, in realtà è vanificato in quanto i burattinai della partitocrazia stanno per togliervi il tempo della rappresentanza, non foss'altro che della vostra Costituzione materiale. E' in nome del partito radicale, che è partito della non violenza e del diritto, che noi vi diciamo: votatevi, spartitevi, Pochetti, quelle altre pochette cose che vi restano da spartire. Noi torniamo a lottare con integrità per quegli ideali dei quali non potete parlare perché sono i vostri e li bestemmiate ogni giorno nell'azione, quando non avete persino vergogna di parlarne nella recita delle stanche e brutte messe che state recitando senza alcuna convinzione. Quindi, dinanzi ad un Governo della democrazia. Per quel che mi riguarda non voto in quanto non legittimo il vostro voto partitocratico: spartitevi la roba ed i voti secondo i vostri metodi e le vostre tradizioni.

 
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