SOMMARIO: L'appello del Partito radicale per la difesa dei referendum.
(Notizie Radicali n· 89 del 17 aprile 1986)
Da anni ci troviamo pressoché soli a denunciare che nel nostro paese è scomparsa ogni traccia di legalità, di certezza del diritto; a denunciare che non c'è democrazia ma, sotto false sembianze democratiche, una degenerazione partitocratica e corporativa del nostro sistema costituzionale. Per questo abbiamo promosso campagne di sciopero del voto alle elezioni politiche del 1983, e in successive occasioni elettorali. Per questo abbiamo deciso di non votare noi stessi in Parlamento. Per anni siamo stati soli a lottare politicamente in Parlamento e con i referendum per l'ecologia, l'ambiente, la qualità della vita.
Il fatto che, per la riconquista di alcuni aspetti della legalità di uno Stato di diritto, scendano ora concretamente in campo altre forze politiche, socialiste e liberali, è per noi motivo di speranza. Così come è per noi motivo di forza e di speranza il fatto che questa volta un impegno direttamente politico sia assunto dalle associazioni ambientalistiche. Saremo dunque, come sempre e più che mai, impegnati per il successo di questi referendum. E ti chiediamo di non disperdere, ma di raccogliere, con la tua firma, con il tuo sostegno, anche finanziario, con il tuo impegno, questa forza e questa speranza.
Nello stesso tempo abbiamo il dovere di dirti che questi referendum sono necessari, ma non sufficienti. Che da soli rischiano di non bastare, di non servire, o di giungere troppo tardi.
Abbiamo il dovere di dirti che il cammino della democrazia perché non siano impediti dalla disinformazione e dalla censura, o scippati come è già avvenuto in passato dalla Corte Costituzionale, o barattati o svenduti in Parlamento come merce di scambio per un po' di potere in più, è impervio e difficile. C'è bisogno di te e della tua firma. Ma c'è bisogno della tua attenzione, del tuo impegno.
Noi, il Partito radicale che siamo, di qualche migliaio di iscritti, non saremo sufficienti ad impedirlo. E, se sei socialista o liberale, o semplice cittadino, non fidarti del senso comune: non basta per impedirlo neppure essere partito di governo, neppure essere il partito del presidente del Consiglio. Socialisti e liberali, ma anche presidenti della Repubblica e presidenti del Consiglio, sono stati trattati come radicali ogni volta che scendevano in campo in difesa della legalità costituzionale e contro l'arbitrio, per una giustizia giusta e contro l'ingiustizia dell'emergenza, per la correttezza dell'informazione e contro il continuo massacro di democrazia che viene compiuto ogni giorno attraverso la televisione di Stato.
Per questo ti chiediamo di aiutarci a firmare e far firmare i cinque referendum.
Ma ti chiediamo anche di impegnarti da subito per affermarli e difenderli. E di prestare attenzione a quanto diciamo, anche in questo giornale, sulle condizioni della nostra democrazia.