Negata la maggioranzadi Francesco Rutelli
SOMMARIO: La Commissione Esteri della Camera ha votato contro la richiesta della sede legislativa per il disegno di legge contro lo sterminio per fame a causa del voto contrario di MSI, DP e, con voto decisivo, PCI, rallentando così l'approvazione del provvedimento che dovrà essere discusso obbligatoriamente in Aula. La battaglia non è chiusa: il NO comunista non è stato definitivo perché il PCI si è riservato di consentire l'assegnazione in sede legislativa al temine della discussioe degli articoli e degli emendamenti. I termini delle divisioni tra i partiti sono 1) la questione finanziaria; 2) la questione dell'alto commissario sulle operazioni straordinarie contro lo sterminio per fame. Non possiamo però escludere che fin dalla settimana prossima i nodi venganio sciolti nonstante ancora molti ostacoli politici debbano essere superati.
(NOTIZIE RADICALI N. 74, 10 maggio 1984)
Stop in Commissione esteri della Camera per i provvedimenti straordinari contro lo sterminio per fame.
Giovedì 6 dicembre, alla proposta del relatore di maggioranza (sostenuta dal governo, dalla maggioranza e dal Pr) di assegnare i provvedimenti in sede legislativa, si sono opposti Msi, Dp e, con voto decisivo, i comunisti.
Esaminare un disegno e una proposta di legge in sede legislativa significa che i commissione, senza quindi passare per l'aula, si può approvare e licenziare il provvedimento definitivo.
Ma la maggioranza richiesta è stata negata facendo aumentare così in modo drammatico il rischio che entro Natale non ce la si faccia ad approvare la "legge di vita" almeno in una delle due Camere.
Occorre ricordare che la concessione della sede legislativa viene molto spesso concessa quando si concorda con l'urgenza di un provvedimento, anche ove non si concordi con i suoi contenuti; occorre ricordare che questa impostazione era stata confermata solennemente al Congresso del Partito radicale, non più tardi di un mese fa, dal delegato del Pci, Renzo Trivelli.
"...il commissario noi non lo vogliamo, però se avete la maggioranza, votatelo, noi non faremo né l'ostruzionismo, né ricorreremo a strumenti procedurali. Voteremo contro, faremo la nostra proposta e controlleremo... Si vada ad un confronto reale, noi diremo la nostra, controproporremo gli strumenti che noi pensiamo migliori di quelli dell'alto commissario.
Se avete la maggioranza, approvatela, noi voteremo contro e poi cercheremo insieme di applicare questa legge nel modo migliore possibile".
Occorre ricordare infine, che in qualunque momento, in caso di "stravolgimenti", la sede legislativa può essere immediatamente revocata.
La battaglia non si è dunque chiusa. Abbiamo preso atto che il "No" comunista non è definitivo e che il Pci si è riservato di consentire l'assegnazione in sede legislativa al termine della discussione degli articoli e degli emendamenti in sede referente.
Cosa significa questo?
Che la pressione sul Parlamento, sulla commissione esteri e sulle forze politiche va accresciuta; che la preparazione per una grande marcia di Natale va ancora intensificata per fare avvertire a tutti la grande attenzione della opinione pubblica, la grande severità di quanti in questi cinque anni di lotta hanno continuato a sollecitare e attendono un decreto di vita che l'insensibilità dei giochi di potere di troppe forze politiche ha finora impedito.
Chi legge "Notizie radicali" conosce i termini delle divisioni ancora vive tra i partiti:
1) La questione finanziaria. Dei passi in avanti sono stati compiuti, soprattutto dai comunisti. Ma anche il governo, portando l'impegno per l'intervento straordinario dagli originari 1500 miliardi in tre anni a 1750 miliardi in due anni, ha compiuto un importante tratto di strada. In questi giorni, possiamo strappare qualcosa di significativo, qualcosa che dia senso e valore all'azione per la sopravvivenza e lo sviluppo che è l'obiettivo di questa campagna.
2) La questione alto commissario. E' il vero punto di resistenza sia da parte del Pci, sia da parte di quella fortissima lobby (palese ed occulta) che difende l'attuale politica di cooperazione con i suoi affari ed i suoi colossali latrocini.
Anche se passasse una forma di responsabilità commissariale sulle operazioni straordinarie contro lo sterminio per fame, molti altri tranelli sono stati predisposti, con gli emendamenti in Commissione, perché il commissario non disponga in realtà dei poteri, degli strumenti e della potestà di decisione che sono indispensabili.
Non possiamo affatto escludere che fin dalla settimana in corso i modi saranno sciolti: esiste l'impegno di tutti a convocare più volte la commissione esteri per concludere al più presto l'esame analitico dei vari provvedimenti e degli emendamenti.
Vedremo se la maggioranza terrà fede agli impegni dichiarati a più riprese e formalmente ribaditi in queste ore; vedremo se il Pci sbloccherà il suo atteggiamento dando "semaforo verde" alla legge. Vedremo, in ultima analisi, quale sarà l'atteggiamento del governo, che pure ha preso impegni precisi ed ufficiali. La gente, ora, conosce la tragica situazione dei paesi della fame; sa che una risposta tempestiva, concreta, adeguata è possibile; può constatare (a condizione che i telegiornali smettano il loro ostruzionismo) che molte forze sono mobilitate dalle loro diverse posizioni ideali e politiche, perché entro Natale arrivi all'Italia e al mondo un segno grande e nuovo di pace e di vita.
Come in altre fasi di questa lunga lotta, ma con la forza che ci viene dalle sconfitte, dai successi, e dalle esperienze acquisite, sappiamo che farcela o non farcela dipende innanzi tutto dal lavoro, dalle capacità e dall'impegno di ciascuno di noi.