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Pannella Marco - 14 dicembre 1985
Chi si vergogna della P2
di Marco Pannella

SOMMARIO: Rivolgendosi a "il manifesto" perché impedisca che il dibattito alla Camera sulle conclusioni della Commissione parlamentare sulla P2 si riduca a poco più di un giorno, Pannella riconferma il suo giudizio a proposito della convergenza tattica fra P2 e Pci, della inaccettabilità della testi, sostenuta da una parte della magistratura, che attribuisce a Gelli il ruolo di unico regista dei crimini eversivi di questi anni.

(IL MANIFESTO, 14 dicembre 1985)

Caro "il manifesto",

la Camera dei deputati si è infine decisa a discutere le relazioni della Commissione Anselmi sulla P2. Intende farlo per poco più di un giorno, mentre la Commissione Bilancio affronterà la legge finanziaria, contestualmente a un dibattito sull'Europa che vedrà impegnato direttamente il ministro degli esteri. Il dibattito -datecene atto - sembrerebbe organizzato da Licio Gelli e non dai suoi presunti "nemici", non dalle istituzioni repubblicane.

Non pochi di voi, in privato ma anche in pubblico, hanno ritenuto che noi radicali ed io per primo dessimo i numeri quando a suon di fatti, di documenti, di eventi certi, di comportamenti precisi, puntuali quanto scandalosi, abbiamo dato una lettura degli anni P2-P38 come anni "non solamente" di formale "unità nazionale" nelle istituzioni, ma di convergenza tattica di P2, PCI, "P. Scalfari" per destabilizzare il disordine esistente e realizzare fino in fondo un nuovo ordine consociativo e "etico" nel nostro paese.

Ora vi chiediamo: può il manifesto, possono Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Valentino Parlato, e voi tutti, accettare e contribuire a far accettare che il Parlamento sia svuotato dalle forze politiche, annullato, per non affrontare questo dibattito, questo confronto ? Può accettare e far accettare che siano, in "supplenza", solamente i giudici, a partire dai singoli fatti criminosi, da una parte e - dall'altra - la stampa (così libera ed innocente, nel suo assieme, nei confronti degli anni della P2) a affrontare questo tema, trovare la verità, le complicità, le responsabilità dolose e diritte, colpose e indirette che - tutte - vengono ricondotte ad un solo deus ex machina: il promoteico Licio Gelli? Ma che valore hanno 77 tesi, e emendamenti, o astensioni, quando da Pietro Ingrao ed Alessandro Natta, da Pecchioli a Colajanni, tutti parlamentari liberi di esprimersi, il PCI tutto si limiterà a dire: "Io non c'ero; non vedevo, non sapevo, non udivo; non ci credevo quando gli altri urlavano, pubblicavano libri,

ne dibattevano in Parlamento"? E quand'anche fosse tutto questo fosse vero, come non è vero, come possono allora esimersi dal discutere ad alta voce, nei luoghi istituzionalmente deputati (e non solamente nel fare delle singole coscienze, come pure devono fare 55 milioni di "privati" nel nostro paese), per animare la democrazia, la Repubblica, il presente e il futuro, come sia stata possibile quella cecità, per quali meccanismi ideologici, culturali, politici, e per quali obiettivi - magari opposti - ma che portavano a quel che portarono e portano? E, comunque, perchè riformare - come si chiede - le istituzioni, quando qualsiasi istituzione democratica non può sopravvivere a questo trattamento e a questo comportamento di coloro che la abitano?

Già il grande dibattito sulla Lockheed, che pur riuscì ad instaurarsi, grazie soprattutto alla stampa ed ai giornalisti "radicali", in realtà fu monco della verità più importante, per una sostanziale complicità consociativa, per una "ragion di Stato" e politica che si volle scambiare con "senso dello Stato". Ma, vivaddio, almeno vi fu dibattito. Questa volta, invece, la Camera dovrà limitarsi a commenti marginali, compressi, delle burocrazie di potere dei vari partiti, alla relazione Anselmi, che com'è noto è relazione comune a tutte le forze di "unità nazionale" di allora...

Mancano pochi giorni al misfatto possibile e stabilito, all'ultimo, gravissimo confermarsi della politica e dei metodi che fecero della P2 forza vincente fin quando la buccia di banana della vita - invece che della morte - del magistrato D'Urso, aprì la via della sconfitta anzichè quella, ormai acquistata, del Governo con la P2 e della P2, a Licio Gelli.

Il Manifesto può impedirlo; se lo crede, provocando all'interno della sinistra e dell'area più vicina al PCI consapevolezza e assunzioni di responsabilità. Mi auguro che voglia farlo.

 
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