di Francesco RutelliSOMMARIO: Le proposte del Tesoriere del Pr per raggiungere l'obiettivo di autofinanziamento di tre miliardi.
(NOTIZIE RADICALI N. 69, 14 aprile 1984)
Quattrocento milioni entro il Congresso di Roma, il fabbisogno finanziario irrinunciabile. Questo giornale è letto da molte decine di migliaia di persone. Se per un minimo i nostri argomenti, le nostre battaglie, questo nostro appello vi riguardano e vi interessano, ci aspettiamo che corriate alla posta più vicina, a compilare un vaglia, meglio se telegrafico...
400 milioni, per assicurare il convegno di Strasburgo sulla giustizia in Italia, la nuova fase di campagna contro il canone Rai, per organizzare il Congresso e per far fronte ai debiti che si stanno accumulando con i fornitori...
Stiamo preparando una serie di iniziative straordinarie di autofinanziamento per il convegno sulla giustizia, anche attraverso delle sponsorizzazioni (ma il loro esito è tuttora incerto). Seimila lettere personalizzate con altrettanti vaglia postali sono state inviate agli indirizzi di radicali e simpatizzanti perché siano informati e possano scegliere di aiutarci.
In questi giorni, intanto, si è concretizzato un accordo che muta, nella direzione che auspichiamo, l'assetto e i costi della struttura televisiva radicale. Il 1984 è stato l'anno dei tre miliardi, secondo le decisioni del Congresso di Rimini. L'anno in cui bisognava, con un salto di qualità straordinario, risolvere problemi complessi, sanare il deficit di radio e televisioni senza doverle chiudere, affrontare una serie di difficili e costose prove politiche.
L'insuccesso della campagna per i tre miliardi significava: permanenza o aggravamento dei nostri problemi, mantenimento o aggravamento del deficit radiotelevisivo (oppure svendita di un patrimonio nel quale il partito aveva investito fior di miliardi in quasi dieci anni, ricavandone grandi risultati politici), messa in crisi delle iniziative in corso e di quelle future.
Nel corso dell'anno, abbiamo tentato:
1) di sollecitare gli iscritti ad accettare e promuovere il senso ed il valore di un impegno personale straordinario, per far fronte a questo obiettivo;
2) di trovare canali di finanziamento specifici, al di fuori del Pr, per specifiche iniziative;
3) di allargare la fascia dei sostenitori-simpatizzanti.
Il primo obiettivo ha avuto successo solo entro una piccola fascia degli iscritti.
Circa la metà dei radicali si sono infatti iscritti alla quota minima; poche decine tra loro hanno sottoscritto dal milione in su (il valore di un terzo di una "Vespa"...); pochissimi sono andati in giro a raccogliere per il partito quanto non potevano personalmente versare. Il secondo obiettivo è stato almeno in parte centrato: diverse iniziative - soprattutto la campagna contro lo sterminio per fame - hanno trovato un proprio autonomo finanziamento. Del terzo obiettivo, che necessita di tempi lunghi, abbiamo potuto porre solo alcune premesse. Ci troveremo al Congresso con solo due terzi del camino compiuto e con circa due miliardi raccolti.
Sarebbe sciocco sottovalutare l'importanza di un simile risultato: vorrebbe dire negare di riconoscere l'impegno di tutti.
Però, non ce l'abbiamo fatta. Dobbiamo chiederci il perché di questo risultato e tirarne le conseguenze.
Non abbiamo ancora scritto, però, la parola "fine" a questo anno politico. Tre, quattro settimane sono ancora davanti a noi. In queste settimane vecchi e nuovi impegni vanno onorati, iniziative di grande importanza condotte avanti.
E non possiamo certo tirare i remi in barca: non lo avremmo potuto fare con i tre miliardi in tasca, figurarsi adesso che siamo "fuori" di un miliardo! Si tratta, se vogliamo tentare di farcela, di aumentare la propria iscrizione, di trasformare il proprio contributo in iscrizione piena, di cercare altre persone disposte a partecipare al nostro progetto. Questo è quanto vi abbiamo chiesto negli ultimi mesi con insistente umiltà.
Venti, trenta iscritti hanno finora aumentato o raddoppiato la propria quota di iscrizione.