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Teodori Massimo - 8 luglio 1988
Dp, Verdi e radicali per nuove regole
Massimo Teodori

SOMMARIO: L'autore illustra la proposta di modifica regolamentare presentata da tutti i parlamentari dei gruppi Federalista Europeo, Verde e Democrazia Proletaria, di cui è primo firmatario. La nuova visione che si incentra sulla istituzionalizzazione dei concetti di maggioranza e di minoranza e sul rafforzamento dei poteri di controllo, è tesa a superare l'uso consociativo del Parlamento, favorendo la democrazia della contrapposizione tra Governo e opposizioni.

(Il Manifesto, dell'8 luglio 1988)

I parlamentari dei gruppi Federalista Europeo, Verde e di Democrazia Proletaria hanno avanzato una proposta radicalmente innovativa per il Regolamento della Camera, che si propone di introdurre nuove regole del gioco parlamentare. La nuova visione si incentra sulla istituzionalizzazione dei concetti di maggioranza e di minoranza; questi due soggetti della dialettica parlamentare diventano sovrani, ciascuno nell'ambito di un proprio tempo, nel determinare le leggi da sottoporre al voto dell'Aula, le priorità ed i tempi di approvazione. Inoltre si propone il rafforzamento dei poteri di controllo (con il 40% dei deputati che possono chiedere l'istituzione di una Commissione d'inchiesta) e la tutela dei diritti dei singoli deputati con possibilità di intervento, sia che appartengano alla maggioranza sia all'opposizione.

Tale proposta sostituisce all'attuale impianto regolamentare, che ha consentito nel corso di un quindicennio lo sviluppo dell'uso consociativo del Parlamento, un'architettura normativa atta a favorire la democrazia della contrapposizione tra Governo e opposizioni e quindi, in definitiva, uno sviluppo del sistema politico funzionante sulla base dell'alternativa.

L'odierna crisi parlamentare non è dovuta, come si afferma, al cattivo funzionamento, ma piuttosto allo scadimento di ruolo dell'istituzione nel suo complesso. Coloro che di questi tempi propongono delle riformette come l'abolizione tout court del voto segreto ed il contingentamento dei tempi, non fanno altro che mascherare i guasti effettivi del funzionamento consociativo del Parlamento: a) la mancanza di capacità decisionale in tempi rapidi; b) la proliferazione della legislazione particolaristica ("leggine"); c) la conseguente dilatazione della spesa pubblica a cui contribuiscono la maggior parte dei gruppi, di maggioranza e di opposizione; d) lo svuotamento della funzione di controllo.

La proposta avanzata dal significativo schieramento radicale-verde-demoproletario incide quindi nel cuore del problema indicando nel funzionamento democratico del Parlamento, basato sulla contrapposizione tra schieramenti, il rimedio regolamentare come presupposto di una nuova politica. Si tratta di una riforma istituzionale non misurata su una vocazione minoritaria ma intesa a rafforzare il Parlamento e la democrazia dell'alternativa.

 
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