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Teodori Massimo - 4 novembre 1984
POTERI OCCULTI
di Massimo Teodori

SOMMARIO: Risoluzione approvata dal XXX Congresso di Roma (31 ottobre - 4 novembre 1984). Il PR rilevato che l'inserimento della "questione morale" al centro del dibattito nazionale tende a nascondere i reali processi di degenerazione della Repubblica; preso atto che con l'azione parlamentare il PR continua ad avere un ruolo determinante nel disvelare le strutture reali del regime; constatato che la degenerazione della vita dello Stato vede protagonisti uomini e partiti di tutto lo schieramento politico; impegna gli organi dirigenti e parlamentari del PR a intensificare l'azione antipartitocratica in Parlamento e nel paese promuovendo azioni adeguate.

(NOTIZIE RADICALI N. 72, 10 maggio 1984)

Non è questione morale: è sovversione dello Stato di diritto

Il XXX Congresso del Partito radicale

"rilevato" che l'inserimento della cosiddetta "questione morale" al centro del dibattito nazionale tende a nascondere i reali processi di degenerazione e di trasformazione della Repubblica: il sovvertimento cioè dello Stato di diritto, il restringimento delle libertà reali, lo sviluppo dell'economia della corruzione e l'occupazione dei centri vitali dello Stato da parte sia dei partiti che di vere e proprie bande di potere che operano dentro, fuori e attraverso i partiti.

La realtà invece è che questi processi hanno dislocato i centri di potere decisionale al di fuori delle istituzioni costituzionalmente preposte verso sedi che eludono la trasparenza e il controllo, mentre sono state sovvertite le regole del gioco, sicché importanti settori della vita nazionale sono caduti in mano alla lotta fra bande e clan concorrenti che usano metodi sempre più illegali e talvolta apertamente criminali;

Le campagne radicali: la verità viene a galla

"preso atto" che, con le sue continue campagne politiche, con l'azione parlamentare, con l'impegno di scavo e di denuncia nelle commissioni parlamentari d'inchiesta e con l'iniziativa che è culminata nella richiesta di dimissioni dell'on. Giulio Andreotti, il Partito radicale ha avuto e continua ad avere un ruolo determinante nel disvelare le strutture reali del regime.

Facendo esplodere la "questione Andreotti" i radicali hanno inteso colpire il personaggio politico che, non da solo ma in misura maggiore di altri, è stato la chiave di volta sia della degenerazione partitocratica collegata soprattutto al rapporto Dc-Pci che del sistema di potere occulto cresciuto sulle macerie della democrazia;

I responsabili si annidano in tutto lo schieramento politico

"constatato" che la degenerazione della vita e delle istituzioni della Repubblica vede protagonisti uomini e partiti di "tutto" lo schieramento politico; e che pertanto qualsiasi ipotesi di alternativa al regime deve partire dalla opposizione e dalla lotta a queste strutture palesi e occulte che sono a destra come a sinistra, nei partiti di governo come in quelli di formale opposizione;

e "constatato altresì" che contraddizioni ed elementi in controtendenza si trovano in aree elettorali fra militanti ed iniziative dell'intero schieramento politico;

"impegna gli organi dirigenti del Pr ed i parlamentari" a proseguire ed intensificare l'azione antipartitocratica in Parlamento e nel paese conducendo campagne politiche, e, se necessario, promuovendo inchieste parlamentari sui grandi scandali di regime in tema di finanziamento occulto dei partiti, sul ruolo dei servizi segreti ed il loro uso politico, sulla formazione dei centri di potere palese e occulto dell'informazione e nella finanza, sui nuovi e vecchi meccanismi dove si formano le strutture violente, sugli intrecci tra criminalità comune e criminalità politica, sulla economia della corruzione e, più in generale, sui processi di massonizzazione della vita politica;

"indica" al partito questo fronte di lotta come un terreno di impegno anche locale per i propri iscritti, simpatizzanti ed elettori a partire dal quale promuovere specifiche aggregazioni antipartitocratiche;

Tale battaglia deve essere infatti sviluppata non solo a livello nazionale ma anche contro la degenerazione delle istituzioni locali e periferiche;

"raccomanda" agli organi di partito di esplorare l'eventualità di uso di strumenti di mobilitazione popolare quali i referendum, petizioni popolari o altro al fine di realizzare tali campagne;

La vera alternativa: una costituente antipartitocratica?

"individua infine" in specifiche azioni su questo terreno la premessa necessaria per l'ipotesi di una "costituente antipartitica" al fine di fronteggiare la crisi del regime ed adeguatamente prepararsi alle forme traumatiche e violente che essa può assumere.

 
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