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Pannella Marco - 5 gennaio 1985
I radicali non sono al servizio di alcuna forza oscura
di Marco Pannella

SOMMARIO: I motivi della polemica con il Pci. Il Pci responsabile di una politica di collaborazione con la P2 negli anni in cui era nella maggioranza di unità nazionale. Berlinguer non aveva mai sentito parlare della P2. Non una interrogazione Pci su Gelli. I rapporti privilegiati di Paese Sera con il Banco Ambrosiano e con Calvi. Il Pci non risponde a queste accuse ed interrogativi, ma ci rinfaccia di muoverle per conto terrzi. Una risposta terroristica, scomposta e spaventata.

(AVANTI, 5 gennaio 1985)

("L'onorevole Marco Pannella ci ha inviato il seguente articolo sulla polemica tra PCI e radicali")

La natura, la cultura e la politica antidemocratica, intolleranti, staliniste, ferocemente trasformiste, che in definitiva hanno caratterizzato la storia dei vertici del PCI, si traducono puntualmente anche nello stile delle polemiche, più che mai da quando a dirigerne l'organo ufficiale del partito è un esponente politico noto innanzitutto per aver sostenuto, con l'ENI di Cefis e di Verzotto (già padroni dei servizi a sigla SIFAR), con ambienti mafiosi di ogni genere, monarchici, missini e clericali, l'avventura milazzista.

Egli predilige la polemica »ad hominem , la censura, l'inganno dei propri lettori, cui con zelo è addetto: e ciò dico a partire dai fatti e non dai pregiudizi e dalla acrimonia.

Vado da anni affermando e documentando che il PCI mi appare responsabile di una politica di convergenza e di collaborazione con la P2, negli anni in cui era maggioranza, in quelli a ciò preparatori, ed a quelli successivi. Affermo, documenti alla mano, che il PCI ha in quel periodo collaborato apertamente con i due settori più pericolosi del golpismo piduista, quelli miliare e dei mass-media, con i capi di Stato Maggiore e quelli dei Servizi di Sicurezza in particolare attraverso Pecchioli, Ministro degli Interni-ombra del PCI, e Adalberto Minucci con i Tassan Din e il Gruppo Rizzoli per quanto concerne la Standa.

Cito fatti ed esempi: 1) Enrico Berlinguer, meno di un anno fa ha sostenuto dinanzi alla Commissione sulla P2 di non aver mai sentito nominare Gelli e la Loggia P2 prima della lettura sui giornali del rinvenimento degli elenchi di Castiglion Fibocchi (quando da anni e anni si pubblicavano libri e inchieste sui settimanali di massima diffusione al riguardo);

2) centinaia e centinaia di deputati e senatori del PCI non avevano fatto fino alla fuga di Gelli che una sola interrogazione parlamentare in proposito; 3) il PCI non è stato estraneo nemmeno alla terza incarnazione della P2, quella dell'affarismo, come dimostrano le vicende di "Paese Sera", e quelle dei rapporti privilegiati con Calvi e il Banco Ambrosiano (con relative ipoteche piduiste sul palazzo di via delle Botteghe Oscure) e via dicendo...

Invece di rispondere ad accuse o interrogativi fondati su fatti, dei quali gli anzidetti sono un piccolissimo campione, il PCI, attraverso il suo organo ufficiale, ci accusa di... farlo per conto terzi, di essere al servizio di non so quali forze oscure o lampanti della reazione in agguato, mentre il senatore Pecchioli invita sulle stesse pagine »i radicali a chiedersi perché io sostenga queste cose e in particolare chieda le sue dimissioni da quell'organismo parlamentare di controllo sui servizi che organizzavano stragi e golpe quando erano amici, amicissimi di Pecchioli, e che d'un tratto diventano ora responsabili per l'ieri, l'oggi e il domani delle peggiori nequizie e dei peggiori sospetti. Avendo anche Pecchioli affermato che qualche possibilità di strage è forse di matrice internazionale (ma conseguente alla per lui buona politica del governo in Medio Oriente) in questo caso è evidente che sarò sospettato e indicato come agente al servizio di attività terroristiche israeliane o di chi sa chi altro.

Questo stile dimostra anche la difesa basata per anni sulla totale congiura del silenzio a loro favore degli odiati mezzi di informazione di regime (in primo luogo, ma guarda caso, proprio dalla »demitiana , »cattolica testata di TG1), comincia ad essere direttamente in proprio, e diventa scomposta e spaventata, ricattatoria e un po' terroristica, appunto.

Non importa un fico secco se sono un venduto, un lacchè al servizio delle cricche revisionistiche, imperialistiche (prova: il mio impegno a favore della nomina di un »Alto Commissario , invece che di uno zerbino, contro lo sterminio per fame nel mondo), pluto-giudaico-massoniche, un servo del Palazzo, un »per conto terzi , cioè un killer.

Da trenta anni certo pcismo eccelle in questa cultura e in questo »giornalismo . Ne sanno qualcosa coloro che agli inizi degli anni '50 leggevano su "Rinascita" Roderigo di Castiglia, o latri, paragonare ai Mussolini o agli Hitler i Mario Pannunzio, i Nicolò Carandini e insultare puntualmente gli Ernesto Rossi.

Dieci anni fa, sulla stessa pagina dell'"Unità", a dieci settimane dalla data del referendum sul divorzio, venivo accusato di agire »per conto di Fanfani . Ero colpevole di volere quel referendum che oggi viene da tutti rivendicato come tappa di democrazia e vittoria civile. Volevo allora »impedire l'unità sindacale , »rompere l'unità dei lavoratori per portare alla sconfitta la sinistra . Il PCI era ancora mobilitato, per conto suo - o per conto di terzi poco importa - per impedirlo, con varie truffe.

Per finire, mi sembra sintomatico l'attacco all'"Avanti!",

colpevole di rompere l'omertà che TG1 e gran parte della stampa continuano ad assicurare ai collaboratori più forti e determinati della P2, attraverso le sue principali attività. E' un attacco anch'esso datato, di stile mafioso.

Una sorta di avvertimento: litighiamo pure su tutto, ma sulle accuse e sulla politica del partito radicale la regola del silenzio e dell'ostracismo deve continuare.

Il senatore Pecchioli deve dimettersi e il ruolo del PCI, specie con l'assalto al potere da parte della P2 in occasione del caso D'Urso (tanto per fare un esempio), deve essere portato alla luce e giudicato dai comunisti italiani, oltre che del resto del paese.

 
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