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Nazioni Unite - 22 aprile 1988
(2) Studio delle conseguenze economiche e sociali della corsa agli armamenti e delle spese militari
Nazioni Unite - Dipartimento degli affari del disarmo - Rapporto del Segretario generale - 22 aprile 1988

INTRODUZIONE

1. Il presente rapporto di studio sulle conseguenze economiche e sociali delle corsa agli armamenti e sulle spese militari è il quarto di una serie avviata dal Segretario generale sin dal 1971 1/, con la consulenza di esperti da lui nominati. Il secondo ed il terzo rapporto sono stati sottoposti all'Assemblea generale rispettivamente nel 1977 2/ e nel 1982 3/. Un breve esame delle caratteristiche e degli effetti della corsa agli armamenti rilevati in questi precedenti rapporti servirà da traccia per la presente analisi e sottolineerà nello stesso tempo la continuità e l'evoluzione del fenomeno della corsa agli armamenti degli ultimi dieci anni.

2. Nell'introduzione al rapporto del 1977, viene sottolineato che la minaccia che incombe maggiormente sull'umanità è quella dell'autodistruzione prodotta dalle armi nucleari. Secondo una delle più importanti conclusioni del rapporto la corsa agli armamenti è sempre più un fenomeno di interesse mondiale; la sua intensità varia sensibilmente da regione a regione, ma pochi paesi e nessuna grande area ne sono esclusi. Alcune altre affermazioni di quel rapporto possono essere sintetizzate nel modo seguente:

a) La competizione tra le grandi potenze militari è sin dall'origine l'aspetto più importante, più pericoloso e più dispendioso della corsa agli armamenti nel mondo e ne è la causa principale. Tutti i sostanziali sviluppi intervenuti nel campo degli armamenti sono sostenuti da questa rivalità e si propagano in seguito nel resto del mondo, rivalità più profonda di quanto la grandezza degli arsenali suggeriscano, dato che essa è sostanzialmente di ordine qualitativo;

b) l'accelerazione qualitativa della corsa agli armamenti genera insicurezza e ha effetti negativi sulle possibilità del disarmo, visto che alla sua base vi è la necessità di superare le armi maggiormente perfezionate e i corrispondenti sistemi di difesa, determinando così una rapida obsolescenza delle tecnologie militari. Reali criteri di progresso nel campo del disarmo devono necessariamente includere limitazioni allo sviluppo qualitativo degli armamenti;

c) l'esplosione demografica, le crisi alimentari, i disastri naturali e le guerre hanno ingigantito i problemi posti dal tentativo di eliminare la povertà, di migliorare il benessere, di incrementare lo sviluppo e l'industrializzazione, temi che sono ad uno stadio critico in numerose regioni del mondo; queste esigenze si contrappongono alle esigenze militari. Non vi è dubbio che si potrebbero trarre grandi benefici da una riduzione anche minima delle spese militari e da una ridistribuzione delle risorse;

d) la corsa agli armamenti esercita un'influenza profonda e diretta sulla politica, l'economia e la società. In alcuni casi le pressioni o le connessioni con poteri esterni impongono scelte politiche che rischiano di essere contrarie alle esigenze nazionali. Altre volte le forze armate hanno un ruolo decisivo nelle scelte di politica interna come anche nelle attività civili. In questo caso tramite la corsa agli armamenti viene compromesso lo stesso processo democratico;

e) la caratteristica più rilevante della corsa agli armamenti è che essa minaccia la sicurezza internazionale producendo un continuo rischio di guerra, anche nucleare, tra le grandi potenze ed una serie interminabile di conflitti minori, cosa che impedisce l'instaurazione di un clima capace di diminuire il ruolo della forza nelle relazioni internazionali.

3. Molte delle valutazioni espresse nel rapporto del 1977 non hanno perso validità nel periodo relativo al rapporto del 1982, anche se il contesto socio economico e politico strategico erano assai diversi. Nel rapporto più recente ancora una volta viene sottolineato che la minaccia più terribile è quella della autodistruzione dell'intera umanità provocata dalla guerra nucleare e che la crescita degli arsenali non garantisce la sicurezza. Il rapporto mette in luce, inoltre, i seguenti punti:

a) i dati relativi alle spese militari mondiali evidenziano una più rapida crescita avvenuta tra il 1978 e il 1981 rispetto al corrispondente periodo precedente il rapporto del 1977;

b) la situazione politica internazionale ne ha subito una assai grave conseguenza. Gli anni '80 hanno avuto inizio con un arresto netto del processo di distensione sviluppatosi negli anni '70;

c) i focolai di crisi nelle varie parti del mondo sono stati aggravati dalle crescenti tensioni tra i principali paesi impegnati nella corsa agli armamenti e dal perdurare del clima di opposizione, con il proseguimento di conflitti volti a delimitare, inglobare e controllare zone di influenza;

d) l'inizio degli anni '80 ha ereditato la situazione di stallo in cui si trovavano i negoziati sul disarmo;

e) lo sviluppo economico mondiale prodottosi negli anni '80 è strettamente legato all'evolversi delle prospettive di disarmo;

f) la distinzione tra le armi tattiche e le armi strategiche e tra gli arsenali convenzionali e gli arsenali nucleari delle principali potenze militari si è sempre più ridotta a causa del perfezionamento della ricerca tecnologica militare;

g) nonostante tutto è incoraggiante notare che l'opinione pubblica ha preso più chiaramente coscienza dei pericoli di una guerra, particolarmente nucleare, e che reagisce contro la crescente applicazione della scienza e della tecnica nel settore militare, la cui incidenza, in larga misura, supera la sua capacità di comprensione e sfugge alla sua influenza, soprattutto per la mancanza di informazione.

4. Il presente rapporto rileva che sono proseguiti gli effetti negativi della corsa agli armamenti, ma che le modificazioni prodottesi sono state più importanti di quelle avvenute nei periodi relativi ai due precedenti rapporti. Viene messo in luce come alla metà degli anni '80 la corsa agli armamenti tra le grandi potenze militari, in particolare nel campo nucleare, è proseguita nel quadro della modernizzazione delle armi e degli arsenali, anche se nel corso degli ultimi tre anni si è incrementato il dialogo tra le potenze e le relazioni internazionali sono meno tese. La tecnologia militare continua a progredire ad un ritmo più rapido di quanto non sia il processo di negoziazione sul disarmo e le considerazioni politico strategiche continuano ad impedire il miglioramento della situazione economica mondiale. Lo sviluppo socio economico resta antitetico con gli investimenti nel settore militare per quel che riguarda l'impiego di risorse materiali e umane. Tuttavia oggi si dispone di elementi più precisi che p

ermettono di comprendere sempre meglio quali sono le condizioni necessarie alla pace, alla sicurezza e al disarmo. Sono emerse disponibilità per progressive modifiche del tradizionale comportamento di relazione tra gli Stati ed i popoli; sono aumentati i dialoghi sul progresso sociale, sul miglioramento delle condizioni sociali e sulla possibilità di instaurare una sicurezza più razionale al più basso livello di armamenti. Questo nuovo approccio si riscontra in molti studi, nelle risoluzioni dell'Assemblea generale e in altre recenti dichiarazioni che tendono a mettere in luce, o analizzano con precisione, la relazione esistente tra l'incidenza politica, economica, sociale, ecologica, a breve e a lungo termine, con la tecnologia militare e i conflitti armati, nucleari o convenzionali.

5. Questo rapporto prende in esame le analisi approfondite e le evidenze empiriche di tali sviluppi:

a) le spese militari mondiali hanno continuato ad aumentare, ma si ripartiscono differentemente, soprattutto in ragione del deterioramento della situazione economica e dell'accresciuto indebitamento che hanno prodotto, comportando restrizioni particolarmente nei paesi in via di sviluppo, i quali sono i meno preparati a farvi fronte. In effetti questo aumento tocca quasi solamente i paesi industrializzati o alcune regioni teatro di tensione e di conflitti armati;

b) i conflitti che proseguono in varie parti del mondo-con o senza partecipazione esterna-sono sempre più intensi e più tragici, nonostante i continui sforzi per trovarvi soluzione. Incrementati da armi sempre più distruttive, sono diventati ulteriormente gravi con un enorme prezzo di vite umane e di materiali. In alcuni casi il pericolo di intensificazione e di propagazione del conflitto è una minaccia sempre possibile. Per la prima volta è stata confermata e documentata, da parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, l'utilizzazione di armi chimiche in tali conflitti. E' anche aumentato il ricorso al terrorismo;

c) le principali potenze militari perfezionano e ammodernano i loro armamenti, o prevedono di farlo, ed alcuni di questi perfezionamenti possono rendere ancora più indefinibile il confine, in termini di efficacia militare, tra i sistemi d'arma convenzionali e quelli nucleari. L'uso militare dei risultati della ricerca e sviluppo e l'evoluzione rapida della tecnologia militare non solamente hanno ben precisi effetti sulla strategia e la tattica, ma determinano parallelamente risultati negativi nel campo economico e sociale-compromettendo perciò la sicurezza internazionale intesa nel suo significato più ampio-particolarmente a lungo termine;

d) il clima politico internazionale è nettamente 10 cambiato, come è dimostrato particolarmente dal miglioramento delle relazioni tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti determinatosi sin dalla fine '84 inizio '85, specialmente in seguito al vertice tenutosi a Ginevra nel novembre del 1985. Nella dichiarazione comune diffusa al termine di questa riunione i dirigenti delle due potenze hanno convenuto che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere dichiarata 4/;

e) riunioni sempre più costruttive e negoziati sempre più intensi a tutti i livelli sono stati avviati nel campo del disarmo. I negoziati tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti relativamente ai missili nucleari a medio e corto raggio si sono conclusi con successo e, dopo la ratifica del trattato, si avvierà la loro distruzione sino alla completa eliminazione. Sono altresì in corso sostanziali negoziati bilaterali sulla riduzione delle armi strategiche offensive, spaziali e sui test nucleari. Per tutto questo periodo sono proseguiti, a livello multilaterale, i negoziati sul disarmo. Questo ha permesso di attenuare le divergenze e di progredire lentamente verso un accordo per l'adozione di una convenzione sull'interdizione completa delle armi chimiche;

f) l'informazione sugli aspetti tecnici ed economici del problema si è andata sviluppando e l'opinione pubblica può oggi rendersi conto con più precisione delle implicazioni che intercorrono tra spesa militare e sviluppo tecnologico. Nei paesi industrializzati l'opinione pubblica esercita una pressione sempre più forte sulle scelte dei governi perché rendano conto dei progetti sempre più costosi e tecnologicamente complessi in termini di sicurezza e di rilevanza socio economica. Alla base di questa reazione dell'opinione pubblica vi è la coscienza che un incidente tecnico è sempre possibile e che le armi nucleari comportano una minaccia per il futuro dell'umanità. Le prospettive globali nel settore economico e sociale per gli anni '90 continuano a dipendere dal miglioramento delle relazioni sulla sicurezza, che potrebbero esse stesse permettere importanti progressi nel campo del disarmo. Questo richiede che i governi debbano tener conto delle risorse umane, naturali e materiali del mondo intero e che orienti

no di conseguenza le attività umane. I partecipanti alla Conferenza internazionale sul disarmo e lo sviluppo, tenutasi dal 21 agosto al 1'11 settembre 1987, hanno unanimemente affermato, nel documento finale,la volontà di dedicare allo sviluppo socio economico una parte delle risorse liberatesi tramite il disarmo per tentare di colmare la disparità economica che separa i paesi sviluppati da quelli in via di sviluppo. Nondimeno i partecipanti alla Conferenza hanno messo in evidenza le minacce non militari alla sicurezza affermando che »è sempre più diffusamente riconosciuto che l'eccesso di armamenti e il sottosviluppo costituiscono, sia l'uno che l'altro, una minaccia alla pace ed alla sicurezza internazionale , per il fatto che le violazioni sistematiche dei diritti dell'uomo, la povertà, l'analfabetismo e la sottonutrizione ritardano un reale sviluppo socioeconomico e creano tensioni e conflitti 5/.

6. Dopo che nel 1978 l'Assemblea generale ha adottato, pur senza votazione, il Documento finale della decima sessione straordinaria, prima tra quelle dedicate al disarmo 6/ -documento tuttora valido - il Segretario generale ha dato avvio ad un gran numero di studi riguardanti i vari aspetti della corsa agli armamenti ed il disarmo. Questi studi, tra le altre cose, concernevano le armi nucleari, la riduzione della spesa militare, le relazioni tra disarmo e sviluppo, le misure idonee alla crescita della fiducia reciproca, la sicurezza internazionale ed il disarmo, le armi convenzionali, le concezioni della sicurezza e della dissuasione 7/. Questi studi dovrebbero essere tenuti presenti come sinceri contributi di informazione sui problemi del disarmo e sulle questioni ad esso connesse.

7. Se alcuni aspetti della corsa agli armamenti e dei suoi effetti possono essere esaminati all'interno di studi monografici, solo il presente studio e quelli che l'hanno preceduto, il cui tema è l'aggiornamento delle ripercussioni più attuali della corsa agli armamenti e delle spese militari, possono fare realmente il punto sulle innumerevoli e sempre differenti conseguenze. Con l'aggiornamento del rapporto del 1982, conformemente alle risoluzioni A/ 40/150 del 16 dicembre 1985 e A/41/86 I del 4 dicembre 1986, il Gruppo di esperti che assiste il Segretario generale spera di contribuire a mettere in evidenza gli effetti nocivi della corsa agli armamenti nei confronti della pace e della sicurezza internazionale, dell'economia e del benessere sociale degli Stati.

8. Il primo capitolo del presente rapporto descrive la dinamica della corsa agli armamenti. Vengono particolarmente evidenziate le conseguenze economiche e tecnologiche delle differenti categorie di armi e di forze all'interno della corsa agli armamenti, i meccanismi che ne sono alla base, i costi e le transazioni a cui danno origine. Viene valutato il dispendio di risorse naturali, economiche e umane assorbite dalla corsa agli armamenti in un mondo dalle risorse limitate, per tentare di esaminare le incidenze nette delle politiche adottate nelle differenti circostanze e nei differenti contesti economici e sociali. Gli effetti delle spese militari sullo sviluppo economico e sulla vita sociale sono analizzati nel capitolo III, viene anche considerata la loro incidenza sulla crescita economica, le risorse umane, la tecnologia, l'inflazione, i flussi finanziari e l'indebitamento, le condizioni socioculturali e le conseguenze della riconversione industriale verso attività civili. Nel capitolo IV, in cui si affro

nta l'analisi delle conseguenze internazionali della corsa agli armamenti, si esaminano le sue incidenze globali, sia militari che non, sulla società a livello internazionale, regionale e nazionale, così come le scelte e le priorità fatte dai responsabili governativi. Il capitolo V contiene un riassunto delle conclusioni del Gruppo di esperti e delle raccomandazioni volte a ridurre e a ribaltare gli effetti negativi della corsa agli armamenti, evitando conseguenze controproducenti.

 
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