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Pannella Marco - 29 gennaio 1987
Le scelte dei radicali
di Marco Pannella

SOMMARIO: I radicali dimostrano, attraverso le loro scelte di autofinanziamento, che è possibile fare politica in modo pulito. La rinuncia ai "portaborse" parlamentari.

(Il Giornale, 29 gennaio 1987)

Caro direttore,

il Partito Radicale ha deciso di non usufruire degli "assistenti parlamentari", impietosamente designati come "portaborse". Sono oltre trecento milioni l'anno cui rinuncia il più povero dei partiti italiani. Resteranno all'erario.

Ma quanti sanno che il Partito Radicale, in realtà, non usa del finanziamento pubblico dei partiti, "smistandoli" a Radio Radicale, soggetto giuridicamente autonomo, che dà un "servizio pubblico", e non privato e partitocratico, come tutti gli riconoscono? Quanti sanno che non ci è possibile "rinunciare" sic et simpliciter a quel finanziamento, perchè non tornerebbe nelle tasche del contribuente, né allo Stato, ma sarebbe spartito fra gli altri partiti?

Quanti, ancora, sanno che è per onestà che i radicali non si presentano alle elezioni locali, municipali, provinciali, regionali, perchè fin quando non vi sarà un sistema maggioritario in queste sedi, partiti minori o intermedi non possono che far sottogoverno o sterile polemica; e spartirsi finanziamenti indiretti per i loro partiti, infinitamente più importanti che il "finanziamento pubblico" ufficiale e nazionale?

Quanti sanno che nei rarissimi casi in cui abbiamo ritenuto di dover partecipare a Consigli Comunali, abbiamo rinunciato a "assistenti", macchine, uffici, danaro, e altri vantaggi?

C'è qualcuno che sappia, per esempio, che abbiamo rinunciato financo agli scrutatori nei seggi elettorali, lottizzati anche quelli, e ferocemente, chiedendo che fossero sorteggiati fra i disoccupati, o in modo analogo?

V'è qualcuno che sappia che il solo Partito Radicale non ha, rifiuta di avere, nelle Usl e nelle banche, alla Rai-Tv e nei sindacati e cooperative, anche un solo posto di usciere, così come nelle Aziende pubbliche, parapubbliche, nazionali o municipali che siano?

Tu sei forse l'unico, in Italia, a ricordare ogni tanto questa "onestà" personale e politica del Partito Radicale. Ma la evochi a una opinione pubblica che rarissimamente è adeguatamente informata e che di fatto può tutt'al più crederti sulla parola.

Mi chiedo: se tutte queste nostre scelte fossero state portate, in questi trent'anni, ad esempio, con il rilievo che giustamente si dà agli scandali ed ai cattivi esempi; se le altre forze politiche avessero dovuto quindi temere la concorrenza della nostra onestà, a nostro favore ed a loro danno, non sarebbero forse state aiutate ad operare diversamente?

In fondo, abbiamo dimostrato che era pur possibile "fare politica" in modo pulito, e farla davvero.

 
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