`Siamo le vittime designate della dittatura dell'informazione'di Paolo Guzzanti
SOMMARIO: Il resoconto di un'intervista in diretta attraverso l'emittente televisiva "Teleroma 56". La nuova sfida del Partito radicale: diecimila iscritti per continuare, o il Partito radicale si scioglie. Siamo vittimisti o la vittima dell'informazione? I rapporti con il Psi e il referendum sulla giustizia minacciato dalla "cupola" del potere: la Corte Costituzionale.
(LA REPUBBLICA)
(Intervista ``in diretta'' con il leader dei radicali. Si difende e attacca: ``Non sono un imbroglione, che finge di digiunare. Non sono l'uomo delle dimissioni facili''. Il partito non attira: ha meno di diecimila iscritti. Dall'amore col Psi nascerà un matrimonio?")
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ROMA - Pronto partito radicale? Vorrei chiedere un'intervista a Pannella: dove posso trovarlo? Dopo dieci minuti una telefonata di risposta: Pannella l'aspetta a Teleroma 56, via della Balduina 232, in diretta.
Come sarebbe a dire in diretta? Sì, proprio così: mi trovo seduto su una poltroncina girevole corredato da microfoni, davanti al leader dei radicali che indossa un vestito grigio chiaro, una camicia a righe azzurre e una cravatta color fucsia. E siamo effettivamente in diretta.
"Senta Pannella, la gente è colpita, sì, dal vostro annuncio di voler chiudere il Partito Radicale, ma più ancora dal fatto che lei va a fare il comico a "Drive In"; ed anche dalla vostra campagna di iscrizioni fra delinquenti e terroristi tutt'altro che pentiti."
"Quanto alla chiusura del Partito Radicale, dipenderà dal congresso che si sta per aprire. E lì vedremo. A "Drive In" ci sono andato e ne sono ben felice, perché attraverso quel baraccone io ho potuto finalmente raggiungere centinaia di migliaia di italiani che in altro modo mi hanno impedito di raggiungere...".
"...e questo è l'aspetto vittimistico di Pannella e dei radicali."
"Vittimistico? Ecco il problema: siamo davvero dei vittimisti piagnoni, oppure siamo davvero vittime? E io che razza di individuo sarei? Un imbroglione che finge di digiunare e invece mangia di nascosto, oppure uno che ha realmente sfidato la morte qui, in questo studio televisivo, con lo sciopero della sete"?
"Lei è anche quello delle dimissioni facili".
"Quanto alle dimissioni, io mi sono effettivamente dimesso due volte da deputato e l'ho fatto senza tornare indietro".
"Lei si è rimangiato recentemente le dimissioni da deputato dopo un incidente con Nilde Jotti."
"Io mi ero dimesso per protesta in seguito ad un macroscopico errore della presidenza della Camera. Visto che la stessa presidenza poi mi ha dato pienamente ragione, ho ritirato le dimissioni: non è che sia un maniaco delle dimissioni".
"Lei però sostiene che se sarete costretti a sciogliervi come partito, questo avverrà per colpa della congiura del silenzio in televisione e sulla stampa."
"Certo che lo sostengo. Nell'età dei `media', nella civiltà dell'informazione, la dittatura esiste quando l'informazione è espropriata, bloccata".
"Sta di fatto però che voi radicali avete colto clamorosi successi elettorali e avete fatto pienoni di consensi, in barba alle censure e alle congiure: come lo spiega?"
"Non ci lamentiamo del consenso che abbiamo nel paese. Ci lamentiamo, anzi denunciamo, che come partito ci viene imposto di chiudere. E' una forma moderna di pogrom, di persecuzione silenziosa. Le botteghe vicine alla nostra, come quella di "Dp", o quelle liberali, socialdemocratiche o repubblicane, hanno centinaia di migliaia di iscritti. Io parlo di iscritti, non del consenso delle opinioni. E un partito è come un'azienda: occorrono i militanti, la gente con la tessera che paghi l'iscrizione".
La magagna dell'informazione
"Forse la gente, pur amando i radicali e saltuariamente votandoli, non voglia di iscriversi al partito della rosa."
"No, non è questo. Se noi avessimo soltanto meno iscritti degli altri, lo capirei. Ma noi non abbiamo affatto iscritti. Non riusciamo ad arrivare neppure a diecimila. A proposito: perché non si iscrive anche lei? Se fra un partito piccolo come il nostro ed uno altrettanto piccolo, come democrazia proletaria o altri, la differenza nel numero degli iscritti ha proporzioni di queste dimensioni, allora vuol dire che la magagna sta altrove: sta nell'informazione".
"Via Pannella, adesso esagera. I telegiornali, paludati e ufficiali finché vuole, riferiscono compitamente tutti i comunicati di partito, compresi i vostri."
"Quella è un'altra truffa. Hanno deciso di non far conoscere le nostre opinioni, le nostre decisioni, mandando in onda la nostra voce: le nostre parole vengono riassunte da un giornalista televisivo con il lessico macchinoso del giornalismo televisivo, bollite e incomprensibili".
"Lei ha detto in trasmissione di avere appena visto Craxi. E poi che tutte le volte che Craxi la cerca lo fa con grande urgenza. Ed ha anche aggiunto che ha potuto varcare i cancelli della Rai soltanto in un'occasione e grazie ad un blitz di Claudio Martelli. Allora le domando: questo amore con il Psi di Craxi sta diventando un matrimonio?"
"Bisognerebbe chiederlo a Giovanni Negri e a Claudio Martelli. Le dirò che anch'io sono curioso di sapere a che punto sono i rapporti fra i nostri partiti. Ma credo che non siano mai stati così consistenti, seri e positivi come sono adesso. Devo aggiungere che abbiamo rapporti seri e positivi anche con altri partiti, come il liberale e il socialdemocratico, anche se non sono altrettanto consistenti".
"Il grande amore con il Psi è sbocciato sul terreno dei referendum sulla giustizia."
"Sono sicuro che quei referendum, se il partito radicale si dovesse sciogliere, non si faranno più. Interverrà la cupola..."
"Chi interverrà?"
"La cupola. La cupola del potere è la Corte Costituzionale. E alla peggio faranno come per gli altri referendum: faranno in modo che la gente non ne sappia niente e così andrà a votare contro".
"In altre parole, se gli italiani non votano come i radicali prevedono, o sperano, questo vuole dire che la gente è male informata. E' così che la pensa?
"Io dico che se c'è una cosa che noi radicali conosciamo bene è proprio la gente. Lo abbiamo dimostrato con il divorzio, quando tutti, comunisti in testa, ci asfissiavano con la loro previsione di una sconfitta; e lo abbiamo dimostrato con l'aborto. La gente, se fosse informata davvero voterebbe contro l'ergastolo, stia tranquillo".
"Lei non pensa piuttosto che l'elettorato italiano sia su certi temi profondamente conservatore e talvolta persino reazionario?"
"No, non lo credo affatto. E' falso. E infatti io voglio proprio rivolgermi ai compagni radicali al congresso, per dirgli: state attenti. State attenti perché andare avanti così, con il partito radicale in queste condizioni, significa esporsi anche al rischio di sentirsi dire che il nostro è un paese che vota contro l'abolizione dell'ergastolo. E invece il paese non c'entra niente: c'entra semmai una banda di malfattori che impedisce alla gente di scegliere. E lo fa impedendo che circoli altra informazione che non sia quella di regime".
Lo sciopero del voto
"Tuttavia i suoi compagni di partito sono stati ricevuti dal nuovo presidente della Rai."
"Che cosa abbia detto Manca ancora non lo so perché arrivo adesso da Bruxelles. Vedremo. Io so che abbiamo proposto di smilitarizzare la Guardia di finanza prima dello scandalo di Lo Prete. E ci chiusero la bocca. Il generale Mino, comandante dei carabinieri, che ci approvava, morì in un incidente sospetto. Noi urliamo la verità ma ci annegano nel silenzio".
"Che farà lei, Pannella, se il partito radicale chiudesse davvero bottega?"
"L'unione felice e monogamica con il partito radicale, durata trent'anni, allegra e rabelaisiana, non è ripetibile fuori o altrove. Non so che cosa sarà di me. Chissà... forse capitanerò una campagna per lo sciopero del voto".
"Ha rimpianti?"
"No. Direi che ho fatto tutto il lecito e il decente per consentire a tutti di scegliere meglio".