Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 22 nov. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Galli Giorgio - 23 febbraio 1986
Occhio ai radicali, Bettino
Le Opinioni

di Giorgio Galli

Puntare o no a elezioni anticipate? Il passato insegna che nei suoi calcoli il Psi farà bene a dare il giusto peso alla posizione del Pr

SOMMARIO: Il clima politico, caratterizzato dall'accentuarsi delle polemiche tra Dc e Psi, "ripropone il tema ricorrente di possibili elezioni anticipate". Occorre perciò una riflessione su due punti: riuscirà la DC a riconquistare la maggioranza centrista liberandosi del Psi, o piuttosto sarà il Psi a ottenere un risultato che ne confermi il "ruolo centrale"? In questa situazione, il Psi dovrebbe prendere in attenta considerazione il rapporto con i radicali. Si analizza poi i risultati conseguiti da Pannella e i suoi seguaci dal 1976 in poi, risultati che indicano come vi sia sempre un tre per cento di suffragi "che si spostano nell'area di sinistra..." a seconda delle indicazioni di una "cultura di sinistra, libertaria ed ecologista, della quale il p.r. è uno dei canali di comunicazione".

(PANORAMA, 23 febbraio 1986)

L'accentuarsi delle polemiche tra Dc e Psi rafforza le supposizioni di chi ritiene che neanche questa legislatura giungerà alla sua normale scadenza. Se, per le ragioni qui più volte esposte, sia De Mita che Craxi esitano di fronte al rischio di una frattura irreversibile, le ragioni del contendere tra i due partiti sono tanto numerose da farli oscillare tra una collaborazione sempre più forzata e tensioni ricorrenti. In questo quadro si inseriscono altri elementi di turbamento, quali l'improvvisa ricomparsa dei postumi della lotta armata con l'omicidio dell'ex-sindaco di Firenze, Lando Conti (Pri). Un fatto del quale quasi tutta la stampa ha rilevato la coincidenza con l'inizio del processo di Palermo, mettendo in luce antiche connessioni (Corriere della Sera, che si riferisce alla P2, alla malavita, ai banchieri corrotti, ai "servizi" deviati); sino a far dubitare della matrice dell'attentato (l'Unità).

E' dunque un clima che ripropone il tema ricorrente di possibili elezioni anticipate, nel 1986 o nel 1987, mentre cresce l'interesse per le elezioni regionali siciliane di giugno, dopo la "stagione dei congressi". La riflessione verte su due punti: la possibilità per la Dc di riconquistare una maggioranza centrista che porrebbe fine alla indispensabilità del Psi; la possibilità per quest'ultimo di ottenere un risultato che ne confermi il ruolo centrale al quale aspira nel sistema politico.

Nel valutare questa possibilità, penso che si debba prestare attenzione a quell'elettorato genericamente di sinistra e sostanzialmente libertario che ha dimensioni ridotte (attorno al 3 per cento), ma che è determinante per il successo dell'uno o dell'altro partito nella costellazione che con termine tradizionale si può definire progressista. E' un fenomeno che si è delineato da un decennio, da quando il partito radicale presentò proprie liste nel 1976, ottenendo solo l'1 per cento dei voti, comunque essenziali per la sopravvivenza del partito, come affermava allora lo stesso Pannella.

Allora i radicali formarono le liste dopo aver invano proposto al Psi (segreteria De Martino) di presentarsi in quelle socialiste. Quelle elezioni furono caratterizzate da una concentrazione dell'elettorato di sinistra verso il Pci (che toccò il massimo storico: 34,4 per cento). Ma all'insuccesso socialista che aprì la via alla segreteria Craxi (9,6 per cento) contribuì certamente la presenza radicale: la somma dei voti dei due partiti (10,7) è solo di poco più di un punto al di sotto del risultato socialista delle elezioni regionali dell'anno precedente (12 per cento).

Il problema si ripresenta a dieci anni di distanza: che cosa faranno i radicali in caso di elezioni anticipate? I buoni rapporti stabiliti col Psi in questi anni potrebbero suggerire una loro confluenza nelle liste del garofano. Il dibattito svoltosi al recente convegno di rifondazione degli "Amici della terra" (ecologisti di area radicale guidati da Rosa Filippini) potrebbe anche far pensare alla recente esperienza del 12 maggio (radicali nelle liste verdi o liste verdi civiche di ispirazione radicale, talvolta in concorrenza).

Nel corso del decennio i radicali sono infatti passati per scelte diverse. Il loro maggior successo (1979: 3,5 per cento) fu dovuto alla confluenza nelle loro liste di forze varie, unite dalla contrapposizione al compromesso storico e alla solidarietà nazionale (con aggregazione di elettorato che aveva votato Pci, visto che avanzarono, sia pure di poco, Psi e nuova sinistra). Nel 1983 (2,2 per cento) fu inventata la candidatura Toni Negri per denunciare la situazione nelle carceri, mentre veniva anche condotta una campagna per l'astensione o la scheda bianca. Nel 1984 nelle elezioni europee fu inventata, sempre per problemi connessi alla giustizia, la candidatura Tortora, che permise la parziale confluenza di un voto liberale che portò il consenso allo stesso livello del 1979. L'anno scorso i radicali non si presentarono, ma le liste verdi presenti solo in parte del territorio nazionale e spesso improvvisate raggiunsero l'1,7 per cento dei voti. Probabilmente anche il Psi trasse vantaggio dalla mancata prese

nza del Pr, come sempre nelle elezioni amministrative (si è visto) dal 1975 in poi.

Se si tiene presente questo quadro evolutivo, risulta confermata la presenza di circa il 3 per cento di suffragi che si spostano nell'area di sinistra o in parte possono confluire nel "non voto": schede bianche o nulle) a seconda delle indicazioni di una cultura di sinistra, libertaria ed ecologista, della quale il partito radicale è uno dei canali di comunicazione. E si tratta di quel 3 per cento di voti che ormai da un decennio nelle elezioni politiche separa il Psi dal risultato sperato (verso il 15 per cento) che dovrebbe giustificarne la pretesa di centralità nel sistema politico.

Se infatti il Pr si presentasse direttamente (magari con qualche nuova "invenzione") o attraverso verdi e "Amici della terra", per il Psi l'acquisizione in tutto o in parte dell'elettorato dianzi individuato sarebbe difficile. Se il Pr rinunziasse a presentarsi (od ottenesse qualche collocazione nelle liste del garofano) quel risultato sarebbe più facile. Penso sia un fattore destinato a influire sulle scelte dei prossimi mesi.

 
Argomenti correlati:
elezioni
pannella marco
dc
stampa questo documento invia questa pagina per mail