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Notizie Radicali - 23 agosto 1983
Il caso Negri giorno per giorno

SOMMARIO: Diario di cronaca parlamentare del caso Negri dal 7 luglio 1983, giorno della proclamazione a deputato della Repubblica di Antonio Negri, al 2 settembre. Antonio (Toni) Negri, professore universitario a Padova, arrestato il 7 aprile 1979 con altre centinaia di persone, detenuto in attesa di giudizio, candidato nelle liste del Partito radicale a Roma, Milano e Napoli, è eletto deputato con oltre 50.000 voti di preferenza.

(NOTIZIE RADICALI n. 35, 23 agosto 1983)

"7 luglio". Proclamazione dell'avvenuta elezione di Antonio Negri a deputato della Repubblica.

"8 luglio". Scarcerazione di Toni Negri dal carcere di Rebibbia.

"9 luglio". Richiesta di autorizzazione a procedere in giudizio e richiesta di autorizzazione ad emettere mandato di cattura contro Antonio Negri da parte del Procuratore Generale di Roma, inviata al Ministro di Grazia e Giustizia.

"11 luglio". Trasmissione della richiesta dal Ministro di Grazia e Giustizia al Presidente della Camera dei Deputati (non ancora eletto).

"12 luglio mattina". Il comitato direttivo del gruppo DC invia al Presidente della Camera una lettera in cui si afferma testualmente: "non è ammissibile la presenza in Parlamento di chi ha apertamente lottato per distruggere lo Stato democratico. Le chiediamo perciò se non ritenga "necessario" per rispetto ai principi fondamentali della nostra Costituzione invitare il prof. Negri a non entrare in Parlamento e a non partecipare alle attività legislative; qualora il prof. Negri non ottemperasse a queste richieste a "studiare ogni misura possibile" per la tutela e la dignità delle istituzioni repubblicane".

Venuti a conoscenza del comunicato e della lettera, numerosi esponenti DC se ne dissociano pubblicamente, a cominciare dal Presidente della DC Flaminio Piccoli.

"12 luglio, ore 16.30". Prima seduta pubblica della Camera. Il deputato Antonio Negri è in aula. Appena il Presidente apre la seduta, i deputati del MSI-Destra Nazionale si sono levati in piedi gridando "Fuori gli assassini!" - vive proteste dei deputati Gorla e Capanna. Il tumulto è sedato con grande difficoltà e con grande energia dal Presidente provvisorio Scalfaro.

"12 luglio, chiusura di seduta". La Presidente eletta Leonilde Jotti annuncia in aula che è pervenuta la richiesta di autorizzazione a procedere contro Antonio Negri. Applausi dei deputati del MSI-D.N.

"19 luglio". Seduta della Camera - Il Presidente della Camera dà comunicazione dei deputati chiamati a far parte della Giunta per le autorizzazioni a procedere. Il deputato Franco Russo (D.P.) protesta per l'esclusione dei deputati demoproletari dalla Giunta.

"21 luglio". Prima seduta della Giunta per le autorizzazioni a procedere. Un accordo dei partiti congela le cariche della precedente legislatura, con la tacita intesa di rinnovarle dopo l'esame del "caso Negri": insomma una Giunta ad hoc per Negri. Presidente viene confermato il deputato Mannuzzu: nella precedente legislatura faceva parte del gruppo comunista. In questa è passato alla sinistra indipendente per le esigenze di costituzione di questo gruppo. Relatore delle domande di autorizzazione a procedere provenienti dalla Procura Generale di Roma contro Toni Negri viene nominato relatore il liberale De Luca.

"3 agosto". La conferenza dei capigruppo stabilisce di fissare il dibattito in aula sul "caso Negri" subito dopo il dibattito sulla fiducia, il 12 o 13 agosto. L'intervento del capogruppo Formica fa in seguito spostare la data al 13 settembre.

"4 agosto". Seduta della Giunta delle autorizzazioni. Rinviata per assenza del relatore De Luca, ammalato.

"8 agosto". Il relatore De Luca svolge la sua relazione alla Giunta sulle richieste di autorizzazione, riservandosi di trarre le proprie conclusioni.

Viene ascoltato il deputato Toni Negri.

"9 agosto". Il Presidente della Camera da comunicazione di altre autorizzazioni a procedere in giudizio e alla cattura provenienti da altre Procure della Repubblica. Le nuove richieste vengono trasmesse alla Giunta delle autorizzazioni.

"9 agosto". Il relatore De Luca propone la concessione della autorizzazione a procedere in giudizio, riservandosi di sciogliere la riserva sull'autorizzazione alla cattura.

Sollecitato dal commissario comunista Loda, dichiara di propendere per la concessione dell'autorizzazione anche per la seconda richiesta.

Contro l'autorizzazione - sostiene De Luca - vale il lungo periodo già scontato di carcerazione preventiva, a favore la gravità dei reati imputati a Negri e la situazione di discriminazione che si verificherebbe ai danni degli altri imputati del 7 aprile, detenuti in attesa di giudizio. Queste conclusioni hanno, secondo il relatore, la prevalenza.

Dopo questa precisazione del relatore si esprimono a favore dell'autorizzazione alla cattura il missino Valensise, il democristiano Pontello e il comunista Loda. Contro il radicale Mellini e il socialista Testa.

Il socialdemocratico Correale propone di rinviare l'esame delle richieste di autorizzazione per consentirne una discussione unica con le altre pervenute alla Camera.

La seduta viene rinviata alla sera.

"9 agosto pomeriggio". In seguito alle polemiche suscitate dalla posizione annunciata da Loda in Giunta delle autorizzazioni a procedere, il gruppo comunista emette un comunicato in cui afferma che le posizioni espresse dai commissari comunisti sono frutto di una convinzione personale, autonomamente maturata dall'esame del fascicolo giudiziario, ma che il gruppo in quanto tale non ha ancora assunto una posizione. Voci incontrollate affermano che nella Direzione comunista si sarebbero verificate posizioni divergenti (da una parte ovviamente Pecchioli e dall'altra Ingrao, Reichlin e lo stesso Pajetta). La Direzione avrebbe demandato al gruppo una decisione.

"9 agosto sera". Prosegue la discussione sulla proposta di rinvio del socialdemocratico Correale.

"10 agosto". La Giunta delle autorizzazioni a procedere vota sulla proposta Correale. La proposta di rinvio viene accolta: a favore comunisti, socialisti, il socialdemocratico, il radicale, il repubblicano; contro i democristiani e il missino; astenuto il deputato della SVP.

"1 settembre". La Giunta decide di unificare l'esame di tutte le richieste di autorizzazione a procedere riguardanti Antonio Negri. Il relatore riferisce sulle altre richieste e conclude per la concessione di tutte le autorizzazioni, anche alla cattura. Viene di nuovo ascoltato Antonio Negri sulle altre richieste di autorizzazione a procedere.

Si conclude la discussione generale.

Il deputato comunista Francesco Macis propone che tutte le domande di autorizzazione alla cattura siano esaminate e decise dopo la pubblicazione della sentenza di primo grado.

Il missino Valensise e il democristiano Ferrari ritengono inammissibile la proposta. Il deputato Macis la ritira, riservandosi di riproporla in assemblea. Esprime voto di astensione sulle autorizzazioni alla cattura, anche a nome degli altri commissari comunisti.

Si esprimono invece a favore i democristiani, il missino, il socialdemocratico, il sudtirolese, il repubblicano; contro i socialisti. Viene respinta una proposta di Mellini di votare su ciascun reato. Il radicale Mellini non partecipa al voto, ma chiede ed ottiene otto votazioni separate sulle quattro richieste di autorizzazione a procedere e sulle quattro di autorizzazione alla cattura.

Vengono approvate tutte le richieste di autorizzazione, anche quelle alla cattura per reati di cui sono scaduti i termini di carcerazione preventiva (42 dei 48 reati imputati a Negri!).

Giustizia sommaria è compiuta. Ora la Camera dei partiti è chiamata a ratificarla.

"2 settembre". Il deputato comunista Pecchioli si dice convinto delle "responsabilità politiche" (politiche o penali?) di Toni Negri, ma aggiunge che bisogna tener conto della lunga carcerazione preventiva.

 
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