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Pannella Marco - 20 marzo 1985
Verdi o azzurri, ma radicali
di Marco Pannella

SOMMARIO: Enzo Tortora, Pannella e ogni altro esponente nazionale radicale è disponibile a figurare in ordine alfabetico nelle prossime elezioni, per liste verdi, azzurre, civiche. Si è preoccupati di escludere simili candidature; come lo si era perfino di presentare le liste, e in alcune città si preferisce far liste di "indipendenti di sinistra" verdi invece che candidati nel Pci. Da "verdi" iscritti al Partito radicale non consideriamo con senso di colpa il nostro intervento, nè lo consideriamo indebita ingerenza.

(IL MANIFESTO, 20 marzo 1985)

A Torino, come altrove, Enzo Tortora e il sottoscritto, come ogni altro esponente "nazionale" radicale, siamo disponibili (e non: decisi al buio) a figurare in ordine alfabetico con capilista non iscritti in genere al Pr, in liste »verdi e »civiche , »azzurre , »civiche e »verdi .

Lo abbiamo comunicato da mesi puntigliosamente e non abbiamo cambiato opinione.

A Torino, come altrove, esistono »verdi che intendono affrontare con pienezza e nelle migliori condizioni un vero scontro elettorale, mirando a risultati politici oltre che elettorali, decisi a contendere ogni millimetro di territorio istituzionale alle altre forze con il massimo di energie, senza automarginalizzarsi e senza prepararsi ad operare come corrente esterna di questo o quel partito. Mi sembra normale, in tal caso, che si solleciti (e che non si faccia finta di temere) il massimo di apporto radicale.

In latre città, dove il Pr ha superato perfino il 10% dei consensi, si è preferito far liste di »indipendenti di sinistra verdi anzichè candidarsi all'interno del Pci, pur di non rischiare un successo che avrebbe poi rischiato di far di questa o quella chiesuola una forza politica (anche se non partitica) popolare e democratica, sconvolgendone abitudini e interessi.

Qui, in genere, si è preoccupati di escludere candidature nazionali radicali, dimenticando o facendo finta di dimenticare che proprio queste erano risultate le più popolari, le più ancorate ai sentimenti e alle speranze di decine di migliaia di loro concittadini. Essi sapevano perfettamente che gli elettori sarebbero stati comunque dei non-radicali, come tutta la storia del Pr dimostra e prova. Ma ciascuno ha diritto di scelta e di essere rispettato per le sue scelte.

Da »verdi iscritti al Pr come siamo (ci auguriamo che nessuno voglia contestare la nostra piena - se non prioritaria - appartenenza al verde politico) abbiamo tentato di secondare la decisione di consentire a tutti gli elettori italiani la possibilità di scegliere il voto verde, anzichè lo sciopero del voto o voti ai partiti tradizionali, con la presentazione di liste regionali.

Si è fatto tutto per impedirlo, impedendo in tal modo di contare probabilmente sull'assegnazione di spazi televisi nazionali, pubblici e privati. Vi sono ancora dei verdi che stanno tentando di andare nella direzione opposta. Sarebbe una indebita ingerenza, una »strumentalizzazione radicale, l'aiutarli?

Nella cronaca odierna dell'assemblea torinese, assolutamente tendenziosa, non a caso si inventa la menzogna dei "capitalisti" radicali, e si tace l'impegno di ambientalisti pro-natura e di altre componenti ecologiste a favore della soluzione adottata, facendo invece un puntiglioso elenco dei pedigree di coloro che sono andati in minoranza.

Ma caro direttore, questo puntuale modo di »informare del "manifesto", da Napoli a Torino, o Bari, a cosa, a chi mai può servire? Davvero non lo capisco. Cordialmente.

 
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