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Panorama - 17 agosto 1986
Qui Radio Radicale: libertà d'insulto

SOMMARIO: Radio radicale è in enormi difficoltà economiche, si profila la chiusura. Per tentare d'impedirla, comincia un'estate di attività straordinaria per la vita di Radio radicale: sospesa la programmazione ordinaria, redattori, tecnici, collaboratori sono tutti impegnati a promuovere la fattiva solidarietà di chi può , con il suo intervento, garantire la vita di un organo d'informazione unico, di una radio che è Radio Parlamento, Radio Congressi, Radio Giustizia, Raio Italia. Su tre linee di telefono, gli ascoltatori di Rr possono registrare i loro messaggi di solidarietà, che vengono trasmessi poi senza filtri né censure, integralmente. Ma le telefonate di solidarietà sono una percentuale minuscola, contro migliaia di telefonate d'insulti che solo in parte sono rivolti ai radicali: terroni contro polentoni, tifoserie opposte, uomini e donne contro donne e uomini si scambiano insulti e minacce in quello che diventa presto il "caso" dell'estate, rivelando una realtà sotterranea di violenza e disperazione

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(PANORAMA, 17 agosto 1986)

Adesso è l'ora degli imitatori. Così, in diretta, telefona Ciriaco De Mita: "Gari amigi di Radio radigale". Oppure il colonnello Gheddafi, il leader demoproletario Mario Capanna, ma anche il comico Carlo Verdone e Vanna Marchi, che reclamizza le sue creme rassodanti. Telefonano da tutta Italia, a tutte le ore, un minuto a disposizione e la sicurezza che la propria voce sarà trasmessa nell'etere. Da quando, all'inizio di luglio, le trasmissioni di Radio radicale hanno cessato di funzionare e l'emittente legata al Pr ha chiuso i battenti in attesa di una soluzione che gli permetta di superare enormi difficoltà economiche, i microfoni trasmettono le telefonate degli ascoltatori. Messaggi che, inizialmente, dovevano essere di solidarietà. Ma che via via si sono trasformati in un gigantesco sfogatoio, in un'unica straordinaria trasmissione non-stop che concorrerà al "Premio Italia", il più importante riconoscimento della radiofonia.

Sono, al momento, circa 15 mila le telefonate registrate da quattro segreterie telefoniche con un ritmo di 1.000 al giorno. Complici il caldo, l'anonimato e la solitudine, "arriva letteralmente di tutto" racconta Rita Bernardini, redattrice di Radio radicale. E cioè non solo messaggi di incoraggiamento, che pure sono numerosissimi. C'è chi telefona per trasmettere il rumore del vento, chi fischietta, chi fa pernacchie, chi simula un orgasmo molto rumoroso, chi canta: da "Faccetta nera" a Eros Ramazzotti. Ci sono poi gli ascoltatori ripetitivi, quello che scandisce incessantemente, rivolto ai radicali: "Accattoni, parassiti, parolai". Oppure la donna che insiste: "La conosci quella del gatto/che voleva volare sul tett/sul tett/ sul/tett/sul tett" e giù per un interminabile minuto, come un disco incantato.

Non-sense, ma anche messaggi d'amore ("Cerco Carla, senza di lei non posso più vivere"), proteste per piccoli incidenti quotidiani ("Sono in campeggio e se n'è andata via la luce. Intervenite"), pubblicità ("Sono un commerciante: la mia panetteria è in via..."). E una valanga di insulti politici a tutti, ai partiti ma anche all'ascoltatore che ha appena telefonato.

Sesso e parolacce sembrano comunque i terreni più fertili. L'altra settimana è andata in onda una scenetta erotica a due in dialetto napoletano: lei ha difficoltà di penetrazione, lui dispensa consigli. Molto sfruttato anche il tema dell'omosessualità ("l'uomosessualità" come dicono parecchi ascoltatori). "Le accuse che i radicali sono tutti froci e lesbiche si sprecano" dice Rita Bernardini. Sugli esponenti più in vista vengono composte delle rime: "La Bonino ci fa un (...) / L'Aglietta che l'ha stretta". Mentre Enzo Tortora, ha telefonato un ascoltatore, "per far dire al pappagallo ``Portobello'' se lo (...) tutti i giorni".

"Pronto, ciao stronzi". Infinite le variazioni sul tema degli escrementi, in tutti i dialetti d'Italia, con prevalenza del romano. "Cari radicali, se vi sciogliete, da stronzi diventate cacarella". E infine, di conseguenza, le telefonate indignate di quelli che si scandalizzano per il turpiloquio nell'etere. Anche se non manca il padre di famiglia che dopo aver protestato ("Ho quattro figlie femmine in casa, non possono fargli sentire le vostre porcherie") lascia detto alla segreteria telefonica di Radio radicale: "Ora però sono uscite e ve lo posso strillare: vaffanculo!".

 
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