di Marco PannellaSOMMARIO: In crisi la giunta comunale di Torino, la soluzione sia lasciata nelle mani degli elettori, per impedire che mesi di gestione commissariale coprano le responsabilità partitiche e protraggano la putrefazione del dibattito politico. Il Partito radicale ribadisce la convinzione che siano necessarie liste non più di partito ma di forze e di programmi civili e sociali contrapposti a quelli corporativi e clientelari.
(IL MANIFESTO, 11 ottobre 1983)
»Caro Novelli, ti rivolgo un pressante, formale, e pubblico appello perché tutto sia oramai fatto per immediatamente consentire al popolo torinese di pronunciarsi sulla soluzione della crisi e sul nuovo governo necessario alla città.
Oltre a mediocri e pericolose soluzioni di ripiego, occorre certo anche impedire quella gestione commissariale che è chiaramente l'obiettivo di quanti temono giustamente, per quanto li riguarda, il giudizio degli elettori torinesi: non c'è che da votare entro novembre, ad esempio in coincidenza con le elezioni amministrative a Napoli.
So benissimo che tutto non dipende solamente dalla tua volontà e dai tuoi giudizi e obiettivi ma sai quanto possono essere importanti, e forse determinanti, per una soluzione democratica e ragionevole della crisi e per impedire che si protragga l'attuale processo di putrefazione del dibattito politico e dell'opera di governo cittadino.
Dopo che a quanto ci consta anche il Partito repubblicano ha autorevolmente rifiutato per suo conto di tentare di imporre a Torino la meccanica ripetizione della formula di governo nazionale, ci sembra chiaro che l'alternativa effettiva è fra un semestre di gestione commissariale e di basso profilo, e le elezioni.
Per quanto riguarda il Partito radicale che tutto questo aveva pubblicamente previsto e denunciato nella campagna elettorale di giugno, resta la convinzione che occorra fornire all'elettorato non più liste di partito, ma forze e programmi che siano espressione degli interessi civili e sociali che si contrappongono a quelli particolari, corporativi, e corporativisti, conservatori e clientelari, necessariamente corrotti e corruttori, che attraversano ormai l'intero arco partitico in quanto tale.
Penso personalmente che tu abbia ben meritato di rappresentare anche il successo di tale speranza.