di Marco PannellaSOMMARIO: I giornalisti che hanno avallato ed amplificato il castello di false accuse contro Enzo Tortora devono oggi ottenere a tutti i costi la sua condanna per evitare la propria condanna morale e civile. Per questo adesso accusano perfino i radicali di essere assenti dal processo.
(REPORTER, 4 settembre 1985)
La solita banda di manigoldi che da due anni è assurta alle prime pagine dei giornali, in varia forma, usando il "traino" della popolarità di Enzo Tortora e della sua presunta colpevolezza fondata sulle loro falsità, sembra tornare all'assalto.
La maggioranza dei giornalisti e degli operatori, in buona fede, ma in colpevole superficialità, si lascia trascinare da questi opinion-leaders di stampo camorristico.
Sicchè subito la ripresa del processo serve al vecchio obiettivo: restare nelle prime pagine, ottenere che la condanna di Tortora, colpevole di essere innocente, sia acquisita almeno nella opinione pubblica, per evitare la propria condanna morale, civile, se non anche alla fine penale.
Per creare l'atmosfera, tutto è buono: i radicali sarebbero assenti, come se non fossero stati presenti altro che eccezionalmente in passato; sarebbe mancata perfino Radio Radicale, mentre era presente il suo direttore Massimo Bordin, oltre che i collaboratori che sono stati i soli ad assistere a tutte le sedute dei tre "tronconi", non solo del primo; si assicura, grazie alla organizzazione assicurata anche ieri dal Tribunale, l'udienza preliminare e ufficiosa con quei colloqui fra giornalisti e imputati detenuti (ancorchè pentiti) che sono contro leggi e norme, come il Presidente stesso ebbe a decretare quando ad essi partecipò Marco Taradash; si liquidano con poche righe le arringhe dei difensori, e si dedicano colonne intere per lanciare il libro di Gianni Melluso, scritto da una parente di un potentissimo magistrato napoletano, almeno all'inizio...
Infine, tutti sembrano d'accordo nel dare per acquisito che i radicali e i socialisti ebbero torto poichè, chiaramente, i diritti della difesa non sembrano in questa fase compromessi. Bella logica di guano.
Radicali e socialisti sono riusciti ad impedire che il Presidente Sansone imponesse la tenuta di 19 arringhe in una sola udienza, la chiusura del processo dibattimentale e l'entrata in Camera di Consiglio entro il 31 luglio, da lui decretate.
Quindi, se questa aberrazione non s'è realizzata, i socialisti ed i radicali non c'entrano...
In realtà, poi, i diritti della difesa non sono ugualmente vanificati se è vero come è vero che le "udienze parallele" servono a questo.