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Spadaccia Gianfranco, Negri Giovanni - 13 ottobre 1984
DIMISSIONI ANDREOTTI: LA DELIBERA DEL CONSIGLIO FEDERALE
di Gianfranco Spadaccia e Giovanni Negri

SOMMARIO: Roma, 13 ottobre -. Il consiglio federale del Pr, riunito per discutere l'ordine dei lavori del congresso che si aprirà a Roma il 31 ottobre 1984, ha deliberato all'unanimità, su proposta del segretario Roberto Cicciomessere, di promuovere una petizione popolare per chiedere al Parlamento di "mettere in pratica ogni iniziativa in suo potere perché il ministro degli Esteri Giulio Andreotti si dimetta dal suo incarico di governo".

Il consiglio federale ha approvato all'unanimità il documento che pubblichiamo.")

(NOTIZIE RADICALI N. 71, 30 aprile 1984)

Il Consiglio federale del Partito radicale, in seguito alle vicende di questi giorni che stanno portando alla luce le profonde connivenze e complicità politiche ed istituzionali volte a non individuare, a proteggere e coprire le responsabilità dei protagonisti degli affari occulti che hanno attraversato, connotato ed inquinato la vita della Repubblica:

1) Sollecita e richiede un immediato dibattito parlamentare sulle conclusioni della commissione di inchiesta P2, che rappresenta oggi il solo strumento e l'autentico banco di prova per non insabbiare ed eludere quella ricerca della verità e quell'accertamento delle responsabilità che l'opinione pubblica e la stessa credibilità delle istituzioni impongono.

2) Delibera una raccolta di firme per una petizione popolare per le immediate dimissioni dal governo del ministro degli Esteri Giulio Andreotti, coinvolto nel caso Sindona, nell'affare P2 ed in molteplici scandali di regime.

3) Sollecita e richiede il dibattito parlamentare sulla relazione del comitato parlamentare per i servizi di sicurezza sul "caso Cirillo" e la costituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta per accertare le responsabilità politiche di iniziative dei Servizi che non possono essere attribuite a fantomatiche "strutture parallele", immuni da rapporti, influenze, intrecci e direttive dei politici.

4) Respinge le calunnie e le insinuazioni con le quali dirigenti del Pci, ancora fedeli in questo a un metodo e ad una prassi stalinista, tentano di giustificare comportamenti e scelte che hanno condotto al salvataggio diretto ed esplicito del ministro degli Esteri e alla perdita di un'occasione storica per l'azione di risanamento e pulizia dello Stato.

Dà mandato agli organi esecutivi del partito di prendere le iniziative anche giudiziarie per difendere la verità e la onorabilità del Partito radicale di fronte alle affermazioni diffamatorie contenute nell'odierno editoriale del direttore dell'"Unità".

Approvato all'unanimità

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