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Trivelli Renzo - 2 novembre 1984
Fame: non siamo d'accordo sull'alto commissario
Renzo Trivelli

L'intervento di Renzo Trivelli (Pci) al XXX Congresso del Pr di Roma (31 ottobre - 4 novembre 1984).

SOMMARIO: L'impressione generale è che la proposta strategica, contenuta nella relazione, della linea di unità e rinnovamento dell'alternativa di sinistra mi sembra a volte contraddetta da altre vostre posizioni. Qual è l'atteggiamento del PR nei confronti del PCI e della nostra politica? Cicciomessere parla di alternativa di sinistra; in realtà ci sono differenze di fondo sul modo di affrontare il problema della fame nel mondo, sul modo di combattere la questione morale, sulle problematiche della lotta per la pace, la distensione e la libertà. Non siamo d'accordo sull'alto commissario: se si risolve questo problema la legge si può approvare domani. Il commissario noi non lo votiamo, ma se avete la maggioranza, votatelo. Noi non faremo ostruzionismo. L'appello che vi rivolgo è per una collaborazione che servirebbe anche a noi per aprire un dialogo.

(NOTIZIE RADICALI N. 72, 10 maggio 1984)

Ho seguito con attenzione la relazione di Cicciomessere, credo che il saluto più serio sia quello di misurarci con le vostre posizioni.

L'impressione generale è quella di trovarmi di fronte a un irrisolto problema della vostra politica che potrei così sintetizzare. La proposta strategica contenuta nella relazione, che è quella della linea di unità e rinnovamento dell'alternativa della sinistra, appare a me talvolta contraddetta, non dirò vanificata, da altre posizioni vostre e di questo vorrei discutere. Comincerò con una domanda.

Qual è l'atteggiamento di fondo del Pr, non dico le polemiche, verso la nostra realtà, il Pci e la nostra proposta politica? Nei suoi termini formali la nostra proposta politica potrebbe oggi essere formulata quasi con le stesse parole di Cicciomessere: unità e rinnovamento, alternativa della sinistra.

Dico quasi, perché noi usiamo l'espressione "alternativa democratica" intendendo con questo un appello anche a forze non della sinistra, non classicamente della sinistra, forze democratiche, laiche, cattoliche e intermedie. Perché allora, data quella prospettiva da noi indicata, l'asse centrale della vostra polemica in questo congresso appare rivolto verso il nostro partito?

Una parte di questa polemica ha un fondamento oggettivo, ci sono differenze di posizione e sono molte, c'è una differenza di linea sul modo di affrontare il problema della fame nel mondo, il modo di combattere la questione morale, sui contenuti e le forme della lotta per la pace, la distensione e la libertà, libertà dei popoli (...).

Sulla fame voglio porre alcune questioni. Qual è la connotazione di classe dello sterminio per fame, del divario fra nord e sud? E' un tema nostro. Ritroviamo la connotazione di classe di questa realtà. Siamo disposti a tutti i confronti con l'avvertenza di un'analisi storica, credo, comune. Lo sterminio per fame e cioè il divario tra nord e sud e il conseguente sottosviluppo hanno un'origine coloniale. Ma c'è una connotazione di classe attuale che va riscoperta: badate che l'aumento di un punto di tasso di sconto del dollaro ha conseguenze nefaste per la vita di quei paesi, dato il loro indebitamento, che non può essere sanato dalla somma dei nostri interventi. Battaglia di classe, dunque, contro un sistema monetario, una politica finanziaria, un dominio delle grandi potenze finanziarie.

La seconda questione è la legge sulla fame. Un punto di accordo lo abbiamo trovato a Strasburgo, a Bruxelles e anche in Italia. Non si tratta di dare aiuti ma di concorrere allo sviluppo. Potrei citare le impostazioni, da Berlinguer in poi, per consentire il decollo di quelle società. Il dissenso è sulla strumentazione, è sul commissario: non siamo d'accordo sull'alto commissario. Se si risolve questo problema la legge si può approvare domani. Non abbiamo mai sottovalutato il ruolo del Pr sulla sensibilizzazione a questo problema, né siamo stati noi a far ritardare le cose. Fin da marzo abbiamo chiesto, con una mozione, provvedimenti urgenti per l'Etiopia e per il Sahel. Se non si è discussa la nostra mozione, né la legge Piccoli, né le altre sette o otto, non dipende da noi. Dipende dalla maggioranza, dal calendario parlamentare che essa impone, dalle divisioni della maggioranza.

Il commissario noi non lo votiamo, ma se avete la maggioranza, votatelo. Noi non faremo ostruzionismo e ci limiteremo a votare contro. Cicciomessere ha detto che avete la maggioranza e che ci sono, oltre ai 170 firmatari, altri 160 deputati: noi diremo la nostra, controproporremo gli strumenti che ci sembrano migliori. Vi aiuteremo, poi, nell'attuazione. Infine vorrei dirvi che si è riunita la Commissione parlamentare europea sulla cooperazione allo sviluppo di cui fa parte anche Pannella, per esaminare l'intervento per l'Etiopia e il Sahel. Ci sono sei milioni di persone, più altri due, minacciate dalla carestia. Abbiamo rivolto un appello a quella commissione, a tutti i paesi, anche al nostro, per lanciare una campagna che si rivolga non solo al governo ma anche alla società, ai sindacati, alle cooperative, alle forze di sinistra, per avere subito tonnellate di cereali, di latte in polvere, di mezzi di trasporto, di carburante in una situazione che è urgente e che si aggraverà. Vorrei concludere con questo

appello a collaborare insieme e che servirebbe anche a noi per aprire un clima di dibattito e di collaborazione.

 
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