di Gaetano BenedettoSOMMARIO: In seguito agli accordi DC/PCI decadono di fatto le ragioni del monopolio dell'informazione televisiva, il canone tv non corrisponde più ad un servizio pubblico reso agli utenti e quindi deve essere disdettato: sono questi i contenuti della nostra battaglia dinnanzi al Tribunale di Roma per la quale stiamo già ricevedo risultati positivi; la questione al momento sul tappeta è quella delle spese affrontate che ci pongono nella condizione di dover chiedere il vostro intervento finanziario al fine di non fare fallire tutta l'operazione.
(NOTIZIE RADICALI N. 74, 10 maggio 1984)
(La lottizzazione, gli accordi Dc/Pci hanno fatto decadere le ragioni del monopolio dell'informazione televisiva. Il canone Tv non corrisponde più a un servizio "pubblico" reso agli utenti. Quindi, deve essere disdettato. Migliaia lo hanno già fatto. E' tecnicamente possibile. La Rai teme l'iniziativa, sa che è vincente. Unisciti anche tu. Riempi i due moduli.)
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Assieme al Centro Calamandrei stiamo concludendo la causa dinanzi al Tribunale di Roma; è questa l'azione su cui più abbiamo investito. Da questo processo, nel quale abbiamo presentato il famoso oscuratore di frequenza (la cui progettazione ci è costata decine di milioni), può venire una vera e propria rivoluzione per quel che riguarda il canone.
La poderosa perizia tecnica da noi presentata e i confortanti giudizi espressi dai tecnici da noi interpellati ci fanno sperare bene: ma sarebbe un imperdonabile errore abbassare proprio adesso la guardia.
L'Urar, preso atto delle argomentazioni presentate dai nostri avvocati, dichiara di ritirare l'ingiunzione di pagamento presentata contro due disdettanti di Padova. Per far valere questo principio che ovviamente - salvo schizofrenie della Rai e dell'Urar - verrà esteso a favore di tutti coloro che riceveranno l'ingiunzione di pagamento e nei procedimenti di coloro che l'hanno già ricevuta, il Comitato e i suoi legali hanno dovuto affrontare due anni di dibattimenti processuali con tutte le relative spese comprensive anche di quel lunghissimo studio giuridico che ha consentito tale grande successo.
Quest'anno abbiamo un preventivo di spesa tre volte superiore rispetto a quello dello scorso anno. Al di là dei costi di gestione delle strutture del Comitato (aumentati quasi esclusivamente per quel che riguarda l'archivio e l'indirizzario) stiamo affrontando una spesa realmente altra per quel che riguarda la produzione e la duplicazione delle cassette trasmesse dalle 140 radio che hanno aderito alla nostra iniziativa. Molto elevati sono stati i costi di stampa per il materiale di propaganda della disdetta e mille altre cose dovremmo e vorremmo fare: la pubblicazione di un nuovo dossier, un convegno giuridico sulla regolamentazione del sistema radiotelevisivo, pagine a pagamento per pubblicizzare questa campagna sui giornali, rafforzamento dell'assistenza legale per i disdettanti più isolati, ecc.
In poche parole, la situazione è la seguente: la campagna per la disdetta del canone Rai ha fatto in questi mesi dei passi da gigante ma se vi sarà - ora - quel salto di qualità anche e soprattutto finanziario che è indispensabile, il rischio è quello dell'esaurimento e dell'azzeramento.
Il Partito radicale ha fino ad oggi interamente garantito la sopravvivenza del Comitato ed anche quest'anno, seppur con enormi difficoltà, ha stanziato una cifra che ci ha consentito di far fronte alle prime spese per il rilancio della campagna per la disdetta. Ma tale campagna non può continuare a gravare sul solo Partito radicale che, in ogni caso, non ha la possibilità di far fronte alle crescenti esigenze di questa battaglia politica e del servizio che il Comitato assicura a tutti i disdettanti. Il non aver i soldi necessari, l'averne meno non significa fare meno attività, significa rischiare di far franare tutto: è sufficiente una piccola falla per creare voragine. Dobbiamo assolutamente raccogliere cinquanta milioni entro dicembre ed altri cento entro febbraio!
Quanto vi chiediamo? Tanto! E' sempre difficile fissare delle cifre, ma con estrema franchezza dobbiamo dirci che, ad esempio, la campagna per le 10.000 lire ha avuto poco riscontro e non è stata sufficiente. Vi invitiamo dunque a compilare e spedire il conto corrente allegato, intestato al Comitato per la disdetta del canone Rai, nell'interesse di tutti, per raggiungere l'obiettivo che ci siamo fissati. A coloro che daranno un contributo di almeno 50.000 lire invieremo una tessera di sostenitore del Comitato.