di Francesco RutelliSOMMARIO: Sono state confermate le previsioni radicali sul fallimento dei movimento pacifista mobilitato esclusivamente contro gli euromissili e sulla "paura dell'atomica", disattento invece verso il riarmo convenzionale, il totalitarismo sovietico, lo sterminio per fame nel sud del mondo. Nella Convenzione di Amsterdam si è dichiarata chiusa questa stagione che ha portato solo frustrazione e sconfitte. Compito del Pr è rilanciare e far progredire un pensiero nuovo in materia di sicurezza.
(NOTIZIE RADICALI, 16 luglio 1985)
Per cinque anni, il pacifismo egemonizzato dal partito comunista ha convocato marce oceaniche, convegni internazionali, assemblee di "Comitati per la pace" dalle quali noi radicali dopo aver tentato, in una prima fase, di esercitare dialogo e convinzione politica, ci siamo ritirati con una durissima polemica pubblica. Oggi tutte le nostre ragioni si dimostrano giuste, le nostre previsioni esatte: con la definitiva installazione degli euromissili il pacifismo europeo, nella Convenzione per il disarmo nucleare di Amsterdam, ha dichiarato chiusa questa stagione che ha portato solo frustrazione e sconfitte; i residui Comitati per la pace italiani, ridotti ad un piccolo gruppo con larga prevalenza di funzionari di partito, annunciano di aver avviato "un processo autocritico".
I punti essenziali di questa discussione sono proprio quelli sollevati dai radicali nella loro polemica: l'eurocentrismo, la mera "paura dell'atomica", la disattenzione al folle riarmo convenzionale, la trascuratezza verso il totalitarismo sovietico, la mancanza di un progetto propositivo credibile.
In questi cinque anni, però, il pacifismo di impronta neutralista, degna riesumazione dei movimenti anti-nucleari e pro-sovietici degli anni '50, non è stato da solo sulla scena: in alternativa ad esso si è imposta una nuova priorità nella coscienza di grandi aree di pubblica opinione, un nuovo modo di pensare e di agire per la pace e la vita, attraverso le grandi e concrete campagne contro lo sterminio per fame. Compito del Pr è anche quello di rilanciare in maniera incisiva la battaglia contro la militarizzazione e per il disarmo e di far progredire un pensiero nuovo in materia di sicurezza. Innanzitutto siamo mobilitati sui due grandi temi dell'obiezione/affermazione di coscienza in Europa e contro la produzione e il commercio delle armi, su cui sono già avviate importanti iniziative legislative e popolari, e che proponiamo nuovamente come terreno di lotta e di aggregazione civile, democratica e nonviolenta.