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Baget Bozzo Gianni - 10 gennaio 1985
La sinistra faccia la sinistra
di Gianni Baget Bozzo

SOMMARIO: Intervenendo nel dibattito su "Cos'è moderno in politica", Gianni Baget Bozzo ricorda che "nel mondo cattolico la mdernizzazione ha una lunga storia: civiltà moderna, cultura moderna, modernismo..." Ma, innanzitutto, quel che occorre è definire meglio il concetto di "moderno", di "modernità", che altrimenti risulterebbe troppo vago. In questo tentativo sarbbe però "arcaico" rifarsi a concetti come quello, marxiano, di struttura.

Cercando di interpretare i concetti di "destra" e di "sinistra", si può dire comunque che la destra "punta sempre al potere dei pochi", la sinistra invece punta all'"equità, all'eguaglianza". Per quanto riguarda il partito radicale, del quale egli non condivide tutte le battaglie, bisognerebbe, secondo Baget Bozzo, che esso desse "un senso di maggiore democraticità" rispetto alle stesse sua minoranze interne, come a volte non è accaduto. Il P.R. ha assolto ad una funzione storica negli anni '70, con i suoi grandi referendum. Alla sinistra, egli consiglierebbe in primo luogo la difesa dell'Europa, e i valori nuovi e vecchi che sono "caratteristici di queste terre".

(LA PROVA, Supplemento di discussione N. 1 - Notizie Radicali n. 3 del 10 gennaio 1985)

1. Nel mondo cattolico la modernizzazione ha una lunga storia: civiltà moderna, cultura moderna, modernismo. Moderno, in realtà, non è un concetto, perché è semplicemente un vettore, un'indicazione; in realtà di per sé moderno non indica niente, ciascuno può definire il moderno con le parole che vuole: moderno è una proposizione che può valere tanto quanto dire che adesso sono le quattro, una proposizione di carattere puramente cronachistico. Se deve diventare una proposizione di carattere culturale, bisogna dire che cosa si intende per moderno.

E' moderno solo ciò che vince? Allora, nel '33, Hitler era moderno e così via; moderno, quindi, va definito. E' moderno ciò che corrisponde al progresso? Ma allora va definito il concetto di progresso; quindi, modernizzare può significare il nulla; non credo, dunque, che si possa stabilire una nuova polemica, come quella famosa di Constant sulla "querelle des anciens e des modernes", la polemica degli antichi e di moderni; bisogna prima definire chiaramente che cosa si intende per modernità.

2. Bisognerebbe definire; curiosamente potrebbe sembrare marxismo puro: struttura, sovrastruttura; la definizione della struttura che è autopropulsiva è in sé una definizione chiaramente marxiana, la struttura marxiana è una struttura autopropulsiva. Insomma, che cosa abbiamo scoperto? il concetto marxiano, cioè la società civile che ha una dinamica rispetto a cui la politica, lo Stato è irrilevante; se guardiamo alle parole è proprio quello di cui si tratta.

Naturalmente non è questo il senso in cui viene usato in quel contesto a cui si fa riferimento; credo che in quel senso venga inteso come il fatto che, poniamo, le nuove tecnologie da sole produrranno il benessere, ma questo è discutibile; o che la nuova professionalità da sola emergerà in funzione di queste tecnologie, ma anche questo è discutibile, perché questa è una posizione incerta. In una situazione come questa, segnata dall'incertezza su tutte le possibilità, pensare che ci sia una cosa che si chiama struttura che vuole essere conosciuta... mi pare la cosa più arcaica, più paleonazista che ci è dato pensare.

Non credo, dunque che essa sia oggetto di un discorso rigoroso; può essere oggetto di un riferimento di un congresso, ma non mi pare possibile sia oggetto di teoria.

3. E' singolare; all'inizio degli anni '20 il fascismo si contrapponeva come movimento alla staticità della democrazia e dei partiti, quindi non è vero che la destra non è stata dinamica; penso alla destra non eversiva, a volte penso alla destra persino democratica, come è stato per esempio il gaullismo che in fondo salvò la repubblica in Francia. La dinamica, anche qui, può anche essere di destra, molte volte lo è stata; la sinistra può essere tante volte messa nell'angolo, ma questo non significa che cambino i ruoli e le funzioni. La destra punta sempre, in fondo, al potere dei pochi, la sinistra all'equità, all'eguaglianza, cioè in sostanza alla tutela dei meno forti; la destra ha sempre l'idea, in fondo, che il successo del forte giova a tutti, la sinistra, invece, che la tutela dei meno forti; la destra ha sempre l'idea, in fondo, che il successo del forte giova a tutti, la sinistra, invece, che la tutela del debole promuove il bene comune. Queste differenze radicali rimangono; anche se ci sono momenti

in cui gli uomini sentono di più il fascino della forza, altri in cui sentono maggiormente l'amore per la giustizia.

4. In questo sono d'accordo: la sinistra deve essere la sinistra, tanto più la destra è a destra.

5. Qualche volta io mi sono domandato se i radicali sono sempre stati una forza di sinistra, in certe circostanze me lo sono chiesto; alcune battaglie radicali io non le ho condivise; non ho condiviso, per esempio, la decisione di portare Tortora al Parlamento europeo, quella non mi è sembrata una battaglia di sinistra, tuttavia se c'è un radicalismo di sinistra, io credo che dovrebbe in primo luogo agire anche all'interno del Partito Radicale, dando un senso di maggiore democraticità e di maggiore rispetto per le minoranze di quello che non accade attualmente, e che ha condotto purtroppo a volte anche all'estromissione e alla divisione dal Partito Radicale. Il Partito Radicale ha svolto una funzione decisiva per la sinistra in Italia negli '70 e anche i grandi referendum sconfitti a cui ho partecipato sostenendo le tesi radicali (mi ricordo quello contro la legge Cossiga); in questo concordo che le battaglie per i referendum, per esempio, sono state grandi e importanti battaglie per il progresso della donna

, della vita civile, delle minoranze culturali e delle minoranze morali, se possiamo dire così. Alla sinistra, in primo luogo indicherei di difendere l'Europa, la qualità della sua vita, i valori di libertà, uguaglianza e fraternità che sono caratteristici di queste terre, e infine, in questo senso, nel suo profondo, la pace del mondo perché sono convinto che un'Europa separatista fra il dominio sovietico e l'egemonia americana sia inevitabile terreno di scontro fisico delle superpotenze.

 
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