di Marco PannellaSOMMARIO: Enzo Tortora, Presidente del Partito radicale, ammalato gravissimamente, è in piena attività, in quelle che si annunciano come le sue ultime settimane di vita. Lotta per costruire, ad esempio, la "Fondazione Enzo Tortora" per la giustiza giusta, in Italia e in Europa. Enzo Tortora esempio del "non mollare": di cosa voglia dire "essere" partito, invece che "averne" uno.
(IL SECOLO XIX, 9 aprile 1988)
Enzo Tortora, in questi giorni, è in fermento, in grande
attività. Sembra tornato in grandissima forma; legge tutti i giornali, ascolta senza interruzione Radio Radicale, dalla quale interviene quotidianamente e, a volte, più di una volta al giorno, s'informa sulle varie fasi della battaglia alla Camera (come ha seguito quella al Senato) contro l'usurpazione di poteri e il tradimento della Costituzione che il Parlamento sta realizzando in tema di responsabilità civile dei magistrati, voluta dal popolo attraverso il referendum, e invece - ora - tolta dai nostri codici dove pur era prevista, anche se in forme inadeguate. Vuol sapere e dice la sua sulle attività del Partito transnazionale. Termina di mettere a punto, con i suoi legali, le iniziative e le denunce a carico di responsabili della »macelleria giudiziaria della quale - con processo detto »Tortora - la Giustizia, il Paese, migliaia di persone hanno sofferto, per volontà e colpa di giudici e altri. Scrive, pensa alla creazione di una »fondazione Enzo Tortora per la giustizia, pungola i suoi compagni del P
artito Radicale, sferza gli altri, con dolore depurato dalla tentazione pur facile del sarcasmo e dll'invettiva.
Lotta per mangiare, per dormire, per parlare, per ascoltare, per scrivere, per concepire e operare il da farsi. Non ha fretta alcuna: ma l'urgenza di non cedere, di non essere complice, nemmeno per omissione; d'esser esempio e incoraggiamento per i suoi compagni ed il suo Partito. Così in questi giorni vive con passione la sua passione di giustizia.
Ascolta attentamente, s'informa, su quel che gli si dice di globuli bianchi che mancano, di virus da evitare di incontrare (»Ho incontrato perfino la cosiddetta ``giustizia''... ), di rischi e di possibilità. Valuta decide.
Non ha, non abbiamo un solo giorno cessato di riflettere, di informarci, di capire, d'esser aggiornati sulle quotidiane notizie dei »processi , delle attività giudiziarie, della ragnatela di orrori e di pericoli che continua a tramarsi da Torino a Napoli, da Salerno a Roma, da Palermo a Milano, ovunque. Quel che scopriamo è indicibile, pare: o non detto, se non fra di noi, con il solo mezzo di cui disponiamo, della parola. Con quella di Radio Radicale.
Da Napoli non è più un affresco di Goya, che ci viene: è una Guernica del potere, della camorra, della giustizia, della politica; ma poi ci accorgiamo che il nesso è con Catania, con Torino, con Roma, con i »grandi poteri e la »grande politica o i »grandi della politica.
»Se potessi dimettermi una seconda volta da deputato europeo, per la vergogna di quel che accade del referendum, dei processi, della giustizia, di questa legge che si sta votando, lo farei a costo di anni di galera certa, se necessario, anche questa volta , ha dichiarato a Radio Radicale l'altra notte.
E' come incredulo; è addolorato: come è possibile che non vi siano iscritti, che la gente non capisca, che non si sia decine di migliaia... Occorre fare di più...
Guarda Francesca, onnipresente, »che si consuma . Si trattiene, si commuove, vivissimi come sono, l'uno e l'altra, l'uno accanto all'altra, come ai tempi del processo, della lapidazione quotidiana, delle condanne, delle pandette di Pandico, della Legge di Melluso, delle sentenze dei boia, delle infamie dei »cronisti , delle elezioni, della lotta per il partito, »per la vita del diritto e il diritto alla vita. .
C'è la tosse, c'è il respiro che è difficile, i dolori che vogliono imporsi, la febbre che cresca, le misure da prendere per essere »in forma domenica. C'è, insomma, il »non mollare che viene straordinariamente praticato e onorato, la cultura che ti sorregge e rende forte, le scorie che se ne vanno, l'essenziale che c'è, che vive, che è speranza, per sé, per gli altri. Questa volta, non abbiamo ancora parlato di elezioni. Ma, ne sono certo, lo faremo, domani o dopo.
Enzo ci mostra, in questi giorni, cosa voglia dire, per noi, »essere Partito; e non »averne uno. Grazie.