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Associazione Nazionale Magistrati, Criscuolo Alessandro, Ferri Enrico, Spadaccia Gianfranco, Mattina Enzo, dc, dido' mario, scalzone oreste, intini ugo, pannella Marco - 23 ottobre 1984
IL CASO ITALIA: (48) Comunicati stampa - LO STATO DELLA GIUSTIZIA IN EUROPA - I· CONVEGNO
STRASBURGO, 23.24 OTTOBRE 1984 - PARLAMENTO EUROPEO

SOMMARIO: Gli atti del convegno su lo stato della giustizia in Europa "Il caso Italia".

Con questa prima iniziativa, parlamentari di tutte le correnti politiche comunitarie intendono verificare lo stato della giustizia in Europa.

Deroghe nei confronti di alcune garanzie democraticamente poste a tutela dei diritti della persona, sanciti dai trattati comunitari e dalle costituzioni nazionali, si registrano in diversi paesi della comunità europea. Molto spesso queste violazioni delle fondamentali libertà civili sono state giustificate dall'insorgere di forme violente di contestazione politica, dall'esplosione di fenomeni terroristici o dal rafforzamento delle organizzazioni criminali.

Avviare il processo di ristabilimento democratico della legalità compromessa, rappresenta l'impegno dei promotori di queste iniziative.

Il primo caso che viene esaminato è quello italiano. In due giorni di discussione a Strasburgo il 23 e 24 ottobre.

("IL CASO ITALIA", Lo stato della giustizia in Europa - I· Convegno - Strasburgo, 23-24 Ottobre 1984 - Parlamento Europeo - A cura del Comitato per una Giustizia Giusta - Cedam Casa Editrice Dott. Antonio Milani, Padova 1985)

Comunicati stampa

DICHIARAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI INVIATA AI PROMOTORI E AGLI ORGANIZZATORI DEL CONVEGNO

Roma, 22 ottobre 1984

All'ill.mo presidente Leonardo Sciascia, convegno »La situation de la justice en Europe - Le cas italien - Parlament europeen, salle 5, Strasbourg

Trasmettiamo alla S.V. l'allegato documento approvato dall'Associazione nazionale magistrati con le motivazioni che inducono a non partecipare al convegno di Strasburgo. Le rivolgiamo cortese preghiera di darne lettura in apertura del dibattito e le porgiamo i più cordiali saluti.

Il presidente Alessandro Criscuolo

Il segretario generale Enrico Ferri

L'Associazione nazionale magistrati preso atto dell'invito ricevuto dal presidente e dal segretario di partecipare al convegno sul »caso Italia organizzato a Strasburgo dal Partito radicale per il 23.10.1984 e della relazione dell'on. Mellini, presentata e diffusa come una delle due relazioni ufficiali italiane e come avente carattere scientifico

afferma

che non intende in alcun modo sottrarsi ad un serio dibattito sui problemi della giustizia italiana, ma ritiene che, nel caso di specie, manchino le condizioni elementari di obiettività e serietà necessarie per la partecipazione.

Rileva, infatti, che la relazione Mellini è, nella sua genericità, priva di qualsiasi riferimento al quadro istituzionale, storico e processuale della giustizia italiana, e di qualsiasi dato concreto sulla diffusione degli asseriti fenomeni degenerativi.

La relazione ignora che la magistratura italiana anche nei più gravi processi di criminalità organizzata si è complessivamente mossa in un'ottica di rispetto delle garanzie e dei diritti costituzionali.

Il contesto in cui si colloca la relazione Mellini non offre altresì possibilità alcuna di giungere ad un confronto in cui il problema del c.d. pentitismo - nei suoi profili giuridici, sociologi e soprattutto con riferimento al suo emergere dalla crisi del terrorismo e dalla rottura dell'omertà - possa essere affrontato e valutato adeguatamente e comparativamente ad altre esperienze nazionali.

Pertanto il carattere strumentale della relazione - tendente a screditare e delegittimare la magistratura italiana a giudicare di gravissimi fenomeni di criminalità organizzata - rende impossibile la partecipazione dell'A.n.m. al convegno in questione tenuto anche conto delle modalità organizzative che non lasciano spazio adeguato ad una compiuta analisi dello stato della giustizia penale in Italia, ferma rimanendo l'opportunità - in diversa sede - di affrontare - come già deciso dall'A.n.m. - i problemi conseguenti alla »giurisdizionalizzazione della repressione penale anche con riferimento a fenomeni aventi peculiarità e gravità eccezionali.

MESSAGGIO URGENTE ALL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI DELL'ON. MARIO DIDO', VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO, A NOME DEL COMITATO PROMOTORE DEL PRIMO CONVEGNO SULLA GIUSTIZIA IN EUROPA, IL CASO ITALIA

Strasburgo, 22 ottobre 1984

A nome del comitato promotore esprimiamo vivo rammarico per la vostra sorprendente presa di posizione precisando che il convegno non è organizzato dal Partito radicale ma da un gruppo di parlamentari di varie nazionalità e tendenze politiche; che il quadro delle cinque relazioni introduttive esprime le linee di tendenza delle diverse correnti di opinione e che in ogni caso la relazione Mellini è solo una di queste, di cui solo l'autore è responsabile; ribadiamo che il convegno non vuole che approfondire un confronto aperto sullo stato della giustizia in Italia senza voler mettere alcuno sul banco degli imputati. Auspichiamo vivamente che alla luce di queste precisazioni l'Associazione nazionale magistrati voglia rivedere la propria posizione e partecipare al convegno stesso.

DICHIARAZIONE DI GIANFRANCO SPADACCIA: »UNA CORRETTEZZA NON CORRISPOSTA

DALL'AGENZIA NOTIZIE RADICALI

Roma, 23 ottobre 1984

»Per parte nostra non abbiamo nulla da aggiungere alla risposta del Comitato promotore del convegno. Eravamo e siamo ovviamente interessati a questo convegno e a questo dibattito e, per questo, abbiamo sollecitato con largo anticipo la partecipazione dei dirigenti e dei rappresentanti dell'Anm. Per lo stesso motivo, per ragioni di ovvia correttezza, abbiamo ritenuto di portarli a conoscenza, sempre con largo anticipo, della relazione Mellini, che è solo una delle cinque relazioni (le altre sono di Giuliano Vassalli e di tre autorevolissimi giuristi stranieri; la prerelazione è di Leonardo Sciascia).

Ci spiace che questa correttezza non sia stata ripagata della stessa moneta se, solo a meno di 24 ore dal convegno, l'Anm ha ritenuto di far conoscere la propria decisione di non parteciparvi .

»I FATTI PERCHE' CIASCUNO POSSA GIUDICARE

DALL'AGENZIA NOTIZIE RADICALI

Roma, 23 ottobre 1984

Perché tutti possano conoscere per giudicare, riportiamo la trascrizione della parte conclusiva della trasmissione registrata presso gli studi di Radio Radicale, il 17 ottobre per la presentazione del convegno di Strasburgo.

Il tema del dibattito era quello della »magistratura e legislazione speciale . Presenti in studio Alessandro Criscuolo, presidente dell'Associazione nazionale Magistrati, l'avvocato Mauro Mellini e, in collegamento telefonico, l'avvocato Patrizio Rovelli.

Redattore:... se non erro vi rincontrerete a Strasburgo in occasione...

Criscuolo: Io purtroppo non potrò andare per impegni che non posso differire d'ufficio, ma sarà presente comunque il segretario generale dell'Associazione.

Va inoltre ricordato che nei giorni successivi si sono tenute altre due trasmissioni di presentazione del convegno:

- il 18 ottobre sul tema: »Diritto alla giustizia e diritto alla difesa , con Enrico Ferri (segretario dell'Associazione nazionale dei magistrati), l'avvocato Mauro Mellini e, in collegamento telefonico, l'avvocato Raffaele Della Valle;

- il 19 ottobre sul tema: »Giustizia e pentitismo con l'avvocato Rocco Ventre e, in collegamento telefonico, il dottor Giovanni Palombarini, segretario nazionale di »Magistratura democratica .

DICHIARAZIONE DELL'ON. ENZO MATTINA, MEMBRO DEL GRUPPO SOCIALISTA DEL PARLAMENTO EUROPEO

Strasburgo, 23 ottobre 1984

Non si può discutere sullo stato della giustizia in Italia mettendo sotto accusa il sistema legislativo e l'intera magistratura, senza un minimo di approfondimento sulla qualità della criminalità politica e comune italiane.

Solo avendo piena consapevolezza della particolarità dei fenomeni criminali italiani è possibile esprimere giudizi sereni e contemporaneamente individuare i correttivi necessari per eliminare anomalie legislative e giudiziarie.

I terroristi non hanno distribuito confetti, ma pallottole.

La criminalità organizzata ha un'aggressività e una pervasività sociale, politica ed economica tale da rappresentare un oggettivo pericolo per la convivenza civile e democratica e per lo sviluppo economico in Italia.

In assenza di un'analisi su questi fenomeni, al di là degli sforzi compiuti da taluni relatori, primo fra tutti il sen. Vassalli, il taglio del convegno finisce con il minimizzare lo spessore dell'attacco terroristico e mafioso.

Si è sprecata un'occasione importante per dare un contributo al superamento delle anomalie che la legislazione sull'emergenza ha sicuramente prodotto. E' grave poi non si sia fatto di tutto per avere la partecipazione al convegno di rappresentanti della magistratura. E' vero che ci sono magistrati che hanno comportamenti non condivisibili, ma non è possibile fare di tutta l'erba un fascio; ci sono magistrati che hanno pagato con la vita il loro impegno contro la criminalità, ve ne sono altri che sono oggi in prima linea e che meritano il sostegno di tutti e non certo di essere messi sul banco degli imputati.

La verità è che qualcuno degli organizzatori ha ritenuto più opportuno assicurarsi la presenza del latitante Scalzone che non quella del giudice Falcone.

DICHIARAZIONE DEGLI ONN. BARZANTI NOVELLI, SQUARCIALUPI, TRIVELII PARTFCIPANTI AL CONVEGNO »LA GIUSTIZIA IN EUROPA - IL CASO ITALIA

Strasburgo, 24 ottobre 1984

Una serie di elementi hanno limitato e turbato il convegno sui problemi della giustizia in Italia. Innanzitutto la presenza di Scalzone fra il pubblico (presenza che pure i promotori del convegno hanno dichiarato non gradita) appare come un tentativo di distorcere il senso del convegno, e come tale va denunciata. Resta da chiarire chi ha permesso questa presenza nelle aule del Parlamento.

Inoltre la gravità dei problemi della giustizia, non solo in Italia, avrebbe richiesto una più accurata preparazione ed un approfondimento della qualità della criminalità politica e comune in Italia ed in Europa, ed un lavoro più accurato e serio per garantire, almeno dall'Italia, una pluralità di presenze e di posizioni.

Son infine da respingere tutte quelle posizioni che tendono a porre sotto un'indiscriminata accusa di tendenze liberticide e antigarantiste i magistrati italiani.

COMUNICATO DEL GRUPPO DC ITALIANO

Strasburgo, 24 ottobre 1984

La Delegazione italiana Dc del Parlamento europeo, in merito al convegno su »Lo stato della giustizia in Europa:il caso Italia

rilevato

che lo svolgimento del convegno non ha rispettato le motivazioni e le attese che avevano giustificato una larga adesione e si è invece caratterizzato nella giornata di apertura per una netta unilateralità di impostazione risultante:

- da una critica generalizzata quanto approssimativa ed ingiustificata alla magistratura italiana;

- da una incomprensibile dimenticanza delle riforme attuate - anche recentemente - in Italia con il consenso pressoché unanime di tutti i gruppi politici (prima fra tutte la riforma della carcerazione preventiva) e di quelle in corso di approvazione (prima fra tutte la delega al governo per l'emanazione del nuovo codice di procedura penale, già approvato dalla Camera dei deputati);

- dalla mancanza di analisi e comprensione del fenomeno terroristico e conseguentemente dalla mancanza di analisi e comprensione del fenomeno della dissociazione e della confessicene da parte di terroristi pentiti;

- da giudizi che sono assai simili a quelli che la cultura del terrorismo ha formulato negli anni 60 e 70 e che hanno avuto parte non secondaria nello spingere parte del mondo giovanile verso la lotta armata;

rilevata

la inaccettabilità della presenza - sia pure temporanea - al convegno di Oreste Scalzone, più volte condannato e processato> dalla magistratura italiana per fatti di terrorismo;

afferma

la propria stima nei confronti della magistratura italiana e nelle forze dell'ordine complessivamente considerate

auspica

che argomenti di tanta importanza vengano trattati senza strumentalizzazioni di parte, senza semplificazioni superficiali e riduttive, con il concorso di tutte le forze politiche.

DICHIARAZIONE DELL'ON. MARIO DIDO', MEMBRO DEL GRUPPO SOCIALISTA DEL PARLAMENTO EUROPEO

Strasburgo, 24 ottobre 1984

Il convegno, malgrado qualche forzatura e prescindendo dal tentativo, subito stroncato, di legittimare attraverso la presenza provocatoria di Oreste Scalzone un atto di accusa nei riguardi dell'Italia e della sua magistratura, è stata un'occasione riuscita di confronto sui temi della giustizia in Italia.

Esso è, in ogni caso, servito a ribadire il principio del pieno rispetto dei diritti umani e dei diritti di libertà, che sono alla base di una vera società democratica, anche quando ci troviamo a dover combattere contro i pericoli gravi di imbarbarimento dovuti al crescere di una criminalità sempre più organizzata e spietata.

Il convegno, come è stato precisato dalla relazione Vassalli e da tutte quelle che si sono situate sulla medesima linea, ha valutato le difficoltà nelle quali deve operare la magistratura, per carenza di norme, di strutture e di mezzi.

Pur denunciando le storture, le deviazioni ed in certi casi anche gli abusi, che a volte si riscontrano nell'amministrazione della giustizia, è emersa l'indicazione che è necessario affrontare una situazione così complessa attraverso un impegno comune dei politici e degli »operatori del diritto . Dove occorre un impegno incentrato sulla »"autoresponsabilità" delle varie categorie interessate, col sostegno di un'opinione pubblica "informata".

Non sono mancate purtroppo le voci stonate e non è mancato chi ha voluto affrontare questi temi e questi problemi con analisi e con giudizi unilaterali.

Dal convegno sono comunque emerse indicazioni e suggerimenti validi che, confidiamo, saranno utilizzabili in Italia, come a livello europeo ed ai quali si aggiungeranno i risultati che certamente scaturiranno dal proseguo dell'iniziativa con l'esame degli altri »casi europei, dopo quello relativo al »caso Italia .

DICHIARAZIONE DI ORESTE SCALZONE

Strasburgo, 23 ottobre 1984

Ho ritenuto naturale, e coerente con la mia pratica e la mia identità culturale e politica, recarmi ad assistere ai lavori del convegno »Lo stato della giustizia in Europa: il caso Italia .

Non avevo ricevuto alcun invito, né ero al corrente del carattere »chiuso , riservato agli invitati, del convegno.

Avvertito di questo equivoco, e dell'esistenza di speculazioni politiche da parte di componenti evidentemente ostili all'effettuazione di una impietosa radiografia della pratica giudiziaria »d'eccezione consolidatasi in Italia negli anni dell'»emergenza , avevo autonomamente deciso di abbandonare l'aula, per non mettere in imbarazzo gli organizzatori - o parte di essi - e non prestare il fianco a strumentalizzazioni.

Alla lettura del comunicato degli organizzatori, ho avuto la tentazione di raccogliere la sfida, restando nella sala per testimoniare - con un comportamento di »resistenza passiva - il diritto per ogni fuoriuscito e rifugiato politico-sociale (ancorché proveniente da Paesi a reggimento democratico, come l'Italia, la Gran Bretagna o la Spagna) di esprimere la propria presenza ed il proprio impegno sociale, culturale e politico.

Da parte di alcuni degli organizzatori mi è stato precisato che il comunicato non intendeva contenere apprezzamenti o giudizi di valore, ma che semplicemente sottolineava una situazione anomala, formalmente delicata, ed inopportuna per gli equilibri del convegno e per la preservazione dei suoi caratteri.

Accetto questa precisazione, e decido di »togliere il disturbo . Non senza aver manifestato i sensi del mio disprezzo intellettuale e politico per il senso e i contenuti di una presa di posizione come quella dell'onorevole Enzo Mattina. Costui - rispolverando metodi che ricordano i suoi trascorsi di autorevole collaboratore dell'organo di un gruppo di sprangatori neostalinisti quale l'ex »movimento dei lavoratori per il socialismo - ha ritenuto di imbastire una volgare provocazione.

All'onorevole Mattina hanno ritenuto di accordarsi alcuni parlamentari comunisti: fa impressione vedere come dei rappresentanti di un partito di quelle dimensioni e responsabilità ritengano lesiva della loro identità politica la presenza di un »senza potere , quale io sono.

Aggiungo che - "in un momento in cui il regolamento di conti tra »boss del regime partitocratico italiano fa venire definitivamente allo scoperto il grado di »criminalità sociale di tanta parte dell'establishment del paese -, ritengo un onore aver collezionato condanne penali per l'ammontare di 36 anni di prigione per le mie scelte di ribelle e di sovversivo". E questo, a prescindere dalle ragioni o dagli errori.

Consiglio gli autorevoli uomini pubblici che dovessero pensarla come l'onorevole Mattina, di spiegare e di spiegarsi come il regime politico istituzionale italiano abbia potuto prendere (o avallare) decisioni tali per cui il capo dei servizi segreti italiani dell'epoca si trova ad essere inquisito per la strage di Bologna dell'agosto 1980.

DICHIARAZIONE DI ORESTE SCALZONE

Strasburgo, 24 ottobre 1984

La lettura del »dossier presse di oggi è rivelatrice dell'atteggiamento strumentale e isterico di una serie di settori culturali e politici italiani e della loro volontà ostruzionistica nei confronti di un'analisi della giustizia d'eccezione in Italia.

In questa campagna particolarmente si distingue l'organo del Psi »Avanti! , che, non a caso, dà grande rilievo alla volgare provocazione del deputato Enzo Mattina. Gli organizzatori del convegno hanno precisato che nessuno di loro mi aveva invitato. Da parte mia, ho chiarito di non essere stato invitato da nessuno, e rivendicato il diritto a recarmi ad ascoltare un convegno su una »giustizia che mi ha condannato sinora a 36 anni. Insistere in queste speculazioni ha dunque solo il senso di voler alimentare manovre diversive.

Quanto al »giallo creato dalla mia presenza nel palazzo del Parlamento, preciso contro ogni speculazione che sono entrato usufruendo del laissez-passer rilasciatomi su invito e garanzia del deputato "grüne" di Berlino, Brung Harlin.

COMUNICATO DI MARIO DIDO', MARIA LUISA CASSAMAGNAGO CERRETTI, DIEGO NOVELLI, MARCO PANNELLA, ORGANIZZATORI DEL CONVEGNO

Strasburgo, 24 ottobre 1984

Nella mattinata tra il pubblico è stato visto Oreste Scalzone. Non appena finita la seduta di stamane del convegno, gli organizzatori gli hanno fatto presente che il convegno è riservato agli invitati e che, di conseguenza, la sua presenza non è gradita, poiché è del tutto estranea alle caratteristiche del convegno stesso e rischia di conseguenza di creare fra i partecipanti legittime obiezioni e potrebbe indurre in errore sulla configurazione ed il significato del convegno stesso.

MESSAGGIO DI ALCUNI PARTECIPANTI AL CONVEGNO, AL DIRETTORE DEL »CORRIERE DELLA SERA , DR. PIERO OSTELLINO E AL DIRETTORE DELL'»AVANTI! , ON. UGO INTINI

Strasburgo, 24 ottobre 1984

Partecipanti Strasburgo Convegno giustizia su »caso Italia denunciano faziosità et falsità contenuto alcuni articoli stampa et particolarmente del »Corriere della Sera e dell'»Avanti! del 24 ottobre non essendosi celebrato alcun processo alla magistratura o genericamente alla giustizia italiana, né alcuno ha definito lo Stato italiano »Stato di polizia ed essendo quindi assolutamente falso che Scalzone abbia applaudito a tale definizione.

Parlamentari, emeriti professori di diritto, avvocati hanno denunciato disfunzioni e carenze della giustizia italiana intesa come leggi ed uomini, all'unico riportare l'Italia a livelli europei e sempre più a Stato di diritto.

Avv. Rocco Ventre avvocato Foro di Roma

Prof. Stefan Trechsel membro commissione diritti dell'uomo

Prof. Metello Scaparone docente procedura penale università Torino

Prof. Giovanni Tranchina docente diritto penale università Palermo

Prof. Italo Mereu docente storia del diritto università Ferrara Dr. Domenico Labozzetta magistrato repubblica Treviso

Dr. Mario Battaglini consigliere di Cassazione

Avv. Pietro D'Ovidio avvocato Foro di Roma

Avv. Patrizio Rovelli avvocato Cagliari

Avv. Raffaele Della Valle avvocato penalista Milano

Avv. Mario De Stefano avvocato Reggio Calabria

Dr. Salvatore Boemi magistrato di Palmi

Enzo Tortora eurodeputato

Emilio Molinari eurodeputato

DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA: RETTIFICHE, PRECISAZIONI, INFORMAZIONI SUL CONVEGNO DI STRASBURGO, NELLA SPERANZA DI POTER FARE A MENO DI USARE LE LEGGI SULLA STAMPA. LA VICENDA SCALZONE, DC, ANM, E I SUOI RETROSCENA. INNOMINATO, DON RODRIGO E DON ABBONDIO PROVANO QUELLO CHE VORREBBERO NEGARE.

DALL'AGENZIA NOTIZIE RADICALI

Roma, 26 ottobre 1984

Marco Pannella ha dichiarato: »Chi e perché ha all'improvviso deciso, venerdì scorso, che il convegno a Strasburgo, non aveva più da farsi? Occorre trovare questo Innominato, questo don Rodrigo, che con numerosi don Abbondio si sono mobilitati in questa occasione, tornando a fare di Oreste Scalzone un protagonista della menzogna, occasione per una valanga di aggressioni.

Noi pubblicheremo presto gli atti del convegno tenuto a Strasburgo a vergogna di coloro che in questi giorni freneticamente hanno dichiarato il falso su quei lavori, sulla loro preparazione, sulle sue conclusioni. Troppi sentono il bisogno, per legittimare la propria mediocrità e le proprie responsabilità, di tornare a ridurre artatamente lo scontro ideale e democratico nel nostro paese a quello del terrorismo fanatico e torbido, al contro-terrorismo di Stato, per mediarlo e usarlo a fini di potere, di sopravvivenza al potere. Ci addolora, francamente, che l'Associazione nazionale magistrati, grazie alla inconcepibile slealtà di qualcuno, sia stata coinvolta come protagonista, con Scalzone, in questa vicenda. Ci addolora anche, ma non ci sorprende, il riflesso di pacchiana viltà che ha dettato alla »Delegazione dei deputati Dc in P.e. , all'insaputa di molti suoi membri, un ingiurioso comunicato, di pretto sapore e contenuto piduista.

Per ora ci limitiamo a chiedere a chi In buona fede ha concorso ad ingannare i propri lettori ed a falsare lo svolgimento del convegno di prendere atto delle seguenti precisazioni, senza costringerci a usare le norme di legge per ottenerlo:

1) è stato ufficialmente provato e riconosciuto, anche dalla presidenza del P.e., che Oreste Scalzone non è stato mai invitato al convegno, che Scalzone circolava nel P.e. ed ha lavorato per due giorni nella sala stampa, fra i giornalisti, grazie a un permesso rilasciatogli da un deputato di Berlino, che non si è nemmeno mai affacciato al convegno stesso; che la presidenza non ha ritenuto di "valorizzare" la presenza di Scalzone fra il pubblico interrompendo il normale corso dei lavori e che, alla prima pausa dei lavori, lo ha ufficialmente informato di non essere invitato e quindi la sua presenza sgradita e non tollerata, dandone comunicato alla stampa; che presiedevano i lavori, in quelle ore, il deputato socialista Didò e la deputata democristiana Cassamagnago. La maggior parte dei giornali avendo censurato i lavori del convegno e le relazioni scientifiche e ufficiali per dar la parola e la funzione di protagonista a Scalzone (vecchio vizio, sin da tempi non troppo lontani), Anm e Dc, viribus unitis, hann

o speculato su questo, e fondato le loro menzogne su questa menzogna »ufficiale del »quarto potere ;

2) tutti i presenti al convegno, unanimi, senza eccezione alcuna, da Gustavo Selva all'avv. D'Ovidio, dai magistrati intervenuti ai relatori stranieri, hanno dato atto al convegno di essersi svolto per le forme e i contenuti in modo opposto a quello attribuitogli.

La verità è che da molti giorni un magistrato e uno »studioso cercavano di determinare quel che è poi comparso sui giornali ma che "non" ha nulla a che vedere con la verità e lo svolgimento del convegno. Si sono inseguiti per tutta l'Europa con notizie false i vari relatori e partecipanti, comunicando a ciascuno la defezione degli altri, esortando tutti a non recarsi a Strasburgo, non esitando dinanzi a queste e altre iniziative indecorose.

La relazione Mellini, per diligenza del relatore, è l'unica che era stata posta a disposizione degli altri relatori e di molti invitati, da numerose settimane. In particolare i magistrati dell'Anm, a cominciare da Beria d'Argentine, la conoscevano da tempo. E, con Mellini, ancora giovedì scorso, i magistrati Ferri e Criscuolo hanno partecipato a trasmissioni di Radio radicale, per valorizzare il convegno e per sostenerne l'opportunità e la necessità.

Nessuna richiesta di particolari »garanzie di intervento, naturalmente, era venuta agli organizzatori, tanto questa garanzia era manifestamente nelle cose. Solamente Beria aveva espresso il consiglio di estendere gli inviti ad altri suoi colleghi, il che fu fatto immediatamente, con relativa, immediata accettazione e mobilitazione dei »nuovi invitati.

Il deputato Mattina, che ha aperto il fuoco, accusando gli organizzatori di aver »preferito assicurarsi la presenza di Scalzone invece di quella del giudice Falcone , mentre presiedeva il convegno Mario Didò, e subito dopo Mario Zagari, promotori anch'essi, ha mentito sapendo di mentire, ma ha giustamente valutato l'impatto pubblicitario di questa menzogna. Non ci importa conoscere i criteri di valutazione di Mattina, ma l'unica cosa certa è che egli non si è nemmeno affacciato in aula, e non ha nemmeno chiesto una informazione ai colleghi deputati presenti sull'andamento della riunione.

Ci sembra quindi pertinente perfino l'osservazione di Scalzone che ricordava allo zelota di turno quel che a nessun organizzatore poteva essere attribuito: la sua collaborazione puntuale ad uno dei più indecenti organi di stampa dell'area della violenza negli anni di piombo. Se Mattina ha trattato i metalmeccanici con la stessa serietà con cui tratta della giustizia e delle iniziative ad essa connesse è meglio comprensibile la crisi del settore...

Per il resto, rimandiamo il confronto pubblico alla pubblicazione degli atti di questo primo convegno sulla giustizia in Europa. Non ci si illuda che, di qui ad allora, avremo dimenticato. Ma poiché non tutti i mali vengono per nuocere, questo episodio avrà contribuito a meglio far conoscere la verità e le miserie pericolose del mondo politico, giornalistico e anche della giustizia italiane a prestigiose personalità europee, a molti italiani, agli ascoltatori del servizio pubblico di Radio radicale .

 
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