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Boneschi Luca - 4 novembre 1984
INFORMAZIONE
di Luca Boneschi

SOMMARIO: Risoluzione approvata dal XXX Congresso di Roma (31 ottobre - 4 novembre 1984). Il XXX congresso del PR riafferma che un'informazione libera è un diritto fondamentale dei cittadini i cui presupposti sono lo smantellamento del regime monopolistico e il rafforzamento della tutela dei diritti della persona. Ritenendo che il servizio pubblico radiotelevisivo possa divenire strumento di democrazia politica, delibera di prevedere come prossima scadenza l'approvazione del decreto legge in materia di televisioni private che preveda una disciplina antimonopolistica del settore. Suo obiettivo sarà anche quello di sottrarre il servizio al controllo della Commissione parlamentare di vigilanza; di intensificare la campagna di disdetta del canone televisivo; di intensificare iniziative perché i giornalisti adottino i provvedimenti per una qualificazione professionale e una disciplina deontologica adeguate alla loro funzione. Il PR intende dare impulso pratico allo slogan "più disobbedienza civile, per un etere

e una stampa puliti".

(NOTIZIE RADICALI N. 72, 10 maggio 1984)

Il XXX Congresso del Partito radicale,

- riafferma che una informazione completa, obiettiva e libera costituisce diritto fondamentale dei cittadini e condizione essenziale per la stessa natura democratica della società;

- ritiene che presupposti necessari per l'esistenza di un siffatto sistema informativo sono, da un lato, lo smantellamento di ogni regime monopolistico dei mezzi di informazione, sia nel settore pubblico che in quello privato, e, dall'altro, l'affermazione ed i rafforzamento della tutela dei diritti della persona nei confronti dei mezzi di comunicazione di massa;

- ritiene che il servizio pubblico radiotelevisivo possa divenire strumento di democrazia politica e di crescita culturale, anche in quanto alternativa e limite al degradante uso consumistico dei mezzi di comunicazione di massa, soltanto se sottratto al controllo partitocratico prefigurato e determinato dai meccanismi della legge sulla Rai-Tv;

- ritiene, quindi, che impegno del Partito radicale per l'anno 1985 dovrà essere l'iniziativa politica, giudiziaria e di ricerca nel campo dei mass-media;

- delibera pertanto le seguenti iniziative:

Punti fermi per una regolamentazione del settore

1. Rendere la prossima scadenza, rappresentata dalla approvazione del decreto legge in materia di televisioni private, l'occasione per una prima, organica disciplina del settore fondata sui seguenti punti centrali:

a) disciplina antimonopolistica dei settore privato, ad impedire concentrazioni contrastanti con la fondamentale esigenza di molteplicità delle fonti notiziali ed informative, in armonia con i principi costituzionali;

No ai monopoli, pubblici e privati

b) facoltà per le emittenti private di trasmettere programmi in diretta su tutto il territorio nazionale, con l'obbligo di destinare una fascia di programmi ai servizi informativi e con l'obbligo altresì di regolamentazione delle trasmissioni in periodo elettorale secondo il principio della parità di accesso di tutte le forze politiche;

c) estensione alle emittenti radiotelevisive dei principî che regolano il diritto di rettifica per la stampa;

d) tutela del cittadino, in quanto utente e consumatore, in relazione alla qualità e frequenza del messaggio pubblicitario, e tutela del minore in relazione alla programmazione trasmessa in fasce orarie a lui destinate, con particolare riferimento ai contenuti di violenza;

Un referendum sulla 103?

2. Esaminare la possibilità giuridica e l'opportunità di promuovere un referendum abrogativo di parti dell'attuale legge c.d. di riforma della Rai (L. 103/1975), ovvero di assicurare ogni altra iniziativa legislativa, politica o giudiziaria al fine di:

a) abrogare il regime monopolistico dell'informazione televisiva su scala nazionale;

b) sottrarre il servizio al controllo partitocratico della Commissione parlamentare di vigilanza.

Canone, piano frequenze, "vigilanza", editoria-truffa

3. Intensificare, in vista della scadenza del 31 dicembre, la campagna di disdetta del canone televisivo, quale strumento di disobbedienza civile finalizzato ad abbattere il monopolio dell'informazione e la gestione partitocratica e lottizzata della Rai-Tv.

4. Opporsi con tutti i mezzi, politici, giuridici e di disobbedienza civile, al liberticida piano di limitazione delle frequenze radiofoniche predisposto dalla Rai e fatto proprio dal ministero delle Poste.

5. Attrezzare fin d'ora il partito, in vista della scadenza della legge sull'editoria per quanto attiene alle sovvenzioni pubbliche in favore della stampa, per opporsi ai prevedibili tentativi di proroga o rinnovo delle provvidenze.

6. Predisporre iniziative perché i giornalisti, nel rispetto della norma della loro legge professionale (di cui mai hanno richiesto l'abrogazione), che impone l'obbligo della lealtà e del rispetto della verità sostanziale, adottino i necessari provvedimenti per una qualificazione professionale e disciplina deontologica adeguate alla loro funzione. In assenza di tale assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti, sostenere anche attraverso iniziative giudiziarie quegli indirizzi dottrinari e giurisprudenziali, di cui talune recenti sentenze della Corte di Cassazione costituiscono autorevole espressione, che pongono con fermezza la necessità di una rigorosa tutela della personalità umana, come singolo e nelle formazioni sociali in cui essa si svolge.

Più disobbedienza civile, per un etere e una stampa puliti

7. Adottare il metodo del boicottaggio economico, consistente nel rifiuto di contribuire, con l'acquisto in edicola o con inserzioni, a quegli organi di informazione che, anche grazie al danaro della collettività, svolgono un ruolo di costante sostegno al regime partitocratico o addirittura ne costituiscono oggi elemento caratterizzante e centrale.

8. Dare impulso, con gli strumenti che gli organi del Partito riterranno più opportuni, alla ricerca scientifica, teorica e applicata per approfondire e sostenere gli indirizzi giurisprudenziali e dottrinari maturati in questi anni nel campo della tutela dei diritti della personalità, dell'identità personale all'onore e alla reputazione, dal diritto al risarcimento del danno al diritto di rettifica, e nel campo degli strumenti processuali di attuazione della tutela stessa. Ciò al fine di perfezionare gli strumenti di garanzia del cittadino nei confronti dei mezzi di comunicazione di massa, in attuazione delle enunciazioni della Corte Costituzionale sui diritti della persona e sulla libertà di manifestazione del pensiero.

 
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