SOMMARIO: CESSARE LE ATTIVITA' DEL PARTITO: ECCO COME. GIA' INVIATO A TUTTI GLI ISCRITTI, E RESO OGGI PUBBLICO, UN DOCUMENTO DELLA SEGRETERIA RADICALE. DUE IPOTESI DI CESSAZIONE (IMMEDIATA, A PARTIRE DAL CONGRESSO, OPPURE SCADENZATA NEL TEMPO) E DIVERSI SCENARI POSSIBILI. DICHIARAZIONE DI GIOVANNI NEGRI: "CI OCCORRE, OCCORRE AL PAESE UN GRANDE CONGRESSO RADICALE. SARA' IL PIU' SERIO, PUNTUALE, INTRANSIGENTE ATTO DI ACCUSA DEL REGIME PARTITOCRATICO E DELLA ILLEGALITA' CHE ESSO PRODUCE. DECISIVO IL PERIODO CHE CI SEPARA DAL CONGRESSO: A OGNI ISCRITTO CHIEDO DI PROCURARE UNA NUOVA TESSERA, PER DECIDERE TUTTI INSIEME SE LA SALVEZZA DELLE RAGIONI E DELLE SPERANZE PER LE QUALI SIAMO RADICALI NON COMPORTI LA DECISIONE DI CESSARE LE ATTIVITA' DI QUESTO PARTITO".
(NOTIZIE RADICALI N. 190, 16 agosto 1986 - EDIZIONE STRAORDINARIA SULLA CESSAZIONE DELLE ATTIVITA' DEL PR)
Roma, 16 agosto-NR-Il documento che la segreteria federale del Partito Radicale ha deciso di rendere oggi pubblico è già stato inviato a tutti gli iscritti: esso rappresenta la base di lavoro e di dibattito sulla cessazione delle attività del partito. La scelta definitiva, nel merito, sarà come noto assunta dal Congresso che si svolgerà a Roma dal 29 ottobre al 2 novembre.
Portando a conoscenza degli iscritti il testo del documento, il segretario radicale Giovanni Negri ha affermato: "Ci occorre, occorre al Paese un grande congresso radicale: sarà il più serio, puntuale, intransigente e drammatico atto d'accusa contro il regime partitocratico e l'illegalità che esso produce e che ormai attanaglia la vita civile e politica della nostra società. Nel momento in cui la cessazione delle nostre attività è una quasi-certezza, non essendo mutato alcunchè rispetto alla situazione che da anni denunciamo, diventa assolutamente decisivo l'impegno di ciascun radicale da oggi al congresso. A ciascun iscritto chiedo di procurare una nuova tessera radicale affinchè in molti, in quanti più numerosi possibile, si decida se la salvezza delle speranze e delle ragioni per le quali siamo radicali non comporti la scelta obbligata della cessazione delle attività di questo partito".
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Questo il testo integrale del Documento della Segreteria del P.R.
Dopo l'Assemblea degli iscritti la Giunta federale ha avviato, insieme al segretario, al tesoriere e ad un gruppo di lavoro ad hoc, la concreta messa a punto del progetto di "cessazione delle attività" previsto dalla risoluzione congressuale. Le linee generali del progetto saranno illustrate al Consiglio federale, la cui riunione è convocata per il 19/21 settembre: il progetto, così definito, sarà poi sottoposto al dibattito e al voto del 32· Congresso che si terrà a Roma dal 29 ottobre al 2 novembre. Nell'elaborazione del progetto il gruppo di lavoro si avvale della collaborazione del prof. Claudio Chiola e del prof. Massimo Severo Giannini, i cui contributi sono particolarmente preziosi per gli aspetti giuridici e statutari dell'ipotesi di cessazione: aspetti per nulla marginali, che condizionano notevolmente tutti i possibili sviluppi politici legati al progetto.
Il metodo di lavoro sin qui adottato è quello di preparare diverse ipotesi, diversi scenari di cessazione delle attività, confrontando poi la validità, l'efficacia, il rigore di ciascuno di essi, sottoponendoli alla informazione e al dibattito collettivo. E' quanto incominciamo a fare sin da questo numero di "Notizie radicali", affinchè ogni iscritto possa conoscere e giudicare le diverse "simulazioni" di cessazione, una delle quali a partire dal congresso dovrà avere tutti i requisiti di un progetto politico, giuridico e statutario effettivamente sceglibile e praticabile. Tutti gli scenari sono stati ovviamente messi a punto sulla base delle osservazioni formulate da Chiola e Giannini (vedi Nr n. 156) con dunque una particolare attenzione alla tutela del nome e del simbolo del partito. Gli scenari sin qui studiati partono da due grandi ipotesi fra loro diverse e alternative.
La prima (che per comodità chiameremo ipotesi A) prevede l'approvazione da parte del congresso di una mozione che dichiari l'immediata cessazione delle attività del Partito radicale, alla luce dell'impraticabilità di un'effettiva lotta democratica, del venir meno dei principii fondamentali del gioco politico, della certezza del diritto, di elementari regole di correttezza nell'amministrazione della giustizia, dell'informazione, della vita delle istituzioni.
La seconda (ipotesi B) si fonda invece su progetti di cessazione non immediata bensì scadenzata nel tempo, legata a puntuali e periodiche verifiche della situazione che si intende denunciare e ribaltare: qualora ogni verifica sia negativa si procede alla progressiva cessazione delle attività dei diversi organi del partito, sino alla cessazione totale e al conseguente scioglimento. Sulla base di questo grande "spartiacque" la Giunta ha formulato alcuni scenari. E' necessario peraltro precisare che non vi è al momento unanimità di opinioni e convinzioni nè rispetto a una delle ipotesi nè rispetto ai possibili scenari di attuazione: spesso si registrano anzi punti di vista assai distanti fra loro, come è comprensibile e giusto che sia, vista la portata e la delicatezza della questione affrontata. Gli scenari sono così riassumibili.
A1. Viene assunta la delibera di immediata cessazione delle attività. Iscritti, associazioni, parlamentari e organi del partito (eletti esplicitamente solo a tal fine) sono unicamente vincolati a tutelare il simbolo e il nome del Pr e ad informare sulle ragioni della cessazione del partito. Trascorsi 12 mesi dal congresso decade anche, insieme agli organi, l'opera di tutela del simbolo e del nome: il segretario decreta dunque lo scioglimento del Partito radicale. Gli organi del partito sono tenuti, nell'arco di questi 12 mesi, a convocare un congresso straordinario per un eventuale esame della situazione solo nel caso pervengano loro almeno diecimila richieste di iscrizione al partito.
A2. Delibera di immediata cessazione e identici vincoli e scadenze stabilite per gli organi del partito nell'ipotesi precedente. Ma al fine di evidenziare come la promozione delle eventuali 10 mila iscrizioni (con la conseguente clausola del congresso straordinario) non spetti agli organi del partito e possa solo derivare dalla volontà e della'iniziativa non dei radicali bensì di tutti coloro che effettivamente ritengono indispensabile il ruolo e la funzione del Pr, si prevede che la cessazione delle attività degli organi del partito sia interrotta nel momento in cui pervengono almeno 10 mila contributi finalizzati all'iscrizione (iscrizioni parziali). Qualora gli organi del partito riescano a convertire tali contributi in iscrizioni piene ha luogo il congresso straordinario. In caso contrario i contributi parziali vengono restituiti e allo scadere dei 12 mesi è decretato la scioglimento del partito.
A3. Delibera di immediata cessazione delle attività e identico "impianto" delle ipotesi precedenti. E' stata tuttavia affacciata l'esigenza che la tutela del nome, del simbolo (in pratica dell'identità e del patrimonio ideale del Partito radicale) proceda oltre la scadenza dei 12 mesi. Allo scadere del 12· mese dal congresso il segretario non decreta dunque lo scioglimento ma convoca un congresso ordinario con all'ordine del giorno, come unico punto, il dibattito e la delibera sulle modalità di tutela di simbolo e nome nel periodo successivo.
A4. Delibera di immediata cessazione delle attività, fondata tuttavia su una trasformazione del Partito radicale in "associazione chiusa" (ad esempio tre o cinque persone) che è statuariamente vincolata alla sola tutela del simbolo e del nome. Tale associazione, denominata Partito radicale, non può accogliere alcuna iscrizione. Qualora 10 mila cittadini facciano pervenire una determinata quota finanziaria esplicitamente finalizzata alla convocazione di un'Assemblea di rifondazione del Partito radicale, l'associazione è statuariamente obbligata ad indirla. Spetterà ovviamente all'Assemblea definire in seguito eventuali quote associative ed eventuali momenti deliberativi collettivi (congresso), nonchè gli ordinamenti sui quali reggersi. In tale ipotesi non viene decretato, dopo dodici mesi dal congresso, lo scioglimento: lo strumento dell'associazione chiusa è infatti finalizzato alla tutela di nome e simbolo, rispetto all'iniziativa di terzi, per il più lungo periodo possibile.
B1. Viene approvato un progetto di cessazione. In tale ipotesi esso è scadenzato esplicitamente sulle elezioni politiche generali, a qualsiasi data esse si tengano.
Il congresso elegge regolari organi di partito. Essi hanno il mandato di promuovere il tesseramento esclusivamente con l'obiettivo dei 10 mila iscritti, di conquistare un risarcimento dell'informazione televisiva per il ripristino dell'immagine del partito, di conquistare regole del gioco democratico e dell'informazione quanto meno nei 60 giorni precedenti le elezioni. Ogni due mesi (o a scadenza stabilita) si procede alla verifica del raggiungimento o meno di questi tre obiettivi politici: contestualmente a tale verifica - e qualora essa sia negativa - si procede a far cessare (secondo un calendario prestabilito) l'attività del partito nel suo insieme e dei suoi diversi organi.
Esempio: a dicembre cessano l'attività le associazioni. A febbraio il consiglio federale. Ad aprile la Giunta federale. A giugno il gruppo parlamentare e così via sino alla cessazione dell'attività del segretario e degli iscritti coincidente con la dichiarazione di scioglimento del partito.
In caso di elezioni anticipate il segretario è tenuto comunque a indire un congresso straordinario chiamato a valutare lo stadio delle tre condizioni politiche (iscrizioni, risarcimento, regole del gioco nell'informazione) che sono giudicate indispensabili al fine di concorrere alla competizione elettorale. In caso di elezioni non nel 1987, si dà luogo al congresso ordinario solo qualora sia stato almeno raggiunto l'obiettivo dei 10 mila iscritti, in assenza dei quali è decretato la scioglimento del partito.
B2. Viene approvato un progetto di cessazione, non fondato tuttavia sulla scadenza elettorale bensì sul termine cronologico dei 12 mesi. Il calendario di cessazione dei diversi organi è identico. In caso di elezioni anticipate il congresso straordinario è però convocato solo qualora si sia già verificata l'iscrizione di almeno 10 mila persone. Rispetto alla precedente ipotesi vi è in sostanza una differenza di opportunità politica: l'adozione cioè come punto di riferimento sul quale misurare il progetto di cessazione, non la scadenza elettorale ma l"ordinario" ciclo annuale di vita del partito.
B3. Viene approvato un progetto di cessazione, con identico "impianto" rispetto alle precedenti ipotesi, ma diversa calendarizzazione. Il punto di riferimento non è in tal caso nè la scadenza elettorale nè il ciclo completo dei 12 mesi bensì un termine molto più ravvicinato, affidato a valutazioni di opportunità politica. Viene in tal caso fissata una data (a titolo di esempio, il 31 dicembre 1986, o il 30 aprile 1987) entro la quale o vi sono 10 mila iscrizioni e adeguati mutamenti, in senso democratico, quanto meno dal punto di vista dell'informazione, oppure si procede allo scioglimento del partito (in alternativa, a un congresso straordinario con un unico punto all'ordine del giorno: dibattito e delibera circa la tutela del nome e del simbolo del partito).
B4. Tale ipotesi contiene in sè un ventaglio, quasi illimitato, di altri progetti di cessazione approvabili. I parametri sin qui utilizzati per misurare modalità e scadenze della cessazione (senza i quali si giunge allo scioglimento del partito) possono essere notevolmente estesi, senza limitarsi ai - pur già qualificanti - dati relativi all'iscrizione, al risarcimento informativo, al ripristino di regole certe nel mondo dell'informazione. Altri obiettivi possono essere individuati nei settori della riforma dei partiti, della riforma del sistema elettorale, della certezza del diritto, dell'amministrazione della giustizia, della tutela dell'istituto del referendum (e non sono che alcuni esempi).
Sulla base di queste due ipotesi (A/B) e dei quattro scenari di attuazione che per ciascuna sono stati individuati, è dunque avviato il dibattito relativo al "progetto di cessazione" che la risoluzione di Firenze ha chiesto al segretario e al tesoriere di sottoporre al prossimo congresso, affinchè possa essere adottato oppure respinto da altro, adeguato progetto di prosecuzione e sviluppo delle attività del Partito radicale.