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Talbot Mike - 28 aprile 1988
Belfast: le prospettive di altri funerali
di Mike Talbot

SOMMARIO: Secondo l'autore l'esplosione di violenza e d'intolleranza nell'Irlanda del nord preannuncia nuove e più gravi tragedie per quelle popolazioni.

(Notizie Radicali n· 87 del 28 aprile 1988)

»Forse l'aspetto più deprimente di avvenimenti come l'assalto sulla folla durante il funerale di Belfast, ieri, è il modo in cui essi riflettono il passato e prefigurano il futuro.

Purtroppo, non c'è niente di nuovo in questi assalti contro gruppi di persone riunite per pregare o per ricordare i morti...

Milioni di persone hanno ormai visto la tragedia di Milltown. Lo sdegno può aprire la strada alla speranza? Questo dipenderà, per il momento, dalle reazioni di una comunità che oggi, e nei prossimi giorni, deve affrontare la prospettiva di altri funerali (editoriale da The Irish times, 17 marzo 1988).

Così scriveva l'anonimo editorialista dell'Irish Times di Dublino, all'indomani dell'uccisione -da parte di un loyalist fanatico- di tre persone che partecipavano a Belfast, nel cimitero di Milltown, ai funerali di tre giovani nordirlandesi, Mairead Farrel, Daniel McCann e Sean Savage- questi i nomi dei tre giovani, appartenevano alla provisional Ira, ed erano stati uccisi una decina di giorni prima da militari inglesi in servizio nel territorio di Gibilterra perché sospettati di voler compiere un attentato contro il governatore dello stesso territorio: si saprà dopo che erano disarmati al momento dell'uccisione anche se, secondo le fonti militari, trasportavano una certa quantità di esplosivi nel portabagagli della loro automobile.

Subito dopo l'attentato di Milltown viene arrestato un certo Michael Stone il quale, secondo un portavoce del Ruc (Royal Ulster Constabulary, la polizia del nord Irlanda) ha un passato di delinquente. Non si sa ancora se l'uomo agisse da solo o disponesse di complici che avrebbero potuto aiutarlo a scappare una volta compiuto l'attentato; sulla stampa inglese si è anche discusso del ruolo della polizia e delle autorità militari nella vicenda; evidentemente la polizia ha preferito adottare una strategia »low profile per non provocare incidenti con la folla di repubblicani presenti al funerale: si sa però che un elicottero militare sorvolava il camposanto durante la cerimonia funebre e si è inoltre parlato della presenza di un furgoncino della polizia nelle vicinanze. In particolare Gery Adams, presidente del Sinn Fein (filorepubblicano) ha accusato la polizia di »collusione , nel senso che avrebbe creato le condizioni tali da permettere che l'attentato avvenisse.

L'editorialista dell'Irish Times non ha certo avuto bisogno di una sfera di cristallo per poter individuare la piega che stavano per prendere gli avvenimenti nel Nord Irlanda. Passano infatti tre giorni da copione, dal 16 al 19 marzo: avvengono disordini nei ghetti cattolici di Belfast, c'è nell'aria un senso diffuso di disperazione, di frustrazione e, evidentemente di rabbia negli ambienti irlandesi e repubblicani, e c'è pure una festa nazionale (il 17 marzo, San Patrizio, patrono degli irlandesi) trasformata, per i repubblicani, in giorno di lutto.

Comunque, se qualcuno il 16 marzo voleva lanciare un messaggio all'opinione pubblica e alla stampa europea, ci è riuscito fino in fondo. »A colpi di granate contro il funerale. Morti e feriti al cimitero di Belfast , è titolato il servizio di Mino Vignolo sul Corriere della Sera- per citare solo uno dei maggiori quotidiani italiani all'indomani dell'attentato. E a Londra The Indipendent riporta in prima pagina un'immagine che rappresenta il terrore dei partecipanti al funerale di Milltown, proprio nel momento in cui viene sepolta una delle tre bare dei militanti dell'Ira ed esplodono le granate del terrorista (o dei terroristi).

Il 17 marzo, dunque, la stampa europea si ricorda (dopo quanti anni e quanti altri funerali?) che esiste ancora -nell'Europa che si vuole federalista, e all'interno del Regno Unito (paese spesso lodato per le sue antiche tradizioni democratiche)- un clima di tensione tale da riaccendere la miccia dello scontro, che in realtà non è mai stata spenta, tra fazioni politiche opposte (molte delle quali dispongono di gruppi paramilitari veri e propri). Oltre all'Uda e all'Uff, entrambi gruppi paramilitari »leali alla corona inglese e sostenitori dell'Unione con la Gran Bretagna, da parte repubblicana agiscono i »provisionals e l'Inra. I »provisionals sono generalmente conosciuti con la sigla Ira, ma non sono da confondere con gli »officials , l'Ira storica che ha combattuto per l'indipendenza dell'Eire prima del 1922 e che ufficialmente non appoggia l'uso di una strategia terroristica per »liberare , o per riunire sotto un solo governo irlandese l'Irlanda del Nord. L'Inra è una fazione di repubblicani che hanno

assunto la responsabilità dell'assassinio di Lord Mountbatten, avvenuto al largo delle coste irlandesi nel 1979.

Passano, dicevamo, tre giorni. Dal 16 al 19 marzo.

19 marzo: altro funerale, altro corteo; e stavolta la comunità irlandese sta all'erta. Ci vuole prudenza, disciplina, dicono gli »stewards repubblicani che guidano lungo le strade dei ghetti cattolici il corteo funebre diretto ancora una volta verso il cimitero di Milltown: i repubblicani, gli amici e i parenti di Kevin Brady, »membro dell'Ira assassinato mercoledì scorso da un pistolero protestante nel cimitero di Milltown (Corriere della Sera, 21.3.88), marciano in silenzio. E avviene, come aveva previsto l'editorialista dell'Irish Times, un'altra tragedia. Stavolta le vittime sono due militari inglesi in borghese, i caporali Derek Wood e Davis Howes, rispettivamente di 24 e 23 anni, i quali (inspiegabilmente?) si trovano in auto proprio sul percorso del corteo.

Il resto, purtroppo, è noto; grazie alle immagini crudeli, terribili, di un linciaggio in diretta che sono passate, nel giro di poche ore, attraverso le redazioni giornalistiche e televisive di tutto il mondo democratico.

 
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