di Marco PannellaSOMMARIO: Viene riportato l'intervento di Marco Pannella nella conferenza stampa di presentazione della Lista civica laica e verde alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Catania. E' una "lista biodegradabile": al contrario di qualsiasi altra esaurisce la sua funzione principale con il voto del 29 maggio, costringendo i suoi eletti ad essere indipendenti nella loro azione, rispondendo innanzitutto alla propria coscienza e alla città.
(Notizie Radicali n· 107 del 24 maggio 1987)
La Lista »per Catania , lista civica, laica e verde, lista federalista europea, si presenta da sola, in alternativa alle altre. E' la sola Lista nuova, è la sola Lista diversa, è la Lista nazionale ed europea perché Catania diventi un caso nazionale ed europeo.
Un certo numero di deputati europei ed italiani, deputati anche radicali, ma senza alcun diritto di rappresentanza di un partito che in quanto tale ha deciso di non concorrere più, in nessun caso, nazionale, europeo, regionale o municipale che sia, a governi o elezioni, nella loro qualità di cittadini democratici, europei, nonviolenti hanno preso l'iniziativa di proporre ai cittadini catanesi, ed ai partiti »incolpevoli come Democrazia proletaria o i gruppi »verdi , di far scoppiare lo scandalo Catania, per salvare insieme Catania e la grande Catania che chiamiamo Italia.
La risposta a questo appello è la Lista, è la sua presentazione avvenuta anche grazie all'incredibile, magnifica reazione dei passanti in piazza Verga, che si sono messi in coda, subito, spontaneamente, in meno di tre ore, fornendo oltre cinquecento firme di presentazione della Lista stessa. Sarebbe stato utile, interessante, penso, fotografare, raccontare questo piccolo episodio di cronaca, anche per quanti continuano a credere che la città è ormai rassegnata, incapace di speranza, di slanci, di generosità, di democrazia.
Lo scandalo Catania è infatti lo scandalo di una classe dirigente, di una partitocrazia, non di un popolo, non della gente, che sono vittime del disordine stabilito, dell'ingiustizia costituitasi giustizia, della menzogna affermatasi come verità. Vittime, fin qui, consenzienti o incolpevoli.
Purtroppo non è stato possibile giungere alla presentazione di questa Lista unica anche con i »verdi e i demoproletari, che si presenteranno con proprie liste e simboli. Ce ne rammarichiamo, ma colgo personalmente l'occasione di questa conferenza stampa per augurarmi che non un solo voto venga loro a mancare di quelli che a loro sarebbero giunti in caso di nostra assenza; auguriamo un loro successo, e raccomandiamo anche il voto a queste due liste, come alla nostra. Anch'essi sono »incolpevoli e lottano con purezza di intenti e con dedizione al bene di tutti.
La nostra Lista è nata per dare un'alternativa all'astensione, al voto bianco, alle schede annullate, alle schede rassegnate, abituali, clientelari, di privata e impropria solidarietà, alle schede ovine per falsi pastori dediti all'abigeato o incapaci di governare perfino se stessi, che portano al disastro il gregge, il pascolo, e chiunque come tale vive o tale si rassegna ad essere.
La Lista è anche verde, come si sa a pieno titolo se si conoscono i suoi candidati: mi si consenta in questo momento di ringraziare in particolare il Prof. Luigi Giusso, oltre che federalista, liberale da sempre e che tale -con la sua adesione- si conferma ed afferma. E' una lista biodegradabile: al contrario di qualsiasi altra esaurisce la sua funzione principale con il voto del 29 maggio e quella, importante anch'essa, di costringere i suoi eletti ad essere indipendenti nella loro azione, rispondendo innanzitutto alla propria coscienza e alla città.
Ed è anche la sola lista che sia in grado di consentire a tutti noi di non »passare da un partito all'altro: ed è la sola che può quindi legittimamente chiedere a chi è elettore democratico e cristiano per idee, speranze e convinzioni di dire »basta al processo di degradazione e di confusione con i peggiori momenti della vita sociale in cui la Dc si trova oggi coinvolta.
La Lista si propone e propone a Catania di battere la lista Dc, non già per settarismo o per pregiudizio, ma perché essendo il partito di maggior peso quantitativo e numerico, di maggior potere da quarant'anni, battere la lista Dc a Catania è battere nello stesso tempo gli altri partiti a lei minori, ma sostanzialmente non diversi nel processo di degradazione.
E' questo il grano della follia che ci ha mosso. Rendere la gente, gli elettori di Catania protagonisti di questo tentativo di riscossa e di riforma, di questa prova di forza ideale e civile contro la triste utopia, rivelatasi tremendamente errata, di sostituire con l'occupazione e la corruzione del potere l'incapacità politica e civile.
Questa funzione, a torto o a ragione, ma comprensibilmente, aveva affidato parti molto importanti del popolo catanese all'Msi.
Ciascuno può constatare se questo sia bastato, sia servito, o non abbia invece concorso allo sfascio in atto. Lo diciamo con onestà intellettuale e rispetto per chi ha fin qui operato scelte da noi molto lontane sul piano delle idee e dei metodi.
La Lista è lista laica: e chi è laico comprende quanto questo sia vero e quanto possa costituire l'occasione per rovesciare il desolante corso delle cose, che purtroppo ha posto in crisi così grave Pri, Pli e Psdi.
La Lista è nuova: come i socialisti avevano garantito di essere e di saper essere, nel 1985. Come purtroppo non sono riusciti ad essere, oggi che non possono comunque nemmeno più dichiarare questa caratteristica. Quel che di nuovo c'era esce provvisoriamente battuto ed è nel voto alla Lista che può tornare a riproporsi, come ci auguriamo.
La Lista chiede a Catania, per Catania, per la democrazia, per la questione morale, per concorrere come grande città alle fortune e non al degrado dell'Europa, la maggioranza dei voti.
Lo chiede a tutti coloro che hanno votato »sì ai referendum, dei quali i candidati »nazionali ed »europei della ista sono gli unici ad esser stati i promotori sia di quelli della giustizia, sia di quelli sul nucleare. Lo chiede con particolare vigore a quelli che sono stati beffati, traditi in modo indecoroso e temerario, anche da chi quei referendum aveva promosso, imponendo una legge che liquida perfino quel tanto di positivo che esisteva nei codici precedentemente, abolendo ogni forma di responsabilità civile diretta dei giudici, e rendendo perfino più ardua la procedura per ottenere dallo Stato il risarcimento dei danni ingiustamente patiti per dolo, concussione, colpa grave di magistrati incapaci e infedeli.
Chiediamo ai cittadini di Catania, a coloro che fanno parte della classe dirigente e delle professioni di maggior responsabilità sociale, prima ancora che ai lavoratori, ai disoccupati, agli emarginati, di uscire allo scoperto, di confermare pubblicamente le loro fedeltà di fondo, ma nel contempo invitando a votare ufficialmente per questa Lista, che non tesaurizzerà in alcun modo i voti ottenuti, e che li lascerà immediatamente liberi, senza pretendere di rappresentare altro che la loro volontà di rinnovamento, di onestà, di efficienza, di riforma delle istituzioni, dei metodi e degli strumenti con cui esse sono costrette a deperire e a corrompersi, oltre che a corrompere.
Io stesso darò esempio: subito dopo le elezioni amministrative di questa primavera, tornerò a chiedere l'iscrizione a uno di questi partiti, poiché con il Partito radicale transnazionale e transpartitico, si può essere anche radicali, ma per un democratico non è più possibile essere solo e in primo luogo radicali.
Per finire, dobbiamo denunciare la strage di diritto e di leggi che a Catania, con meno evidenza ma non con non meno danno, si manifesta.
Si assassinano i familiari dei pentiti, e gli stessi pentiti non di rado non sono altro che vittime di subordinazione di testi, di violenza contro persone che ritengono di non avere altra alternativa per sopravvivere nelle patrie galere se non quella di mentire a comando, di servire in modo criminale e mafioso sceriffi, giustizieri, che operano sovrani, assoggettando a loro stessi la legge, a Torino o a Milano, a Napoli o in Sicilia.
Occorre che in Sicilia si triplichino i magistrati, le forze dell'ordine, si creino strutture civili adeguate, moderne, efficaci, democratiche per l'amministrazione dell'ordine e della giustizia. Non è un caso se il Csm e il governo operano nella direzione opposta. Un voto alla Lista è un voto anche a questi fini.
Faremo di Catania un caso nazionale ed europeo, come a suo tempo per Trieste e per Napoli. Ed ancor di più, se il popolo di Catania vorrà consentircelo, votando la Lista »per Catania, civica, laica e verde , Lista federalista, Lista europea. Votandola malgrado, votandola grazie alla nostra povertà, che è anche prova della nostra onestà, e nostra ricchezza. La nostra Lista avrà i voti che i cittadini indipendenti, i cittadini che hanno sin qui votato e che torneranno domani a votare democristiano o missino, socialista o liberale, repubblicano o socialdemocratico, sapranno aiutarci -loro- a riscuotere, incitando ogni altro -questa volta- a votare »per Catania civica laica verde .
La nostra campagna sarà necessariamente molto breve e circoscritta.
Lanciamo oggi un grido di speranza, di rivolta per amore e non per rabbia, che si spegnerà ben presto se nelle case, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle strade, nei luoghi di tempo libero, l'eco non ingrandirà e perpetuerà fino al momento del voto.
Contiamo sul tam-tam della gente, sulla fedeltà ai propri ideali di ciascuno: la Lista non ne ha di propri, se non quelli comuni a tutti. Ma oggi, a Catania, per queste elezioni amministrative, gli ideali per cui si è votato in passato si difendono votando la nostra Lista; in tal modo i partiti saranno incoraggiati e costretti a tornare a rappresentare ed onorare le ragioni per la quale sono nati e sono stati sostenuti dai loro elettori.
Non vi è infatti nessun motivo perché i partiti facciano domani quel che non hanno saputo fare ieri; e potranno, dovranno continuare ad operare come hanno fatto sin qui se coloro che li hanno votati in passato torneranno a farlo anche in questa occasione.
Se gli elettori di Catania vogliono che le cose cambino, non possono che cominciare con il cambiare loro stessi, e il loro comportamento elettorale. Se non cambiano, se non mutano, per ragioni ormai vili e inutili, non cambierà la loro vita e la vita della città.
Occorre saper essere democratici e cristiani, liberali, socialisti, democratici laici, di destra o conservatori, comunisti, usando per una volta mezzi e scelte diverse, se si vuol continuare a restarlo.
Se si voterà da clienti, se si voterà per private solidarietà, se si voterà per abitudine e per rassegnazione, se non si rispetteranno più i propri diritti e i propri doveri, come si è troppo spesso fatto per il passato, si continuerà a seminare vento e a raccogliere tempesta.
Occorre ricordare e ricordarsi che il proprio della democrazia è premiare i capaci e gli onesti, punire gli incapaci e i disonesti; è far fiducia a chi ha dimostrato di meritarla, e negarla a chi ha provato di non meritarla.
Ho qui la firma dell'accettazione di candidatura di Enzo Tortora. Assumo da amico e da compagno, quanto vicino, anche in questi giorni, di Enzo Tortora, la responsabilità di annunciare che Enzo Tortora sarà capolista morale della nostra Lista, perché nulla lo vieta sul piano politico, morale e civile, questo capolista che però non sarà candidato.
Mi assumo la responsabilità di ringraziare Enzo ma anche di operare per consentirgli quel massimo di serenità e di silenzio al quale ha diritto, perché era dispostissimo e felice di sacrificarsi per Catania, ma io credo che questo sacrificio non debba essere accettato.
Quindi chiunque guarderà le nostre liste sappia che il nome non c'è perché non vogliamo metterlo allo stesso livello con i nostri. Ma è il capolista morale della nostra Lista, anche per riconoscenza a Catania, quella Catania che alle elezioni europee ha plebiscitato il suo nome, le sue scelte, la sua storia, la politicità della sua storia che oggi non può essere cancellata dalla tragedia che sta e stiamo vivendo.