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NR - 15 giugno 1988
Elezioni: Fare di Trieste una capitale europea

SOMMARIO: L'articolo ricostruisce le tappe che hanno portato alla formazione di una lista "Per Trieste civica, laica e verde", in occasione delle elezioni amministrative in questa città. Vengono anche riportati alcuni brani di un intervento di Marco Pannella ad una conferenza stampa tenutasi a Trieste prima del voto.

(Notizie Radicali n· 122 del 15 giugno 1988)

A Trieste e in Friuli Venezia Giulia la lista »Per Trieste civica laica e verde (comunali e provinciali di Trieste) e la »Lista verde (regionali Friuli Venezia Giulia) costituiscono l'unico fatto di novità e di diversità. Ce ne occupavamo già nell'ultimo numero del giornale; in questo pubblichiamo le liste dei candidati alle elezioni comunali e provinciali di Trieste, e quelle dei candidati alle elezioni regionali collegio per collegio.

La lista »per Trieste civica laica e verde è nata da un accordo raggiunto fra associazioni verdi, ambientaliste e radicali. Ne sono stati partecipi la Lista verde alternativa, il Coordinamento verde, esponenti delle diverse associazioni ambientaliste (Lega ambiente, Amici della Terra, Wwf), altre componenti dell'arcipelago verde ed ecopacifista (il Mir, associazioni anticaccia e antivivisezione), associazioni dell'area radicale e federalista europea. L'accordo è stato aperto a personalità laiche e indipendenti.

I Gruppi verdi e radicale alla Camera hanno voluto sottolineare l'importanza, assicurando candidature di parlamentari nazionali ed europei. Dopo dieci anni torna a Trieste Marco Pannella, con il presidente dei deputati verdi Gianni Mattioli e con Adelaide Aglietta; con Rosa Filippini e Francesco Rutelli; con Michele Boato e Marco Taradash; con l'ambientalista Virginio Bettini.

L'accordo si estende alle regionali, dove i radicali voteranno le liste del »Sole che ride nelle quali sono presenti, oltre ad esponenti autonomisti, anche ambientalisti iscritti al Partito radicale .

»Personalmente ho da dare una motivazione semplice, chiara -diceva Marco Pannella nella conferenza stampa da lui tenuta a Trieste l'11 giugno scorso-: sono qui per gli stessi motivi per i quali sono stato qui altre volte; punto e basta. Sono decenni che Trieste ci impegna e mi impegna attraverso i risultati costanti delle grandi iniziative civili che animiamo, senza una sola eccezione. Gli obiettivi e la realtà per le quali siamo -alcuni di noi, nella lista- radicali erano condivisi e fatti propri da una parte dei triestini o da una parte di cittadini della regione sempre molto più alta della media nazionale.

Si dice che gli amici si vedono nei momenti di sciagura... Vorrei semplicemente ricordare un aspetto di qualcosa che è noto. Quando ci siamo occupati di Osimo -a parte non la eccezione, ma la distorta, pericolosa reazione negativa sul piano meramente nazionale e nazionalistico del Movimento sociale- i quattro deputati neoeletti del Partito radicale condussero una battaglia di filibustering a Roma avendo iniziato allora -prima del formarsi del »Melone , prima del formarsi delle liste civiche- a garantire quella raccolta di firme che fu all'origine di eventi che ancora oggi caratterizzeranno in buona parte (alcune volte bene, altre in un modo più ambiguo) la storia attuale della città.

Oggi non vi sono apparentemente tragedie che incombono: ma sarebbe, credo, l'equivalente di una tragedia se Trieste non acquisisse l'ambizione, la convinzione di poter essere una delle rare, delle pochissime capitali d'Europa per l'affermazione della battaglia per la vita, per il diritto alla vita e per la vita del diritto; secondo aspetto, questo -quello della vita del diritto- al quale, senza eccezione alcuna, tutte le forze concorrenti, (amiche o avversarie che siano) sono assolutamente insensibili o scarsamente sensibili.

In questo momento la transnazionalità della nostra azione -che deve essere però transnazionalità organizzata, con moralità politica, con obiettivi precisi- deve affermarsi; in qualche posto deve pur cominciare ad affermarsi, cercando di superare il divorzio sempre più grave fra scienza, politica, morale e moralità civile che caratterizza -per fortuna in modo sempre più chiaro- la nostra epoca .

»Una grande ambizione? Uno sfuggire per la tangente? -si chiedeva, ancora, Pannella-. Potrebbe anche darsi che questa sia l'interpretazione che altri danno. Ma dovendo dare l'avvio in una qualche città a questa Europa (ma diciamo a questo mondo, perché cerchiamo di ancorarci -noi, una delle componenti costitutive di questa lista- alla transnazionalità organizzata e soggettiva di un movimento politico, nel momento in cui a decine si iscrivono a questa idea di politica transnazionale, a questa organizzazione radicale: a decine in Polonia, a decine in Africa, a decine un po' ovunque), scegliere un luogo che radichi anche nel governo locale la consapevolezza dei problemi che si pongono alla scienza, al governo delle città, alle tecnologie di sviluppo e di mantenimento del territorio, era qualcosa che doveva essere tentata. E questa -per quel che mi riguarda- costituisce la motivazione della mia personale disponibilità a chiedere a Trieste se vuole che noi si sia nell'immediato futuro i deputati europei e naziona

li, in qualche misura i rappresentanti e i frutti delle radici triestine di una battaglia che sembra di nuovo del tutto folle, e che invece è oggi -come molto spesso si è verificato in passato- a dimensione di persona e a dimensione dei compiti che abbiamo .

Poi, Pannella aggiungeva: »In una situazione nella quale è fondamentale dare il sostegno di una intransigente rivendicazione di democrazia classica -non continentale, ma anglosassone- alla Slovenia, alla Croazia, alla Jugoslavia, nel momento in cui si battono per un mutamento democratico ed europeo delle loro realtà, noi dobbiamo offrire la nostra esperienza, la nostra storia; ed evitare che si passi dalla padella del monopartitismo alla brace di quel monopartitismo partitocratico imperfetto -ma pur sempre monopartitismo- che in Italia ci siamo trovati a dovere denunciare; con il riconoscimento, giunto purtroppo soltanto adesso, di tutti.

E in questa settimana, al di là del Carso, altri trenta cittadini jugoslavi si sono iscritti alla organizzazione, al Partito transnazionale che alcuni di noi rappresentano all'interno di questa lista.

 
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