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Negri Giovanni - 11 marzo 1986
RAI - ESPOSTO-DENUNCIA
di Giovanni Negri

SOMMARIO: Esposto-denuncia in data 11 marzo 1986, a firma Giovanni Negri, relativo a violazioni commesse da Zavoli ed Agnes nell'esercizio dei poteri di ordinaria amministrazione loro delegati dal Consiglio d'Amministrazione RAI (concessione di una gratifica ad alcuni dipendenti). Zavoli ed Agnes alla fine dell'anno trovando nel bilancio un attivo non previsto hanno concesso un premio produttività ed una gratifica speciale ad un numero imprecisato di impiegati che ammonta ad oltre 20 miliardi: questa operazione esula dai poteri dei suddetti perché il Consiglio d'Amministrazione aveva delegato il Presidente ed il Direttore Generale a compiere gli atti necessari per il regolare andamento della gestione aziendale il 21-11-85, in attesa del nuovo Consiglio d'Amministrazione.

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Roma, 11 marzo 1986

Al Signor Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma

Il sottoscritto Giovanni Negri, segretario nazionale del Partito Radicale, domiciliato per la carica presso la sede del Partito in Roma, Via di Torre Argentina 18, espone quanto segue: alla fine dello scorso anno il Presidente della Rai Sergio Zavoli ed il Direttore generale della Rai Biagio Agnes hanno deliberato di liquidare un attivo di bilancio non previsto concedendo un premio di produttività a una larga parte dei dipendenti ed una gratifica speciale ad un numero imprecisato di dirigenti ed impiegati. Ciò sarebbe avvenuto nell'esercizio dei poteri di ordinaria amministrazione delegati a Zavoli ed Agnes dal Consiglio di Amministrazione della Rai che è, come noto, in regime di prorogatio ormai da molti mesi. La delibera, con cui vennero delegati i poteri del Consiglio, è stata assunta dal Consiglio d'Amministrazione il giorno 21 novembre 1985; essa delegava al Presidente e al Direttore Generale i poteri residui del Consiglio stesso, e cioè quelli relativi alla ordinaria amministrazione. L'elargizione disp

osta da Agnes e Zavoli a favore dei dipendenti della Rai e le altre gratifiche speciali ad alcuni dirigenti sono costate alla Rai una somma superiore ai 20 miliardi di lire. Tali elargizioni non rientravano nella sfera dei poteri loro delegati, che gli consentivano di provvedere solo ad atti di ordinaria amministrazione. Viceversa, come è evidente, il contenuto della deliberazione assunta da Zavoli ed Agnes esula dalla ordinaria amministrazione sicché può configurarsi la commissione, da parte loro, di un abuso penalmente rilevante, specie se si tenga conto del fatto che la legge 4 febbraio 1985 n.10 recante disposizioni urgenti in materia di trasmissioni radiotelevisive dispone che il Direttore generale operi "secondo le direttive fornite dal Consiglio di Amministrazione". E' di tutta evidenza che la determinazione di spendere un imprevisto attivo di bilancio nel modo detto vada assunta dal Consiglio d'Amministrazione e non dal Direttore generale, come invece è stato. A ciò si aggiunga che lo stesso Consigli

o d'Amministrazione aveva delegato il Presidente e il Direttore generale a compiere gli atti necessari per il regolare andamento della gestione aziendale il 21/11/1985, in attesa dell'insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione, nominato il 14 dello stesso mese, sicchè quella delega doveva considerarsi limitata nel tempo e così era stata intesa dal Consiglio d'Amministrazione stesso. Quanto sopra riportato è stato tratto da un articolo pubblicato sul numero di febbraio 1986 del mensile "Prima Comunicazione" il più importante nel settore delle comunicazioni di massa, che si allega in fotocopia al presente esposto. Dal momento in cui è stato delegato sino ad oggi sembra che il Direttore Generale abbia assunto tutta una serie di altre delibere ed abbia svolto atti di disposizione di varia natura e per somme di grande entità. Ciò, a parere dello scrivente, rileva penalmente stante la natura di pubblici ufficiali dei dirigenti Rai, controversa in dottrina e pur tuttavia meritevole di essere finalmente acc

larata poichè appare sempre più improcrastinabile la esigenza che gli atti ed i comportamenti dei dirigenti della Rai nell'amministrazione del servizio pubblico radiotelevisivo possano essere ricondotti alla responsabilità del pubblico ufficiale, dato che il monopolio televisivo è attività svolta nell'interesse della collettività e trattandosi quindi di funzione concernente attività di pubblico interesse. Tanto lo scrivente comunica alla S.V. perchè, accertati i fatti, ed ove ritenga che nell'attività svolta dai predetti Zavoli ed Agnes si configuri la commissione di reati, Ella voglia procedere penalmente a loro carico. Si chiede altresì che la S.V. nell'intraprendere le indagini di cui sopra voglia acquisire tutte le delibere assunte dai predetti con i poteri del Consiglio d'Amministrazione dalla data del 21 novembre 1985 sino ad oggi e voglia estendere le proprie indagini circa la legittimità dell'attività svolta sino ad oggi dallo stesso Consiglio d'Amministrazione dal momento in cui è entrato in regime

di prorogatio, attraverso la acquisizione di tutte delibere del Consiglio stesso.

Si allega al presente esposto-denuncia fotocopia dell'articolo titolato "La zuffa" pubblicato sul numero di febbraio 1986 del mensile "Prima Comunicazione".

 
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