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De Andreis Marco, Miggiano Paolo - 1 settembre 1987
Valutazione accordo euromissili
di Marco De Andreis e Paolo Miggiano

SOMMARIO: Memorandum contenente una valutazione dell'accordo sugli euromissili recentemente raggiunto dalle due superpotenze, sulle possibilità da esso inaugurate e sulle prospettive offerte dal nuovo scenario internazionale di distensione, con particolare riguardo ad alcune specifiche, precise proposte di disarmo convenzionale e/o nucleare avanzate in autorevoli sedi internazionali.

(IRDISP - Memo - settembre 1987)

1. GIUDIZIO SU BOZZA DI ACCORDO OPZIONE DOPPIO ZERO

Tra i diversi giudizi sulla bozza, il piu' calibrato ci pare quello di Johnatan Dean, ex-ambasciatore dell'amministrazione Carter alle trattative MBFR di Vienna. Sulla rivista ARMS CONTROL TODAY del luglio-agosto 1987, Dean dice che, in caso di firma dell'accordo, "gli alleati della Nato staranno considerevolmente meglio di quanto siano stati negli ultimi trent'anni", da quando cioè, alla fine degli anni cinquanta, i sovietici installarono circa 600 SS-4 e SS-5 (i precursori degli attuali SS-20) puntati verso l'Europa.

Tolti i missili INF basati a terra, alle nazioni occidentali rimmarrebbero comunque - sempre secondo Dean - molte altre armi nucleari. Tra le armi in grado di colpire l'Unione Sovietica ci sono le 368 testate missilistiche dei sottomarini inglesi e francesi (nel 1979 erano solo 128), nonche' le 400 testate montate sui missili americani Poseidon e assegnate al comandante in capo della Nato. Poi ci sono le testate montate sugli aerei da bombardamento strategico e quelle tattiche.

La firma di un accordo sugli INF basati a terra potrebbe dare nuovo slancio a tutte le altre trattative attualmente in discussione relative alle armi chimiche (Conferenza sul disarmo di Ginevra), alle forze convenzionali (Cde, CONFERENCE ON DISARMAMENT IN EUROPE, tenuta all'interno della Csce e il "Gruppo dei 23", formato nel febbraio 1987 dai 16 paesi Nato e dai 7 del Patto per discutere dello stesso argomento). In tutte queste trattative un punto centrale e' stata la richiesta occidentale di misure di verifica sul posto.

2. IL PROBLEMA DELLA VERIFICA

Su questo punto cruciale della verifica si e' recentemente concretizzata una svolta da parte sovietica. Dopo alcuni mesi di dichiarazioni di principio a favore delle ispezioni sul posto, agli inizi di settembre una delegazione del congresso americano (guidata dal deputato democratico di New York Thomas J. Downey e comprendente altri due parlamentari e quattro esperti di armamenti) ha visitato per quattro ore la stazione radar sovietica di Krasnojarsk. La delegazione ha scattato 1.000 foto dell'installazione e ha intervistato diversi funzionari sovietici. Il radar di K. era stato piu' volte indicato dall'amministrazione Reagan come parte di un sistema integrato di individuazione e distruzione di missili balistici e, quindi, come prova della violazione da parte dei sovietici del trattato Abm del 1972. Alla delegazione la stazione radar non e' sembrata attrezzata per resistere ad un attacco nucleare, ne' avere buone capacita' di monitoraggio spaziale (SPACE TRACKING) e di pronto allarme (EARLY WARNING).

Una seconda apertura sovietica ai controlli in loco e' avvenuta a fine giugno di quest'anno, tramite un accordo tra il governo sovietico e una fondazione privata americana, il NATURAL RESOURCES DEFENSE COUNCIL. L'accordo prevede l'installazione di cinque stazioni di monitoraggio dei test nucleari, poste ad una diatnza minima di 600 chilometri dal maggiore poligono nucleare sovietico, quello di Semipalatinsk. Tale distanza permette di rilevare tutti gli esperimenti nucleari superiori ad 1 kilotone (1.000 tonnellate di tritolo).

Una terza apertura sovietica e' avvenuta il 6 agosto, quando Shevardnadze - alla Conferenza sul disarmo di Ginevra - ha invitato osservatori occidentali a visitare uno dei maggiori centri per la produzione e l'immagazzinamento di armi chimiche russi, situato a Shikhany, sul fiume Volga.

3. PROPOSTE DI DISARMO CONVENZIONALE

La riduzione delle armi nucleari in Europa suscita negli europei occidentali apprensioni per la superiorita' convenzionale del Patto di Varsavia, che comunque e' in genere sovrastimata, come mostra anche l'articolo di Dean allegato.

Su questo terreno e' significativa la dichiarazione di Gorbaciov dell'aprile 1986 a favore della riduzione delle forze convenzionali in Europa di 1 milione di uomini. Gobaciov ha specificato che la riduzione dovrebbe essere maggiore per chi ha piu' forze.

A queste dichiarazioni e' seguita una proposta della Polonia, il cosiddetto 'piano Jaruzelski', presentata l'8 maggio 1987. La proposta prevede il graduale ritiro di tutte le armi atomiche, di quelle convenzionali con maggiore capacita' offensiva, l'adozione di strategie militari difensive.

Queste nuove tendenze si sono espresse nel comunicato finale della riunione dei paesi del Patto tenuta a Berlino Est a fine giugno 1987. La mozione riconosce la superiorita' convenzionale del Patto in alcuni settori dell'armamento convenzionale e propone trattative per una riduzione che elimini la superiorita' dei paesi dell'Est. A questa richiesta viene abbinata quella di confrontarsi sulle rispettive strategie militari.

In conclusione si tratta di una mezza rivoluzione nell'approccio sovietico al controllo degli armamenti. Un approccio fino a poco tempo fa quasi esclusivamente retorico, cui ora si contrappone un atteggiamento decisamente pragmatico.

4. APERTURE DELL'EST AI PACIFISTI OCCIDENTALI

A queste aperture a livello di governi fanno eco alcune prese di posizione nelle sedi del pacifismo europeo. Alla convenzione sul disarmo nucleare europeo di fine luglio a Coventry, per la prima volta, rappresentanti dei comitati per la pace ufficiali dell'Est hanno firmato l'appello per il disarmo nucleare europeo scritto nel 1980 dai pacifisti occidentali. Miklos Barbas, segretario dei comitati ufficiali per la pace ungheresi, e altri esponenti della stessa organizzazione, hanno firmato con riserva l'appello che prevede il completo disarmo nucleare e chimico dell'Europa. Le riserve riguardano due punti dell'appello del 1980, relativi alle responsabilita' privilegiate delle superpotenze nel riarmo e la superiorita' dei rapporti tra popoli rispetto agli intendimenti dei governi. Grazie a questa firma ora i Comitati ungheresi sono rappresentati a pieno titolo nel comitato di collegamento della Convenzione europea sul disarmo nucleare (Cnd).

5. ZONE DENUCLEARIZZATE IN EUROPA

E' probabile che l'accordo doppio zero dia spinta a possibili accordi per zone libere da armi nucleari e chimiche lungo la frontiera che separa le due Europe.

Oltre alla proposta di zone denuclearizzate per il nord e centro Europa, avanzata dalla Commissione Palme, c'e' la dichiarazione congiunta della Spd tedesco-occidentale e della Sed - il partito comunista della Germania orientale - per una zona libera da armi chimiche.

Per quanto riguarda il sud europa e' maturata ultimamente una proposta di una zona denuclearizzata e libera da basi delle superpotenze, che comprende le Alpi Adrie (vedi allegato 2). La proposta e' frutto di 4 anni di lavoro di rappresentanti della costituenda Associazione pacifista italiana, dell'UFI e del gruppo di Villach austriaci, del movimento pacifista sloveno. Essa prevede la denuclearizzazione di 176mila chilometri quadrati di territori italiani, austriaci, iugoslavi, ungheresi (vedi cartina).

 
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