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Notizie Radicali - 31 gennaio 1984
IL PROGETTO POLITICO PER IL 1984

SOMMARIO: Il programma predisposto nel Congresso di Rimini allo stato dei fatti è giudicato inattuabile, a meno che non si rimuovano in breve tempo gli ostacoli che si sono frapposti. Il rilancio del progetto può attuarsi grazie ad una strategia che culmini nella marcia di Pasqua e che trovi consenso specialmente negli ambienti cattolici. Risultati positivi sono stati raggiunti sia nel settore della previdenza che per quel che concerne le elezioni europee e la disdetta del canone televisivo.

(NOTIZIE RADICALI n. 1, 31 gennaio 1984)

I segretario, il tesoriere e la giunta federale del Partito radicale avevano predisposto nel corso del mese di dicembre 1983 un "programma di attuazione della mozione" che rappresentava lo scenario politico ed operativo conseguente agli impegni indicati dal congresso di Rimini. La fattibilità del programma era evidentemente condizionata dalla effettiva disponibilità nel corso del 1984 di risorse finanziarie pari a tre miliardi di lire e dalla verifica della esistenza di quelle condizioni politiche, di quella risposta dell'opinione pubblica indispensabili per la sua attuazione.

Il parziale fallimento della campagna per la raccolta di un miliardo di lire entro il 31 gennaio 1983 che la mozione indicava come tappa pregiudiziale su cui verificare la possibilità di reperire gli altri due miliardi, la inadeguatezza della risposta all'appello rivolto all'opinione pubblica perché aderisse al progetto politico del 1984 associandosi al Partito radicale, ma soprattutto la verifica della totale sordità della classe politica perfino agli appelli del presidente Pertini e di Giovanni Paolo II ai "potenti" perché intervenissero contro lo sterminio per fame e la follia degli armamenti ci hanno spinto a ritenere, allo stato dei fatti, non attuabile in tutte le sue parti il "programma" predisposto. Solo la rimozione, nei prossimi giorni, degli ostacoli prima indicati potrà consentire di percorrere le rotte in esso indicate.

Nonostante queste riserve e precisazioni il "programma" rappresenta per la prima volta nel partito un prezioso documento di elaborazione politica ed un preciso e insostituibile punto di riferimento per l'iniziativa degli organi e dei militanti del Partito radicale. Per queste ragioni ne proponiamo ai lettori di "Nr" una sintesi ed alcuni stralci.

"Sterminio per fame"

Vengono individuate due fasi della strategia di rilancio per il raggiungimento dell'obiettivo dei tre milioni di vivi entro il 1984. "La prima fase culmina, come del resto indicato nella mozione, nella marcia di Pasqua e nelle manifestazioni internazionali previste in aprile. In questi mesi il partito deve sviluppare e rafforzare nell'opinione pubblica e in particolare nel mondo cattolico un'azione di sensibilizzazione non tanto sul problema della fame quanto sugli obiettivi del partito e cioè sulla necessità di passare dalle inutili lamentazioni ai fatti. La seconda fase s'incardina nella campagna elettorale e si sviluppa dal mese di aprile alle due o tre settimane successive alle elezioni".

Il "programma" non prende in esame una terza fase, e cioè i mesi successivi alle elezioni "perché si ritiene che la verifica della praticabilità dell'obiettivo potrà essere ragionevolmente effettuata a partire dai risultati ottenuti nel primo semestre del 1984".

Il documento programmatico indica poi le scadenze e le iniziative che caratterizzano la prima fase; fra queste particolare rilievo hanno i convegni internazionali previsti per aprile e la marcia di Pasqua. L'iniziativa del partito è essenzialmente caratterizzata dal tentativo di ricercare adesioni e sostegno soprattutto nel mondo cattolico che si prevede di sollecitare attraverso l'invio di lettere e stampati. L'adesione massiccia e qualificata alla marcia di Pasqua del 22 aprile comporta poi un impegno specifico delle associazioni radicali per richiedere la partecipazione dei gonfaloni dei comuni attraverso la raccolta di firme su una apposita petizione. Sul fronte della nonviolenza è prevista una escalation nell'uso di questi strumenti di lotta, con un aggravamento nel momento dell'incardinamento della proposta di legge dei sindaci nel calendario politico e parlamentare.

"Pensioni"

Questo capitolo prende l'avvio della presa d'atto che un primo, seppure inadeguato, passo avanti è stato compiuto per l'elevazione dei minimi di pensione. Il governo ha infatti accolto, nel corso della discussione della legge finanziaria, un ordine del giorno che lo impegna a realizzare entro il 31 maggio una rilevazione fra i pensionati al minimo per individuare i soggetti che, non avendo altri redditi, possono beneficiare dell'aumento della pensione.

All'indicazione delle forme più idonee al "tallonamento" del governo per il rispetto degli impegni si aggiunge la identificazione delle questioni e delle tematiche che possono rappresentare "punti d'attacco su cui incardinare la pressione per l'affermazione dei circoscritti obiettivi indicati dalla mozione e cioè l'elevazione dei minimi e la rapida approvazione della riforma pensionistica". L'Inps, il ruolo dei sindacati e dei patronati, i patti corporativi che si annunciano rappresentano possibilità di scontro sulle quali il partito, senza eccessive illusioni, può pensare di cimentarsi.

"Elezioni europee"

La necessità di utilizzare la scadenza elettorale europea per l'affermazione dell'obiettivo dei tre milioni di vivi nel 1984 è espressamente indicata nella mozione congressuale. Il "programma" avverte però espressamente il pericolo che questa indicazione possa "legittimare l'aspettativa dell'effetto risolutivo di un possibile risultato positivo". Infatti solo la capacità d'incardinare effettivamente l'iniziativa per il decreto di vita e, in generale, d'imporre l'attualità della tematica radicale potrà determinare un successo elettorale.

La lotta contro lo sterminio per fame, l'antimilitarismo e l'ecologismo, rappresentano i tre cardini della campagna elettorale che dovranno esplicitarsi in progetti specifici a partire dai quali elaborare un "manifesto di intenti" su cui saranno impegnati gli eletti radicali.

Vengono inoltre individuati i contenuti e le modalità dell'azione indispensabile per garantire la democraticità della competizione elettorale. La regolamentazione dell'accesso dei partiti alle emittenti private e norme di uguaglianza per quanto riguarda l'informazione politica costituiscono il terreno d'iniziativa privilegiato per la rimozione degli ostacoli che oggi rendono impari e truccato lo scontro elettorale.

"Disdetta del canone"

Il superamento, nei soli due mesi di campagna, dell'obiettivo delle 10 mila disdette del canone televisivo che era stato fissato, consente di prevedere con un ragionevole ottimismo un successo più vasto dell'iniziativa che si articolerà sin dall'autunno prossimo. Nel frattempo saranno perfezionati gli strumenti di pubblicizzazione della campagna ed il completamento della struttura giuridica di sostegno dei disdettanti.

"Non è possibile sintetizzare compiutamente i capitoli riguardanti la commissione per la revisione dello statuto, il riesame del codice di comportamento degli eletti radicali, l'obiezione fiscale, i soggetti autonomi, il progetto editoriale e le ipotesi di promozione di referendum senza rimuovere le riflessioni teoriche e gli elementi di giudizio obiettivi indispensabili per la comprensione delle indicazioni emerse. Rimandiamo quindi alla lettura dell'intero documento i lettori che fossero interessati all'approfondimento del "programma". Il testo, che è stato inviato a tutti gli iscritti, può essere richiesto direttamente al Partito radicale.

 
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