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Cicciomessere Roberto - 25 novembre 1983
LA REGISTRAZIONE DI UN FALLIMENTO
Dibattito alla Camera su Comiso

di Roberto Cicciomessere

SOMMARIO: Cicciomessere nella sua dichiarazione alla Camera registra il fallimento della battaglia contro l'installazione dei "cruise" a comiso, che ha richiesto il dispendio di tante energie e la mobilitazione di tante persone. Questo fallimento è però legato al 1· dicembre 1977 quando il Pci ha dato il suo sostegno alla Nato e al suo "ombrello" atomico chiudendo ogni possibilità di affermazione alla cultura antimilitarista. Accusa quindi l'opposizione comunista di essere stata debole e di aver lasciato più facilmente lo spazio alla vittoria della maggioranza di governo che per altri giudizi è una vittoria di Pirro, perché non ci si è accorti che l'unico modo per salvarsi come classe politica dirigente era quello di costruire le proprie fondamenta sul pensiero umanistico, liberale, cristiano o socialista "che ha sempre negato che sulla promessa di morte potesse essere costruita una società pacifica".

("Dalla dichiarazione di voto del segretario radicale Roberto Cicciomessere alla Camera")

(NOTIZIE RADICALI n. 44, 25 novembre 1983)

Signora Presidente, colleghi, signori rappresentanti del Governo, c'è una verità che è vietata in questo dibattito, una verità che è rimossa dalla coscienza di tutti e innanzitutto dalla stampa per quanto riguarda l'informazione dell'opinione pubblica. Nessuno nel corso di questo dibattito lo ha voluto lealmente riconoscere, eppure noi radicali inutilmente ve lo avevamo detto, vi avevamo avvertiti: quella dei "Cruise" era una battaglia perdente. Ma nessuno, fino a questi ultimi secondi, vuol riconoscere, ha la lealtà di riconoscere che qui oggi c'è la sanzione della sconfitta, sconfitta che sembra quasi sia stata cercata e voluta.

Nonostante l'evidenza, Bassanini spera ancora nel miracolo, ma perché lui, gli altri compagni di Dp, del Pdup, i compagni comunisti, perché non si chiedono come mai tanta forza (non se ne era mai vista tanta in Italia), tanta energia, tante persone, tanta mobilitazione, sono andate sprecate? Come mai? Solo perché dall'altra parte c'erano i duri ed i cattivi? Non mi sembra; non mi sembra che dall'altra parte stesse Reagan: c'era Craxi, Spadolini, Andreotti, che certo non hanno compiuto grandi sforzi per combattere il movimento di opposizione ai "Cruise". Come mai in questo dibattito nessuno si chiede se è stato forse compiuto qualche errore anche da parte nostra, se errore vogliamo chiamarlo?

Non a caso, signora Presidente, a conclusione di questa campagna autunnale contro i "Cruise", Berlinguer chiede non più la sospensione per alcuni mesi dell'installazione dei missili per improbabili accordi a Ginevra, bensì la sospensione tecnica dello schieramento dei missili già collocati nel nostro paese, in attesa che in un mese o in un mese e mezzo si risolva non si sa cosa! Sospensione tecnica: togliamo la luce sgonfiamo qualche gomma o non avvitiamo qualche vite? Andiamo a dirlo, colleghi dell'opposizione, ai compagni e ai pacifisti del movimento, che siamo stati mobilitati per questi mesi e questi anni, per una sospensione tecnica dei "Cruise", per un mese o forse due, in Italia! Non credo che potesse andare diversamente.

Non parteciperemo dunque a questo momento di sanzione della sconfitta nella quale tutti voi maggioranza di Governo, maggioranza istituzionale, maggioranza di fatto, avete trascinato il paese, avete trascinato centinaia di migliaia di persone in buona fede che credevano di marciare per la pace, mentre voi le attiravate nella trappola di Comiso per tenerle lontane da Roma, dai problemi del bilancio della difesa, da quelli della Nato, delle mille testate nucleari schierate nel nostro territorio! Non avalleremo col nostro voto una sceneggiata che l'opposizione senza cultura di pace ha voluto qui rappresentare, per coprire innanzitutto le sue responsabilità, quelle di avere legittimato (e questa è la maggiore delle responsabilità) la sciagurata teoria dell'equilibrio del terrore, l'infame equazione in base alla quale la pace sarebbe garantita dalla parità delle armi!

Cari colleghi, esiste un filo conduttore fra quanto oggi succede e quanto successo il 1· dicembre 1977 e lo sapete: la sconfitta di oggi va ricollegata lì per la sua lettura! Non a caso, la maggioranza nel presentare la sua risoluzione si permette di citare quell'infausto giorno del 1977 in cui il partito comunista, dicendo formalmente sì alla Nato, ha detto sostanzialmente sì a "Cruise" e "Pershing!" Al fondo della nostra sconfitta, della situazione grottesca in cui versiamo, sta quella decisione e quanto allora deciso possiamo oggi toccare con mano. Con il vostro sostegno alla NATO ed al suo "ombrello" atomico, sotto il quale pretendevate di costruire perfino il socialismo, con il vostro sostegno attivo alle leggi di riarmo (che tutti avete votato ed a questo proposito ricordo le tre leggi promozionali ed il sostegno ai bilanci di guerra nei riguardi dei quali vi è sempre e solo stata l'opposizione e l'ostruzionismo radicale), con il vostro silenzio sulle mille testate nucleari schierate in Italia, con il

vostro avallo all'avventura suicida in Libano, con la vostra copertura, insieme ai sindacati, all'esportazione di armi all'estero, con la vostra sostanziale indifferenza alla guerra alimentare in atto nel sud del mondo, con il vostro ripudio dell'antimilitarismo, avete aperto la strada ai "Cruise" ed ai "Pershing". Avete invece chiuso ogni possibilità di affermazione di una cultura pacifista, veramente alternativa a quella militarista e guerrafondaia che sapesse misurarsi sui problemi della sicurezza. Adesso chiedete un rinvio di qualche mese, anzi la sospensione tecnica e su questo ridicolo obiettivo avete chiesto alla gente di mobilitarsi; non quindi su obiettivi concreti, precisi, fattibili come la riduzione del bilancio della difesa, che solo noi radicali intendiamo perseguire contro tutti, o come la conversione dell'industria bellica. Vi è il silenzio ed il disinteresse per un ceto operaio legato alla produzione bellica, quindi vi sono resistenze prodotte all'interno della classe operaia contro ogni pro

cesso di smilitarizzazione e di disarmo: su questo però vi è l'assoluto silenzio. Infatti la domenica si può marciare per la pace, mentre tutti i giorni si può lavorare per la guerra. Nel nostro paese vi sono reali condizioni che impediscono di ridurre le spese militari; il problema è allora quello del controllo delle esportazioni dei sistemi d'arma, la difesa e la salvezza di quelle persone che oggi sono sterminate dalla fame.

Colleghi, chiediamoci su che cosa sono state mobilitate le moltitudini: vi è stata la mobilitazione sull'obiettivo che Reagan e Andropov si mettessero d'accordo su qualche megatone in più o in meno. Il problema è quello dei 112 "Cruise" a Comiso? Il problema è la strategia della NATO e delle mille testate nucleari presenti oggi nel nostro territorio: su tutto ciò vi è il disinteresse più assoluto. Credo che per voi, Craxi, Spadolini, Andreotti, sia stato facile vincere con una opposizione di questo genere, con questi presunti avversari con i quali condividete tutto. La vostra però è stata una vittoria di Pirro perché siete miopi e sordi, non riuscite a vedere la morte che ci circonda, non riuscite ad ascoltare i rumori di guerra che si avvicinano, non capite che l'unica speranza, la vostra speranza di salvarvi come classe dirigente, che non deve essere ricordata solo per errori o per la guerra, risiede nella vostra capacità di risollevare le bandiere del pensiero umanistico, liberale, cristiano o socialista

che ha sempre negato che sulla promessa di morte potesse essere costruita una società pacifica, che ha sempre affermato che solo la difesa, ovunque nel mondo, del diritto alla vita potesse ridurre la minaccia di morte per tutti, che ha sempre creduto che la pace potesse essere costruita solo nella lotta ad oltranza contro chi comprime o abolisce i diritti della persona.

No, signor Presidente Craxi, la lotta contro la fame nel mondo non ha una funzione stimolatrice - come lei ha detto - ma ha una funzione risolutrice; essa deve rappresentare un obiettivo primario per la difesa della pace dalle sue minacce, come lei stesso ebbe l'audacia di riconoscere nel lontano agosto del 1983. Oggi lei ci ricorda una cosa gravissima: che il nostro paese ha aperto una linea di credito di ottomila miliardi con i paesi del patto di Varsavia. A fronte di questi ottomila miliardi (almeno così ci dicono i signori Andreotti e Craxi) forniti all'Unione Sovietica ed agli altri paesi del patto di Varsavia, non si trovano tremila miliardi per salvare tre milioni di persone. Si trovano ottomila miliardi per finanziare l'invasione dell'Afghanistan ma non si trovano tremila miliardi per chi muore nel terzo e nel quarto mondo.

E vengo al cosiddetto "build down"; ma quale riduzione verso il basso delle armi nucleari nel nostro paese? Lei sa benissimo, signor Presidente del Consiglio, che questo non ci sarà, che saranno tolte alcune mine atomiche per essere sostituite con altre, più moderne mine atomiche sul Carso; che saranno eliminati i "Nike Hercules" nucleari che hanno ormai trent'anni e sono obsoleti; che saranno eliminate 50 granate da 203 millimetri per essere sostituite, sulle relative testate, con altre più moderne ai neutroni: ma questo non si racconta al Parlamento. Questa è la decisione che è stata adottata in quel vertice della NATO che è stato sbandierato in relazione ad una riduzione delle armi nucleari di teatro.

Noi non ci compiacciamo di queste vostre sconfitte, sia di quelle della maggioranza istituzionale, sia di quelle della maggioranza formale. Noi lotteremo fino all'ultimo momento, con la nonviolenza, per non essere trascinati da tutti i vostri errori nel baratro in cui vi ostinate a portare il nostro paese.

 
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