di Marco PannellaSOMMARIO: Sulla proposta di arresto di Toni Negri, i comunisti come i killer della III internazionale. Radicali e Dp discriminati ed esclusi dalla spartizione Dc-Pci. La maggioranza istituzionale viola ogni residua preoccupazione di legittimità formale delle sue decisioni.
(IL MANIFESTO, 17 agosto 1983)
Cari compagni,
l'arresto di Toni Negri è stato mancato per poco (ed è solo rinviato al 13 settembre) dai membri comunisti della Giunta per le autorizzazioni a procedere, costretti per di più ad operare »a titolo personale come killer qualsiasi dei tempi della III Internazionale.
Sono troppo duro? Ignoro e comprometto i »gravi contrasti interni che in proposito tormenterebbero il Pci e lo renderebbero suscettibile di scelte opposte a quelle per ora praticate o fatte praticare? Non credo molto alle lotte di corridoio, a quelle di stampo oligarchico, se non come luoghi di sconfitta. E mi regolo di conseguenza. Il Pci può cambiare decisioni sull'arresto del deputato Toni Negri solamente se sarà in queste ore, in questi giorni, costretto a confrontarsi pubblicamente su questo punto.
Forse chiedo troppo, cari compagni di "il manifesto". Ho letto, incredulo, gli sciatti e distratti pezzulli riservati alle vicende parlamentari, ed ai nostri soliti eccessi e sceneggiate. Sì, confessiamo d'esser colpevoli d'aver ritardato d'una mezza giornata la concessione della fiducia al Governo Craxi avendo pronunciato dieci interventi programmatici, sui quali non abbiamo avuto - d'altra parte - il credito di un solo minuto di ascolto da parte vostra, o di un solo rigo d'informazione dei vostri lettori. Confessiamo d'averli svolti, come da tempo preannunciato, "anche" per cercare di mettervi in guardia, con pochi altri, sulla gravità di quanto stava accadendo "clandestinamente", che ci sembrava maggiore di quanto si andava esibendo e registrando "pubblicamente".
Confessiamo dunque di aver cercato di utilizzare il tempo di questi interventi, ciascuno su un tema preciso e contenente proposte precise, per cercare anche d'impedire:
a) che radicali e DP fossero discriminati ed esclusi dalla spartizione selvaggia, oltre che berlinguerianamente e demitianamente `istituzionale', anche delle ultime spoglie (fino ai locali di lavoro ed agli spiccioli di fureria) del parlamentarismo italiano;
b) che in assenza dell'accordo istituzionale di pentarchi e di picisti (suddivisi ora in eletti Pci, eletti di Sinistra Indipendente ed eletti Pdup), il parlamento non procedesse a compiere atti assolutamente dovuti, necessari, urgenti;
c) che qualche battibecco a proposito di Nicaragua e Afghanistan, o dell'intervento del sen. Colajani, fosse usato fino in fondo per trarre un bilancio assolutamente falso su questo avvio di legislatura, caratterizzato "sul piano ufficiale" dalle scontate ed elettoralmente preannunciate scelte socialiste, "sul piano sostanziale" dall'assetto di unità nazionale (altro che di ternativa ) delle cariche dello Stato, in corso di ri-distribuzione.
Il risultato è stato quello dell'esclusione dalla "»maggioranza istituzionale " - che è quindi "maggioranza politica" - di radicali e demoproletari ad ogni livello di uffici di Presidenza della Camera, e del Senato, delle Commissioni Permanenti, delle Giunte delle Commissioni Bicamerali; ed esclusi, perfino, dalle Giunte e commissioni stesse (del Regolamento, da quella delle autorizzazioni a procedere, dalla Commissione sulla P2; i radicali dall'Antimafia). La "»maggioranza istituzionale " ha inoltre con protervia senza precedenti deciso di violare ogni residua preoccupazione di legalità almeno formale rinviando a settembre la costituzione della Commissione di Vigilanza della Rai-Tv e dell'Inquirente, non essendosi messi ancora d'accordo sulla spartizione di questa parte del bottino, malgrado l'indicazione perentoria di legge. Così la Rai-Tv è senza Consiglio d'Amministrazione dal mese di Marzo, e tre suoi membri in esercizio per l'ordinaria amministrazione sono nel frattempo divenuti parlamentari. Così l'In
quirente vedrà probabilmente scadere per prescrizioni alcuni reatucoli che in genere sono più pericolosi per i ministri delle grandi imputazioni, come il caso Lockeed dimostrò.
Daremo nei prossimi giorni le cifre e le dimensioni della razzia della quale il Pci è stato il principale organizzatore e beneficiario. E vi invieremo anche gli stenografici dei nostri interventi perché almeno sappiate di cosa è stato fatto questo ennesimo »ostruzionismo di qualche ora del Pr.
Vi preannunciamo comunque che siamo ben decisi - come sempre - a perseverare nell'errore, anche il 1 e il 13 settembre, nella Giunta per l'autorizzazioni a procedere e in Aula, quando di nuovo »accederemo e »saremo inutili contro l'autorizzazione all'arresto di Toni Negri. Augurandoci che non ci si riduca a prepararsi a qualche tardivo grido di dolore e di sgomento contro l'ennesimo, »inatteso errore del Pci.
Forse, cari compagni, »non moriremo democristiani , come »non moriremo giolittiani altri. Morremo, invece, sotto il regno del nuovo grande »partito della fermezza ; anche noi.
E' già accaduto, tra gli altri, ad Aldo Moro...
No, grazie.