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Calderisi Giuseppe - 10 novembre 1984
PER IL PARTITO DEL 1985
E' necessaria una riflessione prima di dare corpo all'iscrizione. E' un invito a noi tutti

di Giuseppe Calderisi

SOMMARIO: Al momento in cui si sta per concludere il Congresso, mi pare opportuno fare due riflessioni prima di dar corso all'iscrizione del partito; in primo luogo credo sia necessario rendere noto che la situazione economico-finanziaria di partenza è più sfavorevole di quella dello scorso anno; in secondo luogo ritengo necessario recuperare una riflessione sul significato dell'iscrizione al PR e soprattutto sul significato della "quota giornaliera", cioè della scelta quotidiana di iscrizione al partito: il problema è di chiedersi quale valore attibuire alla politica e all'esistenza del PR. Un'altra questione che vorrei affrontare è quella relativa alla costituzione di una rete di sostenitori del partito e delle iniziative politiche e dell'impegno di ciascuno a farsi promotore di una raccolta di fondi: la credibilità del partito rende possibile e praticabile questa strada.

(NOTIZIE RADICALI N. 72, 10 maggio 1984)

(Recuperare appieno il significato dell'iscrizione giornaliera al Partito. E' opportuno e necessario che il valore dell'adesione venga indiviaduato sul metro della vita e dell'attività quotidiana, così come sono quotidiane le responsabilità ripsetto ai nostri valori. Le condizioni di partenza per l'obiettivo dei tre miliardi di autofinanziamento sono meno favorevoli dell'anno scorso. Occorre tradurre la crescita di credibilità del Partito in un apliamento dell'area dei sostenitori, delle sue lotte e iniziative. Ciascun iscritto può essere promotore in prima persona della raccolta di fondi divenendo egli stesso un teosriere del Partito e raccogliendo almeno 500 mila in un anno.

PER COSTITUIRE IL PARTITO RADICALE DEL 1985

L'iscrizione come scelta quotidiana, come valore, come scandalo)

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Care compagne e cari compagni,

ad una settimana dalla conclusione del congresso ci sono giunte circa 150 iscrizioni e 200 preannunci attraverso Radio radicale, che noi stessi avevamo sollecitato. Mentre le iscrizioni giungevano mi sono chiesto se avevo o stavo sollecitando, a voi e a me stesso, null'altro che un gesto rituale e meccanico.

Per queste ragioni (oltre che per avere il tempo materiale di preparare e organizzare, con il segretario e la giunta, la campagna di iscrizioni e di autofinanziamento) ho rivolto attraverso Radio radicale - e qui rinnovo - un invito a tutti ad una riflessione, prima di dar corso all'iscrizione del partito. I motivi sono due.

Il primo è quello di farvi conoscere le condizioni economico-finanziarie di partenza che sono, contrariamente a quanto e forse apparso, meno favorevole dell'anno scorso.

Agli ottocento milioni dovuti alle quote di tesseramento per il 1984, ad esempio, mancheranno certamente circa cento milioni. Molti degli eletti in Parlamento, infatti, si iscrissero con quote di dieci milioni anticipando la loro liquidazione di deputati. Agli ottocentosessanta milioni di contributi nel 1984 mancheranno certamente 50 milioni di cui i deputati europei poterono disporre in quanto appartenenti ad un gruppo parlamentare. Il contributo del Parifa di 284 milioni difficilmente sarà ripetibile. Cosi pure i 90 milioni di autofinanziamento attivati da Rutelli con il convegno di Strasburgo e altre iniziative sulla giustizia. E potremmo aggiungere altre voci. Nel complesso, dunque, una cifra di oltre cinquecento milioni.

Il secondo motivo nasce dalla necessità di recuperare una riflessione sul significato dell'iscrizione al Partito radicale, soprattutto sul significato della "quota giornaliera", cioè della scelta quotidiana di iscrizione al partito. Un'acquisizione che negli ultimi tempi abbiamo forse un po' semplificato e sfumato, tornando a parlare solo di importo annuo di iscrizione.

Intendo subito precisare: non credo che la quota minima giornaliera di iscrizione debba essere aumentata più del tasso d'inflazione e pertanto non proporrò al prossimo consiglio federale una quota minima superiore a 350 lire al giorno. Di più: non credo all'etica del sacrificio, non credo in un socialismo fondato sul pauperismo, né intendo utilizzare come strumento la colpevolizzazione nei confronti di chi versa di meno. Sappiamo che molto spesso nel partito dà di più, non solo nei termini relativi, ma anche assoluti, chi ha di meno. Ma questo, sia ben chiaro, non può essere utilizzato per colpevolizzare o processare chicchessia. Ognuno dà quello che si sente di dare in coscienza; e quello che è deciso in coscienza non può non essere rispettato da tutti.

Il discorso è un altro. Occorre recuperare quella riflessione che portò il consiglio federale del novembre '81 a deliberare, su proposta di allora segretario Marco Pannella, l'introduzione della quota giornaliera di adesione al partito. Il consiglio federale sottolineò allora "che il valore dell'iscrizione va commisurato alle responsabilità di operare per assicurare quanto sia necessario e indispensabile al conseguimento di quegli obiettivi per i quali, in un anno determinato, la scelta dell'adesione e dell'iscrizione viene compiuta" e inoltre sottolineò "l'opportunità e la necessità che il valore dell'iscrizione venga individuato sul metro della vita e dell'attività quotidiana, così come quotidiano deve essere l'impegno a vivere lo stesso patto associativo radicale".

"Non possiamo non tener conto, ad esempio, che il partito di Scalfari" - Repubblica - "costa 600 lire al giorno", non aver presente quanto costa un caffè e un pacchetto di sigarette. Ma il problema non è quello di privarsi né di un quotidiano, né di un caffè, né delle sigarette (per quanto possono nuocere). Il problema è di chiedersi dove collocare, quale valore quotidiano attribuire alla politica e all'esistenza del Partito radicale. Non solo dal punto di vista della scelta, la più libera ma anche meno meccanica e rituale possibile, sulla destinazione delle proprie risorse finanziarie compiuta da ciascuno ogni giorno. Ma anche e soprattutto dall'impegno a trarre dalla propria giornata, dal proprio lavoro, del dar corpo, dell'operare quotidiano (anche se poi non tutti i giorni ci riusciamo e ci è possibile).

Per questi motivi mi esprimerò, e invito tutti ad esprimersi, in termini di quota giornaliera di iscrizione al partito e non di impegno annuo.

Certo, lo sappiamo, le difficoltà sorgono nel momento in cui non abbiamo l'esattoria quotidiana e neppure quella settimanale, mentre le esigenze di cassa per fronteggiare le scadenze e le iniziative in corso sono quelle note (il bilancio presentato da Rutelli in congresso è stampato su questo numero di "Notizie radicali"). So che per molti è difficile anticipare subito in un'unica volta tutto il contributo finanziario che pure si pensa di poter dare in un anno. Su questo non posso che rimettermi alle possibilità, ma anche alla volontà, alla capacità di ricerca, alla fantasia di ciascuno. Pur con tutte le possibili cautele, sappiamo che si trova, si può trovare, se si è convinti, se si crede a quel che si cerca.

Mi auguro di essere riuscito a recuperare appieno le riflessioni sul significato dell'iscrizione come scelta quotidiana, come valore, a modificare riflessi meccanici di adesione al partito, anche a costo di ritardare di qualche giorno le iscrizioni stesse. (Al riguardo si tenga presente che il lancio della campagna di iscrizioni avverrà per i fine settimana successivi al consiglio federale del 16-17-18 novembre e che per quelle date proporrò, insieme al segretario, che le associazioni tengano assemblee e che le sedi del partito rimangano comunque aperte).

Dopo questa doverosa attenzione alla questione iscrizioni, cioè al momento costitutivo del partito per il 1985, un accenno all'altra fondamentale questione: quella della costituzione di una rete di sostenitori del partito e delle sue iniziative politiche, quello dell'impegno di ciascun iscritto "a farsi promotore in prima persona della raccolta di fondi", a divenire egli stesso un tesoriere del partito, con l'indicazione di raccogliere almeno 500 mila lire in un anno. La credibilità del partito su molti fronti, dalla lotta allo sterminio per fame, alla giustizia, dall'informazione, alla lotta alla partitocrazia, rende possibile e praticabile questa strada. Dovremo lavorare ad un'adeguata campagna in questo senso, approntando il materiale necessario e fornendo tutte le indicazioni più utili. Mi auguro di ricevere al più presto suggerimenti e proposte da tutti.

Nel frattempo si può comunque fare qualcosa: ho inviato a tutti gli iscritti del 1984 un blocchetto di ricevute che voi tutti potete richiedere alla tesoreria del partito. Come materiale da utilizzare posso suggerire questo numero di "Notizie radicali". Contiene la mozione e tutte le risoluzioni approvate dal congresso. Sono degli ottimi documenti che possono servire per la ricerca di sostenitori (avvocati, magistrati, docenti universitari per la giustizia, firmatari di proposte di legge e appelli contro lo sterminio per fame, ecc.). Augurando a tutti noi un buon anno radicale.

 
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