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Stipetic Radovan - 18 maggio 1988
ZAGABRIA (7) IL CONGRESSO DEL PR

Un nanetto politico - ma di che calibro!

di Radovan Stipetic

Vjesnik, 18 maggio 1988

SOMMARIO: Nonostante la sua dimensione minima - afferma il quotidiano croato Vjesnik, il Partito radicale ha segnato profondamente la vita politica e la sinistra italiana.

(RADIKALNE NOVOSTI a cura di MARINO BUSDACHIN e SANDRO OTTONI - hanno collaborato: MASSIMO LENSI, FULVIO ROGANTIN, PAOLA SAIN JAN VANEK, ANDREA TAMBURI - TRIESTE, 1 gennaio 1989)

Il PR in Italia è un nanetto politico. Paragonati ai partiti mastodontici con un milione e mezzo (DC o PCI), o alcune centinaia di migliaia di iscritti (PSI e neofascisti), i radicali con due o tremila iscritti e qualche percentino alle elezioni - quando decidono a partecipare - da ogni politico realista saranno considerati una ``quantité négligeable''.

Ma, malgrado quello che dicono gli esperti politici, loro sono convinti che la politica non è fine a se stessa, il fine che si raggiunge attraverso rituali meeting, elezioni e ripetizioni di luoghi comuni del breviario politico. Lo slogan dei radicali è quello degli impressionisti francesi che una volta lottavano per una pittura nuova: stupire il borghese! Così anche i loro metodi sono stupefacenti e stupisce anche la loro inventiva nel trovare sempre nuove e imprevedibili idee: dall'autoabolizione come punizione di se stessi per non aver realizzato gli obiettivi, al legarsi dimostrativamente con catene davanti ai centri di potere - il Vaticano e la RAI, agli scioperi della fame del leader storico Marco Pannella.

Anche la forma istituzionale della loro lotta non è affatto istituzionale: non si tratta di elezioni e intrighi parlamentari, ma di referendum popolari, una forma specifica del costituzionalismo italiano che permette di rifiutare una legge e norma quando ciò non può essere fatto con altri mezzi - ma per indire un referendum si devono prima raccogliere 500 mila firme!

Sarebbe difficile fare un elenco di tutte le iniziative dei radicali: contro il concordato (firmato dal Mussolini nel 1929), contro le restrizioni della libertà delle donne nel decidersi per l'aborto, contro il codice penale e il diritto militare nel tempo di pace, contro le norme restrittive sulla stampa, contro il monopolio della TV statale, contro le leggi del codice penale accettate già nel tempo del regno e del fascismo, contro la proibizione di fumare marijuana...

Queste ed altre iniziative dei radicali appartengono tutte all'ampio elenco dei diritti umani e sociali, che da tempo fanno parte dei programmi delle forze della sinistra, e anche i radicali definiscono il loro partito come ``liberale e socialista''. Ma il coraggioso e imprevedibile nanetto non ha avuto l'onore di essere ufficialmente ammesso nel circolo della sinistra italiana. Al severo Berlinguer, che, fedele alla tradizione della comintern, considerava i socialisti traditori (e Craxi ``un uomo pericoloso'') e i socialdemocratici traditori dei traditori, i radicali non potevano sembrare altro che una specie di esibizionisti da circo. Anche per il socialista intollerante Craxi, malgrado gli occasionali avvicinamenti con Pannella, il PR è un partner inaccettabile.

Eppure i radicali non smettono di agire in conformità allo slogan che la sinistra ufficiale italiana qualche volta dimentica: tutto ciò che è veramente umano è nello stesso tempo anche di sinistra. Così avevano messo sulla loro lista il professor Toni Negri di Padova, vittima della cecità della giustizia italiana, al quale l'elezione al parlamento ha permesso di emigrare in Francia. Uno dei parlamentari radicali (e il presidente del partito) è stato anche Enzo Tortora, una volta il più famoso personaggio della TV italiana, poi condannato per traffico di droga a molti anni di carcere, per essere alla fine liberato come innocente. Alle ultime elezioni è diventata parlamentare radicale anche la notoria porno-star Ilona Staller ``Cicciolina'', e anche questo significa una specie di proposta: perché i politici vedano che anche questa loro misera bambola, quasi non persona ma cosa, ha diritti uguali.

Il partito, caratterizzato più da ``contro'' che da ``per'', si dichiara in questo modo anche ai suoi congressi: ``La sinistra contro il regime'' (congresso 1967), ``Contro ogni autorità'' (1969). Questo ``contro'' lo incarna anche Marco Pannella che finora più di cento volte è stato davanti al giudice per accuse politiche!

Radovan Stipetic

 
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