di Marco PannellaSOMMARIO: La mia è una denuncia dei retroscena del "caso Cirillo" che si inserisce in contesto napoletano, in cui operano br e camorra cutoliana, e in quello di destabilizzazone nazionale: quando le br rapirono Cirillo a Napoli si era in pieno fermento per l'attribuzione degli appalti par la "ricostruzione" della città; il PCI rappresentava per tutti la grande speranza di una classe dirigente più seria e onesta. Immensi interessi erano in gioco. Quello che io affermo pubblicamente e che aspetto di vedere smentito dalla classe politica accusata, è la connessione tra camorra e partiti politici nei finanziamenti, pagamenti e stati di avanzamento dei lavori che garantiscono guadagni da capogiro. E' chiedere troppo alla stampa, alla politica che finalmente si apra un dibattito su tutto questo?
(NOTIZIE RADICALI N. 74, 10 maggio 1984)
(La drammatica denuncia di Pannella sui retroscena del "caso" Cirillo. Br, camorra, operano su uno sfondo inquietante, per obiettivi che di giorno in giorno si fanno più chiari. E ancora una volta svelano incredibili raccordi con la politica del Pci, legata alla difesa dei vecchi interessi antipopolari, da sempre nemici di Napoli.)
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Perché a Napoli non si sono costruite decine di migliaia di case malgrado le migliaia di miliardi della "ricostruzione", i poteri pressoché pieni conferiti al sindaco Valenzi ed alla sua giunta, in collegamento con la Regione (con l'assessore Ciro Cirillo, per esempio)? Perché tutte le forze partitiche campane, Pci e Msi in testa, da posizioni l'uno di governo l'altro d'opposizione (così come la Dc), senza eccezione alcuna, hanno operato unanimi, in Comune, violando le leggi, deliberando stanziamenti enormi di spettanza del consiglio comunale in sede di riunioni di capigruppo di partito? Perché il "caso Cirillo" - caso, cioè, Brigate Rosse, servizi di Stato, camorra cutoliana - si inserisce di prepotenza in questo contesto "napoletano" oltre che in quello della "destabilizzazione" nazionale e di tentativi di sovvertire perfino i partiti in quanto gestori del potere istituzionale? Perché si è tentato di coinvolgere, con falsi "di Stato" o di parastato, con falsificazioni clamorosamente emerse "ai danni" del q
uotidiano comunista (è un esempio), personaggi del tutto estranei alla responsabilità di fatti pur veri, nella sostanza?
Altro che "caso Torino" o San Remo, o Savona!
Come spesso accade, la verità è stata sotto gli occhi di tutti, tanto evidente da accecare. Come radicali abbiamo progressivamente incalzato la verità, le verità, in questo ultimo anno in particolare. Processi ci attendono, e li attendiamo a piè fermo, impazienti, per diffamazione e perfino per calunnia, ad opera di una magistratura insabbiatrice e ottusa. Progressivamente ci siamo così avvicinati al cuore del problema e degli eventi.
E' un uovo di Colombo, al solito. E' scritto negli atti ufficiali, nei bilanci del commissariato di governo e del Comune di Napoli. Veniamo ai fatti.
Quando le Brigate Rosse - ma diciamo, più esattamente, il prof. Senzani, - sequestrano Ciro Cirillo si è a Napoli in pieno fermento per l'attribuzione di immense somme, di appalti senza precedenti, per l'adozione e la realizzazione di piani di ricostruzione. Alcuni comprendono subito che questa può essere anche l'occasione per ricostruire la Napoli "terremotata" da vent'anni di "mani sulla città", di malgoverno, di sacco. Il Pci rappresenta la speranza e la forza di quanti comprendono che grandi scelte territoriali, ambientali, urbanistiche, economiche, civili, esigono il sostegno delle forze sociali e una classe dirigente la più onesta e seria fra tutte.
Il piano di ricostruzione prevede, a questo punto, una ricostruzione su un territorio molto vasto, periferico ed anche extra-urbano, piuttosto che puntare sulla ricostruzione dei vecchi quartieri e delle "nuove" periferie, fatiscenti e invivibili. Culturalmente, e operativamente, si aggregano attorno all'architetto Siola, all'economista D'Antonio, entrambi del Pci, il primo assessore all'Urbanistica, ed al democristiano D'Angelo, quanti sono più determinati e muniti per passare alla realizzazione di questo disegno. Immensi interessi sono in gioco. E' facile intuirlo.
Il sequestro Cirillo sembra avvenire come in uno scenario già determinato, in cui convergono come in un piano scientificamente studiato a tavolino gli interessi piduisti e criminali dei servizi di Stato, quelli del "brigatista" Senzani (già autore del sequestro D'Urso, in connessione - non dimentichiamolo - con il disegno pressoché ufficiale del governo detto "Visentini", ma in realtà disegnato e preparato dalla P2), quelli di chi ha e intende più che mai avere le "mani sulla città", imprenditori edili e camorra.
Il sequestro, insomma, come segnale d'inizio e di realizzazione di un piano già concordato. In poche ore i servizi sono già ad Ascoli, dove trovano Cutolo di già pronto, ma insieme operanti per settimane e settimane per "non" trovare Cirillo. Cosa cercano d'altro?
Nessuno parla o pensa a "riscatti" (men che mai a riscatti di risibile entità). Le Br sono subito chiare: no alla "deportazione" del proletariato napoletano, no alla ricostruzione "esterna". Il terrore si diffonde: in Italia vi sono di già ormai altri tre sequestrati dalle Br, che sembrano onnipotenti. In tutti i partiti, a Napoli, finiscono per scontrarsi due linee. L'una intransigente per il mantenimento del progetto di ricostruzione, l'altra che cerca di provocare altre soluzioni. Costoro diventano sempre più forti, grazie alla necessità di salvare Cirillo e di evitare altri episodi di sangue e di terrore, che vengono minacciati quotidianamente da Senzani, l'Innominato per tutti, tranne che per i servizi di Stato e per la camorra.
Si arriva all'inizio di giugno. L'architetto Siola sembra aver partita vinta. Si arriva alla fase degli appalti e dei contratti. Scoppia una nuova bomba. Siola rifiuta i tradizionali criteri di "revisione prezzi", propone contratti durissimi anche nel rapporto fra finanziamenti e stato di avanzamento dei lavori. Gli scontri diventano drammatici. Passano pochi giorni. Siola viene sequestrato, interrogato per alcune ore, gambizzato, ed è sul punto di morire poiché viene toccata l'arteria femorale.
Siola ha però riconosciuto Senzani. Riesce a dirlo ai carabinieri; insiste. Non lo credono, o mostrano di non crederlo. Nei giorni precedenti erano stati "ritirati", su richiesta di Cutolo, migliaia di carabinieri (sembra seimila) dalla strade della città. Senzani ostenta sicurezza nella macchina in cui "processa", girando per la città, l'assessore Siola: "e come se fosse certo della impunità" commenta subito il sequestrato.
Comunque Siola è tolto di mezzo.
Oggi, nelle carte del commissariato o del comune, è stato possibile ricostruire cosa è accaduto dopo la sua liquidazione, la sua neutralizzazione per circa un anno. Se il piano di ricostruzione sembra essersi assestato a "metà via" fra gli interessi dei riformatori e coloro che vogliono ad ogni costo la "non-deportazione" del "proletariato napoletano", i contratti e le "revisioni prezzi" sono quelli di sempre, peggiori di quelli di sempre.
Ecco quel che affermo, ormai senza dubbio di sorta, poiché da tre mesi, pubblicamente in consiglio comunale e anche in sedi più riservate, chiedo al Pci di smentirlo o di spiegarlo: i contratti garantiscono agli imprenditori prescelti (e prescelti come?) finanziamenti, pagamenti che arrivano al 70/80% della somma totale di fronte a stati di avanzamenti di meno (e molto meno in alcuni casi) del 50% dei lavori. Ma segnalo alla rinfusa: abbiamo dinanzi una somma da impiegare urgentemente, in quei giorni di "sequestro Cirillo", di circa 3.300 miliardi in valori attuali. Per i prezzi il Cipe aveva fissato 500.000 lire a mq per la costruzione di alloggi, che concerneva meno del 40% della somma da investire. Per il resto, per il 60% (alloggi da riedificare, scuole, opere pubbliche ecc...) il sindaco Valenzi decide di ignorare il prezzario del Provveditorato delle opere pubbliche, e quello del Genio civile, e accetta invece il prezzario della Associazione costruttori edili napoletani (Acen). I commenti sono superflu
i.
Passiamo al sistema delle anticipazioni. La legge prevede il 15%? Valenzi vi aggiunge un altro 20%. Non basta, però. Assegna un "premio" del 2% alle imprese per ricompensarle di essersi consorziate, superconsorziate! Così l'anticipo arriva al 37%. Passiamo ai pagamenti. La legge prevede che con i pagamenti si recuperano innanzitutto le anticipazioni date? Il contratto "di sinistra" prevede invece che il recupero avviene solo dopo l'avvenuto pagamento del 50% del totale.
Resterebbe da parlare del sistema di "revisione prezzi" che, come si sa, è il sistema-fata morgana delle mafie e delle camorre di ogni latitudine e di ogni stazza. Vedremo successivamente quel che accade. E' a livello di quanto già annunciato.
Esiste, ci chiediamo, un'altra città al mondo, in cui il compromesso storico con l'...imprenditorialità è così "liberale", comprensivo? E, esiste un paese al mondo in cui imprese che possono avere già sulla carta, per contratto, l'87% del totale, in danaro fresco, a riscontro di un avanzamento dei lavori del 50% (e la camorra si occupa da sempre e massicciamente di... accertamenti degli stati di avanzamento dei lavori), abbiano un grande interesse a terminare celermente i lavori stessi? Ed a terminarli con meccanismi di "revisione prezzi" favolosi?
Torniamo al caso Cirillo. All'improvviso, Senzani si accontenta di "un miliardo e 400 milioni", pur di dimostrare - sostiene - che "la Dc" "ha trattato". Per questa librazione a riscatto, dunque, si sarebbero impegnati i servizi di Stato, la camorra di Cutolo, le Br di Senzani, la Dc di Piccoli, la Stet, il Banco di Napoli, e chi più ne ha più ne metta?
E' a questo punto sennato, o no, pretendere che vi sia una Commissione d'inchiesta? E' sennato, o no, sin d'ora mettere sotto accusa il Pci, innanzitutto il Pci, e con lui la Dc e il Msi, che gli assicurarono una opposizione al 100% consenziente, per il disastro napoletano e campano; per aver condotto una politica sciagurata che ha nutrito camorre di ogni tipo, che è stata subalterna ai disegni più folli e violenti che si rovesciavano sul nostro paese e su Napoli? E', o no, questo, il più grave degli scandali nazionali, da decenni a questa parte, in chiave di enti locali, di malgoverno, di incapacità, di responsabilità gravissima, centrale - per indiretta che sia?
E' chiedere troppo, alla politica, alla stampa, a tutti, che finalmente si apra un dibattito su tutto questo, che ci si dimostro di aver torto, o ragione?