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Pannella Marco - 29 luglio 1987
L'»esapartito a Napoli: impulso per le istituzioni
di Marco Pannella

SOMMARIO: Per la prima volta in quarant'anni il Consiglio comunale elegge il sindaco come atto preliminare. La maggioranza impegnata a sanare situazioni annose di illegittimità di enti municipalizzati e Usl. 20.000 delibere da analizzare entro il 31 dicembre. Il Partito radicale entra nella maggioranza, rinunciando a incarichi di giunta ma assumendo la presidenza della Commissione Ambiente, Territorio ed Urbanistica.

(IL GIORNO, 29 luglio 1987)

Quel che è accaduto e sta accadendo a Napoli deve essere conosciuto e valutato appieno dall'opinione pubblica e dalle forze politiche. Per la prima volta in quarant'anni la legge è stata rispettata alla lettera e l'elezione del sindaco e della giunta è compiuta come »atto preliminare , costitutivo del Consiglio stesso, in pochissime ore. Lo scrutinio segreto non ha comportato fenomeni consueti di dissenso: sono mancate all'appello al massimo due o tre schede. Tutte le forze politiche, delle sei di maggioranza al Pci, al Msi e a Dp, hanno concorso a questo risultato. Per lunedì prossimo è prevista la relazione programmatica del sindaco e un dibattito stringato, che darà maggior forza, certamente, alle posizioni a confronto o controproposte.

La maggioranza si è impegnata a sanare subito, e comunque al massimo entro il 30 settembre, le situazioni annose di illegittimità e di illegalità nei governi degli enti municipalizzati e delle Usl, esigenza disattesa durante l'intera consigliatura precedente. Gli incarichi e le nomine avverranno finalmente secondo ispirazione classica della democrazia, rompendo con la disastrosa gestione consociativa del potere e del sottopotere: tutte le responsabilità saranno assunte e delegate alle forze politiche di maggioranza. L'opposizione sarà così stimolata a lottare a tutto campo, per rivendicare a sé, in futuro, analoga pienezza di responsabilità.

Oltre 20.000 delibere assunte dalle giunte con i »poteri del Consiglio , accumulatesi per la maggior parte dal 1980, epoca della seconda giunta Valenzi, di sinistra, ma anche risalenti al 1963, saranno analizzate, entro il 31 dicembre, da un apposito comitato, per arrivare ad una sistemazione di questa pestilenziale valanga che rischia di sommergere e portare alla rovina qualsiasi attività di governo e di opposizione. Entro la stessa data un comitato ad hoc della maggioranza, decretato dal sindaco, dovrà giungere a proporre una riforma radicale dell'intera area metropolitana, avendo cercato di elaborarla e di prepararne rapidissimi tempi di attesa legislativa d'intesa con tutte le forze parlamentari e politiche disponibili.

In questa maggioranza esapartita, il Partito radicale è entrato in pienezza di responsabilità, rinunciando volentieri a qualsiasi incarico di giunta, per assumere la presidenza della commissione Ambiente, Territorio (ed Urbanistica) e quella di un neo-costituito comitato per la riforma istituzionale, praticando la rigida autoesclusione da qualsiasi nomina nelle aziende municipalizzate e nelle Usl. Quattro anni di impegno nell'istituzione comunale hanno determinato evidentemente un clima e una convinzione di possibilità di collaborazione che hanno sorpreso un po' tutti noi, di tutti i gruppi, almeno di maggioranza, per la naturalezza con cui questa difficile scelta è stata realizzata.

Nulla sembrava costringere a questa nuova e diversa alleanza, inedita a livello nazionale: il pentapartito uscente, minoritario come ogni altro governo della città dal 1970, poteva contare su cinquanta eletti su ottanta consiglieri; Dc e Psi, da soli, avendo la maggioranza assoluta. Eppure non appena le forze laiche, Psi, Pri, Pli, Psdi, hanno proposto un'alleanza programmatica includente anche il Partito radicale, la Democrazia cristiana in tutte le sue componenti ha immediatamente accolto las prospettiva e occorre darle atto di questa manifestazione di attiva tolleranza e di intelligenza politica laica che ci ha consentito di adottare le nostre scelte con fiducia e anche un'inconsueta dote, forse, di ottimismo.

L'apporto che daremo sarà di piena solidarietà alla maggioranza e alla giunta: solamente il non rispetto puntuale, puntualissimo delle previsioni e degli impegni per i primi cento giorni, che ho già ricordato, potrebbe costringerci a chiamarci fuori da questo impegno. Ma l'avvio della consigliatura, ieri, ci conforta nella fiducia che tutto questo andrà in porto come previsto.

Per il resto ammettiamo che con metodo induttivo, graduale e con umile e serena consapevolezza dei nostri limiti, abbiamo aderito al programma, che ci appare corretto, come una base di partenza che dovrà nel cammino essere arricchita e precisata sul piano delle progettualità, convinti di due priorità: la prima, quella di un rapidissimo, duro rientro nella legalità delle procedure e delle soluzioni per il miglior uso e servizio delle istituzioni e delle leggi esistenti; la seconda, quella di fare di Napoli, convertendo al suo opposto la situazione, l'occasione per una prima, esemplare, grande riforma istituzionale di un'area metropolitana e dei suoi Comuni.

E' nostra convinzione, che giustifica l'eccezione del nostro impegno come Partito radicale in questo solo Comune fra gli oltre ottomila che il nostro paese comprende, che Napoli può dunque rappresentare una forza di avanguardia per il rinnovamento del Paese e delle sue istituzioni.

Ed è nostra speranza che questa consigliatura contribuirà in modo sostanziale a quella ricostituzione democratica delle forze politiche, della quale avvertiamo da tempo la necessità. A questo appuntamento nessuno, oggi, può ragionevolmente di già sapere chi sarà presente. Se dobbiamo trarre gli auspici dall'esile ma chiara prima giornata di vita del Consiglio comunale, possiamo sperare che tutti vi si trovino.

 
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