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Dell'Alba Gianfranco - 15 giugno 1988
Stati Uniti d'Europa: L'appuntamento del vertice
di Gianfranco Dell'Alba

SOMMARIO: Al vertice di Hannover, che dovrebbe discutere solo delle iniziative proposte da Helmut Kohl per l'integrazione economica e istituzionale, i radicali porteranno un pacchetto di richieste, sicuramente più ambiziose, che già il Parlamento europeo e quello italiano, più un nutrito gruppo di intellettuali, hanno fatto proprio, grazie all'iniziativa del Pr.

(Notizie Radicali n· 122 del 15 giugno 988)

Hannover, capitale linguistica della Germania alla stregua di Siena per l'Italia, sarà per due giorni capitale dell'Europa dei dodici. Qui si riuniranno infatti il 27 e 28 giugno prossimi i capi di Stato e di governo dei paesi membri della Cee per il Vertice semestrale che marca oramai di fatto le varie tappe della travagliata vita della Comunità. Il cancelliere federale Helmut Kohl, che ne assicurerà la presidenza, vuole chiudere il suo brillante periodo di presidenza con un successo. Per questo, dopo aver sgombrato il campo dai problemi di bilancio e di finanziamento interno nel corso del vertice straordinario dello scorso febbraio, si trova nella migliore situazione per imprimere una nuova dinamica nel processo di costruzione europea. Adeguare alla prospettiva del mercato interno e della libera circolazione delle merci, delle persone e dei capitali le sclerotiche strutture esistenti, abbordare il passaggio vitale del coordinamento delle politiche monetarie per arrivare ad una moneta ed una banca comune:

questo è uno dei due aspetti all'ordine del giorno obbligato del Vertice di Hannover. Perché a nessuno sfugge l'esigenza inderogabile di mettere ordine fra 12 politiche monetarie e del credito oggi assolutamente autonome, al di là degli incontri periodici dei governatori delle banche nazionali; con un sistema monetario europeo dal quale alcuni paesi, fra cui il Regno Unito, sono sconsolatamente assenti, e nel quale l'Italia conserva un »diritto di fluttuazione così amplio da risultare in contraddizione obiettiva col rango di potenza economica (sic) che ha rivendicato da qualche tempo nei confronti degli altri partner Cee. Su questo punto Kohl e il suo governo hanno moltiplicato le prese di posizione affermando ripetutamente che »qualcosa uscirà da Hannover . Staremo a vedere, anche se sulla Banca centrale europea persino la timida richiesta, formulata da più parti, di istituire almeno un Comitato di saggi incaricato di sottoporre proposte concrete al prossimo vertice, sembra incontrare molte resistenze, spe

cie da parte del governatore della Bundesbank, l'onnipotente istituto di emissione tedesco.

Sull'altro volano, indispensabile perché il mercato interno non si risolva in una giungla di totale »deregulation , e cioè quello politico-istituzionale, tutto tace sul fronte per così dire »ufficiale . Nessuna dichiarazione di questo o quel governo -compreso quello italiano- prepara il terreno alla possibilità che da Hannover possano di nuovo partire iniziative concrete sulla via dell'Unione europea, del rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo alla vigilia della sua rielezione a suffragio universale, dell'integrazione politica, dell'ampliamento complessivo dei poteri delle istituzioni Cee per gestire il complesso di conseguenze derivanti dal mercato interno.

Il Partito radicale, dal canto suo, ha fatto l'impossibile in questi mesi per fornire al vertice di Hannover il modo di imprimere alla dinamica comunitaria il ritmo necessario perché il salto di qualità indispensabile si realizzi.

Lo ha fatto secondo la mozione votata dal Congresso di Bologna e col metodo che gli è proprio, alternando iniziative parlamentaria a manifestazioni popolari e raccolta di firme. Tutte le »armi radicali sono state utilizzate in vista di questo vertice affinche delle decisioni concrete vengano assunte, e non dei vaghi documenti programmatici. Quattro grandi temi hanno caratterizzato la campagna di primavera radicale per gli Stati Uniti d'Europa:

1) La richiesta di convocare nel luglio 1989, nella ricorrenza del bicentenario della Rivoluzione francese, gli »Stati Generali europei , assemblea comune dei membri dei Parlamenti dei dodici paesi membri della Cee e del Parlamento europeo, incaricati di eleggere il presidente del Consiglio europeo e quello della Commissione esecutiva della Comunità, sorta rispettivamente di »presidente dell'Europa e »Primo ministro ;

2) l'attribuzione di poteri costituenti al Parlamento europeo che sarà eletto nel giugno 1989, per elaborare il progetto di un nuovo Trattato di Unione europea affinche sia ratificato dai Parlamenti nazionali e si affianchi ai trattati esistenti per realizzare gli Stati Uniti d'Europa;

3) la richiesta di abbinare alle elezioni europee del 1989 un referendum popolare consultivo nei paesi membri per chiedere ai cittadini il loro consenso a procedere sulla via della costituzione dell'Unione europea, cioè di un'integrazione »politica , oltre che economica, dell'Europa;

4) la creazione di una banca centrale europea per arrivare congiuntamente ad instaurare una moneta comune dei dodici.

I risultati sono stati molteplici: il 10 febbraio la Commissione esteri della camera ha approvato un primo documento sotto forma di Risoluzione per gli Stati Generali e l'attribuzione dei poteri costituenti al Pe; contemporaneamente, e insieme al Movimento federalista, una proposta di legge di iniziativa popolare per il referendum consultivo e due petizioni sui temi succitati sono state concepite, e su di esse una raccolta di firme in tutta Italia e in vari paesi europei ha portato ad oltre 50.000 firme raccolte che dovranno essere consegnate allo stesso cancelliere Kohl prima dell'apertura del vertice.

Il 16 maggio scorso, il Parlamento europeo ha a sua volta approvato una Dichiarazione solenne, elaborata e proposta dai deputati radicali, che fa propria la risoluzione della Camera dei deputati italiani e chiede che ad Hannover si prendano le prime decisioni operative concrete per la convocazione degli Stati generali e l'attribuzione di poteri costituenti al Pe.

Infine, un appello di intellettuali, uomini di scienza e di lettere, artisti italiani, francesi, spagnoli, belgi e di altri paesi sta circolando in questi giorni, e ha già ottenuto prestigiose adesioni; sollecita una decisione rapida su tutti i temi in questione.

Tutto ciò conduce naturalmente ad una presenza radicale ad Hannover in occasione del Vertice. Il primo segretario Sergio Stanzani, gli eurodeputati radicali, gli eletti in Italia, i membri della segreteria e i militanti del partito di vari paesi assicureranno ad Hannover una partecipazione del Partito non soltanto nelle manifestazioni che, sotto l'egida del Movimento federalista, si terranno domenica 26 giugno, ma si troveranno la mattina del 27, come a Bruxelles lo scorso anno e quest'ultimo 10 febbraio, per chiedere che questi temi vengano posti all'ordine del giorno e discussi durante il vertice.

E' necessaria una mobilitazione massima del partito, a tutti i livelli, perché questa grande speranza non sia vanificata dalle burocrazie, dalle lentocrazie, dall'incapacità di concepire con realismo il futuro dell'Europa; che o sarà Europa politica - per riprendere un vecchio slogan - o non sarà.

 
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