di Marco PannellaSOMMARIO: La denuncia dell'informazione diffusa dalla Rai a proposito del dibattito parlamentare sull'Opus Dei. "Non una parola sui testi e motivi delle interpellanze e delle interrogazioni. Insomma, il parlamento viene evocato e mostrato come "contenitore" dell'azione e del pensiero del governo; ai deputati ed alle forze parlamentari vengono negati perfino volti, nomi e tesi".
(Il Manifesto, 26 novembre 1986)
Signora presidente, per carità di patria e di Parlamento da tempo mi sono convinto che né lei né alcun suo collaboratore istituzionale o politico conoscano l'informazione della Rai-Tv se non per sentito dire. Più o meno come me, anche se il "sentito dire", per me, consiste nell'analisi e nella lettura dei "volumi" prodotti dal centro di documentazione di "Radio Radicale", per unanime riconoscimento, indiscutibili e unici.
Ma ieri sera, in sala stampa, ho udito e visto l'"informazione" che "Tg2" ha dato sui lavori parlamentari d'aula, sulla risposta del governo alle interpellanze sull'Opus Dei e le repliche dei deputati.
Sul video sono comparsi l'aula vuota e il ministro Scalfaro. Il giornalista Colavolpe ha sintetizzato i concetti di fondo della risposta del governo, apologia della libertà religiosa e dei diritti civili e costituzionali. Sul video è scomparsa l'aula e lo speaker-giornalista ha riferito che i deputati democristiani si sono detti soddisfatti, comunisti e indipendenti di sinistra sono stati più problematici mentre i radicali più insoddisfatti. Non una sola immagine, non un solo nome di deputato, non un solo concetto. Non una parola sui testi e motivi delle interpellanze e delle interrogazioni. Insomma, il parlamento viene evocato e mostrato come "contenitore" dell'azione e del pensiero del governo; ai deputati ed alle forze parlamentari vengono negati perfino volti, nomi e tesi. Al governo si attribuiscono affermazioni ineccepibili, alla Dc consenso, al Pci perplessità ed al Pr contrarietà. E' tutto.
Si tratta di un pezzo da antologia di abrogazione, di insulto e di vilipendio del parlamento e dei parlamentari, oltre che della informazione e della verità. Lo moltiplichi per mille, per tutti i giorni dell'anno e avrà il risultato naturale sulla "centralità del parlamento", sulla cultura e azione di letterale sovversione dell'ordinamento repubblicano. Solamente se e quando il governo, grazie a qualche imboscata, va in inutile minoranza, il parlamento torna ad essere, per un istante, soggetto di azione e di responsabilità. Gli unici soggetti di informazione, insomma, sono i "franchi tiratori": soggetti ideali perchè non hanno volto, nome, non fanno dichiarazioni, non possono rettificare, e non sono responsabili verso nulla e nessuno.
Per anni, e anni, e anni, abbiamo tentato di ottenere che la commissione parlamentare di vigilanza intervenisse. Ma sempre più essa non esiste che per tradire la legge e il parlamento, per ubbidire alla partitocrazia ed alle oligarchie, a cosche e camorra di ogni tipo purchè, oggi - di rito avellinese e dintorni. La sua presidente era nota soprattutto come santa donna; e come tale ci auguriamo passi alle cronache, che restino dimentiche della sua opera di parlamentare.
Il guaio è, signora presidente, è presidente della camera. Se il nostro Palazzo, in qualche sua parte, è materialmente imbrattato, e gli imbrattatori sono lasciati indisturbati, e le agenzie ora addette alle pulizie non lavano lo sporco, è o sarebbe grave.
Se la camera, i deputati, le funzioni costituzionali ed istituzionali vengono da anni, ormai da lustri, in ogni ora, ridotti a zerbino di tutti, della Rai-Tv, dei governi, dei partiti davanti all'intero paese, nelle case dei cittadini, e lei tace, o qualche volta emette un sospiro o un leggero brontolio, lei - e quanti altri partecipano al governo della nostra istituzione - ne diviene corresponsabile e complice.
Volutamente sono partito, per dirle pubblicamente questo, da un episodio marginale quanto inequivocabile, e appunto per questo del tutto esemplare, accaduto sotto la testata della Rai-Tv che ritengo la più decorosa e onesta, da qualche tempo, e ad opera di un giornalista che non appartiene certo alle schiere dei più scatenati zeloti del potere e dei suoi boiardi.
Quindi, signora presidente, prenda atto che quando si occupa un posto come il suo, come non si può ignorare la legge, così non si può ignorare l'informazione di Stato, se non con il rischio certo di nutrire in tal modo disinformazione e sovversione.