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Pannella Marco, Negri Giovanni, Rutelli Francesco - 28 aprile 1987
I radicali contro la crisi di governo
Dichiarazioni di Marco Pannella, Giovanni Negri e Francesco Rutelli

SOMMARIO: Raccolta di dichiarazioni di Pannella, Negri e Rutelli durante i giorni della crisi di governo (dal 25 febbraio al 28 aprile 1987). La crisi era stata aperta dalla Dc con l'intento di giungere allo scioglimento delle Camera e per rinviare così lo svolgimento dei referendum sulla localizzazione delle centrali nucleari e sulla responsabilità civile dei giudici, promossi dal Pr, Psi, Psdi e Pli.

(Fascicolo a cura del Pr - 2· Edizione - 28 febbraio 1987)

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA: LA CRISI AL BUIO E' IRRESPONSABILE E PARTITOCRATICA PER SUA NATURA. IL PSI COMMETTE UN GRAVE ERRORE A PORSI PER CHISSA' QUALE CALCOLO SU QUESTO PIANO INCLINATO. SE TEME LE DIMISSIONI A SORPRESA DEI MINISTRI DC, TEME PROPRIO QUELLO CHE DEVE AUGURARSI: CHE ALTRI APPAIA E SIA IL PARTITO DELLA CRISI.

Roma, 25 febbraio 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Una crisi al buio è irresponsabile e deleteria, premessa allo scioglimento delle Camere nel caos e nelle risse. Il PSI, per primo, che ha giustamente rivendicato per anni il forte e determinante contributo alla stabilità ed alla governabilità, commette o commetterebbe un grave errore a porsi sul piano inclinato che potrebbe in breve portare alla distruzione della propria immagine, e ridare in mano ai tenutari del maggior potere e sottopotere tradizionale le carte politiche. Occorre invece una crisi pilotata e breve, per passare subito alla campagna elettorale referendaria, ponendo il paese democratiche possibilità di scelta e di confronto''.

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(NOTIZIE RADICALI)

INCARICO ANDREOTTI. PARTITO RADICALE 9/3/1987

In relazione all'incarico affidato dal Capo dello Stato a Giulio Andreotti la segreteria federale del PR ha emesso il seguente comunicato:

``Il Partito Radicale si opporrà fermamente a qualsiasi tentativo di formare un Governo sulla base di accordi di maggioranza volti ad impedire lo svolgimento dei referendum sulla Giustizia e sul Nucleare. Ascolteremo in tal senso le intenzioni del Presidente del Consiglio incaricato''.

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PARTITO RADICALE

10 marzo 1987

MACCHE' ``UN SOLO PICCIONE''. C'E' UNA SOLA FAVA, CON LA QUALE PRENDERE DUE PICCIONI: CAMERE SCIOLTE E REFERENDUM LIQUIDATI. IL CAPO DELLO STATO...

Il segretario del PR Giovanni Negri ha oggi dichiarato:

Chi fa dei referendum una questione di vita o di morte per il Governo in realtà vuole rompere tutto e andare alle elezioni. Nel '74 laici e cattolici si scontrarono nel paese sul divorzio, nel '78 Dc e Psi erano su posizioni diverse sulla legge Reale, nell'81 accadde di nuovo sul'aborto, ma in nessuno di questi casi vi fu rottura della coalizione ed elezioni anticipate per evitare i referendum. L'insistenza di Andreotti e Spadolini su un accordo anti-referendum è quanto meno sospetta: il Paese ha bisogno di tutto fuorché le ``amorevoli cure'' che il Presidente del Consiglio incaricato annuncia di voler dedicare a quei referendum sulla Giustizia e sul Nucleare che sembrano vieppiù divenire l'unico oggetto del contendere, indecoroso alibi di scopi per nulla trasparenti.

In questo contesto appare decisiva l'opera del Capo dello Stato, supremo garante dell'iter di cinque referendum già indetti e di un preciso diritto costituzionale. Bene ha fatto il Comitato promotore del referendum sul Nucleare a chiedere di incontrarlo, ancor meglio può fare il Comitato del referendum sulla Giustizia avanzando analoga richiesta.

Avevamo visto giusto, anzi giustissimo, quando nelle consultazioni abbiamo chiesto al Presidente della Repubblica di resistere alle oligarchie di Palazzo che per la quinta volta consecutiva vogliono sciogliere le Camere anche per togliere la parola al Paese su questioni di primaria importanza.

Torneremo alla carica su questa linea, perché più che un piccione solo in questa crisi c'è una sola fava con la qual si vogliono prendere insieme i due piccioni dello scioglimento del Parlamento e della liquidazione dei referendum.

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(NOTIZIE RADICALI)

10 marzo 1987

ALL'ATTENZIONE DEL DIRETTORE

"PANNELLA: INACCETTABILE QUALSIASI INTERFERENZA DEL GOVERNO IN REFERENDUM A RIFORME ISTITUZIONALI" - "GIUSTISSIMA LA RICHIESTA DEL PSI DI ANTICIPARE I REFERENDUM E DI DIFENDERLI, ORMAI, CONTRO LE ``180'', IN OGNI SENSO MANICOMIALI, CHE SPADOLINI TORNA A PROPORRE CON QUALCHE ERRORE ANCHE DEI LIBERALI".

Roma 10 marzo 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Riforme istituzionali e referendum devono trovare il Governo della Repubblica assolutamente imparziale e estraneo.

Si tratterebbe di un vero e proprio straripamento di poteri e di funzioni, una assunzione di responsabilità impropria, da combattere, e duramente.

Nel luglio scorso, e Spadolini ce ne dette atto, noi dichiarammo di accettare l'idea di riforme legislative atte a superare i referendum, dichiarandoci disposti a collaborare.

Ma premettemmo anche che ci saremmo opposti a tentativi di liquidare "comunque" i referendum, a loro convocazione effettuata. Altrimenti ci troveremmo a legiferare una nuova ``180'' manicomiale, sia in tema di giustizia sia in tema nucleare. Non sarebbe serio.

E' incredibile che anche i nostri amici liberali, anziché porre al centro del negoziato per un nuovo governo, ad esempio, il debito pubblico - che è il vero scheletro nell'armadio della nostra situazione sociale ed economica - la riforma fiscale, quella della Pubblica Amministrazione, escano dal mezzo-letargo di questi mesi (del che siamo lieti) per cercare di togliere la parola al paese su alcuni specifici punti riguardanti metodi e obiettivi della nostra politica energetica e nucleare.

In tal modo, ahinoi!, si continua ad essere marginali e subalterni.

La posizione dei laici dovrebbe, ci sembra ispirarsi a quella che il PSI sta scegliendo in questi giorni: difesa ad oltranza del diritto referendario e opposizione alle arroganze del Segretario democristiano''.

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"DICHIARAZIONE DELLA DELEGAZIONE RADICALE"

12 marzo 1987

La Delegazione del Partito Radicale ha informato il Presidente incaricato di essere fermamente contraria a qualsiasi forma di anticipata fine della legislatura o di governo di basso profilo programmatico e politico.

Così come altre forze politiche di opposizione e di maggioranza, in particolare, da alcuni giorni, il PCI, il PR conferma la sua richiesta e la sua proposta - avanzata fin dalla fine di febbraio - di un programma governativo che abbia come obiettivo quello di realizzare le riforme legislative più urgenti e da più tempo dilazionate, con gravissimi costi sociali e di putrefazione delle istituzioni.

La Delegazione ha espresso al Presidente del Consiglio non solamente la sorpresa al limite della incredulità, e lo scandalo, della messa in discussione, nell'ambito della crisi dei problemi ormai affidati all'attività legislativa indiretta del popolo, ai sensi della costituzione. Non solamente l'opportunità politica di non ripetere i disastrosi episodi della legge manicomiale 180, e della ``riforma'' dell'Inquirente, dovuti alla fretta di sequestrare i poteri-doveri referendari e popolari, ma anche questioni di stretta e insuperabile legalità costituzionale non consentono, infatti, che si tenti ora di legiferare da parte del Parlamento, quando la scelta è rimessa al popolo.

Ci appare francamente vergognoso che i partiti cerchino di imporre al Parlamento ed al Governo un conflitto costituzionale tanto più superfluo, quanto meno si appare in conflitto sostanziale con gli obiettivi referendari, e che invece di discutere del milione di miliardi di debito pubblico, della riforma della pubblica amministrazione, delle pensioni, dell'occupazione, dei provvedimenti giuridici ed economici di rilevanti categorie sociali (personale medico, militari, agenti di custodia, funzione pubblica), della riforma fiscale si intrattenga la rissa e la crisi.

Il Partito Radicale ha informato il Presidente Andreotti che se un qualsiasi Governo si presentasse in Parlamento per realizzare questo piano di riforme di buona amministrazione, e con recisione rimettesse ogni responsabilità e opinione in tema referendario al paese, restando sin d'ora totalmente neutrale, così come richiede il PSI, il Partito Radicale è disponibile a rivedere il proprio comportamento parlamentare, a ritenere in parte significativa superata la ragione del codice di comportamento, ed appoggiarlo sul piano parlamentare e politico. Altrimenti tutto sarà posto in opera per impedire una scelta anticostituzionale e antidemocratica.

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(NOTIZIE RADICALI)

"NEGRI: CI ASSOCIAMO ALLA PROPOSTA NICOLAZZI. SE DE MITA OTTIENE IL FALLIMENTO DEL TENTATIVO ANDREOTTI, E RIESCE A CONVOLGERE NEL SUO DIKTAT ANTIREFERENDARIO ANCHE PRI E PLI, FACCIANO PUR LORO IL GOVERNO: LO VOTEREMO ANCHE NOI COSì FINISCE LA STORIA ED IL RICATTO DELLE ELEZIONI ANTICIPATE E SI FANNO I REFERENDUM".

Roma, 14 marzo 1987 (N.R.) - Il Primo Segretario del Partito Radicale Giovanni Negri ha dichiarato:

``Franco Nicolazzi, nella sua intervista a ``il Corriere della Sera'', formula un'ipotesi, o una proposta, alla quale ci troviamo naturalmente associati, per quanto già indicato al Presidente della Repubblica ed al Presidente incaricato.

Non è affatto vero che il ``pentapartito'' sia l'ultima trincea della legislatura, né la prima della prossima. Tanto per cominciare vorremmo ricordare che anche noi (e, su posizioni diverse ma pur sempre legittime e interessanti o anche altre forze della opposizione) siamo pienamente disponibili ad entrare nella maggioranza, a sostenerne il programma di fine legislatura su una traccia obbligata di adempimenti di impegni presi e disattesi da più lustri, o nel rispetto del momento referendario ormai in corso. In secondo luogo, formalmente ci associamo alla ipotesi di un governo minoritario di transizione, DC-PRI (e, se gli istinti suicidi devono proprio aver corso: PLI), appoggiato da PSDI, PSI, PR, i quali si limiterebbero per un paio di settimane, o giù di lì, a impedire che il Parlamento funzioni da parlamento-squillo dei partiti che vogliono impedire al paese di pronunciarsi sui referendum residuati dall'intervento lobbystico della Corte Costituzionale.

Non giurerei nemmeno che a tale formula dovrebbe necessariamente mancare il sostegno o l'astensione del PCI. In queste condizioni ci sforziamo inutilmente di capire dove mai il Presidente della Repubblica potrebbe trovare una qualsiasi ragione di un qualsiasi interesse costituzionale e democratico per ottemperare al torbido e protervo diktat che si attribuisce al Segretario della DC Ciriaco De Mita''.

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PARTITO RADICALE

Roma, 17 marzo 1987

DICHIARAZIONE DEL PRIMO SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE, GIOVANNI NEGRI, DOPO L'INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

Così come per il nucleare, anche per la giustizia abbiamo illustrato al Presidente le molte, insuperabili ragioni di opportunità politica e legittimità costituzionale che indicano nella celebrazione dei referendum la sola strada percorribile.

Il Capo dello Stato è per noi il supremo garante dell'iter costituzionale dei referendum che è ormai in corso e che deve essere tutelato sia dai tentativi di sciogliere per la quinta volta consecutiva le Camere ricorrendo arbitrariamente alle elezioni anticipate, sia da una tardiva ed ormai illegittima attività legislativa sulle norme sottoposte a referendum.

I Comitati, riconosciuti come poteri dello Stato, in caso di scioglimento del Parlamento potranno sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale un conflitto fra poteri dello Stato (Comitati stessi e Presidente della Repubblica) impugnando un decreto di scioglimento che mirerebbe esclusivamente ad impedire i referendum. Nel caso invece il Parlamento legiferasse sulle materie dei referendum i Comitati potranno sia sollevare conflitto fra poteri dello Stato sia chiedere al Presidente della Repubblica di rinviare alle Camere i provvedimenti. Si qui ciò che abbiamo illustrato al Capo dello Stato.

Aggiungo che i radicali sono pronti ad appoggiare un Governo che garantisca la tenuta dei referendum: useremo invece ogni strumento parlamentare per opporci a qualsiasi escamotage per evitarli.

In caso di fallimento del tentativo Andreotti proporremo un Governo di garanzia ed una contestuale, immediata riunione di tutte le forze espressesi a favore della celebrazione dei referendum e per la continuità della legislatura ("PCI, PSI, PSDI, PR, DP, Sinistra Indipendente, parlamentari autoconvocati dell'intero schieramento politico"), al fine di valutare le conseguenti iniziative politiche e parlamentari.

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(NOTIZIE RADICALI)

25 marzo 1987

"CRISI - REFERENDUM"

DICHIARAZIONE DI GIOVANNI NEGRI

Un referendum consultivo sul nucleare non è in alcun modo accettabile - né sotto il profilo politico né sotto il profilo giuridico - da noi promotori dei tre referendum abrogativi.

E' un'astuzia tardiva e inconsistente, che non può aggirare una realtà sempre più chiara all'opinione pubblica: De Mita e Spadolini vogliono rompere tutto pur di non consentire ai cittadini di esprimersi sull'energia e sulla giustizia nei referendum già regolarmente indetti. La questione giustizia, responsabilità civile del giudice, unitamente all'inchiesta sui fondi neri IRI è anzi al centro dei loro pensieri assai più dei piccoli e grandi polveroni sul nucleare.

L'azione radicale, come in tutti questi giorni, sarà più che mai volta a garantire diritto di parola alla gente e vita alla legislatura. Un obiettivo non impossibile, nonostante la sovrabbondanza di sfasciacarrozze spesso tanto potenti quanto irresponsabili.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA: DIVENTANO IMPOSSIBILI CONSULTAZIONI CHE NON CONSENTANO AI PARTITI CHE VIVONO IN MODO DEMOCRATICO E RESPONSABILE DI RIFLETTERE, STUDIARE LE SITUAZIONI, PROPORRE SOLUZIONI SERIE. TANTO DECIDONO L'OREFICE DELLA RAI-TV E IL MONARCA DI NUSCO. L'IRRESPONSABILE PROPOSTA DI IERI DELLA DC..."

Roma, 26 marzo 1987 (N.R.) - Marco Pannella, co-Presidente del Partito Radicale, ha dichiarato:

``Il carattere democratico del nostro Partito, e di qualsiasi altro Partito che per un minimo corrisponda alle caratteristiche dell'art. 49 della Costituzione, è ormai pressoché indifendibile dinanzi alle procedure ed ai metodi che sempre più si affermano e gli si impongono. Apprendo che le consultazioni del Presidente della Repubblica iniziano immediatamente, e si concluderanno entro le 24 ore. Il che significa che i Partiti sono di fatto impediti, essi, di consultarsi e di approfondire con un minimo di serietà la situazione determinatasi, per trarre conseguenze e conclusioni. In tal modo i Presidenti incaricati dispongono di settimane, ed i Partiti sono continuamente costretti a pronunciarsi, all'improvviso, ogni giorno, sulle proposte più gravi e più strampalate ed irresponsabili, com'è ieri accaduto quando una ``soluzione'' imposta dalla DC, incostituzionale o che fa la quasi unanimità negativa dei giuristi anche DC, è stata proposta come pretesto per scaricare sui laici le responsabilità della rinuncia

del Presidente incaricato, e ha poi consentito alla Televisione di Stato di decretare, come una notizia o un fatto inequivocabile: ``La caduta di Andreotti è la caduta del pentapartito''.

E, vero che consultazioni rituali e frettolose sono prassi. Ma il contesto attuale, con la gestione oligarchica o monarchica dei partiti, o di molti di essi, rende insopportabile questa situazione. Sembra di esser tornati nell'aberrante periodo della gestione anti-isituzionale e antidemocratica della vicenda conclusasi poi, naturalmente, con l'assassinio di Aldo Moro.

Occorre porre un argine, correre ai ripari, per evitare che al posto del giusto e doveroso avvertire "l'urgenza" dei problemi del paese, si imponga sempre di più una irresponsabile, pericolosissima frettolosità, per costringere la vita istituzionale a rovinare sempre più nell'abisso partitocratico, e della sua proterva gestione da parte della Segreteria della DC, e della sua appendice repubblicana.

Ho quindi chiesto al Primo Segretario del Partito di riunire gli organi esecutivi del Partito, in via straordinaria, anche senza rispettare, per una ultima volta, e per deferenza al Presidente della Repubblica, i termini statutari e regolamentari della loro convocazione, per decidere sul da farsi''.

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30 marzo 1987

"PANNELLA SU CRISI": PERCHE' ALTISSIMO O NICOLAZZI...

``Non vi è chi non veda il carattere esasperatamente personale della polemica che viene diretta dal Segretario della DC contro Craxi, e - di fatto, malgrado le ipocrite diverse pretestazioni - il pentapartito. Non vi è chi non sappia che la DC stessa è in dissenso o a disagio di fronte a tanta furia.

La crisi del pentapartito è voluta per volere le elezioni anticipate e la non tenuta dei referendum. Tanto vale dire che il 30 aprile, e anche prima, tali motivi di divisione, tali pretesti saranno caduti, per l'impossibilità di tener le elezioni in estate e di ottenere in pochi giorni una legge dal Parlamento contro i referendum.

Poiché, quindi, andare alle elezioni comporta innanzitutto la violenza di non consentire nemmeno una crisi di normale durata, di fronte al quinto scioglimento del Parlamento e ai referendum pendenti, poiché significherebbe cristallizzare artificiosamente una crisi di formula di governo senza maturata alternativa, è evidente che si debba continuare a lavorare per fare un Governo, e che per questo vi sono settimane e settimane, e non ore, da utilizzare.

Naturalmente ci sembra quindi la candidatura del Segretario del PLI Altissimo, o del PSDI Nicolazzi, dopo i Governi Spadolini e Craxi, sia perché essi non hanno mai sottoscritto patti di ``staffetta'', sia perché non sono ancora oggetto degli anatemi di De Mita, e possono con maggiore serenità esplorare a tutto campo il fattibile''.

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ANTICIPAZIONE DALL'AGENZIA

(NOTIZIE RADICALI)

31 marzo 1987

"CRISI DI GOVERNO"

LA DELEGAZIONE RADICALE DALLA JOTTI: ``SUBITO L'INCARICO A UN LAICO. IN CORSO IL PICCHETTAGGIO DAVANTI AI TRIBUNALI''.

Roma, 31 marzo 1987 (N.R.) - Il Presidente della Camera, Nilde Jotti, nel quadro dell'incarico esplorativo ricevuto dal Capo dello Stato, ha ricevuto questa mattina la delegazione del Partito Radicale composta dal segretario Giovanni Negri, dal tesoriere Peppino Calderisi e dal capogruppo parlamentare Francesco Rutelli.

Al termine dell'incontro il segretario Negri ha letto il seguente comunicato:

``Abbiamo chiesto alla Presidente Jotti di esternare al Capo dello Stato una nostra ferma valutazione.

Di fronte al disegno di De Mita e Spadolini - che punta al quinto scioglimento consecutivo del Parlamento pur di impedire i referendum - il Presidente della Repubblica si assumerebbe una gravissima responsabilità nel non ricercare ogni praticabile soluzione.

Persino le date sono eloquenti: se non interviene il decreto di scioglimento entro il 25 aprile, sono di fatto garantiti i referendum e la vita della legislatura.

A questo punto riteniamo opportuno, giusto e dovuto l'affidamento dell'incarico per la formazione del Governo a un esponente dello schieramento laico e referendario, affinché sia seriamente esplorato il fattibile, a tutto campo.

Sono queste le valutazioni e le richieste della delegazione del PR e delle decine di militanti radicali che da stamane alle 8.00 sono di fronte alle Corti d'Appello e ai Tribunali sedi di deposito delle liste elettorali (da Roma a Milano, da Torino a Bari, da Bologna a Cagliari, da Udine a Palermo...).

I radicali manifestano per lo svolgimento dei referendum e contro le elezioni anticipate ma sono pronti a rispondere con la massima tempestività a un'eventuale, irresponsabile, scelta di scioglimento delle Camere''.

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(NOTIZIE RADICALI)

2 aprile 1987

"CRISI"

DA OGGI, SONO FINITI I ``BLUFF''.

IL DIBATTITO COMUNQUE DOVRA' TENERSI ALLA CAMERA. I RADICALI PER UN PROGRAMMA DI RIFORMA DI FINE LEGISLATURA.

DICHIARAZIONE DI FRANCESCO RUTELLI.

Roma, 2 aprile 1987 (N.R.) - Francesco Rutelli Capogruppo radicale alla Camera ha dichiarato:

``Da oggi, con la giusta decisione del Capo dello Stato, si gioca a carte scoperte, e chi ha ``bluffato'' - dichiarandosi contro le elezioni, mentre le voleva ed anzi le imponeva - dovrà assumere le proprie responsabilità in Parlamento e non nel labirinto delle dichiarazioni e delle allusioni.

Un punto fermo va posto subito: il dibattito sulle Comunicazioni del Governo, reso obbligato dal rinvio alle Camere, non potrà svolgersi solo al Senato, dove alcuni Gruppi non sono rappresentati, ma dovrà comunque coinvolgere anche la Camera dei Deputati.

Nel merito dei problemi, osservo che è ora - una buona volta - che tutti i protagonisti di questa crisi partitocratica si mettano a confronto sulle questioni che davvero riguardano il paese e interessano i cittadini. E' ora cioè che si avanzino e confrontino programmi perché la fine della Legislatura - dopo la celebrazione democratica dei referendum - sia imperniata sulle riforme della giustizia, della Pubblica amministrazione, delle pensioni, della Sanità. Noi radicali, che abbiamo già evidenziato le ``cento leggi'' più importanti da approvare in quest'anno, ci batteremo fino in fondo in questa direzione''.

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(NOTIZIE RADICALI)

4 aprile 1987

"CRISI GOVERNO"

DICHIARAZIONE DI PANNELLA ``QUANTI SONO PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE, DEL PARLAMENTO, DEI REFERENDUM, DELLA LEGALITA' CONTRO IL DIKTAT DEMITIANO NON REAGISCONO SUBITO PROPONENDO UN GOVERNO LAICO DI MINORANZA, DE MITA SARA' IL TRIONFATORE DELLO SCONTRO POLITICO''.

Rimini, 4 aprile 1987 (N.R.) - Il Presidente del Partito Radicale Marco Pannella ha dichiarato:

``Se quanti sono per la difesa della Costituzione, del Parlamento, dei referendum, della legalità contro il diktat demitiano non reagiscono subito in modo fermissimo e convergente, non trovano insieme la forza di opporsi in concreto proponendo l'alternativa di un incarico di governo laico di minoranza, Ciriaco De Mita sarà tra breve il trionfatore di questo drammatico incontro politico.

Questo incarico già di per sé significa l'impossibilità di procedere in tempi utili allo scioglimento delle Camere.

Il vero e proprio ricatto che da certe parti repubblicane viene tentato ai danni del Partito Liberale, del PSDI, del PSI, in stretta alleanza con la parte peggiore della DC non reggerebbe - dopo di ciò - né per un anno né per un paio di mesi. Il segretario del PLI - e quello del PSDI - sono i naturali destinatari di questo incarico. Mi auguro che venga sollecitato''.

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PARTITO RADICALE

lunedì 6 aprile 1987

"Dichiarazione del primo segretario del P.R., Giovanni Negri".

``La Presidente della Camera Nilde Jotti e il PCI hanno assunto una posizione limpida e giusta, chiedendo che il dibattito parlamentare sulla crisi si svolga alla Camera e non al Senato.

Ci uniamo formalmente a questa richiesta e invitiamo ad una riflessione la Presidenza del Senato e i Gruppi di Palazzo Madama affinché non si prosegua con una gestione unilaterale e persino brutale di una materia tanto delicata, che appartiene al Parlamento nel suo assieme e di cui il Senato non può impadronirsi ``manu militari''.

Altrimenti la critica di alcuni (secondo i quali la scelta del Senato sarebbe stata fatta per non mettere in difficoltà il deputato De Mita) ne uscirebbe ancor più rinvigorita''.

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6 aprile 1987

ore 20.15

URGENTE DA PANNELLA. GRAZIE

"PANNELLA: FORSE NELLA DC SI FA STRADA LA RAGIONEVOLEZZA. SPERIAMO CHE ORA NON VENGANO FUORI FRA I LAICI - A PARTE IL SOLITO SPADOLINI - ALTRI CHE MOSTRINO DI AVER DETTO UNA COSA SPERANDO CHE NE ACCADA UN'ALTRA. SALVARE LEGISLATURA E PARLAMENTO E' L'OBIETTIVO PRIORITARIO CHE UNISCE IL ``FRONTE REFERENDARIO'' ... OLTRANZISTI NON SERVONO."

``Se questo è un piccolo prezzo da pagare per far vincere la ragionevolezza anch'io mi professo solidale con De Mita contro gli attacchi che gli abbiamo portato. A parte questo, la ragionevolezza - ripeto - mi sembra che cominci forse a farsi strada nella DC. Mi auguro che non la perdano ora altri e che - a parte Spadolini - non si riveli che fra i laici e socialisti vengano fuori altri che dicano una cosa e ne pensano un'altra; i referendum devono tenersi e la legislatura deve aver il suo normale corso. Il resto, per ora è secondario.

Dir no, per esempio, o a un incarico Andreotti che vada nella stessa direzione, sarebbe una responsabilità troppo grave, dalla quale non potremmo che dissociarci''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA SULLA CRISI

Il solo fatto nuovo è che De Mita ha dovuto lottare otto ore per ottenere di gestire ancora in queste ore il potere nella DC. I laici sono impazziti o vogliono semmai mostrare di essere cavalli nominati senatori da Pertini, e da allora capaci solamente di dilapidare tutto solamente per mantenere il laticlavio?"

Roma, aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``A casa il Governo, a casa il Presidente, a casa il paese per i referendum, a casa le misure legislative urgenti, a casa il pentapartito e agli ordini il Presidente della Repubblica...''. Questa è la posizione di Ciriaco De Mita. Lo scandalo non è che lo dica, lo scandolo è l'incapacità degli altri di rendersi conto dello sfascismo - se non del fascismo - della sua politica, e non sappiano reagire. Per la verità, la DC reagisce, e l'unico giornale che lo fa sapere è il ``Giornale'': tutti gli altri a De Mita fan trombetta. ``Il Corriere della Sera'', fra gli altri, sembra colto dal mal di mare, esiste, in questi giorni, ancor meno di prima... E' la proprietà o il suo grande delegato, o il direttore, che dirige? ``Repubblica'' è il ``Popolo d'Italia'' della situazione, diretto da Bombacci, e la Repubblica-istituzione sembra - a sentire tutti costoro - diretta da Vittorio Emanuele III.

Il fatto nuovo di ieri, c'è. Ma è esattamente l'opposto di quel che quasi tutti scrivono: sono le otto ore che si sono rivelate necessarie a De Mita per ottenere l'autorizzazione di continuare a dirigere in queste ore, anche in queste ore, ancora in queste ore, la DC...

E i laici e socialisti cosa fanno? Non vorremmo che si sia al fondo della botte, e la si raschi. Spadolini e Craxi sono stati (e Craxi è) Presidenti del Consiglio per ``motu proprio'' pertiniano. Dopo di che la Presidenza della Repubblica è stata ridonata alla DC, per mantenere ancora qualche mese non si capisce bene che cosa. Dopo di che si è concessa la staffetta. Dopo di che si sta cedendo anche i referendum, e la legislatura? E' ora che occorrerebbe dimostrare che non si è cavalli nominati senatori, ma altro.

Noi continuiamo a ritenere che lo scioglimento delle Camere equivale ad una profonda ferita alla Costituzione; è una impossibilità, più che una probabilità, sul piano dei principi e della lettera della nostra legge fondamentale.

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(NOTIZIE RADICALI)

PANNELLA: "GRANDE VALORE POSITIVO DELL'ANNUNCIO DATO DA SPADOLINI - ORA DE MITA E ALMIRANTE SONO ISOLATI, COME CONTRO IL DIVORZIO GIA' LO FURONO DC E MSI".

Roma, 7 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella, Presidente del P.R., ha dichiarato:

``La dichiarazione del PRI è di grande e positiva importanza. Ora De Mita si trova con la sola compagnia di Almirante nel volere le elezioni anticipate piuttosto che la tenuta dei referendum.

Il fatto che la gran parte della DC si è ieri seriamente impegnata nel tentativo di ostacolare la linea di De Mita e la decisione del PRI oggi costituiscono segnali assolutamente opposti a quello che gran parte della stampa italiana ha oggi incredibilmente trasmesso all'opinione pubblica.

L'annuncio che il PRI voterà ``NO'' nelle prove referendarie conferma così una scelta in passato già annunciata: ``meglio i referendum che elezioni anticipate''.

Ripeto dunque che non vedo come si possano sciogliere questa volta le Camere, e per di più in una cinquantina di giorni appena di crisi. Tranne lo scioglimento del Senato nel 1953, infatti le legislature sono state troncate con e per accordo di quasi tutte le forze parlamentari. Oggi quasi tutte le forze parlamentari sono invece contro.

Se questo fosse chiaro, si perderebbe meno tempo, si passerebbe al lavoro, si farebbe il Governo, si terrebbero i referendum, si approverebbero le leggi e le riforme necessarie al Paese, che invece De Mita e Almirante vogliono evidentemente sabotare''.

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(NOTIZIE RADICALI)

ore 13.15

"PANNELLA: SE IL PSI E IL PCI MOLLASSERO, DOPO AVER DICHIARATO DI VOLER ALTRO, E SI RASSEGNASSERO AI VOLERI DI DE MITA COME AD UNA FATALITA', SAREBBE PIU' GRAVE CHE SE AVESSERO SIN DALL'INIZIO ASSUNTO UNA POSIZIONE DIVERSA. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA POTREBBE IN TAL MODO ESSERE INDOTTO A UNA SCELTA COSTITUZIONALMENTE GRAVISSIMA. IN TAL CASO ENRICO MANCA POTREBBE DIVENIRE PRESIDENTE - OLTRE CHE DELLA RAI CENCELLIZZATA - ANCHE DELLA SINISTRA UNITA NEL NULLA.

Roma, 8 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella, Presidente - con Mimmo Modugno e Bruno Zevi del PR - ha oggi dichiarato:

``Temo che in queste ore si stia ricomponendo il rischio di una nuova ``unità nazionale'', più di quella di ieri nemica della Costituzione e della legalità. Non importa se questa unità abbia l'aspetto di una rissa indecorosa, ottenendo in tal modo di marginalizzare nei mass media ogni dialogo e contrapposizioni seri.

Se il PSI si ``rassegnasse'' alle elezioni, questo fatto sarebbe reso non meno grave ma più grave dalla diversa scelta proclamata e finora praticata. Se il PCI facesse altrettanto, consentendo al Presidente della Repubblica di pretestare ``una larga intesa'' o ``larghe convergenze'' per lo scioglimento delle Camere, allora questa unità sarebbe di natura tale da poter essere indicata e governata da Enrico Manca, anziché da Craxi e Natta, con l'ammucchiata ciencellesca e pericolosissima che ha per ora ``risolti'' i problemi della informazione pubblica in Italia''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA: LA INDECENTE PRESTAZIONE PROFESSIONALE E CIVILE DELLA SECONDA RETE DELLA RAI-TV, CHE MERITA UN PREMIO PER COME HA ``TRASMESSO'', IN ``DIRETTA'', LE DICHIARAZIONE DI CRAXI AL SENATO..."

Roma, 8 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``La RAI-TV, seconda Rete, ha testé realizzato un exploit di incapacità professionale senza pari. E' indecoroso che il Servizio pubblico mostri di funzionare con tanta incapacità professionale, faziosità partitica, imbecillità e violenza.

Era stato annunciato un servizio in ``diretta'' sulla seduta del Senato. Ebbene, il Servizio è cominciato quanto il Presidente Craxi aveva già cominciato a parlare. Le Telecamere hanno a questo punto evitato di inquadrare l'episodio che interferiva con il discorso di Craxi, del quale gli spettatori intuivano l'accadimento, provvedendo a coprire con la voce del telecronista le voci e anche le parole del Presidente del Senato. Quindi il senatore Signorino ha iniziato a porre la sua questione procedurale, durante tutto il tempo dello sconto con il Presidente del Senato, il telecronista, senza nemmeno segnalare il nome di chi parlava, ha sproloquiato, di fatto sospendendo la diretta ``audio'' per lasciare solamente la diretta video... A questo punto, senza nessun annuncio, è subentrata la pubblicità...

Tale e tanta mancanza di professionalità, di decoro professionale, di funzionalità va giudicata e colpita. La Commissione Parlamentare, il Consiglio d'Amministrazione, la Presidenza stessa del Senato non hanno nulla da dire?

Intanto l'unico servizio pubblico - Radio Radicale - ha funzionato perfettamente. Per questo si è mobilitati per chiuderla, assegnando - tra le altre prodezze - una sua frequenza a Radio Vaticana, mentre la Presidenza del Consiglio, con i suoi servizi, continua a spendere centinaia di miliardi per servirsi che di pubblico hanno ben poco e a boicottare qualsiasi sostegno a Radio Radicale. Il gran distributore di fondi, il prof. Socialista-Rolando è naturalmente l'alto responsabile di questa gloriosa scelta...''

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA: ``IL NODO CENTRALE NON E' NEMMENO QUELLO DEI REFERENDUM''. ``SE FOSSE VERO CHE IL SEGRETARIO DELLA DC...''

LA DC PUO' SALVARE LA LEGISLATURA, O RISPARMIARE IL GRAVISSIMO COSTO, ISTITUZIONALE E SOCIALE, DI UNA FERITA ALLA COSTITUZIONE"

Roma 9 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella, della Presidenza del Partito Radicale, ha dichiarato:

``Voler evitare al paese la lacerazione di elezioni anticipate nelle quali l'assenza di grandi proposte e tensioni alternative provocherebbe fatalmente rissa anziché confronto, inimicizie viscerali anziché contrapposizioni o alleanze democratiche e ragionevoli, è oggi ancor più doveroso - se possibile - che la difesa necessaria dei referendum.

Per far questo, per operare in questa direzione è inutile dirsi - come pur è giusto - che elezioni anticipate, nelle condizioni di oggi, comportano gravissime ferite alla Costituzione, che il Presidente della Repubblica non può essere sospettato, fino a prova del contrario, di voler infliggere. Ciascuno ha da metterci del suo.

La situazione di oggi, per la verità, è altra da quella di ieri.

Oggi diviene inutile cercare di comprendere come possono esser divise e condivise le responsabilità negative che hanno portato alla attuale impasse: e anche comprendere gli errori, le loro cause, piuttosto che crocefiggere la situazione alla loro denuncia.

Chi volesse, oggi, semplicemente e duramente, umiliare la DC o solamente perseguire l'obiettivo di consentirle unicamente una vittoria di Pirro, e l'isolamento storico, sbaglierebbe. Vincerebbe, forse, ma non con-vincerebbe, che è invece l'obiettivo da perseguire.

Ma la DC, anch'essa, deve comprendere che rivedere le proprie posizioni, non temere apparenze di contraddizioni nell'immediato, è caratteristica di chi è forte, non di chi è debole o battuto.

Mi rammarico, certo, e molto, dal fatto che la DC, attraverso il suo attuale Segretario, da anni rifiuta di stabilire con il PR quelle condizioni minime di dialogo e di rispetto conseguente, che i suoi predecessori hanno sempre, invece, praticato, anche in contesti di maggiore, massima contrapposizione. Ma questo ri-sentimento, ovvio, che ha certo pesato negativamente, non ci impedisce di vedere l'essenziale. Non ci permette, nemmeno, di compiacersi del logoramento istituzionale, non solamente politico, che qualsiasi uomo o donna della DC, a cominciare dal Capo dello Stato, può subire, subisce, subirebbe in caso di scioglimento anticipato delle Camere, con l'opposizione della maggiore parte delle forze parlamentari.

Oggi quel che conta sapere è se sia vero che il Segretario della DC, lui per primo, contrariamente a quel che si dice, è consapevole e preoccupato del fatto che oggi, "tecnicamente", non è più possibile, ormai, ottenere il superamento dei referendum attraverso atti legislativi, per i quali non vi sarebbe più realisticamente tempo. Se così è, lasci perdere l'``interno'': esca all'``esterno''. Lo dica. Lo dicano i suoi, che in questo caso, sarebbero anche i ``nostri'', e noi i ``loro''''.

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(NOTIZIE RADICALI)

ore 20.30

"DOPO TG1 DI STASERA

PANNELLA: NUOVI PRIMATI DI TG1 E DELLA RAI-TV CENCELLIZZATA, CHE CON L'ORMAI VERGOGNOSA COMPLICITA' DELLA MAGISTRATURA STA REALIZZANDO IN ITALIA QUEL CHE SI REALIZZA ALTROVE CON GOLPE MILITARI...

DI NUOVO, CENSURE ALLE FORZE POLITICHE, IPOTECA E SQUALIFICA DELLA FUNZIONE DEL CAPO DELLO STATO, ZELO ANTIPENTAPARTITO E ANTIPARLAMENTARE".

Roma, 9 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Se si dovesse andare a delle elezioni con la vergognosa e delittuosa azione di disinformazione e di intervento e lotta politica partigiana della RAI-TV, sarà il caso di rinunciare, forse, ad avallarne la democraticità e la legalità, e boicottarle a fondo.

Se la Magistratura continuerà a disonorare se stessa e la giustizia, omettendo di colpire i reati associativi e specifici che vengono compiuti, attentati ai diritti civili e politici dei cittadini, attentato e attività sovversiva contro la Costituzione e le regole del gioco democratico, occorrerà pure chiedere di andare in galera per non avere il privilegio della libertà assieme a lestofanti, e sovversivi, che realizzano in Italia quel che altrove si realizza con golpe militari e affini, e con giudici loro complici.

Questa sera, TG1, dopo aver censurato l'unica frase politica pronunciata in Senato dal Presidente del Consiglio, dopo aver censurato ogni tesi politica favorevole al proseguimento del pentapartito e della legislatura, non ha temuto di nuovo di interferire con l'arbitrio e la falsità con lo svolgimento della dialettica istituzionale. Dalla sede stessa del Quirinale il ``cronista'' ha affermato che un ``incarico'' potrà essere dato per ``il "disperato" compito'' di evitare le elezioni anticipate, e via dicendo. Come potrà, onestamente, la gente comprendere che un Presidente della Repubblica sia così poco serio di perdere e far perdere tempo, in un tentativo senza speranza, ``disperato''. Per l'ennesima volta TG1 ha proclamato la morte del pentapartito, come notizia, e non come tesi politica come il PCI fa, per suo conto, e legittimamente.

TG1, questo partito irresponsabile, la RAI-TV del Presidente socialista Enrico Manca, cencellizzata e in questi giorni come impazzita, nel silenzio di tutti i commensali, dal PCI al PLI, dal PSI alla DC, dal PSDI al PRI, stanno liquidando non il pentapartito ma la democrazia, anche come speranza e prospettiva. Esse chiedono di tornare a ``staccare la spina'' da ogni iniziativa nonviolenta, di democrazia e di tolleranza, per riagganciarla a quella della violenza, di Stato e terroristica''.

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(NOTIZIE RADICALI)

10 aprile 1987

"CRISI"

RUTELLI: VITA MOLTO DIFFICILE PER UN IPOTETICO ``GOVERNO ELETTORALE''. MA TUTT'ORA NON CI SONO LE CONDIZIONI PER LE ELEZIONI ANTICIPATE.

Roma, 10 aprile 1987 (N.R.) - Il capogruppo radicale alla Camera, Francesco Rutelli, ha così dichiarato:

``Non lasceremo che abbia vita facile lo sciagurato tentativo di realizzare un ``Governo elettorale''. Innanzitutto ci rifiutiamo di pensare che si possa nelle prossime 2 settimane buttare a mare i referendum e la Legislatura (oltre il 25 aprile non è infatti più "tecnicamente" possibile impedire i referendum), soprattutto in considerazione della formale opposizione della maggioranza del Parlamento allo scioglimento delle Camere, PCI in testa, a differenza di tutti i passati scioglimenti, del '72, del '76, del '79, dell'83; in secondo luogo osserviamo che un ipotetico Presidente incaricato dovrebbe fare i conti con un comportamento tutt'altro che sbrigativo in Aula da parte nostra e certamente di altri Gruppi parlamentari, e non potrebbe affatto escludere il voto convergente di forze, come la nostra, che sull'obiettivo di salvare la legislatura ed i referendum sono mobilitate per davvero, e lo saranno fino in fondo''.

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(NOTIZIE RADICALI)

EDIZIONE STRAORDINARIA

aprile 1987

"CRISI GOVERNO"

"IN CASO DI SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE TRA POTERI DELLO STATO SOLLEVATO DAI COMITATI PROMOTORI DEI REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA NEI CONFRONTI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E DEL GOVERNO FIRMATARI DEL DECRETO DI SCIOGLIMENTO".

Roma, 10 aprile 1987 (N.R.) - I comitati promotori dei referendum sulla giustizia hanno dato mandato ad un gruppo di giuristi di mettere a punto, ai sensi dell'art. 134 della Costituzione e dell'art. 37 della legge n. 87 del 1953, il testo del ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato nei confronti del Presidente della Repubblica e del governo firmatari dell'eventuale decreto di scioglimento delle Camere.

Infatti, dal dibattito voluto dal Capo dello Stato e svoltosi al Senato - da tutti gli interventi compreso, in particolare, quello del rappresentante della Democrazia Cristiana - è emerso con assoluta evidenza che i referendum sono la causa del probabile scioglimento anticipato delle Camere. La fine della legislatura sarebbe determinata esclusivamente dall'esigenza politica della segreteria D.C. di impedire la consultazione referendaria già indetta per il 14 giugno.

Come è noto, il Comitato promotore del referendum è stato riconosciuto potere dello Stato, abilitato a ricorrere alla Corte Costituzionale quando ritenga che altri poteri dello Stato invadano la propria sfera di attribuzioni.

Nel 1978 il ricorso presentato dal Comitato promotore del referendum sulla legge Reale contro l'Ufficio Centrale della Corte di Cassazione fu accolto dalla Corte Costituzionale che annullò l'ordinanza con cui la Cassazione aveva mutilato il quesito referendario.

Nel caso in questione, lo scopo del ricorso sarebbe l'annullamento del decreto di scioglimento delle Camere.

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(NOTIZIE RADICALI)

10 aprile 1987

ore 20.10

"PANNELLA: ORA TG1 SMENTISCE OFFENSIVAMENTE ANCHE SCALFARO.

BRUNO VESPA PREANNUNCIA IL SUO INSUCCESSO E LE ELEZIONI ANTICIPATE. QUANDO SI SBATTERANNO FUORI QUESTI SOVVERSIVI E QUESTI DISINFORMATORI?"

Roma, 10 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Smentendo in modo scorretto e indecoroso quanto proprio alcuni momenti prima il Presidente incaricato Scalfaro aveva dichiarato, TG1 ha testualmente dichiarato, attraverso il cronista e non l'editorialista Bruno Vespa:

``Questo incarico lascia intuire che le elezioni anticipate sono sempre più probabili''.

La RAI-TV cencellizzata, sta battendo ogni primato di protervia, di falsificazione, di disinformazione partitocratica.

Al Presidente della RAI-TV sembra che tutto va bene?

Alla Commissione di Vigilanza anche?

Vergogna''.

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(NOTIZIE RADICALI)

10 aprile 1987

ore 19

PANNELLA SULL'INCARICO: "DOPO L'INCARICO A SCALFARO. GRAZIE AL PRESIDENTE FANFANI. ORA E' AL PARLAMENTO IL TURNO DI DIFENDERE LA COSTITUZIONE E SE STESSO. NON DUBITO NEMMENO PER UN ISTANTE CHE IL PCI TORNERA' A FARE QUEL CHE HA FATTO DUE ANNI FA, E CHE, CON IL PSI, ORA CONSENTIRA'..."

Roma, 10 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Dopo il rifiuto del Presidente Fanfani di fare da copertura ad una operazione di liquidazione del Parlamento, per il quale con lui ci felicitiamo, è ora il turno del Parlamento di assumere la funzione di garante della Costituzione, con cui altri tragicamente torna a giocare, come nell'aprile 1977.

Non dubito ora nemmeno per un istante che il PCI e il PSI usino la forza che hanno, le idee che hanno espresso, per assicurare la vita del Parlamento e la tenuta dei referendum, e le leggi e le riforme che milioni di cittadini hanno il diritto di attendere.

Non dubito nemmeno per un istante che il PCI torni, come due anni fa (e in circostanze che oggi non lo vedono isolato ma legato ad un arco maggioritario delle forze politiche, ed all'opinione pubblica del Paese) ad attuare quella forma di democratico ostruzionismo che, per due mesi, condusse contro un decreto del Governo.

Non dubito nemmeno per un istante che il PSI, che ha l'immenso merito di aver legato le sue sorti ai referendum, ai diritti dei cittadini, alla difesa della Costituzione, attuerà con noi tutte le misure che i regolamenti parlamentari consentono, per impedire lo scioglimento delle Camere, e imporre la tenuta dei referendum.

Non siamo in Amazzonia, e i prefetti e i delegati di polizia non fanno le elezioni, anche se qualche Presidente di qualcosa può illudersi che così non sia''.

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(NOTIZIE RADICALI)

10 aprile 1987

"CRISI GOVERNO"

PANNELLA: ``REQUIEM A ROMA. DAL PIU' ALTRO COLLE.

OCCORRE LOTTARE FINO ALL'ULTIMO, MA QUEST'ULTIMO, SE I LAICI E I COMUNISTI NON DIVENTANO CAPACI, E GIA' COMINCIATO''.

Roma, 10 aprile (N.R.) - Marco Pannella, della Presidenza del PR, ha dichiarato:

``I gruppi dc, unanimi, designano Andreotti? Demoproletari, radicali, liberali, socialdemocratici, comunisti, socialisti non sono d'accordo sullo scioglimento anticipato delle Camere? Se si fanno nuove, ufficiali consultazioni, il Paese rischia di sapere che la realtà non è quella edittata ora dopo ora, giorno dopo giorno, dai due Partiti ``irresponsabili'' che dominano la scena con la loro disonestà civile e i loro abusi della ``credulità popolare'', il Partito Nusco Fava-Morione-La Volpe, di TG1, o quello di ``Repubblica''? Allora si fa presto: invece di consultazioni istituzionali, si fanno conversazioni telefoniche.

Sembra di essere tornati davvero al 1977, al Governo ``materiale'' di allora, P2 e P38 riunite; ma ora si cerca di ``corrompere'' il PCI, che non è acquisito alla banda, per fortuna. Si scherza tragicamente con il fuoco. Si gioca, e l'atmosfera diviene rapidamente quella degli ``ossessi'' dei Dostojewskj, e ci sentiamo bagarozzi kafkiani, da fogna romana, invece che da pensione praghese, a capirlo, a dirlo. Si fanno circolare, come ai tempi di Gronchi e Tambroni, le voci più ``strane'': si ``gioca'', signori! Governo Fanfani-Jotti... No, caro Capo, Jotti da sola, allora. Ha dimostrato di saper essere una ottima Presidente della Repubblica-delegata, al punto che la sua opera, non gradita a Scalfari, a qualche vetero-PCI da rilanciare contro i PCI di oggi, è stata buttata, stracciata, nel cestino. Perfino con scarsa eleganza, con poco stile ``riservato'', tanto quello stracciarla era clamorosa. Si telefona a chi si vuole, in modo ancor più ``irresponsabile'' di quanto la tradizione non prescriva.

Intanto le grandi manovre cominciano a divenire quelle che non riuscirono alla coppia Tassan Din-Scalfari: i direttori dei giornali scompaiono metaforicamente, per ora, ``calvizzati''.

Il buon Misha, appena nominato, è costretto per la seconda volta nella sua vita a chiedere asilo politico a New York. Cangini viene fatto ``ruotare''. Il tandem fattoriano, del successore di Tassan Din, il protettore di Scardocchia (che come gerarca del Corriere, nel 1977, reggeva la borsa che conteneva le verità sui tanti casi Giorgiana Masi), Neirotti e Leonelli, dirigono o s'apprestano a dirigere, ``Il Corriere'' e ``Il Resto del Carlino''.

Come allora, in questi giorni, non c'è che il giornale di Indro, ``Il Giornale'', Dio ce lo serbi, questo pazzo di onestà, questo idiota di libertà, questo genio di virtù repubblicana, questo imbecille, politicamente parlando, che ha paura della propria intelligenza politica, questo maestro; e ``Il Giornale d'Italia'', con l'umiltà e la forza giornalistica e umana, con la pulizia di Luigi d'Amato.

Ci sono, per la verità, a dozzine i giornalisti, i colleghi, forse la maggioranza, dei trentenni/quarantenni, o meno: vittime, come noi tutti, di un sistema e di una cultura incivili.

Alle 13h 30, per concludere, mentre termino di scrivere queste righe, TG1 ci conferma che l'insonne, l'alacre Presidente ha stamane, molto presto, consultato personalità e forze politiche. Noi siamo, evidentemente, impersonalità e debolezza, per di più colpevoli di esser stati, già dieci anni fa, di vedere giusto e di porre qualche argine, qualche riparo, già allora referendario, alla follia dei titolari delle Istituzioni.

In queste condizioni sarebbe forse molto serio, necessario, che il nostro Partito non si presenti alle elezioni. Roma non vale un Requiem, come Parigi una Messa''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA SU CRISI

C'E' ARIA DI GOLPE IN GIRO. C'E' ARIA DI GOLPE SUI PIU' ALTI COLLI COME ESATTAMENTE DIECI ANNI FA QUANDO LA POLIZIA FACEVA EMANARE DECRETI ANTICOSTITUZIONALI, IN CONVERGENZA CON L'OPERA DELLE P2 E DELLE P38. MA SENZA IL TRADIMENTO, IMPENSABILE, DEL PCI E DEL PSI, C'E' L'IMPOSSIBILITA' MATERIALE DI SCIOGLIERE IL PARLAMENTO E DI IMPEDIRE I REFERENDUM".

Roma, 11 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella, della Presidenza del Partito Radicale, ha dichiarato:

``C'è aria di golpe, in giro. Come dieci anni fa, quando si emanavano decreti anticostituzionali, strumento degli eversori per mettere in ginocchio la Repubblica, sottoposta all'attacco delle P2 e delle P38. Esattamente dieci anni fa.

C'è aria di golpe, pesantissima. Non esiste infatti nessuna possibilità tecnica, materiale, di sciogliere il Parlamento e di non tenere i referendum. A meno di un impensabile tradimento, di smaccate complicità sia del PCI che del PSI, di entrambi, perché di uno solo non basterebbe a nulla.

C'è aria di golpe sui più alti colli: non calcolo, certo; ma follia, probabilmente.

Le Camere, ormai, non possono più essere sciolte in tempo utile per effettuare elezioni anticipate, se non usando loro violenza, e violenza al diritto ed alla Costituzione.

Da oggi, vi sono in tutto e per tutto, 18 giorni, per poter tenere le elezioni entro il 14 giugno, in data - cioè - già tanto avanzata d'aver concorso nel 1983 alla vittoria del ``non-voto''. A questi giorni, occorre defalcare quelli del Congresso del PRI e due giorni di Pasqua.

Il Presidente Scalfaro, senza necessità, sta cercando di convocare di domenica i gruppi e i partiti, per consultazioni.

Già questo è scorretto: abbiamo conosciuto e vissuto con serenità crisi ben più lunghe, e con il paese in ben maggiori difficoltà.

Comunque, solo se si pensa che l'attuale Presidente incaricato, o un suo successore, possano firmare un decreto di scioglimento senza nemmeno affacciarsi alle Camere e consentir loro un qualsiasi voto, è possibile giungere alla morte procurata del Parlamento. E questa ipotesi per noi riveste le caratteristiche di quell'attentato alla Costituzione che impegna la responsabilità anche del Capo dello Stato.

In ogni altro caso, sono sufficienti i soli parlamentari del PCI, o una parte di essi, che esercitino il loro diritto-dovere di intervento, o quelli del PSI, perché il Parlamento continui a vivere fino a quando i referendum non saranno tenuti, e, quanto meno, fino all'autunno.

Se poi qualcuno preferisse le elezioni al rischio che un governo non gradito consenta i referendum, allora, addio democrazia, alternativa, unità dei democratici''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"NOTA DELLA SEGRETERIA FEDERALE DEL PARTITO RADICALE"

Roma 11 aprile 1987 (N.R.) - La Segreteria federale del PR comunica:

``I ritmi scorretti e irrispettosi delle procedure democratiche impressi a questa crisi sono motivo stesso di crisi; così come le forme sempre meno accettabili, ad esempio quella sorta di ``consultazioni materiali'' praticate nei giorni scorsi dal Presidente della Repubblica più consone alle esigenze del Viminale in un momento di agitazione poliziesca che alle prassi ed alla dignità del Quirinale.

Il Presidente incaricato è persona di profonda sensibilità anche istituzionale e non può certo sfuggirgli quanto sia inammissibile la pretesa di avviare e liquidare durante un week-end già colmo di impegni, per di più senz'altra ragione che non sia quella di collaborare ad un tentativo di sapore sovversivo, le consultazioni con le forze politiche''.

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(NOTIZIE RADICALI)

Roma, 12 aprile 1987

RIUNIONE STRAORDINARIA DELLA SEGRETERIA E DEI PARLAMENTARI RADICALI.

MOBILITAZIONE IN PARLAMENTO E NEL PAESE: INIZIA UNA MARATONA DEMOCRATICA. ``PARLA. INTERVIENI'': MIGLIAIA DI TELEGRAMMI AI DEPUTATI PSI E PCI.

Roma, 12 aprile 1987 (N.R.) - La segreteria federale del Partito Radicale e i parlamentari radicali italiani ed europei si sono riuniti oggi ed hanno deciso di avviare immediatamente un'iniziativa straordinaria per la vita della Legislatura e lo svolgimento dei referendum.

I radicali hanno anche rivolto un'appello ai cittadini e a tutti i parlamentari che condividono tali obiettivi.

``E' matematicamente, nonché politicamente, certa l'impossibilità di procedere al 5· scioglimento consecutivo del Parlamento e allo scippo dei referendum, purché effettivamente i deputati PCI, PSI e PSDI lo vogliano e conseguentemente operino. Prendiamo atto in tal senso della dichiarazione del ``Comitato Socialista per il SI' ai referendum antinucleari'' e auspichiamo che analoghe posizioni siano assunte da parlamentari aderenti all'iniziativa degli ``autoconvocati''.

Se infatti sarà superato il 25 aprile, sarà sbarrata la strada alla prepotenza istituzionale che mira ad esigere dal Presidente della Repubblica il decreto di scioglimento entro questa data. Per farlo, è sufficiente opporre all'arroganza del segretario della Dc un uso pienamente lecito e costituzionale del regolamento parlamentare al fine di scongiurare l'irresponsabile sbocco delle elezioni anticipate. Ciascun deputato effettivamente contrario alla liquidazione del Parlamento può infatti intervenire per un'ora nell'ambito del dibattito sulla fiducia. I parlamentari radicali garantiscono quest'impegno e chiedono un incontro formale ai Gruppi e ai Partiti copromotori dei referendum ed alle forze politiche che si sono espresse a favore della loro celebrazione. E' possibile iniziare sin d'ora una maratona democratica che può scongiurare un disegno col quale sembra essere connivente purtroppo anche l'on. Scalfaro.

Un'analoga mobilitazione straordinaria riguarda il Partito e Radio Radicale, che in queste ore chiedono ai cittadini di inviare telegrammi ai parlamentari comunisti e socialisti, affinché si assumano le proprie responsabilità e traducano in comportamento concreto quelle che al momento restano dichiarazioni d'intenti. ``PARLA. INTERVIENI. DIFENDI I REFERENDUM E LA LEGISLATURA'': è questo il messaggio che raggiungerà nei prossimi giorni deputati e senatori dei partiti referendari e del PCI. Il Gruppo Radicale ha inoltre chiesto formalmente un incontro alla Presidente della Camera Nilde Iotti, quale garante della dignità di un Parlamento che si vorrebbe convocare, per scioglierlo, ad uno schioccare di dita''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA: OTTIME E SERIE LE DICHIARAZIONI DI SPADOLINI CHE HA DELUSO QUANTI SPERANO DI VEDERE IL PRI PRONUBO DELLA STRATEGIA DI DE MITA DI ACCORDO CON IL PCI, IN CAMBIO DEL MIRAGGIO DELLA PELLE DEL PENTAPARTITO, PER DISTRARLO DALLA DIFESA DELLA LEGISLATURA E DEI REFERENDUM. CON LA DICHIARAZIONE DI NATTA, OTTIMA GIORNATA".

Roma 12 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella, della Presidenza del PR, ha dichiarato:

``Le chiarissime, ferme dichiarazioni di Giovanni Spadolini costituiscono una bella risposta a quanti speravano e sperano che il PRI possa essere pronubo nella strategia di alleanza con il PCI, contro le forze laiche e socialiste, di Ciriaco De Mita. A 24 ore di distanza, De Mita si trova dunque solo a mostrare al PCI lo specchietto della pelle del pentapartito, per distrarlo dall'essenziale di oggi: salvare la legislatura, fare i referendum. Anche la strategia liquidatoria del Capo dello Stato non mi sembra che trovi ombre di legittimazione dallo svolgimento di questa crisi. La dichiarazione di stamane di Alessandro Natta, che richiama alle proprie responsabilità "innanzitutto" il PSI, per l'ostruzionismo democratico necessario al salvataggio della legislatura ed ai referendum, fa che questa domenica delle palme sia stata davvero buona per tutti noi''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA: PCI E PSI SONO AL 100%, CIASCUNO, RESPONSABILI DI QUEL CHE ACCADRA'. SENZA IL CONSENSO DELL'UNO O DELL'ALTRO, INFATTI, NON VI SARANNO ELEZIONI ANTICIPATE E SI TERRANNO I REFERENDUM. COSSIGA E DE MITA, DA SOLI, NON POSSONO CHE RASSEGNARSI..."

Roma, 12 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella, della Presidenza del PR, ha dichiarato:

``Le Camere saranno sciolte, e i referendum impediti, solamente se il PCI, da una parte, e il PSI, dall'altra, così vorranno anche loro.

Ciascuno di questi due Partiti sarà infatti al 100% responsabile e corresponsabile con il Presidente della Repubblica e il Capo del suo partito e del regime di quanto accadrà nei prossimi giorni e settimane.

La situazione è semplice, e occorre diradare il polverone che si continua a alzare perché vi sia chiarezza di responsabilità e di prospettive.

Per sciogliere le Camere, occorre che il Presidente Craxi sia d'accordo a firmare il decreto relativo, o che un nuovo Governo giuri e si presenti alle Camere per ottenerne il giudizio (di approvazione, secondo noi ed i più).

Perché questo avvenga, occorre che il ``nuovo'' Governo affronti un dibattito che termini in tempo per eventualmente sciogliere le Camere, entro il 29 aprile, se si vuole votare il 14 giugno.

Questo è possibile solamente se il PCI, da una parte, e il PSI, dall'altra, lo vogliono permettere, (e sempre che il PSDI e il PLI non siano disposti ad aggiungersi al PR ed a DP ed alla parte non demito-comunista, non rodotiana, della Sinistra Indipendente).

Rivolgiamo quindi un appello, sia ai compagni del PSI sia ai compagni comunisti, perché non subordinino in pratica ad altri calcoli quanto hanno fin qui dichiarato e lo onorino anziché, con doppiezza cui non vogliamo assolutamente credere, smentirlo.

Naturalmente ho escluso anche la semplice ipotesi che si giunga al decreto di scioglimento senza nemmeno un passaggio dinanzi alle Camere di chicchessia: in tal caso - lo ripeto - ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio ``golpe'' e si perfezionerebbe il trasferimento in corso delle pratiche anticostituzionali del Viminale di dieci anni fa al Quirinale di oggi''.

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(NOTIZIE RADICALI)

13 aprile 1987

"CRISI GOVERNO"

INCONTRO DELLA DELEGAZIONE RADICALE COL PRESIDENTE INCARICATO SCALFARO.

IL PR VOTERA' IN PARLAMENTO QUALSIASI GOVERNO CHE PROCLAMI LA TRADIZIONALE NEUTRALITA' DELL'ESECUTIVO SUI TEMI REFERENDARI.

INTRANSIGENTE OSTRUZIONISMO CONTRO I TENTATIVI DI CHIUSURA DELLA LEGISLATURA.

Roma 13 aprile 1987 (N.R.) - Il Presidente del Consiglio incaricato, Scalfaro, ha ricevuto questa mattina la delegazione del Partito Radicale, nel quadro delle consultazioni per la formazione del nuovo governo.

La delegazione (composta dal segretario del partito Giovanni Negri, dal tesoriere Peppino Calderisi, dal capogruppo parlamentare Francesco Rutelli e dal presidente Marco Pannella) ha, al termine dell'incontro, diffuso il seguente comunicato:

``Abbiamo fatto notare al Presidente incaricato che restano al massimo 14 giorni (ivi compresa Pasqua, due altre giornate festive, e le quattro del congresso repubblicano), per sciogliere le Camere, disdire i referendum, indire elezioni anticipate. Lo abbiamo invitato a comunicare quindi al Presidente della Repubblica che tale prospettiva, sulla quale si è abusivamente fatto perdere tempo alle istituzioni ed al Paese, deve essere abbandonata, a meno di rischiare le conseguenze gravi di avventuristiche e irresponsabili imprese incompatibili con la Costituzione. Se il Presidente della Repubblica non prende atto di questa inopportunità o di questa impossibilità, egli continuerebbe a favorire illusioni o pretese pericolose, che sono già costate molto caro, che hanno ormai visto i segretari della DC o del MSI isolati, al punto che l'on. De Mita non trova ormai più nemmeno un esponente democristiano che l'accompagni nelle sue sortite, anche ufficiali, come tutti hanno potuto constatare sabato scorso.

Occorre dunque che sia ristabilita una corretta linea di svolgimento della crisi, turbata dalla assoluta assenza di qualsiasi attenzione ed esplorazione dei problemi e dei programmi di governo necessari per il paese, per restare inchiodata ai diktat eccentrici del segretario della DC, contro i referendum, contro i socialisti, contro il pentapartito, contro qualsiasi soluzione che preveda il rispetto delle normali scadenze costituzionali per la vita e l'attività del Parlamento.

Abbiamo comunicato al Presidente incaricato che il PR è pronto in questa occasione a votare in Parlamento a favore di qualsiasi Governo che proclami la tradizionale neutralità dell'esecutivo in temi referendari, che fornisca una soddisfacente programmazione delle priorità legislative e di riforma in quest'ultimo scorcio di legislatura, mentre applicheremo il più intransigente ostruzionismo contro ogni tentativo di porre fine alla legislatura''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"CRISI"

RUTELLI, TEODORI E STANZANI RICEVUTI DALLA PRESIDENTE JOTTI.

CHI VUOLE ANDARE AD OGNI COSTO ALLO SCIOGLIMENTO DELLE CAMERE PRETENDEREBBE IN TAL MODO DI CALPESTARE CON SCARPE CHIODATE LE PREROGATIVE E LE ATTRIBUZIONI DEL PARLAMENTO.

Una delegazione del gruppo radicale della Camera composto da Francesco Rutelli, presidente, Massimo Teodori, segretario e Sergio Stanzani è stata ricevuta questa mattina dalla Presidente della Camera, on. Nilde Jotti, con la quale si è intrattenuta a colloquio per oltre mezz'ora.

I deputati radicali hanno esposto alla Presidente le preoccupazioni che nello svolgimento delle crisi possano essere seguite procedure prevaricatrici, affrettate ed autoritarie.

Chi vuole andare ad ogni costo allo scioglimento delle Camere pretenderebbe in tal modo di calpestare con scarpe chiodate le prerogative e le attribuzioni del Parlamento.

La delegazione radicale ha anche chiesto alla Presidente che sia difesa la chiara volontà dei parlamentari, che nella loro larghissima maggioranza, in quasi tutti i settori, hanno manifestato la contrarietà allo scioglimento delle Camere.

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(NOTIZIE RADICALI)

"IL PR AL PCI: IL PR VOTERA' PER QUALSIASI GOVERNO NON ELETTORALE CHE SIA NEUTRALE VERSO I REFERENDUM E CHE...

MA IL SALVATAGGIO DELLA LEGISLATURA E DEI REFERENDUM NON PUO' ESSER SOTTOPOSTO A CONDIZIONI. BASTA QUINDI SEGUIRE L'ATTEGGIAMENTO DEL PR, DI DP, DEL PSDI". "ALTRIMENTI SI LAVORA PER DE MITA".

Roma, 13 aprile 1987 (N.R.) - Negri, e Pannella, hanno rilasciato la seguente dichiarazione, dopo l'incontro con Natta:

``Abbiamo confermato al Segretario del PCI la piena disponibilità del Partito Radicale a sostenere e votare qualsiasi Governo non elettorale, neutrale nei confronti dei referendum, che dia priorità legislativa ed esecutiva a leggi e riforma indilazionabili, a partire da quelle sulla casa, sulle pensioni, fiscali ecc...

Abbiamo confermato che la lotta per impedire la fine della legislatura, per la quinta volta anticipata, non deve e non può essere subordinata ad alcun altro disegno politico. Coloro che questa lotta avranno condotto in difesa della Costituzione, dei diritti referendari e democratici di tutti, avranno poi, certamente, altre cose da fare insieme, a partire da questa comunque prova di lealtà agli interessi del paese ed alle Istituzioni repubblicane.

Abbiamo quindi confermato al Segretario del PCI il nostro auspicio di vedere il PCI, come noi, DP, il PSDI già hanno annunciato, impegnato alla Camera ad impedire, attraverso l'intervento dei suoi deputati, lo scioglimento delle Camere. Questo fatto, questa proterva aggressione al Parlamento, va battuta senza opporre condizioni per farlo. Basterebbe l'annuncio del PCI che i suoi deputati si comporteranno come due anni or sono, perché il Parlamento ed i referendum siano salvi. Se non lo facesse cioè sarebbe gravissimo per la democrazia e per la sinistra italiana''.

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(NOTIZIE RADICALI)

14 aprile 1987

INCONTRO NATTA-CRAXI:

Una nota della Segreteria del PR.

Logica vorrebbe che si affermasse l'antico detto del primum vivere (cioè difendere la legislatura e i referendum) et deinde philosophare di nuove maggioranze e schiarimenti.

C'è chi invece continuando a filosofare di vecchie e nuove maggioranze più o meno possibili, rischia solo di dare una consistente e definitiva mano a chi vuol liquidare, in un sol colpo, la IX legislatura repubblicana e i referendum.

Se PCI e PSI, o anche uno solo dei due partiti annuncia sin d'ora l'impegno dei propri deputati a tradurre in atti concreti quelle che per ora sono solo dichiarazioni di intenti, l'obiettivo della salvezza dei referendum e della legislatura si può dire sicuramente acquisito.

Questa è la vera posta in gioco, praticabile e realizzabile; il resto è un fumoso filosofare che offre solo sponde e alibi a De Mita.

Alle ore 12.00 in Piazza Montecitorio sarà presentato il ``tabellone della maratona democratica'': una iniziativa dei prossimi giorni che accompagnerà l'eventuale battaglia parlamentare in difesa dei referendum e della vita della legislatura.

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Roma, 14 aprile 1987

"REFERENDUM": DOPO OTTO GIORNI DALLA PUBBLICAZIONE DEI DECRETI DI INDIZIONE DEI REFERENDUM NON SONO STATI ANCORA AFFISSI GLI AVVISI SPECIALI NEI COMUNI.

INTERROGAZIONE URGENTE DEI PARLAMENTARI RADICALI (primo firmatario Massimo Teodori) al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Interno.

"INTERROGAZIONE URGENTE A RISPOSTA SCRITTA"

- AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E AL MINISTRO DELL'INTERNO

Per sapere - premesso che:

- con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 6 aprile 1987 dei decreti di indizione dei cinque referendum sulla giustizia e sul nucleare è iniziato il procedimento elettorale referendario;

- che il primo adempimento "immediatamente successivo" alla pubblicazione dei decreti di indizione è l'affissione in tutti i comuni, a cura dei Sindaci, degli avvisi speciali che danno notizia dei decreti di indizione medesimi, ai sensi dell'articolo 11 del Testo unico delle leggi elettorali richiamato dall'articolo 50 della legge sul referendum;

1. "perché ad oggi, dopo 8 giorni dalla pubblicazione dei decreti di indizione dei referendum, non sono ancora stati affissi tali avvisi speciali";

2. quali provvedimenti abbiano preso o intendono prendere affinché siano adempiute tempestivamente le operazioni preparatorie delle consultazioni referendarie; affinché non abbia a ripetersi quanto accaduto in occasione di precedenti referendum quando ai tentativi e alle manovre per impedirne la celebrazione corrisposero ingiustificati e illegittimi ritardi nell'osservanza degli adempimenti previsti dalle leggi elettorali e dalla legge sul referendum, come il mancato rispetto del termine per la consegna dei certificati elettorali in occasione del referendum sulla scala mobile nel 1985; affinché i condizionamenti di alcuni organi di informazione e in particolare la disinformazione sovversiva del TG1 tendente ad accreditare come ineluttabili o ormai imminenti le elezioni anticipate non abbiano come conseguenza anche l'inosservanza delle norme di legge e il ritardo delle operazioni elettorali referendarie.

TEODORI

BANDINELLI

BONINO

CORLEONE

DI LASCIA

RUTELLI

STANZANI

TESSARI

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14 aprile 1987

ore 18.50

NEGRI SU INCONTRO PR-PSI E RICHIESTA DI UDIENZA AL CAPO DELLO STATO

Dopo un incontro fra le delegazioni del PR e del PSI il segretario radicale Giovanni Negri ha detto che ``gli organi dei due partiti hanno ulteriormente approfondito la situazione ed esaminato il da farsi, per tanti versi comune''.

In relazione alla visita di Natta al Presidente della Repubblica, Negri ha invece rilasciato la seguente dichiarazione:

``Ho appreso qualche giorno fa, con stupore, che il Presidente della Repubblica aveva consultato tutte le forze politiche con l'eccezione di tre partiti, fra i quali il nostro.

Avendo ora appreso che il Presidente ha ricevuto il segretario del PCI Natta - evidentemente per conoscerne le opinioni dopo le iniziative da lui assunte - abbiamo chiesto al Capo dello Stato, per gli stessi motivi e per lo stesso fine, di voler ricevere una delegazione del Partito Radicale''.

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Partito Radicale

Roma, 15 aprile 1987

ore 7.00

Signor Presidente della Repubblica

on. sen. FRANCESCO COSSIGA

Quirinale

Signor Presidente della Repubblica,

nel modo più formale e più convinto Le chiediamo di voler procedere, secondo consuetudine e secondo lo spirito della Costituzione, affinché prima di assumere nuove decisioni vi sia un nuovo ciclo di consultazioni, questa volta ufficiali e non ``materiali'', come è in questi giorni accaduto.

Quanto più gravi sono le situazioni determinate da particolari, evidenti responsabilità del partito della Democrazia Cristiana, tanto più ci sembra necessario che non si adottino procedure di emergenza come se fossimo tornati indietro di dieci anni, come se ci trovassimo di nuovo nella tragica situazione del marzo 1978 quando le procedure costituzionali e istituzionali furono di fatto sospese. In ben altre situazioni sociali, economiche, di ordine pubblico il nostro Paese ha abitualmente vissuto crisi di governo lunghe anche il doppio delle attuali.

Immaginare di imporre al Parlamento una procedura che gli toglie ogni vera sovranità, con forme di ``governi elettorali'' del tutto ignote alla Costituzione; decidere dopo appena quaranta giorni di crisi di imporre una ``durata materiale'' alla stessa contro la ``durata costituzionale''; procedere per la quinta volta consecutiva allo scioglimento delle Camere senza il consenso formale - ma solo con la complicità e l'istigazione ``materiali'' - di questo o quel partito è per non un'intollerabile ipotesi.

Appena pochi giorni fa la Presidente della Camera, ufficialmente incaricata di esplorare la situazione giunse a conclusioni che furono incredibilmente cestinate, dando l'avvio ad una serie di Suoi comportamenti che ci hanno dolorosamente colpiti.

In nome della Costituzione e per il bene del nostro Paese, La scongiuriamo, Signor Presidente, di rendere serenità, normalità, trasparenza e rigore al momento istituzionale che il Paese sta vivendo e, di nuovo con una atmosfera di emergenza, subendo,

E' per questo che siamo da questo momento a Sua intera disposizione per adempiere a un diritto-dovere che non possiamo declinare.

Riceva, Signor Presidente, la deferente espressione dei nostri auguri e del nostro saluto.

Giovanni Negri

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(NOTIZIE RADICALI)

"DICHIARAZIONE IN ESCLUSIVA DI MICHELE SERRA A NOTIZIE RADICALI, PORTAVOCE DEL GOVERNO DE MITA - DE NATTA - D'ALMIRANTE, PRESIEDUTO DA AMINTORE FANFANI. - Vice-Kossiga, Enrico Manca e Biagi..."

Roma, 15 aprile 1987 (N.R.) - MICHELE SERRA, SOTTOSEGRETARIO PORTAVOCE DEL NUOVO GOVERNO, HA DICHIARATO:

``Contro la cricca parlamentarista e demagogica dei Craxi, Nicolazzi, Pannella, e dei loro alleati obiettivi Capanna, Folena, e Karol Woityla, il Presidente della Repubblica a difesa della Costituzione materiale del 1977, intitolate a Giorgiana Masi, ha chiesto al Presidente del Senato della Repubblica materiale, contro il Senato della Repubblica scritta con strafalcioni dei signori Martino e Schietroma, di presiedere un grande Governo a durata lampo, di unità comica (pardon, per il refuso) di unità cosmica, per impedire il plebiscito voluto dagli sceicchi e dagli ergastolani, per seppellire l'immondo cadavere del pentapartito che ammorba l'aria del paese, e degli appartamenti del Sottosegretario demito-comunista Rodotà, per abolire il tango, infame struscio borghese e corrotto, per poter finalmente liberare - per cessato pericolo di sovversione - la Direzione della DC, il Consiglio Nazionale della DC, previa dichiarazione di dissociazione controfirmata da Benigno Zaccagnini e da Armando Cossutta; ha chiesto

al Presidente Fanfani di prescindere da inutili formalismi, di applicare il decreto Kossiga della fine aprile 1977, che vieta assembramenti, anche parlamentari, a Roma.

Il Presidente Fanfani ha quindi costituito un Governo da lui presieduto, e vicepresieduto da De Mita, da De Natta e da De Almirante, e da me, Michele Serra, rappresentato presso i mass media. Presidente della Repubblica aggiunto, ad adiuvandum in casa di sopravvenuta o soprapartita semi-infermità mentale, è stato nominato Enrico Manca, già Presidente della RAI-TV, sostituito a sua volta, da Enzo Biagi, che sarà coadiuvato, in caso di sua sopraggiunta o terminata infermità mentale, da Pippo Baudo e Raffaella Carrà, e dal grande Sindacato dei ladri legali di Stato, parastato, e dintorni, ad esclusione dei ladri socialisti, illegali e individuali''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"NOI SPERIAMO ANCORA CHE FRA DC E PCI NON SIA STATO COMPIUTO IL TURPE MERCATO CHE, IN CAMBIO DELLE SPOGLIE DEL PENTAPARTITO, ESIGE LO SCIOGLIMENTO DEL PARLAMENTO E IL SILURAMENTO DEI REFERENDUM.

SPERIAMO CHE NON SIA UN PRESIDENTE DEL SENATO A SCIOGLIERE IL PARLAMENTO, PER INCARICO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, E MANDATO DELLA DC. SPERIAMO CHE I LAICI SAPPIANO RISPONDERE CON L'OSTRUZIONISMO, PIENAMENTE ADEGUATO, PER VINCERE..."

Roma, 15 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Se il PCI che, due anni fa, fece un lungo ostruzionismo contro un decreto sulla scala mobile, oggi rifiutasse di farlo contro un decreto di scioglimento delle Camere ed il conseguente decreto di siluramento dei referendum, anche solamente per una settimana, sarebbe chiaro qual è l'indecoroso mercato che è stato compiuto.

Da una parte De Mita consegna a Natta le spoglie dell'odiato centro-sinistra a direzione socialista, o comunque legato alla immagine di Craxi, e Natta consegna a De Mita le spoglie dei referendum e del Parlamento, dall'altra.

Noi continuiamo a sperare che questo turpe mercato non sia concluso e che da parte del PCI e del suo Segretario vi siano stati ieri sera solo alcuni comprensibili momenti di stanchezza.

Continueremo a sperare fino alla fine che il Presidente del Senato non abbia accettato dal Presidente della Repubblica di sciogliere, proprio lui, per incarico della DC, il Parlamento.

Dipenderà anche dalla prontezza e dalla durezza della risposta che i partiti laici, che abbiano e dimostrino senso dello Stato e non di parte e di fazione, daranno a questa ``eventualità''.

L'ostruzionismo è pienamente adeguato a impedire le elezioni e salvare i referendum, anche se il PCI facesse parte delle schiere dei demitiani''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"NEGRI: SE IL PSI DECIDESSE SUBITO DI IMPEGNARSI A FONDO NEL DIBATTITO SULLA FIDUCIA AL GOVERNO FANFANI, MA SUBITO, TUTTA QUESTA ``CRISI'' SI RIVELEREBBE IN UN BICCHIER D'ACQUA. TG1 ANCHE CONTRO FANFANI. FIDUCIA DOVEROSA FINO A PROVA DEL CONTRARIO..."

Roma, 16 aprile 1987 (N.R.) - Il Primo Segretario del PR, Giovanni Negri, ha dichiarato:

``Occorre, e da parte di tutti, fino a prova del contrario, fare ampia fiducia sulla correttezza e sulla elevatezza dei comportamenti possibili del Presidente del Senato Amintore Fanfani.

Un Governo Istituzionale non può, per decreto ulteriore di TG1, esser "destinato" a sciogliere le Camere, ma a scongiurare questa possibilità, fino ai limiti del possibile. Ancora oggi questa elementare verità è stata calpestata, e si è tornato a frapporre fra il compito di un Presidente incaricato e l'opinione pubblica una ennesima difficoltà, come se quelle esistenti non bastassero.

A questo punto, invece, la sorta della legislatura è nelle mani del PSI, e solo del PSI. Solamente altri autogol, solamente scarsa fiducia nelle proprie forze e in quelle degli altri partiti che sostengono il Parlamento ed i referendum, possono costringere Fanfani a sciogliere le Camere.

Ci appare evidente che il patto iniquo, il turpe mercato fra DC e PCI, o meglio fra De Mita e Natta - "che fino all'ultimo speriamo non esserci" - che consiste nel ``io ti do la pelle del pentapartito, tu mi dai lo scioglimento delle Camere e i referendum ``rinviati'''', non resisterebbero ad un ampio dibattito, se non ad un ostruzionismo democratico.

Il PCI ha dichiarato che se il PSI e i promotori dei referendum attuassero l'ostruzionismo, si assocerebbe ad esso.

Si tratta di ``andare a vedere''. Se si tratta di un bluff, o di un impegno politico effettivo e responsabile.

Le Camere si riuniscono martedì 22. Il Congresso repubblicano esige, "per consuetudine", la sospensione dei lavori parlamentari fino al lunedì 28 aprile. A questo punto, non si potrebbe votare che il 28 giugno, a patto che il dibattito parlamentare duri meno di "dodici giorni" (fra Camera e Senato, se alla Camera va bene). Ma un dibattito di dodici giorni, alla sola Camera, nelle attuali situazioni, non potrebbe certo esser tacciato di ``ostruzionistico'', selvaggio, e via dicendo.

Se questo fosse chiaro, se in questa direzione il PSI decidesse subito, non vi sarebbero più elezioni anticipate (a meno di veri e propri attentati alla Costituzione) e si terrebbero i referendum. E la DC avrebbe il diritto di esercitare quella opera di governo, e nelle forme da lei volute e previste, fino alla fine della legislatura. Non vediamo davvero dove siano i drammi, se non quelli dello sfascismo istituzionale e politico''.

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(NOTIZIE RADICALI)

16 aprile 1987

"PANNELLA: IL PRESIDENTE SI DUOLE DI MINACCE E INGIURIE. SI TRATTA DI ACCUSE E DI CRITICHE, LEALI, RESPONSABILI, NECESSARIE.

LE PROCEDURE E LE PRASSI DI QUESTE SETTIMANE SONO GRAVI E SCORRETTE, PERICOLOSE, DA CORREGGERE SUBITO. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COSSIGA SI DIMISE PER STORIE NON DIVERSE, E IL MINISTRO DEGLI INTERNI... LA GRAVITA' DEL SILURAMENTO DI SPADOLINI..."

``Da fonte autorevole apprendiamo che il Presidente della Repubblica si dorrebbe molto di ``minacce o ingiurie'' che da parte radicale, in raltà da chi firma questa dichiarazione, gli sarebbero state rivolte.

Ci auguriamo che l'autorevolezza della fonte non sia in questo caso sinonimo di verità, perché il Presidente della Repubblica non ha ricevuto da noi minacce o ingiurie ma, semmai, accuse e critiche, delle quali assumo intere le responsabilità, e troverei incivile considerare altrimenti.

Il Presidente della Repubblica sta pericolosamente logorando le sue funzioni e la sua identità, oltre che immagine. Egli ha stravolto in questa crisi prassi, e fors'anche consuetudini, frutto e conseguenza di tradizioni, di norme e di regole che non possono essere dilapidate.

Il Presidente della Repubblica, almeno in due occasioni, ha proceduto a vere e proprie consultazioni mascherate con partiti determinati, ad esclusione di altri determinati partiti. Lo ha fatto senza procedure trasparenti, ha realizzato un'interventismo imprudente e sospetto, come durante i lavori del Senato.

Il Presidente della Repubblica ha ricevuto il leader del PCI "prima" e "dopo" le sue ``consultazioni'', del tutto anomale e pericolose come precedente. Il Servizio di Stato radiotelevisivo le ha accreditate e lanciate come vere e proprie ``consultazioni'' più o meno delegate, con grande fracasso; e questo Servizio di disinformazione è al tal punto al corrente di quel che avviene in Quirinale, che può smentire un Presidente incaricato che proclama di avere un ``mandato pieno'', per anticipare subito, a smentita delle sue dichiarazioni, un ``comunicato'' del Quirinale con cui si precisa che in realtà il suo mandato è elettorale. Ma torniamo alle ``consultazioni'' di Natta, ricevuto prima e dopo averle compiute. Apprendiamo che Natta aveva indicato al Presidente il nome di Giovanni Spadolini, come qualificato per tentare vie nuove che scongiurassero la fine anticipata della legislatura. Apprendiamo che il Presidente si sarebbe consultato, su questa candidatura, solamente con il Segretario del suo Partito, e l'a

vrebbe bocciata senza nemmeno consentire alle altre forze politiche di pronunciarsi in merito.

La scorrettezza di queste procedure mi appare evidente, e ho il dovere di denunciarlo. Non si tratta che di un esempio.

La mia e nostra vigilanza è doverosa, e purtroppo sta rivelandosi carente, anche alla luce di precedenti storici come quelli che videro il Ministro degli Interni Cossiga proporre, dieci anni or sono, decreti la cui incostituzionalità è oggi addirittura presa ad esempio nelle università, nei testi ufficiali dei corsi di diritto pubblico; o il Presidente del Consiglio Cossiga doversi dimettere - unico caso nella nostra storia - proprio per un suo cattivo, o non corretto, uso delle ``informazioni'' che gli prevenivano o che raccoglieva. Il che dimostrò certo e dolorosamente una sensibilità adeguata, ma tardiva, del Presidente del Consiglio Cossiga. Per carità di patria non rievochiamo altre vicende, ma di uguale natura, proprie del più tragico periodo, delle più tragiche settimane, del dopoguerra.

Sarebbe, dunque, doloroso che il Presidente della Repubblica scambiasse accuse motivate, leali, responsabili con minacce, e critiche anche gravi con ingiurie. Sarebbe poco saggio, se non dissennato''.

Marco Pannella

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA A NATTA: LA PROPOSTA DI UN INCARICO REFERENDARIO E' STATA AVANZATA IL 20 MARZO DAI RADICALI, CON UN ARTICOLO SU ``IL CORRIERE DELLA SERA''. IL PCI LA LASCIO' TOTALMENTE CADERE PER RIPRENDERLA, DOPO UN COLLOQUIO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, E CONSUMARLA IN TRE GIORNI, SOTTRAENDOLA ALLE GARANZIE ED AI TEMPI COSTITUZIONALI DI UNA PROPOSTA FORMALE E ISTITUZIONALE. DE MITA DE NATTA, STESSA CULTURA DI POTERE, DA ALMENO VENT'ANNI, E DA DIECI ANNI UNITI NEI DECRETI COSSIGA E AFFINI, REALE E DINTORNI".

Roma, 17 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato, in risposta alle dichiarazioni del Segretario del PCI Natta:

``Natta alza polveroni, e spera di farlo impunemente rispetto alla sua propria base grazie alla sponsorizzazione della quale egli è oggetto da parte di De Mita e di Biagio Agnes, che gli stanno delegando la loro difesa politica sulle antenne di RAI-1.

Per ora, occorre rispondergli con chiarezza, anche se in modo sommario:

1) La proposta di un incarico laico per un sostegno maggioritario in Parlamento da parte di altre forze è stata avanzata da me sin dal 20 marzo, subito sostenuta dall'intero PR. Il PCI l'ha fatta cadere, per riprenderla - dopo un incontro confidenziale o non ufficiale con il Presidente Cossiga sabato 11 aprile, al quale non a caso il Segretario del PCI ha riferito l'esito delle ``consultazioni delegate'' da lui fatte, accettando di amministrare e liquidare in segreto e in fretta la carta Spadolini. In tal modo l'ipotesi di salvezza delle legislatura, e dei referendum, è stata sottratta "ai tempi" ed alle regole di una pubblica, rituale, consultazione dei Partiti. Il Presidente della Repubblica, infatti, consenziente Natta, ha fatto subito fare alla sua ``proposta'' la fine indecorosa che egli aveva già riservato alle conclusioni proposte dalla Presidente Jotti, al termine del suo mandato esplorativo. Solamente, in questo caso, Natta agiva per conto e d'intesa e della DC e del Presidente Cossiga;

2) La ``conversione'' del PCI contro la legislatura e contro i referendum non è la prima: il PCI fu contro i referendum al momento della loro richiesta, e lo è stato fino ad un paio di mesi fa. In apparenza o in superficie. Ben presto la sua posizione è divenuta convergente con quella di De Mita: il Segretario della DC diceva: ``Vada avanti la legislatura, ma non si facciano i referendum''. Il PCI ha detto: ``Vada avanti la legislatura, ma non si parli più di centro-sinistra''.

L'uno e l'altro, insomma, hanno chiesto un prezzo politico di bottega per la difesa doverosa e incondizionata dei diritti del Parlamento e dei cittadini. Stessa cultura di potere, anziché politica. Come troppo spesso, da almeno vent'anni''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"IL PARTITO RADICALE ANNUNCIA L'INIZIO DELLA OPERAZIONE CONGIUNTA DC-MSI-PCI VOLTA A LIQUIDARE PARLAMENTO E REFERENDUM, MANIFESTATASI NELLA IRRITUALE CONFERENZA DEI CAPI-GRUPPO DELLA CAMERA. I GRUPPI LAICI E SOCIALISTI CHE NON SOLLECITERANNO GLI INTERVENTI DI TUTTI I LORO DEPUTATI COMPIRANNO UNA AZIONE SUICIDA E DIMOSTRANO L'INUTILITA' DELLA LORO FORZA PARLAMENTARE".

Roma 17 aprile 1987 (N.R.) - La Segreteria del PR e la Presidenza del Gruppo Radicale della Camera hanno emesso il seguente comunicato:

``L'asse comunisti-dc-msi comincia ad operare in modo rigoroso, evidente e massiccio. In una riunione assolutamente irrituale dei Presidenti dei Gruppi, convocata dalla Presidente Jotti, in assenza del Governo, e quindi in assenza di una presenza regolamentarmente necessaria, i Gruppi favorevoli allo scioglimento delle Camere ed alla soppressione delle prove referendarie - DC, PCI e MSI - hanno espresso parere favorevole ad una gestione d'"emergenza" dei tempi parlamentari. La Presidente Jotti appare decisa a percorrere questa linea.

Tutti gli altri gruppi, da quello repubblicano a quello liberale, da quello socialista, a quelli socialdemocratico, radicale e demoproletario hanno sostenuto una linea opposta.

La Presidente Jotti sembra decisa a convocare per lunedì pomeriggio, per Pasquetta, la Camera e a prescindere dal Congresso repubblicano, per assicurare una chiusura rapida del dibattito. I Gruppi laici e democratici hanno insistito per andare direttamente al 27 aprile, o - in subordinata - al massimo a domenica 26.

Lo scontro è dunque chiaramente politico, e conferma il costituirsi dell'asse operativo comunista-democristiano-missino per arrivare al più presto allo scioglimento delle Camere e al conseguente rinvio dei referendum.

La risposta democratica contro questo stato di fatto non può tardare, o la partita sarà vinta da quanti, in vario modo, da mesi hanno operato per destabilizzare la situazione nel paese e le istituzioni. Altrimenti si sarà perso per il proseguirsi di indecisioni, di incapacità ad operare in modo organizzato e comune da parte delle forze laiche e referendarie. Les pruderies irragionevoli e velleitarie contro l'uso dell'ostruzionismo sono a questo punto suicide e irresponsabili''.

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Roma, 17 aprile 1987

LA CAMERA CONVOCATA PER LUNEDI'. "RUTELLI":

``E' UNA PREPOTENZA, CI TRATTANO COME PEZZE DA PIEDI''.

``La convocazione delle Camere per le 17 del lunedì di Pasqua è una prepotenza, che per di più non risponde neppure alle indicazioni emerse nell'informale conferenza dei capigruppo di stamani.

Persino il PCI - e sottolineo il persino - aveva prescelto martedì 21. PSI, PSDI, PRI, PR, DP chiedevano invece lunedì 27.

Qua ci si tratta come pezze da piedi, in spregio del precetto costituzionale (che prevede dieci giorni di tempo per la presentazione alle Camere del nuovo Governo) e delle regole formali (Governo non è ancora ufficialmente costituito) e in ossequio solo alla volontà di DC-PCI-MSI di liquidare legislatura e referendum''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA SU COMUNICATI-STAMPA DEL QUIRINALE, CHE ABBONDANO O MANCANO, E CONTRIBUISCONO A FAR SALIRE LA CRISI FINO AD UN COLLE CHE AVREBBE DOVUTO SOVRASTARLA E CHE INVECE NE E' DIVENUTO IN QUALCHE MISURA IL MOTORE E LA CAUSA. SE CRAXI..."

Roma, 17 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``L'Ufficio Stampa del Quirinale comunica troppo e troppo spesso, mentre in altri casi tace troppo e troppo spesso.

L'Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica non può dolersi o meravigliarsi se la crisi sta investendo in modo doloro e pericoloso anche un colle dove l'andirivieni politico, partitocratico, è stato frenetico e oscuro, proprio quando il massimo di trasparenza, limpidità, correttezza, linearità sarebbe stato prezioso, necessario e aiutato dalle tradizioni.

E' dall'inizio di questa crisi che il partito della crisi, antiparlamentare e antireferendario, ha tratto incoraggiamento e cibo quotidiano da questa realtà, che ogni giorno sta venendo alla luce con maggiore puntualità.

Che il Segretario del PSI, tuttora Presidente del Consiglio per il disbrigo degli affari correnti, ricorda una verità semplice e incontestabile, e questo suona male alle orecchie dell'Ufficio Stampa, è perché queste orecchie, in queste settimane, sono state più attente e sollecitate da ``consultazioni'' irrituali e dalla compressione di quelle naturali e corrette.

Il Presidente della Repubblica dovrebbe vigilare maggiormente sulle attività del propri ufficio stampa, su comunicati che nei giorni scorsi si sono sostituiti, di fatto, alle dichiarazioni ufficiali, hanno degradato ``mandati pieni'' in ``mandati pieni per lo scioglimento delle Camere'', e hanno fatto ignorare il conferimento di ``incarichi'' più o meno clandestini, e la liquidazione dello stesso tipo di proposte che apparteneva ad altre istituzioni di conoscere e discutere, e che invece sono state consumate, sequestrate e distorte.

E, certo bene, in temi così delicati, non eccedere. Ma da entrambi, da tutte, le parti, a partire da quelle che operano normalmente al di fuori dei confini della responsabilità per il loro operato''.

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(NOTIZIE RADICALI)

18 aprile 1987

"CRISI"

PANNELLA: ``QUESTO GOVERNO NON MERITA NE' SARCASMI NE' IRONIE, CHE POTREBBERO RITORCERSI CONTRO CHI LI USA, LA SUA ``POVERTA''' DOVREBBE FAR RIFLETTERE, E POTREBBE ESSER INDICE DELLA SUA INDIPENDENZA RISPETTO AI CALCOLI E AI PATTI SFASCISTI E ANTIREFERENDARI E ANTIPARLAMENTARI''.

Roma, 18 aprile (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Occorrerà scrivere, comprendere, narrare la incredibile storia vera di questi giorni e settimane, nelle quali si tenta di ributtare indietro di dieci anni ai momenti del caso D'Urso la vita del paese.

Per intanto occorrerebbero più nervi saldi e chiarezza di idee e di prospettive.

Per modesto che sia, il Governo Fanfani è un Governo che nasce sotto il segno dell'onestà politica del suo Presidente, "per le dichiarazioni" (in gran parte censurate o nascoste) "che ha fatto" e che sono di grande correttezza costituzionale e istituzionale, perle rarissime di questi giorni.

La ``povertà'' quantitativa dei ministri ``pescati'' da Fanfani, per noi è dimostrazione che il Presidente del Senato si è mosso contro-corrente, contro gli auspici e contro gli ordini tentati.

Noi abbiamo il dovere e l'interesse di prendere alla lettera le assicurazioni reiterate sul carattere ``pieno'' del Governo che domani sarà presentato alle Camere.

I laici ed i socialisti farebbero bene a riflettere, e se possibile a riflettere in comune.

Sarcasmi ed ironie sono fuori posto e ciechi. Questo Governo non è certo Istituzionale, ed è un bene, perché di questi Governi la Costituzione non sa nulla. Non è espressione della cosca dei destabilizzatori e dei sovversivi perenni, che sono al potere fra i più potenti, di coloro che tentano con tutti quel che tentarono con Calvi (contribuendo alla sua bancarotta) e con i Tassan Din, con i Banchi Ambrosiani e con i loro rapporti di ``unità nazionale'', con i Senzani e con la camorra. Altrimenti si sarebbero lasciati entrare ben altri, prestigiosi, pericolosi, personaggi di parte, di finanza e di Partito.

Parlamento, referendum, quadro politico, alternativa di sistema politico ed elettorale, possono esser salvati e sconfitti coloro che hanno bisogno di sabotarli, se si ha l'umiltà di riflettere con serietà e rigore sul da farsi, sulla durata e sulla qualità del dibattito parlamentare, sul rispetto delle norme e delle prassi senza nuovi tuffi su procedure e climi di emergenza, come si mostra di voler fare con la convocazione di lunedì delle Camere, e l'offesa ai diritti per prassi assegnati al Partito Repubblicano.

P.S. "RISPOSTA A MACALUSO"

``Macaluso è maestro, lui, delle tre carte, sin dai tempi lontani delle operazioni Milazzo. Andreotti l'ha salvato lui, quando era in causa la sua incriminabilità. Il 20 marzo facemmo noi la proposta ``referendaria'', di salvezza della legislatura. Ma si è preferito le nozze con De Mita, officiante Eugenio Scalfari''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"NEGRI: IL PARTITO RADICALE TORNA A CHIEDERE UFFICIALMENTE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI ESSER ASCOLTATO, SE NON AL PARI DI ALTRE FORZE CHE LO SONO QUOTIDIANAMENTE, ALMENO SUI FATTI NUOVI SUCCESSIVI ALLE CONSULTAZIONI UFFICIALI. OCCORRE EVITARE CHE NEL PAESE SI FORMI L'IMPRESSIONE CHE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DIRIGA UNA PROPRIA MAGGIORANZA POLITICA".

Roma, 19 aprile 1987 (N.R.) - Si sono riuniti stamane, alla Camera dei Deputati, il Primo Segretario del Partito Radicale, Giovanni Negri; Sergio Stanzani, per il Gruppo dei deputati radicali; Gianfranco Spadaccia, dell'Assemblea Federale e Marco Pannella per la Presidenza del PR, Maurizio Turco, direttore del periodico del PR ``Notizie Radicali'', che hanno analizzato la situazione politica e quella del Partito alla immediata vigilia del dibattito alle Camere. Al termine della riunione, il Primo Segretario del PR, Giovanni Negri ha dichiarato:

``Abbiamo deciso di fare appello formale al Presidente della Repubblica per esporgli le gravissime preoccupazioni che abbiamo sul degradarsi della vita istituzionale nel nostro paese. Questo formale appello viene dopo un periodo di eventi negativi e torbidi, al livello istituzionale e politico, dal quale occorre uscire. Il Partito Radicale ha chiesto da tempo, formalmente, di esser ricevuto dal Presidente della Repubblica, al pari di altre forze regolarmente ricevute e consultate, alcune quotidianamente. Non è infatti opportuno che il Presidente operi dando l'impressione, ci auguriamo errata, che egli disponga di una propria maggioranza politica, che egli rinunci ad ascoltare le opinioni di forze parlamentari e politiche su fatti nuovi, successivi alle consultazioni ufficiali, e che dia l'impressione di muoversi secondo logiche di ``emergenza'', pericolosissime per la Repubblica''.

"PANNELLA: SOLAMENTE IL PRESIDENTE LEONE..."

Roma, 19 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella, della Presidenza del PR, ha dichiarato:

``Solamente il Presidente Leone, nel 1974, ci fece attendere più di venti giorni per essere ricevuti. Allora dovemmo rispondere con un ``digiuno'' a quella attesa, che ci pareva offensiva. Eppure non eravamo che responsabili della L.I.D., associazione non rappresentata in Parlamento. Certo, il Presidente Cossiga, come il Presidente Leone, ha in senso stretto il diritto di non riceverci ed ascoltarci, e magari di usare dell'Ufficio Stampa per risponderci, come ha fatto nei giorni scorsi, per polemizzare "politicamente" contro il Presidente del Consiglio in carica, dandogli dello destabilizzatore, mentre questi si era limitato ad affermare e ricordare un principio costituzionale che poteva benissimo esser diretto ad altri. Ma questa forma di presenzialismo politico non ci pare sia la miglior ricetta per curare la vita istituzionale e la difesa della Costituzione''.

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(NOTIZIE RADICALI)

Pasqua 1987 - 19 aprile

"L'EDITORIALE"

di Marco Pannella, della Presidenza PR

Noi non sappiamo se TG1 delle ore 13,30 abbia mentito anche a danno di altri ``politici''; dell'informazione degli italiani, però, si è sicuramente giocato.

TG1 ha affermato che (i politici e) la politica è in vacanza; il che è falso, per quanto ci riguarda, falso per quanto riguarda anche altri, e dà agli italiani una immagine di irresponsabilità, visto che domani, Pasquetta, inizia un dibattito parlamentare di grande importanza, cui occorre prepararsi.

Stamane, in 13 città, dinanzi ai Tribunali, si sono avute manifestazioni di solidarietà con i radicali che da venti giorni e notti, presidiano quelle sedi per ottenere la regola del sorteggio dell'ordine di iscrizione delle liste o il primo posto; in queste manifestazioni sono stati presenti deputati radicali.

Sempre stamane, alla Camera, ci siamo riuniti con il Primo Segretario del PR, con Sergio Stanzani, per il Gruppo, con Gianfranco Spadaccia, dell'Assemblea Federale, e io stesso, per la Presidenza del Pratito, ed abbiamo assunto deliberazioni politiche non secondarie.

Da Radio Radicale sono stati tenuti ``fili diretti'' di esponenti del Partito, per mobilitare le forze democratiche in difesa del Parlamento, dei referendum, delle leggi e riforme in corso d'approvazione.

Attorno al Segretario federale del PR, Sergio d'Elia, nell'area omogenea di Rebibbia, si è tenuta una riunione degli iscritti ed esponenti radicali, per discutere i problemi della internazionalizzazione del Partito, della difesa dei diritti e della vita civile dei cittadini, in preparazione del Congresso straordinario del PR.

Se questa è ``vacanza'', se questa è l'assenza di ``politica'' delle quali parla la RAI-TV, occorre intendersi.

Un tempo c'era il ``sabato fascista'' in cui era proibito fare altro che lasciar parlare o tacere gli esponenti del Partito Nazionale Fascista. Ora abbiamo la Pasqua democristiana, o di unità cencelliano-nazionale, o neo-fascista? Ci auguriamo che non si sia anche ufficialmente a questo punto.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA SU FANFANI

CI SONO TUTTI GLI ELEMENTI PER CHIEDERE A QUESTO GOVERNO DI GOVERNARE BEN OLTRE I TERMINI CHE DICHIARA DI PREFERIRE, E CHE NON HA AFFATTO ESCLUSO DI POTER ACCETTARE: EGLI SI E' RIMESSO, IN VERITA', ALLE CAMERE. IN SOSTANZA UNA POSIZIONE DIFFICILE, MA ONOREVOLE E SUSCETTIBILE DI POSITIVI SVILUPPI".

Il Presidente del Consiglio ha in tema di referendum avanzato in termini ipotetici proposte in linea di principio accettabili come base di discussione. Ma quel che è da approfondire non è tanto questo punto, quanto l'altro: quello relativo alla durata della legislatura. Su questo punto non siamo d'accordo: ma la Camera ha pienamente la possibilità, dialettica, di rispondere al Governo, invitandolo a superare le considerazioni soggettive del Presidente Fanfani.

I suoi argomenti, infatti, rischierebbero di puntare sistematicamente ad accorciare ogni legislatura.

Non resta, quindi, che costringerlo, con la fiducia, a governare oltre i termini che ritiene soggettivamente probabili o preferibili. E' chiaro, nel tono, che egli è disposto ad accettare questa eventualità.

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(NOTIZIE RADICALI)

PANNELLA: "RISPOSTA A BASSANINI.

DE MITA VUOLE LA SFIDUCIA AL GOVERNO. SE IL PCI LA VOTA, OBBEDISCE CON MAGGIOR PRONTEZZA E COMPLETEZZA DI QUANTO NON ABBIANO FATTO ANDREOTTI, SCALFARO E FINORA LO STESSO FANFANI.

IL MEZZO PER SALVARE IL PARLAMENTO C'E': E ANCHE PER I REFERENDUM. ECCOLO..."

Roma, 20 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Franco Bassanini, se vuole, come fino a prova del contrario vuole, salvare referendum e legislatura, indica la strada da percorrere, se si seguino con coerenze i suoi ragionamenti.

Premesso che né Barile, né Negri, né Armaroli possono convincerci che di già ci troviamo alla cultura ed al regime khomeinista anche a Roma, dove si sciolgono le Camere perché compiono atti ``ipocriti'', o ``insinceri'', o ``indisciplinati'', o ``logorroici'', o ``occidentali'' o ``borghesi''; premesso che negli anni venti di tali ``giuristi'', ``consulenti'', erano piene le anticamere del fascismo, specie se i personaggi in questione avevano da farsi perdonare un qualche ``antifascismo'' della prima ora, il problema non è quello di accampare come alibi per il propri non-fare il pericolo delle altrui reazioni.

In sostanza, Bassanini sostiene: ``... se la maggioranza (anche relativa) della Camera, nel votare la sfiducia al Governo Fanfani, si pronunciasse apertamente a favore di un Governo e di una maggioranza che garantisca l'effettuazione dei referendum, è certo che Cossiga non potrebbe sciogliere le Camere...''

A parte che ``certezze'' sul Presidente Cossiga è bene non averne, per carità di patria e per prudenza, il ragionamento di Bassanini sarebbe infinitamente più forte se si togliesse una ``s'' alla parola ``sfiducia''. Se la Camera, votasse la fiducia, o si pronunciasse ``apertamente'' (con le firme ad una mozione di fiducia diversa da quella DC) per dare al Governo così fiduciato il mandato di curare la tenuta dei referendum e di difendere la legislatura, è evidente che sciogliere le Camere, a questo punto, costituirebbe un vero e proprio ``golpe''.

Il PCI, nella sua storia, ha votato per anni la fiducia ad Andreotti, come Presidente del Consiglio; ha fatto ostruzionismi per mesi. Se rifiuta di votare la fiducia a questo Governo per evitare di facilitargli quella sfiducia per la quale è stato costituito, è evidente che il PCI obbedisce a De Mita, ancor più di quanto Andreotti, Scalfaro e Fanfano non abbiamo dimostrato di voler fare''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA FA LA SUA ``SINTESI'' DEL DISCORSO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - SI TRATTA DI UN SALTO DI RESPONSABILITA' E DI SAGGEZZA CHE PUO' AGEVOLMENTE PORTARE ALLA SALVEZZA DELLA LEGISLATURA - SE I LAICI SARANNO ALL'ALTEZZA DEL NUOVO DI QUESTO DISCORSO AVREMO LA CONTINUAZIONE DELLA LEGISLATURA E I REFERENDUM".

Roma, 21 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Tutto il discorso del Presidente Fanfani può sintetizzarsi in tal modo: ``come in parte già accadde, mi presento con un monocolore, o quasi, di per sé insufficiente a grandi disegni. Ma la situazione si è incredibilmente deteriorata per errori di tutti, della DC e del PSI. A questo punto io cerco di ragionare e far ragionare. Se davvero dovessimo andare alle elezioni anticipate mi sembra equo garantire almeno ai presentatori delle richieste referendarie la possibilità di non attendere due anni, ma di tenere i referendum in autunno. Per la mia esperienza, di vecchio saggio, io propendo a consigliarvi ad accettare la prospettiva di elezioni anticipate. Il Governo non è forte e sul finale delle legislature le pressioni sono molte. Questa è la mia propensione e il mio consiglio. Ma, anche, tutta la mia vita dovrebbe rassicurarvi sul fatto ch'io rispetterò la volontà del Parlamento, non accetterò procedure men che limpide e classiche, non discriminerò fra un voto e l'altro, non deciderò nulla prima che il voto

parlamentare di fiducia o di sfiducia sia espresso...''

Questo, non altro, è quanto in condizioni difficilissime, con un salto di ragionevolezza e di coraggio, il Presidente del Consiglio ha detto ieri alla Camera. "E' un fatto nuovo nella crisi politica, non solamente nella crisi parlamentare".

Naturalmente, la stampa ha scritto quel che si attendeva da Fanfani, ben più che quello che Fanfani ha invece detto. Con qualche eccezione: in particolare Francesco Damato e Silvano Tosi.

"Nella dialettica fisiologica, costituzionale", è ora assolutamente normale che il Parlamento gli risponda esprimendo invece una indicazione di proseguimento della legislatura, di tenuta conseguente dei referendum, di governo umile ma corretto dell'esecutivo e del paese.

Solamente chi non vuol più riflettere, solamente chi per calcolo diverso dalle parole che dice, o inadeguato a ``fare'' politica per ``farsene fare'', può a nostro avviso dare una interpretazione diversa alla posizione ed alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio.

Anche all'interno della DC, certo, sarebbe utile e opportuno che si manifestasse ragionevolezza, senso di responsabilità, assunzione pubblica di iniziative contro il proseguirsi dello sfascio e per il ritorno al dialogo ed al confronto democratici. Ma la prima responsabilità è quella dei laici e dei socialisti, dei riformisti e dei repubblicani. Diciamo francamente che alcune reazioni di ex-ministri socialisti o esponenti liberali sono state negative. Ma ci auguriamo che le decisioni dei partiti siano altre''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PERFETTO - IL DISCORSO DI NICOLAZZI - NON SI CAPISCONO LE ESITAZIONI SOCIALISTE E LIBERALI - SE IL CAPO DELLO STATO E IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SCIOGLIESSERO LE CAMERE MALGRADO LA FIDUCIA DEL PARLAMENTO, SI ANDREBBE SI' ALLE ELEZIONI, MA DOPO UN VERO E PROPRIO ``COLPO DI STATO'' E LA DC SAREBBE CHIAMATA A RISPONDERNE. - SI TRATTEREBBE DI UN ALIBI PER UN TRADIMENTO DI IMPEGNI ..."

Roma, 23 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Franco Nicolazzi ha espresso, con grande serietà e con profonda intelligenza strategica e tattica, le esigenze democratiche contro una ventata di follia destabilizzatrice che investe le istituzioni e la politica del nostro paese. Egli ha espresso posizioni che sono quelle radicali, e che a maggior ragione dovrebbero essere quelle del PSI e del PLI, che - al contrario del PSDI - sono stati promotori di referendum.

Oggi, Ciriaco De Mita ha interesse alla rissa, ed i compagni socialisti cadono in questa trappola. Le loro esitazioni, e quelle degli amici liberali, hanno del difficilmente comprensibile. L'alibi dell'eventuale non accettazione da parte del Capo dello Stato e del Presidente Fanfani della fiducia del Parlamento non può esser accampato decentemente. Perché, in tal caso, si andrebbe sì alle elezioni: ma con un vero e proprio attentato alla Costituzione, un vero e proprio colpo di Stato, e la DC sarebbe chiamata a rispondere anche, soprattutto di questo''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"IL PR CHIEDE PUBBLICAMENTE A PSI, PSDI, PLI UNA RIUNIONE CONGIUNTA QUESTA SERA, PER STUDIARE LA POSSIBILITA' DI DECISIONI COMUNI E IN RELAZIONE ALLE DELIBERE DEL 33· CONGRESSO DEL PR".

Roma 27 aprile 1987 (N.R.) - Il Primo Segretario del Pr, Giovanni Negri, Francesco Rutelli, Presidente del Gruppo radicale, e Marco Pannella, co-presidente del PR, hanno diffuso la seguente dichiarazione:

``Nella difficoltà di prendere diretti contatti, chiediamo formalmente e pubblicamente ai Segretari del PSI, del PSDI, del PLI, una riunione congiunta, questa sera, delle Segreterie e dei Presidenti dei gruppi dei quattro partiti laici che hanno assunto comuni posizioni, sin qui, contro lo scioglimento delle Camere, per la tenuta dei referendum, e per l'approvazione delle leggi e riforme necessarie sul punto di essere votate dal Parlamento e che verrebbero nuovamente rinviate sine die in caso di anticipata fine della legislatura.

Per quanto ci riguarda sollecitiamo l'incontro per definire un atteggiamento comune, anche in relazione ai risultati del 33· Congresso del PR''.

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(NOTIZIE RADICALI)

28 aprile 1987

"PANNELLA: COME AGLI INIZI DEGLI ANNI CINQUANTA, I LAICI, I LIBERAL-SOCIALISTI, I DEMOCRATICI ASSICURANO UNA GRANDE FUNZIONE DI ORDINE DEMOCRATICO, MA LA DC CONTRO DE GASPERI SCEGLIE UN GRONCHI PEGGIORATO. IL PCI PUO' ANCORA TIRARSI FUORI DALLA COMPLICITA' GRAVISSIMA CON DE MITA CONTRO IL PARLAMENTO..."

Roma 28 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella, co-presidente del Partito Radicale, ha dichiarato:

``Come agli inizi degli anni cinquanta, le forze laiche, liberal-socialiste, riformiste, assicurano oggi al Paese una recisa, limpida posizione di attaccamento alle Istituzioni, alla democrazia, alla certezza del diritto, arrivando fino a sostenere un Governo che tutto ha fatto per rinunciare ai suoi doveri costituzionali e istituzionali, ma che ora potrebbe governare liberamente, se la Democrazia Cristiana, fra De Gasperi e Gronchi, ma oggi senza la statura di un Gronchi, non scegliesse quest'ultimo, e il cammino della fazione, della irresponsabilità, fino ad astenersi contro un Governo presieduto dal suo leader storico.

Ora il PCI fa ancora in tempo di sottrarsi alla convergenza ufficiale e gravissima con la DC di Ciriaco De Mita, contro il Parlamento, contro i referendum, contro il governo di fine legislatura con gli appuntamenti di riforme e di leggi che comporta.

Ora occorre una candidatura laica, come proposto in via ufficiosa dal PCI''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA: VI SARA' ANCHE UN SOLO DEMOCRISTIANO, IN QUESTO PARLAMENTO, CHE COLGA L'OPPORTUNITA' DI COSCIENZA CHE LA GRANDE DIGNITA' DELLE DICHIARAZIONI DI MARTINAZZOLI GLI OFFRE?

L'OMBRA LUNGA, DISTORTA, DI GRONCHI OSCURA QUELLA DI DE GASPERI..."

Roma 28 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``Il Presidente Martinazzoli ha terminato il suo intervento con una proposizione limpida quanto sofferta: ``... sono costretto a chiedere ai colleghi democristiani di astenersi ...''.

La formula merita un saluto, ed un ringraziamento, da parte di chi ha bisogno, in democrazia, bisogno estremo, di poter rispettare i propri avversari non solamente per doverosa virtù civile ma anche per i fatti che essi compiono e propongono.

Sarà poco, per troppi. Ma che un Partito, dinanzi a una così drammatica situazione, frutto di responsabilità di tutti, certo, ma che lealtà avrebbe esatto di ritenere anche proprie, se non si vuole negare in radice il ruolo di partito di maggioranza relativa e di partito, non annunci la decisione calata dall'alto, o montata come un'alluvione dal basso, ma si dica ``costretto'' a ``chiedere'' ai colleghi un determinato comportamento, è fra le pochissime, quasi introvabili, azioni a dignità ``istituzionale'', oltre quelle radicali, che siano venute al Parlamento e dal Parlamento in questa occasione.

Naturalmente, ahinoi!, è difficile che fra i ``colleghi'' democristiani qualcuno almeno onori queste parole, e in coscienza, risponda che non può liberamente fare quel che sarebbe stato disposto a compiere ubbidendo.

Ed è questo che purtroppo ci consente di ripetere che non l'ombra di De Gasperi, ma quella, distorta e diminuita di Gronchi, copre la luce dell'intendimento politico, a questa DC''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"NEGRI: NON SI MANDA A VENEZIA O SI FANNO GESTIRE LE ELEZIONI AD UN GOVERNO CUI PERFINO IL PARTITO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO HA NEGATO FIDUCIA. OCCORRE UN INCARICO LAICO, A QUALCUNO CHE APPARTENGA A PARTITI CHE NON ABBIANO DIMOSTRATO, COME LA DC, DI VOLERE SEMPLICEMENTE LO SFASCIO DI UNA LEGISLATURA".

Roma 28 aprile 1987 (N.R.) - Il Segretario del Partito Radicale Giovanni Negri ha dichiarato:

``Non riuscendo per ora a farlo in altro modo e secondo tradizioni e stile parlamentare e democratico, tengo a dichiarare subito che noi non intendiamo accettare fatti compiuti in tema di scioglimento delle Camere. Nessuno, mi sembra, ha l'obbligo di obbedire come un cameriere ad eventuali e supposti ordini di Ciriaco De Mita, e votare o far votare, ad esempio, il 14 invece del 21 giugno; o non votare affatto.

Comunque noi siamo per un incarico laico a Spadolini, o agli altri segretari, Nicolazzi e Altissimo, visto che finora il Capo dello Stato ha conferito incarichi semplicemente a uomini di un partito che ha oggi clamorosamente mostrato di aver voluto una sola cosa, e davvero a qualsiasi costo: lo scioglimento del Parlamento. Aggiungo che un Governo mortificato anche dal Partito del Presidente del Consiglio, non è certo il Governo che possa in modo decente rappresentare l'Italia al vertice di Venezia, o gestire le elezioni. Gli se ne è tolta la forza e la capacità, che per noi invece c'erano, ampiamente''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"PANNELLA: LA LEGA PER LA RIFORMA ELETTORALE, IN QUANTO TALE, SI E' COSTITUITA SULLA BASE DI UN DOCUMENTO INEQUIVOCO, A FAVORE DEL SISTEMA UNINOMINALE SECCO. E SU QUEL TESTO SI SONO AVUTE LE 200 ADESIONI DI PARLAMENTARI. DETTO QUESTO, A TITOLO PERSONALE, CIASCUNO PUO' AVERE RIPENSAMENTI".

Roma 28 aprile 1987 (N.R.) - Marco Pannella ha dichiarato:

``La "lega per la riforma" uninominale del sistema elettorale si è costituita su un testo preciso e tassativo, e sulla base di quel testo che oltre 200 parlamentari vi hanno aderito.

In quel testo era tassativamente adottata la proposta ``uninominale secca, anglosassone'', e su questa base, dunque, la Lega "in quanto tale", si muove. Era esplicitamente previsto che, eventuali altre posizioni, come quella di un sistema a due turni, avrebbe potuto esser proposta, ``in dirittura d'arrivo'' della approvazione parlamentare della riforma.

Non ho quindi altro da aggiungere. Ciascuno si muove con il proprio stile e con i propri tempi. Ma è scorretto chi sulla stampa attribuisce alla Lega in quanto tale, ``maggioranze'' o ``minoranze'', che non esistono; la Lega ha un suo testo costitutivo; se ciascuno ha il diritto di cambiare opinione, non ha certo quello di farlo cambiare alla Lega''.

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(NOTIZIE RADICALI)

"NEGRI: SETTE ORE DOPO AVER RICHIESTO UDIENZA, IL PRESIDENTE COSSIGA COMUNICA CHE NON LA CONCEDE. NE PRENDIAMO ATTO. LA PROSSIMA VOLTA FAREMO UNA RICHIESTA CLANDESTINA, CI FAREMO ACCOMPAGNARE DALL'ON. NATTA. O CHIEDEREMO UDIENZA A NATTA, PERCHE' RIFERISCA ..."

Roma 28 aprile 1987 (N.R.) - Il Primo Segretario del Partito Radicale, Giovanni Negri, ha dichiarato:

``Esattamente sette ore dopo la richiesta avanzata alla Presidenza della Repubblica dai quattro Partiti, PSI, PSDI, PLI e PR, di ricevere urgentemente in udienza una delegazione dei loro responsabili nazionali e parlamentari, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Sergio Berlinguer, ci ha inviato una lettera con la quale ci si comunica che la richiesta di udienza non è stata accolta.

Ne prendiamo atto. La volta prossima non la chiederemo in via ufficiale, e chiederemo di essere accompagnati dall'on. Natta; o chiederemo all'on. Natta di riceverci lui, e poi di riferire al Presidente''.

 
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