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Pannella Marco - 9 gennaio 1988
Professare la politica
intervista a Marco Pannella a cura di Dragos Kalajic

SOMMARIO: Nell'intervista del giornalista jugoslavo Dragos Kalajic, Marco Pannella risponde a domande su Cicciolina, gli Stati Uniti d'Europa, il diritto alla vita e la vita del diritto e sul partito radicale trasnazionale

(Notizie Radicali n· 1 del 9 gennaio 1988)

Uno dei paradossi bizzarri della scena politica jugoslava è la sproporzione fantastica tra la percentuale di uomini politici professionisti in confronto alla popolazione attiva, una percentuale a livello di record mondiale insieme al loro analfabetismo preponderante: nella maggioranza dei casi non sono capaci neppure di leggere correttamente un discorso scritto da qualcun altro, ancora meno di comporne uno da soli. La riprova di ciò è stata fornita poco tempo fa da uno spettacolo -che ha mostrato la suprema abilità europea nell'arte della retorica- di fronte ad una sala da ballo vuota, zuppa, sciupata, deprimente, freddolosa della »Casa del giovane di Belgrado nella sede dell'organizzazione »Ritmo del cuore . Erano presenti oltre l'oratore, l'accompagnatore e il sottoscritto, cinque furie femministe, due pederasti, tre sperduti, un originale ed alcuni disperati. Non ci stava un solo ed unico uomo politico di professione, ma neanche di quelli aspiranti alla carriera politica, almeno giudicando dalla fisiono

mia. Peccato, avrebbe potuto imparare molto. Parlava Marco Pannella, creatore mondialmente famoso di spettacoli politici tra i più provocanti, nella sua qualità di deputato al Parlamento europeo e capo del Partito radicale italiano che ha deciso di trasformarsi in un partito transnazionale ed euro-federalista al congresso convocato per il 2 gennaio prossimo a Bologna.

Parlò con passione, inspirato, convincente, brillante, ovviamente tutto a braccio, senza testo, per delle ore... come se fosse di fronte ad una sala piena zeppa di vibrazioni di massa. Non l'hanno scoraggiato le accuse fatte dalle femministe di essere un sostenitore del fascismo, per essere più precisi, del movimento polacco »Solidarietà , perché sembrerebbe un fatto conosciutissimo che Lech Walesa fosse un nazista peggiore che Goebbels. Ha risposto che non giudicava la gente secondo le loro parole, ma secondo i loro atti e che non si era accorto di tali malefatte nel passato di »Solidarietà .

Partito degli intellettuali e degli emarginati.

Col medesimo ardore ha invitato i presenti ad aderire in massa al nuovo partito radicale transnazionale ed euro-federalista, affermando che la Costituzione e la legislazione della Jugoslavia non proibiscono la formazione di altri partiti. Più tardi, durante l'intervista con l'autore di queste righe, Pannella ha aggiunto che la sua opinione in merito gli è stata furiosamente contestata dagli avvocati dei »dissidenti jugoslavi, ma che aveva ricevuto delle assicurazioni positive da parte del Presidente del Consiglio Mikulic: »Mi disse che avevo ragione, ha poi aggiunto che esistevano numerose ragioni storiche e politiche per le quali la fondazione di altri partiti non era auspicabile. Nota: "auspicabile"! Intanto gli auguri sono una cosa, l'esercizio del diritto, un'altra. Io parto dal principio di un diritto valido in tutto il mondo: ciò che non è vietato è permesso. Alla fine, il presidente del consiglio jugoslavo mi ha detto una cosa molto interessante: vedete, noi siamo uomini della vecchia generazione, qu

ando la nuova arriverà le cose cambieranno .

In occasione delle elezioni parlamentari ed amministrative in Italia, il Partito radicale riesce ad ottenere appena il 2 o 3% dei voti. Si tratta, principalmente, dei voti dell'intellighenzia non conformista, dei dissidenti culturali e di tutti gli altri emarginati, degli omosessuali e delle lesbiche, fino agli incarcerati, ai mafiosi condannati a vita. In questo caso le cifre sono ingannevoli, perché nella realtà della vita politica italiana il Partito radicale è una delle forze decisive. Iniziando e conducendo una serie di iniziative civiche e di referendum, il Partito radicale è riuscito a cambiare profondamente le leggi e le abitudini in Italia, facendo crescere società civile e coscienza ecologica, andando dal divorzio alla legalizzazione dell'aborto, fino al diritto dell'uomo della strada ad essere giudicato come i politici ed i giudici davanti alla legge, e all'arresto della proliferazione delle centrali atomiche.

La scarsità dei voti, Pannella riesce a compensarla con il suo fascino di Narciso nato, che magnetizza i riflettori e i flash dell'attualità e con l'attivismo infaticabile di un genio del palco. Sempre e dappertutto, Pannella garantisce uno spettacolo d'ottima qualità. Penso che Pannella abbia messo in pratica letteralmente il sospetto della »maggioranza silenziosa , che la politica sia una specie di circo: egli ha fatto della politica un circo: dal fumare della marijuana in pubblico per lottare contro la proibizione dei narcotici, dall'apertura delle cliniche pubbliche per l'aborto, fuori della legge, fino allo sciopero della fame nel quadro della lotta per aiutare gli affamati nel mondo, quando ha perso quaranta chilogrammi, fino a far entrare nel Parlamento italiano una stella del porno, Cicciolina, come deputato del Partito radicale.

In cosa Cicciolina ha contribuito alla politica oltre che con i seni?

Nell'angolo dell'altrettanto depressivo piano-bar dell'albergo Intercontinental, alla parola Cicciolina, un'ombra di fatica ha attraversato la fronte di Pannella.

In cosa ha contribuito? Ci ha fatto perdere al minimo 300.000 voti. Intendiamoci bene: a differenza degli altri partiti, noi proponiamo come candidati al Parlamento tutti i nostri membri che lo desiderano. C'è un po' di tutto, i pederasti, le puttane, i drogati, gli assassini, i terroristi, i mafiosi condannati a vita... Perché, devi sapere, aderiscono al nostro partito sapendo che noi lottiamo per i diritti di tutti, dei carcerati e di quelli fuori dal carcere. Inoltre, i mafiosi ci rispettano, perché quando erano liberi, ricchi e potenti, solo i radicali non potevano corrompere. In mezzo c'era anche Cicciolina, al quarantanovesimo posto della lista a Roma, in ordine alfabetico. Per dire la verità è stato Scalfari, il direttore del giornale La Repubblica, che l'ha fatta entrare al Parlamento, facendo tutto quel rumore nel suo editoriale in prima pagina sulla candidatura di Cicciolina. M'hanno accusato che in questa maniera volevo degradare il Parlamento. Ne risultò un caos voluto. Ad ogni modo, quando si ti

ene conto di quante volte ha mostrato, durante la campagna elettorale, a tutti e dappertutto, i suoi seni, il sedere e le cosce, essa ha ricevuto troppo pochi voti, appena 20.000. Di che cosa parla nel Parlamento? Ma vedi -permetti che ci diamo del tu- si tratta di un malinteso: lei parla di certe libertà sessuali, ma in realtà Cicciolina è soltanto ed unicamente una venditrice di sesso. Altrimenti è una ragazza gentile, bellina, di età già un po' avanzata... ma non tanto intelligente.

Per l'Europa unita contro i nazionalismi.

Per l'intervista a Pannella sono venuto a Belgrado da Roma, dove si parla e si racconta nei circoli politico-culturali che la trasformazione del Partito radicale in un partito transnazionale ed eurofederalista sia un'alternativa necessaria, dopo la chiusura delle prospettive politiche del partito sulla scena locale. Cioè, secondo gli stessi rumori, Craxi, il leader socialista, eliminò Pannella ed i radicali dalla coalizione a seguito di un ultimatum dei democristiani, scandalizzati dalla presenza di Cicciolina sui banchi del Parlamento. Pannella rileva la sua lunga amicizia con Craxi e la difficoltà di parlarne in assenza di Craxi, poi bruscamente si apre: »Si tratta di questo; Craxi -questa è la sua forza e la sua debolezza- pensa sia a lungo termine, sia soltanto al tempo e al luogo presente. Non ha strategie a medio termine. Dopo tre anni e mezzo di presidenza del Consiglio si è fermato, si è seduto ed aspetta per capire cosa deve fare. Mentre io penso che dovevamo approfittare della vittoria agli ultimi

referendum per impegnarci in una grande azione plebiscitaria. Si è spaventato della nostra proposta di effettuare una riforma del sistema elettorale e parlamentare secondo il modello inglese: due grandi partiti, il blocco dei conservatori e il blocco dei democratici di sinistra - e ciao agli altri! Gli altri convergerebbero. Io penso che il sistema con una moltitudine di partiti e partitini sia disastroso quanto il sistema di un partito unico. Perché il problema essenziale oggi è di governare, non di rappresentare.

»Cosa ci ha spinti alla trasformazione del partito in un partito transnazionale? Il fatto che abbiamo avuto tante vittorie in Italia, sicché ci siamo sentiti incitati ad allargare la nostra politica alla dimensione europea. Paradossalmente, all'epoca dei telex, della televisione per satellite, del capitale e delle società transnazionali, abbiamo delle internazionali dei partiti, ma non abbiamo un partito transnazionale. Noi siamo sempre stati un partito che riuniva le differenze ideologiche intorno a delle lotte concrete e comuni per degli scopi concreti. Penso che si senta la necessità di un organismo pensante, politico e transnazionale che cominci ad organizzare, vivere, pensare e giudicare sulla base della realtà. Il fatto fondamentale della nostra realtà è che il potere è transnazionale.

Cioè, noi sappiamo benissimo fino a che punto i governi degli Stati nazionali sono condizionati ufficialmente, e molto più spesso ufficiosamente, dal capitale transnazionale. L'unica risposta efficace a tale situazione è l'avere un Parlamento europeo forte ed un governo europeo forte, che siano capaci... non dico di eliminare il potere finanziario, che oggi sta governando gli Stati, perché sarebbe impossibile... ma che sia almeno a misura per gestire l'economia, per controllarla .

»Nota: soltanto diciassette mesi ci separano dal giugno del 1986 quando saranno eletti, nei dodici paesi europei, i deputati al Parlamento europeo nonché il Presidente del Consiglio del Parlamento. Praticamente, questo vuol dire che la Federazione degli Stati europei o gli Stati Uniti d'Europa stanno per nascere in modo indiscutibile, anche se, per il momento, il potere del Primo ministro di questo governo europeo sarà piuttosto "platonico". Quindi, la federazione europea si sta già creando e questo richiede l'organizzazione urgente di un'azione di tutti quelli che sono d'accordo su questo punto .

Cerco di intravvedere con ottimismo, dal punto di vista jugoslavo, le prospettive dell'unificazione dell'Europa, ma le ombre dei nazionalismi mi annebbiano la vista. Al tavolino del piano-bar, come un prestigiatore, Pannella facilmente risolve il problema dei nazionalismi con la formula dell'»unità delle idee conosciuta nella pratica della cultura e della tradizione politica francese come »politique d'abord (»politica di raggruppamento ).

»Consideriamo che l'unità tra il paese basco e Madrid, l'Irlanda e Londra, l'Alto Adige e Roma, il Kossovo e Belgrado... siano possibili sopratutto nel campo delle idee. Le idee uniscono e distruggono le tentazioni dei nazionalismi e dei regionalismi. Gli Stati nazionali come diritto dell'etnòs e non dell'etos, dove ci condurrebbero? Verso una maggior atomizzazione, forse anche verso delle guerre, carneficine fratricide. Siamo testimoni della tragedia millenaria del benessere europeo. La grande esperienza europea di questo secolo e il riconoscimento dell'enorme importanza e valore della tolleranza, dell'organizzazione politica della tolleranza. Abbiamo capito che i nazionalismi hanno provocato nel nostro secolo delle disgrazie enormi. Il momento è venuto di dare forma e potere allo Stato europeo, sulla base comune, sulla base della riconoscenza dei diritti fondamentali dell'uomo e sull'unità delle idee e non del sangue.

Per il diritto alla vita e la vita del diritto.

Definisce i radicali e se stesso come degli »estremisti del diritto . »Noi lottiamo perché il referendum diventi la forma fondamentale dell'espressione politica, giacchè è un meccanismo straordinario del diritto e dello Stato di diritto. Il nostro motto è: per il diritto alla vita e per la vita del diritto, cioè per la vita del diritto e il diritto della vita. A differenza delle correnti anarchiche tradizionali, che vedevano nel diritto, alla maniera di Rousseau, un elemento di corruzione della condizione pura ed innocente della società, noi non crediamo al »buon selvaggio ma a uno Stato di diritto. Già nel 1968, al contrario di loro, noi dicevamo che la legge della giungla è la peggiore, che anche la legge della vendetta è migliore, perché si tratta di una legge e perciò può essere cambiata. Siamo degli estremisti del pensiero occidentale: Montesquieu, la separazione dei poteri, uno Stato di diritto e non di etica. Abbiamo `legalizzato' l'Italia.

Nel 1968 i radicali hanno cercato di legalizzare gli Stati del Patto di Varsavia, manifestando nelle loro capitali per la pace e contro l'intervento sovietico in Cecoslovacchia. Pannella era alla testa delle manifestazioni a Sofia.

»Ah Sofia! Vi abbiamo distribuito 3500 volantini. Ci eravamo accorti che nelle ritirate pubbliche invece di carta igienica mettevano dei giornali tagliati e li avevamo sostituiti con i nostri volantini. Una quarantina per ritirata. Poi siamo scesi sulla piazza principale, proprio davanti al palazzo della sicurezza pubblica, con i nostri grandi cartelli, appelli per la pace, la fraternità e la libertà per la Cecoslovacchia. Si è riunita una gran massa di gente a cui distribuivamo i nostri volantini. C'erano anche gli agenti di circolazione e della milizia i quali pensavano che si trattasse di una manifestazione ufficiale del loro partito e ci hanno quindi aiutato, regolando il traffico. Vedevano i cartelli ma non li leggevano. Nemmeno un quarto d'ora dopo sono arrivate quattro macchine grosse scaricando dei giganti baffuti in cappotti di cuoio, come al cinema! Ci hanno caricato nelle macchine e messo in prigione. In vita mia non ho mai visto un ambiente più allucinante di quella prigione. Ci hanno interrogat

o sotto il comando di un generale fino all'alba. Contemporaneamente, sulla linea diplomatica Sofia-Roma un caos! Non riuscivano a capire come avevamo potuto distribuire 3500 volantini. Ma il malinteso più comico capitò quando m'hanno chiesto quanti membri aveva il Partito radicale. Risposi seicento, ma il traduttore non credeva a quello che aveva inteso e tradusse; seicentomila. Dopo di che, sollevato, il generale fece un gesto sprezzante con la mano: »Soltanto seicentomila?! Bah! che partito siete, quando ci sono sessanta milioni di italiani! ...

Alla fine dell'intervista, con il senso dell'ospitalità tipico dei serbi, ho chiesto a Pannella se desiderava qualcosa. Mi ha risposto che il suo più grande desiderio era l'adesione della Jugoslavia agli Stati Uniti d'Europa, precisando:

»Ho detto agli uomini politici jugoslavi di lottare affinche il Parlamento europeo domandi alla Jugoslavia d'aderire alla federazione europea. Di questo ho parlato anche nel 1985, nel Centro della Stampa, quando una tale eventualità sembrava pura fantasia, mentre oggi risulta molto più vicino alla realtà. Non sapete quanto siete ricchi di contraddizioni, di contraddizioni fertili che sono proprio la vita stessa e la sua energia .

 
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