Valerio ZanoneL'intervento di Valerio Zanone (Pli) al XXX Congresso del Pr di Roma (31 ottobre - 4 novembre 1984).
SOMMARIO: Sono molte le lotte che potremmo intraprendere insieme: sulla droga, sull'ecologia, sui nuovi diritti. La finanziaria dell'85 pone stanziamenti rilevanti che ci fanno sperare in una politica ecologica effettiva: se toccherà ad un ministro liberale occuparsi di ecologia, la legge Merli sul disinquinamento sarà subito attuata. Bisogna lottare per costruire una società nonviolenta, per tutelare lo stato di diritto.
(NOTIZIE RADICALI N. 72, 10 maggio 1984)
Le differenze che esistono fra noi e che sono piuttosto comportamentali e anche troppo evidenti, non ci rendono estranei quanto ai temi che ci accomunano e alle provenienze che ci legano. Noi attendiamo con interesse i risultati delle vostre commissioni. Ci sono molte cose concrete che possiamo tentare di intraprendere assieme. Parlo della droga, dell'ecologia e dei nuovi diritti.
Sulla droga: la mia posizione è assai diversa da quella di Pannella, ma io voglio ringraziare la Radio radicale di avermi consentito di esprimerla di fronte ad alcune deformazioni della stampa comunista. Dell'ecologia voi ne parlerete nelle commissioni. C'è una responsabilità ministeriale, Biondi è stato presente al vostro congresso. Trovo giusta e condivisibile l'osservazione fatta da Cicciomessere circa il grande spostamento delle competenze che fa, ormai, della politica ambientale un tema affidato alle regioni e alle competenze locali. Però possiamo essere ottimisti perché c'è, nella legge finanziaria dell'85, uno stanziamento rilevante e competenze che ci fanno sperare in una politica ecologica effettiva. Se toccherà ad un ministro liberale occuparsi di ecologia, la legge Merli sul disinquinamento sarà attuata e non subirà proroghe.
Io traffico nel partito liberale da 30 anni e non mi sono sentito nel banco degli imputati in tema di partitocrazia, durante la relazione del vostro segretario. Credo di non essere stato contagiato dalla partitocrazia. Ma questo è dovuto alle provenienze irrinunciabili e comuni che ci consentono di incontrarci in senso progettuale; parlo di Pannunzio, di Ernesto Rossi, di Salvemini, dei fratelli Rosselli, di Gobetti, fino ad una certa sinistra liberale dell'800. Perciò non vi vivo come estranei a cui portare un saluto, ma come custodi di comuni istanze di libertà.
L'Italia è un'isola di libertà, male utilizzata ma indiscutibilmente esistente. Dobbiamo servirci di questa libertà di cui tutti utilizziamo i diritti nei modi e nelle forme in cui riusciamo, per costruire una società nonviolenta. Pace e guerra: il pacifismo dei liberali e dei radicali non è il medesimo e su importanti decisioni può dare luogo ad orientamenti profondamente diversi. Però dobbiamo ricordare Russell: "La guerra è l'ultimo fiore sull'altare del male". Prima c'è il dogmatismo ideologico, il fanatismo religioso, il totalitarismo politico, ed è contro tutto questo che bisogna organizzare schemi e valori di una società nonviolenta.
Altro ed ultimo punto è lo Stato di diritto. Bisogna tutelarlo in una Italia travolta dalla questione morale e, credo, non dobbiamo ricordare che il luogo delle decisioni è il Parlamento. Sulla P2, per esempio, anche se Teodori e il relatore liberale non affermano le stesse cose, sono d'accordo su un punto: l'inchiesta sulla P2 è arrivata a conclusioni inconcludenti. Bisogna ridurre lo statalismo per rafforzare lo Stato: i diritti individuali la certezza di legalità, i valori ambientali...
(...) La questione attuale è: le nuove libertà della persona nei processi tecnologici, nell'informazione, nella condizione ambientale. Il futuro ci offrirà qualche buona occasione.