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Stanzani Sergio - 28 aprile 1988
Governo De Mita: contro queste scelte politiche e programmatiche
di Sergio Stanzani

SOMMARIO: Il Governo De Mita si presenta con una stanca riedizione della formula pentapartitica - per la quale gli stessi promotori provano ormai una sorta di vergogna - rinunciando ad apporti politici, civili e popolari che non temono confronto alcuno, non solo sul piano della democraticità e dell'onestà intellettuale, ma anche della capacità di governo. Il testo del discorso pronunciato alla Camera dei Deputati dal primo segretario del Partito radicale sulla fiducia al Governo De Mita.

(Notizie Radicali n· 87 del 28 aprile 1988)

Signor Presidente, colleghi, signor Presidente del Consiglio, se lei ha voluto far comprendere bene a tutti che l'ostilità all'eptapartito ed al conseguente ingresso dei radicali nel suo Governo è stata in realtà dei nostri compagni socialisti ben più che sua, le diamo atto di aver saputo, con il sorriso, fornire una chiarificazione, forse per alcuni superflua, ma per tutti comunque interessante oltre che divertente.

Fanno sicuramente offesa alla sua intelligenza e al suo stile coloro che hanno preso alla lettera la prima parte della sua battuta, immaginando che lei possa confondere il Partito radicale con una sottocorrente della Democrazia cristiana da trattare secondo i canoni del manuale Cencelli.

Signor Presidente del Consiglio, anche se dobbiamo riconoscere che la sua replica è stata più convincente della sua presentazione, tuttavia non lo è stata a sufficienza per noi, fino ad indurci a mutare il nostro giudizio.

Pertanto, noi federalisti europei, eletti nelle liste del Partito radicale, voteremo contro questo Governo, contro le scelte politiche e programmatiche della Democrazia cristiana e del Partito socialista, che hanno comportato oltretutto nei nostri confronti e nei confronti dei verdi l'offesa di una discriminazione di un ostracismo, garbato ma ugualmente imperdonabile anche da parte sua.

Voteremo contro anche per la parte predominante avuta dalla maggioranza di Governo nell'atto inqualificabile, anticostituzionale, di vera e propria usurpazione di poteri, di tradimento della pubblica fede e dell'elettorato referendario, con cui si è cancellata dai nostri codici quella responsabilità civile diretta del giudice che gli italiani, all'80 per cento, avevano decretato invece dovesse essere estesa e difesa ad onore dei giudici capaci e onesti ed a sanzione di quelli disonesti ed incapaci.

A questo proposito, dobbiamo dire quanto ci appaia doloroso e non sanabile l'incredibile comportamento del partito socialista e di quello liberale, che furono promotori del referendum oggi da loro così tradito.

Mi si consenta da questo banco ed a questo punto, signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, di inviare al cittadino e compagno Enzo Tortora il nostro pensiero grato, il nostro augurio affinché, come sanno fare coloro che sono forti, tragga dal dolore di questa vicenda ancor più forza, più vita a difesa della giustizia e della democrazia, che egli ha servito così nobilmente ed efficacemente. So di poterlo fare a nome di tanti compagni, donne e uomini, non solamente italiani e non solamente europei.

Voteremo contro, così come lei, signor Presidente del Consiglio, la Democrazia cristiana e il Partito socialista avete voluto e così come merita un Governo che non ha avuto né per se né per il paese e nemmeno per i propri elettori ambizione ed umiltà sufficienti. Vi siete chiusi nella formula pentapartita, della quale avete una sorta di vergogna, quale formula da presentare ancora al paese; avete rinunciato ad apporti politici, civili e popolari che non temono confronto alcuno, con alcuno di voi, non solo sul piano della democraticità e dell'onestà intellettuale, ma anche della capacità di governo. L'apporto dei radicali e dei verdi -lo dico con assoluta convinzione- vi sarebbe stato necessario per assicurare al Governo il massimo di efficienza, di forza, di durata sul piano istituzionale, su quello della riforma energetica, della riforma della giustizia, della riforma europea, della questione ambientale.

Voteremo contro il metodo, contro i contenuti, contro la assenza di scelte politiche adeguate ed urgenti che, abbiamo ragione di ritenere, saranno compensate da un »pieno di sottogoverno e di clientelismo, quindi di nuova impotenza, di nuova corruzione.

Quale primo segretario del Partito radicale, compio qui un gesto che, per quanto ci riguarda, appartiene davvero ad un processo di transizione, dalla qualità nazionale a quella transnazionale; eletti in liste di partito che non saranno più presentate in quanto tali in Italia o altrove in qualsiasi tipo di elezione, abbiamo l'onore e l'onere, fino alla fine di questa legislatura, di assicurare il rispetto degli impegni presi con i nostri elettori. Diamo in tal modo anche un esempio consapevole e ambizioso ad ogni altra forza politica e parlamentare. Nessuna, tra quante qui operano e sono presenti, giustifica più la propria particolare esistenza. Le diversità attraversano tutti i partiti di oggi, che sono partiti di ieri e mal sopravvivono a se stessi. Con la riforma anglosassone del sistema politico, che noi vogliamo, con la prefigurazione politica di questa riforma istituzionale, improbabile ma non impossibile, la formazione di due grandi partiti democratici, radicalmente alternativi, è più che mai matura n

elle cose, è un'esigenza ormai avvertita dalla gente, anche se tarda ad imporsi nelle coscienze dei politici. Lo diciamo rivolgendoci in particolare ai compagni del partito comunista oltre che ai nostri amici e compagni laici e socialisti.

Una riserva vogliamo pur fare per umiltà ed ottimismo della volontà in questo giudizio precisamente negativo che esprimiamo: nella politica di rapida e radicale conversione in Stati Uniti d'Europa degli Stati nazionali della Comunità economica europea, il Governo voglia subito procedere con il massimo di energia e il massimo di decisione nella direzione e con gli obiettivi indicati con la risoluzione Piccoli-Pannella, votata praticamente all'unanimità in Commissione esteri, perché già al vertice di Hannover le procedure federaliste che abbiamo proposto siano recepite e discusse.

Il ministro degli esteri Andreotti, che ha assecondato con vigore, sincerità ed efficacia questa scelta forse di storico rilievo, deve ora dare assoluta priorità a tale opera o avremo sciupato questa occasione.

Posso qui preannunciarvi che il Parlamento europeo ha già in pratica adottato una solenne dichiarazione che fa propria in tutto il suo dispositivo la deliberazione della nostra Commissione esteri. Anche il compagno Bettino Craxi, il segretario del partito socialista, nel suo intervento di ieri ha sottolineato la necessità di cogliere fino in fondo ogni occasione per una piena azione del Governo in questa direzione.

Poiché lei, signor Presidente del Consiglio, come suo ultimo atto di parlamentare europeo, ha voluto onorare e sostenere, sottoscrivendola, la dichiarazione solenne del Parlamento europeo, esprimo la convinzione e la speranza che possano verificarsi in brevissimo tempo le condizioni che consentano al Governo di assicurare a sè ed all'Europa una funzione e risultati di grande momento.

Per il resto, noi ci auguriamo di aver torto nel giudicarvi negativamente. Se voi foste all'altezza di governare bene questo nostro tempo e questa nostra società per quanto vi compete, noi saremmo i primi a trarre vantaggio e soddisfazione da questa riuscita. Ma temiamo, purtroppo, di avere invece ragioni, e ragioni sufficienti ed abbondanti, per giustificare la nostra intenzione di farvi cadere, perché si passi da questo Governo -che, senza la sua maggiore esperienza ed il suo maggior prestigio, signor Presidente del Consiglio, sarebbe una fotocopia del Governo Goria- ad un Governo adeguato, di cui il paese ha bisogno. Per questo, signor Presidente del Consiglio, voteremo contro.

 
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