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Pannella Marco - 21 novembre 1983
CRAXI: GIA' ADDIO?
di Marco Pannella

SOMMARIO: Marco Pannella si chiede se la politica del Psi sia una politica suicida in quanto il Presidente del Consiglio Bettino Craxi sembra addossarsi quanto "di più pericoloso, errato e denso di equivoci è sul mercato". In particolare sulla questione libanese, sulla quale anche la Dc non si assume più la responsabilità della tragedia scatenando i mass media per legare la propria immagine a quella del ritiro dei soldati prima che sia troppo tardi.

(NOTIZIE RADICALI n. 44, 25 novembre 1983)

21 novembre '83

Fummo - ci sembra di ben ricordarlo - i primi ad indicare come possibile una Presidenza del Consiglio socialista, già in primavera, con il compito di assicurare l'installazione dei missili a Comiso e di garantire un paio di serie stangate. Dopo di che il benservito e la nuova formula: più omogenea alla "maggioranza istituzionale", forse già la preparazione del "golpe legale" della "grande riforma".

Ne discutemmo con i compagni socialisti, ai massimi livelli di responsabilità. L'ipotesi non sembrava loro affatto fantasiosa o gratuita. Eppure, ora, sembrerebbe quasi che siano loro stessi ad aiutare il realizzarsi di questo disegno. Tutto quel che di pericoloso, errato, denso di equivoci è sul mercato è il PSl, è il Presidente del Consiglio che sembrano addossarselo.

Sul Libano è ormai chiaro a tutti che il Partito Radicale aveva visto giusto sin dal primo momento; che aveva visto giusto - anche - nel condannare l'esposizione di Arafat e dell'Olp come forza - chiave della crisi del Medio Oriente e l'assoluta mancanza di collaborazione e di ricerca di intesa con Israele. Si è creduto di risolvere il problema nel solito modo: censurando le analisi e le proposte radicali, perché scomode e suscettibili di essere popolari, oltre che serie e positive. In tal modo è stato poi naturale, per la classe dirigente, ignorarle e non utilizzarle per correggere e rafforzare la propria linea. Ora si è sul punto di raccogliere tempesta e tragedia.

Craxi, ad agosto, sembrava aver compreso: spiazzando la maggioranza - ancora incoscientemente serena - aveva chiaramente prospettato la possibilità di non tollerare l'esposizione al rischio delle nostre truppe troppo oltre.

Ora la situazione si è rovesciata. Ed è ora che le responsabilità si precisano e pesano. I missili saranno installati; il Parlamento lo ha confermato. La politica recessiva è ideologicamente assicurata, subita dall'"opposizione" sociale e politica. La DC coglie la necessità di non assumersi più la responsabilità della tragedia libanese, raggiunge il PCl nella revisione radicale d'impostazione e scatena i mass-media (basta leggere la prima pagina dell'organo ufficiale della DC, "Il Giorno") per legare la propria immagine a quella del ritiro dei nostri soldati prima che sia troppo tardi.

C'è davvero da chiedersi se Craxi, e il PSl, non s'accorgono che la loro politica complessiva rischia d'esser suicida, non solamente sul piano dell'identità socialista e dell'immagine politica, ma anche sul piano, che sembrano purtroppo prediligere, di una esasperata politica di potere ad ogni costo.

Amici - malgrado ormai quasi tutto; e loro malgrado - dei compagni socialisti del PSl, lo siamo necessariamente ancor più verso ideali, politiche, scelte di pace, di ordine, di giustizia, di democrazia. Che questo comporti nei fatti l'incontro - per tardivo che sia - con le prese di coscienza o anche i calcoli e gli istinti di sopravvivenza del PCl e della DC, lo scontro con le concrete scelte, con fatti e misfatti socialisti è quanto sta accadendo. Era ed è questo che Craxi vuole? Lo ripetiamo, ancora una volta. Craxi, è già addio?

 
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