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Crivellini Marcello - 28 marzo 1984
Le Regioni in rosso
di Marcello Crivellini

SOMMARIO: Una analisi delle violazioni dei termini di approvazione delle leggi di bilancio da parte delle regioni.

(NOTIZIE RADICALI n. 64, 28 marzo 1984)

L'oggetto di questa indagine è l'insieme delle leggi di bilancio delle regioni a statuto ordinario.

Lo scopo è quello di determinare (e misurare) le eventuali violazioni dei termini fissati dagli statuti per l'approvazione delle leggi di bilancio.

Per ogni regione sono state registrate, a partire dal 1972, le date di approvazione delle leggi relative all'autorizzazione dell'esercizio provvisorio, al bilancio di previsione e ai conti consuntivi.

Esse sono state comparate con i termini massimi di approvazione fissati dai rispettivi statuti, e si è calcolato, ove presente, il ritardo in giorni (o mesi, o anni) corrispondente.

Dall'esame di questa tabella (una per regione) è possibile trarre valutazioni e elaborare indici e parametri.

Per dare un'idea della situazione di generale e costante violazione dei termini prescritti per l'approvazione delle leggi di bilancio basti dire che non esiste anno (dal 1972) in cui in almeno una regione siano stati rispettati completamente i termini fissati dallo statuto. Ovvero, non esiste alcuna regione che anche solo per un anno abbia rispettato i termini statutari di approvazione delle leggi di bilancio.

L'illegalità statutaria e giuridica dei bilanci regionali non è dunque un fatto circoscritto a qualche situazione particolare (come quella della Calabria dove i conti consuntivi sembra siano stati addirittura buttati dalla finestra) ma costituisce un fenomeno distribuito sull'intero territorio nazionale e che non accenna affatto a diminuire nel tempo.

Al fine di avere dei parametri complessivi, è possibile definire per ogni regione un "indice di illegalità" per ciascuno dei tre tipi di bilancio (esercizio provvisorio, bilancio di previsione, conto consuntivo).

Tale indice è definito come il rapporto tra il numero di anni in cui la regione ha violato i termini statutari e il numero complessivo degli anni considerati (dal 1972 ad oggi).

Tale indice può essere espresso come valore assoluto (e sarà ovviamente inferiore o uguale ad 1) o percentuale.

Così se una regione non ha mai approvato i conti consuntivi o l'ha fatto violando i termini previsti dallo statuto, l'indice varrà 1 in valore assoluto o 100% in percentuale.

Se sia sempre rispettato lo statuto varrà 0; varrà 0,5 (o 50%) se l'ha fatto la metà della volte, ecc.

Si ottiene così la tabella seguente, che riporta, regione per regione, i valori degli "indici di illegalità" rispettivamente per esercizio provvisorio, il bilancio di previsione ed il conto consuntivo.

REGIONE INDICE DI ILLEGALITA'

Esercizio Bilancio Conto

provvisorio previsione consuntivo

Liguria 100% 50% 80%

Piemonte 100% 75% 90%

Lombardia 100% 67% 100%

Veneto 100% 93% 60%

Emilia Romagna 100% 73% 67%

Marche 95% 92% 100%

Toscana 83% 72% 100%

Umbria 66% 58% 100%

Lazio 100% 83% 100%

Abruzzo 100% 92% 70%

Molise 83% 92% 100%

Campania 100% 73% 100%

Puglia 93% 70% 100%

Basilicata 92% 83% 100%

Calabria 100% 92% 100%

Come si può vedere, l'indice di illegalità è generalmente elevatissimo ma presenta punte per il consuntivo e l'esercizio provvisorio.

Per essi è praticamente del 100% per tutte le regioni tranne, rispettivamente, per 6 e 5.

Rispetto ad essi l'indice di illegalità del bilancio di previsione è inferiore, pur rimanendo su un valore medio superiore al 77%; ciò può avere diverse motivazioni ma la più consistente sembra essere la seguente: nell'ambito del generale disinteresse che le regioni dimostrano verso la legislazione di bilancio, il bilancio di previsione è l'unico verso il quale vale la pena, per gli amministratori locali e i rappresentanti dei partiti, mantenere una qualche attenzione. E' lì infatti che è possibile materializzare interessi, spartizioni, mediazioni per i rimanenti mesi dell'anno.

Il conto consuntivo non presenta, viceversa, aspetti appetibili da questo punto di vista: in esso "chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato" per dirla esplicitamente.

Esso è quindi solo una perdita di tempo, da discutere ed approvare proprio se necessario e se qualcuno insiste. Ma chi nei consigli regionali insiste? Eppure è proprio dai conti consuntivi che si possono verificare esattamente le politiche, le scelte, le gestioni.

Ed è proprio per questo, per una cronica assenza della cultura del controllo, della verifica, della misura, che i conti consuntivi vengono praticamente del tutto ignorati: che poi qualcuno, come nel caso della regione Calabria, li butti dalla finestra, è solo una questione di stile e non peggiora di molto la gravità della situazione già in atto.

E' possibile inoltre introdurre per ciascuna regione un unico indice, che chiameremo "indice complessivo di illegalità", definito come la media dei tre indici precedentemente introdotti, e che può dare una misura della percentuale di illegalità commessa da ciascuna regione relativamente ai termini statutari di approvazione di tutte le leggi di bilancio.

Se anche da tale "classifica" si può vedere che la situazione è in genere peggiore per le regioni meridionali va tenuto conto che la situazione di grave illegalità è comunque generalizzata.

Così è difficile sostenere che le amministrazioni di sinistra sono migliori delle altre, perché se ciò è pur vero, va detto che qualsiasi gruppo consigliare con un minimo di consistenza, anche se è all'opposizione, ha gli strumenti regolamentari, statutari e politici per imporre il rispetto delle norme di bilancio.

Così questa situazione di sfascio generale, con le accentuazioni calcolate, vede responsabili indistintamente tutti i partiti tradizionali, al di là della loro collocazione in questa o quella regione.

Regione Indice complessivo

di illegalità

Calabria 97,3%

Marche 95,6%

Lazio 94,3%

Basilicata 91,6%

Molise 91,6%

Campania 91,0%

Lombardia 89,0%

Piemonte 88,3%

Puglie 87,3%

Abruzzi 87,3%

Toscana 85,0%

Veneto 84,3%

Emilia Romagna 80,0%

Liguria 76,6%

Umbria 74,6%

Per quanto riguarda le violazioni delle singole leggi di bilancio è possibile fare le seguenti osservazioni:

1) "Esercizio Provvisorio": è la legge meno importante, perché non contiene scelte politiche, ma dovrebbe essere comunque fondamentale. In una assenza, infatti, non dovrebbe essere possibile effettuare alcuna spesa.

Di contro la percentuale di violazione dei termini di presentazione è elevatissima e ben nel 18,8% dei casi in cui era necessario, la legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio non è stata "mai" approvata.

Essendo peraltro tradizionalmente costituita da un solo articolo, che non richiede ovviamente molto impegno nella sua approvazione, l'elevatissimo indice d'illegalità (mediamente oltre il 94%) testimonia la sciatteria e l'incredibile disinteressamento nei confronti degli statuti e delle norme di contabilità e di bilancio.

2) "Bilancio di previsione": è la legge fondamentale nella vita regionale; malgrado ciò la media delle violazioni dei termini di approvazione è superiore al 77%.

Mediamente i ritardi sono all'ordine di 40 giorni, il che significa che, tenendo conto degli esercizi provvisori, per più di 5 mesi su 12 le regioni sono senza bilanci di previsione.

3) "Conto consuntivo": è la legge che permette la verifica delle scelte e suggerisce i cambiamenti più opportuni per il futuro,

E', in realtà, un documento del tutto ignorato. I ritardi non si contano in giorni ma in mesi ed in più casi in anni e anni.

La Calabria non li ha mai approvati. La Puglia è ferma al 1978, la Campania al 1974 (approvato nel corso del 1981) e così via.

La mancata approvazione dei conti consuntivi rende inattendibile ogni bilancio di previsione, ogni sua cifra. E ciò non solo giuridicamente ma anche contabilmente.

Il mancato accertamento dei residui toglie infatti ogni credibilità, certezza e valore a qualsiasi cifra di bilancio.

La casistica e le combinazioni delle illegalità sono vastissime e riportarle in modo sistematico non è semplice.

Basterà osservare che il caso in cui una regione non ha approvato i conti consuntivi precedenti e allo stesso tempo è fuori dei termini utili per l'approvazione dei bilanci di previsione, senza aver approvato l'autorizzazione all'esercizio provvisorio, non è un caso raro.

Sono casi di mostruosità contabile, giuridica, statutaria, politica, che nessuno studioso avrebbe mai osato solo immaginare.

 
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